lunedì, agosto 31, 2009

Domani è un altro mese

MESE CHE VA FA SPAZIO AD ALTRO MESE

CHE SI SPERA SIA MIGLIORE

“Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare”

declamava Gabriele D’Annunzio ai suoi pastori abruzzesi.

E noi oggi trattati invece come pecore dove andiamo ?

Ci nascondiamo per non constatare ciò che ci circonda, si fa finta di niente pur sapendo che qui da noi c’è gente che perde il lavoro con tante famiglie indebitate sino al collo anche per i suggerimenti del nostro attuale pastore unico.

Tutto ha una scadenza, soprattutto i debiti non solo quelli contratti con strozzini ma anche con le banche.

Molti finiti sul lastrico e tirano la cinghia sino a quando non è più necessario stringerla per adeguarla alla circonferenza della nostra pancia.

L’anima a forza di comprimerla, è volata via; nell’aldilà.

Primo ministro e ministri, il re ed i suoi fidi servitori che potrebbero essere anche diversamente definiti se non fosse che ……ci siamo capiti; questi ultimi non possono fare altro che abbassare la testa anche se la pensano diversamente dal re; per una sorta di orgoglio personale, io sono il signor ministro, accettano questo stato di cose e stanno zitti, assecondando i voleri del capo.

Star zitti ed ingoiare il rospo; con quello che prendono ed i privilegi di cui godono valgono anche un perenne signorsì.
Ma perché non parlano ?

Non è un “pregio” di oggi perché affonda questo andazzo sino ad arrivare nella notte dei tempi.

Il grande Trilussa mi dà, con un suo sonetto, una mano per spiegarvelo

IN PRETURA

- Alzatevi accusata: vi chiamate ?

- Pia Tonzi.

- Maritata ?

- -Sissignora

- Con prole ?

- No …cor uno che lavora….

- D’anni ?

- Ventotto.

- Che mestiere fate?

- Esco la sera verso una cert’ora…

- Già, comprendo benissimo, abbordate….

- Oh, dico, sor pretore, rispettate l’onorabbilità d’una signora !

- Ma le guardie vi presero al momento

che facevate i segni ad un signore, scandalizzando tutto il casamento…

- Loro potranno divve quer che vonno;

ma io , su le questioni de l’onore,

fo come li Ministri: nun risponno !

°°°°°°

Beh, adesso si capisce il perché un certo signore non vuole rispondere a due elenchi di dieci domande dieci rivolte quotidianamente da un noto quotidiano ad un capo dei ministri.

Antichi detti

SAGGEZZA ANTICA

Aristoteles, quidam in vita difficillimum esset sciscitatus, respondit:

“Tacere quae dicenda non sunt”.

Aristotele, interrogato che cosa mai fosse più difficile nella vita, rispose:

“Tacere le cose che non si debbono dire “.

Una serie di detti tramandatici da secoli dovrebbero, oggi, far riflettere gli uomini.

Questa risposta data da

ARISTOTELE

altro non è che l’affermazione del principio della libertà di espressione in ogni sua forma:

scritta od orale.

Tacere è un segno di viltà ma è ancor più grave imporre il tacere:

una violazione molto grave del diritto di ogni persona umana libera e non asservita ad un qualsiasi padrone.

domenica, agosto 30, 2009

Civiltà


MA IN CHE MONDO VIVIAMO ?

QUALE CIVILTA’ E’ OGGI LA NOSTRA ?

C’è da porsele queste due domande relativamente a tutto il mondo ma, procedendo su queste linee, dovremmo scrivere un trattato;

anche se l’idea di farlo non è male ma non in un blog, nemmeno a puntate.

Limitiamoci al nostro italianissimo momento storico, partendo dalla nostra terra.

Definiamo questo termine oggi sulla bocca di molti, spesso a sproposito.

