sabato, ottobre 03, 2009

Sanatoria a favore di chi ?

L’ENNESIMA SANATORIA BERLUSCONIANA

attraverso il c.d.

SCUDO FISCALE

DIVERRA’,

una volta controfirmato il suo testo dal Capo dello Stato,

LEGGE

Ma di già la Direzione Nazionale Antimafia (DNA) e molte Procure sono in allarme poiché è prevedibile un pronto “lavaggio” dei narco-fondi, con la benedizione delle cosche mafiose dedite al commercio ed allo spaccio anche internazionale di sostanze stupefacenti.

Roberto Galullo

ha scritto ieri per

“Il Sole 24 Ore”

il seguente articolo

Lo scudo fiscale rischia di lavare miliardi che le cosche tengono non solo all'estero ma soprattutto in Italia.

Lo denuncia la Direzione nazionale antimafia (Dna) che critica il provvedimento del governo.

E dal palazzo della Dna filtra anche il sospetto che il testo sia volutamente ambiguo sugli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette.

Il primo a esporsi è il sostituto procuratore nazionale antimafia Alberto Cisterna che accende i riflettori sulla cancellazione, di fatto,

degli obblighi di segnalazione per banche, intermediari finanziari e professionisti, svelando un aspetto finora rimasto nei corridoi del palazzo di Via Giulia. «Qualunque cosca, clan o 'ndrina – scandisce Cisterna – che abbia liquidità, farà presentare agli sportelli creditizi un proprio prestanome di fiducia

e chiederà di aprire uno o più conti correnti dichiarando di aver rimpatriato i capitali dal paradiso fiscale X o Y.

La banca o l'intermediatore finanziario non hanno infatti l'obbligo di verificare che effettivamente quelle risorse siano frutto di un rimpatrio.

Motivo per il quale da domani (oggi) Cosa Nostra, 'ndrangheta, Casalesi o mafie straniere che hanno messo radici in Italia e che si avvalgono di fior di professionisti, potranno pianificare la verginità di immense risorse.

Senza dimenticare che le varie mafie potranno comunque lavare anche i soldi effettivamente congelati nei paradisi fiscali, prelevati dai conti correnti accesi lì e riportati sotto forma di contanti in Italia.

Ma lei lo sa che con il precedente scudo fiscale ci furono teste di legno dei boss che si presentarono allo sportello con milioni in contanti ?»

La liquidità è una costante delle cosche.

È tutto fuorché un problema per chi – legato spesso a tradizioni rurali – preferisce ancor oggi avere ingenti risorse pronte per l'uso.

Pochi anni fa, in un'intercettazione telefonica, il magistrato antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri ascoltò una conversazione tra due boss della 'ndrangheta che si divertivano come matti a ricordare che una montagna di soldi era letteralmente marcita perché avevano dimenticato il luogo in cui avevano sotterrato le banconote.

Cisterna ricorda che – anche a dar per buona l'interpretazione secondo la quale l'obbligo di segnalazione rimane per i reati legati alla criminalità organizzata –

non c'è da sperare che le banche alzino le antenne.

«Pochi sanno – dichiara Cisterna – che in occasione del primo scudo fiscale le segnalazioni sospette furono meno di cento.

Volete dirmi come può un operatore risalire alla provenienza delle risorse coperte da scudo?».

Roberto Scarpinato, procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, aggiunge altre preoccupazioni.

«Non bastasse il guaio dell'obbligo cancellato di segnalare le operazioni sospette – dice – per motivi tecnici che per una ragione o per l'altra durano dal 1991, Procure e Forze dell'Ordine non hanno ancora la possibilità di accedere all'Anagrafe centralizzata dei rapporti finanziari.

L'Anagrafe nella quale, a causa di una circolare del 2007 non richiamata espressamente dal decreto legge, cadrebbe anche l'obbligo di segnalare i nominativi dei soggetti che hanno fatto ricorso allo scudo fiscale.

Sarà dunque impossibile, ammesso e non concesso che un giorno avremo accesso alla banca dati, avere a disposizioni queste informazioni vitali per la lotta ai patrimoni dei mafiosi».

Per Scarpinato non sarebbe, oltretutto, neppure sufficiente che i soggetti "scudati" fossero semplicemente segnalati all'Anagrafe.

«Ci vorrebbe – conclude – un codice convenzionale attraverso il quale riconoscerli tra i milioni di persone i cui nomi vengono comunicati alla banca dati».

In questo clima di denuncia cresce l'attesa per le eventuali circolari che potrebbero fare chiarezza su queste zone grigie che, se confermate, creerebbero per i mafiosi quella che Scarpinato definisce una

«barriera di invisibilità totale».

2 OTTOBRE 2009

Cosa si può dire in proposito se non che, per recuperare soldi sperperati in operazioni fallimentari, l’attuale Governo dà non una ma entrambe le mani in aiuto alla più grande organizzazione a livello mondiale ad una società, l’unica che possa oggi vantare introiti colossali.

Oramai lo sanno anche i sassi che è

“L’ONORATA SOCIETA”

la sola a non aver mai patito danni da congiunture economiche, e nemmeno da quest’ultima che ha provocato e sta provocando ancora un vero e proprio cataclisma economico in tutto il mondo.

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