Tralasciando l’esegesi di questo termine, spesso usato a sproposito, oggi come oggi potremmo definirla, in breve, come l’insieme di idee e di culture, di indirizzi politici e sociali, di tradizioni ereditate dal passato proprie di una nazione libera e democratica volta ad una continua evoluzione, certamente in meglio .

L’arte, in ogni sua manifestazione, costituisce infine il fiore all’occhiello di ogni civiltà evoluta.

Facendola ancor più breve e scendendo terra terra:

quell’insieme di condizioni di vita materiale, sociale, spirituale elaborate da uno o più popoli attraverso la loro storia.

Le civiltà non sono perenni, alcune si sono perse per strada quali, a mo’ d’esempio , quella egiziana e precolombiana.

Sulla base della propria civiltà ogni nazione crea le sue regole di vita, un periodo artistico nell’architettura e nella musica, nella religione e nella politica, nell’economia e nella ricerca scientifica scrive in un suo valente articolo Piero Ottone.

Il quale ci concede una sua definizione:

“contegno civile, buona educazione, urbanità, che vanno a contrapporsi a grossolanità e barbarie”.

Feroce il suo giudizio sulla nostra attuale civiltà:

“Tutte bellissime cose, purtroppo in estinzione.

Ma non ad opera dei talebani.

A distruggere l’urbanità pensiamo noi”.

Come dargli torto ?

Allorchè i distruttori si identificano anche con chi è al potere c’è poco da stare allegri.

Viviamo in piena epoca durante la quale vige perennemente la regola del

HOMO HOMINI LUPUS

ed alla fine della lotta prevale sempre il più forte di tutti anche se non fisicamente.

Prevale il più ricco, sempre con un sorriso sulle rifatte labbra; lui non agirà mai in prima persona perché i panni, secondo lui sporchi, che osano criticarlo o che raccontano storielle poco edificanti, per non dir di peggio, sulle sue gesta di ogni tipo li fa lavare od eliminare dalla scena dai suoi fedelissimi ed obbedienti servitori.

Non è certo uno stupido !

Putin e Gheddafi gli avranno insegnato, al riguardo, qualcosa ? !?!

sabato, agosto 29, 2009

Esempi di antimafia

IN SICILIA NON TUTTO E’ MAFIA

Specialmente quando ci si tiene alla larga da certi personaggi politici sia di livello nazionale che regionale.

CANICATTI’

(AG)

PARTITA IERI LA VENDEMMIA ANTIMAFIA


I braccianti e gli operatori specializzati della cooperativa

“Lavoro & non solo”

hanno raccolto le uve bianche ottenute dai terreni confiscati alla famiglia mafiosa Guarneri di Canicattì.

Il vino prodotto sarà poi commercializzato.

Le iniziative all’insegna della legalità continueranno nelle prossime settimane con i volontari del progetto “LiberArci dalle spine”.

Anche in questo caso i giovani (molti ne arriveranno dalla Toscana) saranno impegnati nella lavorazione dei campi confiscati ai boss.

Moltiplicando a tutto raggio iniziative come queste in tutti i campi, dall’agricoltura al commercio, dall’edilizia all’associazionismo, pur essendo altri i sistemi per vincere le organizzazioni mafiose, senza dubbio alcuno è questo il sistema per inculcare nel territorio un sacrosanto principio; quello che

SENZA MAFIOSI SI VIVE LO STESSO E MEGLIO

venerdì, agosto 28, 2009

Fondi, sempre Fondi, fortissimamente Fondi

QUEI TRE MINISTRI CHE VANNO

a

FONDI

di

PAOLO BIONDANI

L’ESPRESSO

"Sono intervenuti in tanti" ha dichiarato il premier.

Brunetta, Meloni, Matteoli?

Ecco i loro rapporti in zona

Il mercato ortofrutticolo di Fondi.

Gola Profonda, l'anonimo funzionario dell'Fbi che portò alla luce lo scandalo Watergate, dava ai reporter del "Washington Post" un consiglio rimasto famoso: "Seguite la pista dei soldi".

Nell'Italia di Papi sono cambiati anche gli scandali.

E per capire i retroscena del mancato commissariamento del Comune di Fondi, cioè dell'incredibile stop del governo Berlusconi a un intervento antimafia sollecitato dal prefetto, dai magistrati, da tutte le forze di polizia e dallo stesso ministro Maroni, bisogna rassegnarsi a seguire un'altra pista:

le amiche degli amici.

Fondi è il comune della provincia di Latina che ospita il più grande mercato ortofrutticolo italiano (in sigla, Mof).

Vent'anni di inchieste, processi e condanne documentano pesantissime infiltrazioni mafiose che inquinano non solo l'economia, dall'agroalimentare all'edilizia, ma anche l'amministrazione comunale.

Dall'ottobre 2008 il prefetto, Bruno Frattasi, ha chiesto per due volte di commissariare il comune.

L'ultima documentatissima richiesta (507 pagine) era stata condivisa dal ministro dell'Interno, il leghista Roberto Maroni.

Ma il consiglio dei ministri l'ha prima bloccata e poi rispedita al prefetto.

Nonostante i 17 arresti per mafia e appalti (seconda retata in un anno) ordinati in luglio dai magistrati di Roma.

Rispondendo a una domanda di "Repubblica", Silvio Berlusconi ha spiegato così lo stop:

"Sono intervenuti diversi ministri che hanno fatto notare come nessun esponente della giunta e del consiglio comunale sia mai stato raggiunto da un avviso di garanzia".

Il che è vero, almeno adesso, solo che la nomina di un commissario non richiede affatto di provare la responsabilità penale dei politici in carica.

Anzi, proprio il nuovo pacchetto sicurezza, citato da Maroni come motivo per una nuova richiesta (che il prefetto dovrebbe ultimare in settembre), consente di intervenire anche sui dirigenti della burocrazia comunale.

E a Fondi ce ne sono ben quattro già imputati.

Senza contare i due ex assessori che si sono dimessi solo dopo l'avviso di garanzia.

E il capitolo della relazione Frattasi dedicato alla Silo srl, una società (finanziata da Sviluppo Italia) con tre titolari: il sindaco Luigi Parisella, suo cugino Luigi Peppe, che ha il fratello sotto accusa come prestanome della 'ndrangheta, e il senatore Claudio Fazzone, numero uno di Forza Italia a Latina.

"Questa non è una città mafiosa, l'inchiesta è un complotto contro il Partito delle Libertà": a Fondi nessuno si è stupito quando Fazzone, dopo mesi di voci sulle sue pressioni sul governo, ha attaccato carabinieri e prefettura.

A far gridare allo scandalo l'opposizione di sinistra e tutte le associazioni antimafia è invece la scoperta che l'opinione del senatore di Latina è diventata la linea del governo.

Ma chi sono i "diversi ministri " tanto garantisti da bocciare l'antimafia?

Le sedute del governo sono segrete.

Ma a Fondi e Latina, tra caserme e movimenti antiracket, si ripetono gli stessi nomi di

"ministri con legami personali, prima che politici"

con queste terre ormai in bilico tra stato e crimine organizzato.

La traccia più vistosa porta a

Renato Brunetta.

Da qualche mese il ministro dell'Innovazione pubblica si fa fotografare con la sua "nuova fidanzata":

"Si chiama Titti, ma non vi dico il cognome".

La bionda arredatrice d'interni corrisponde all'identikit di Tiziana Giovannoni, sorella di Paola, che è la moglie del sindaco di Cisterna, Antonello Merolla.

In questo centro a 20 chilometri da Latina, Merolla ha vinto al primo turno (con il 55 per cento) benchè candidato in extremis, naturalmente con la benedizione di Fazzone.

E con l'aiuto del ministro, schierato nei comizi a Cisterna.

Dove Brunetta ha pure alluso a Titti, dichiarandosi già "imparentato" con il sindaco- cognato:

"Il mio cuore è qui".

E sempre Brunetta ha scelto i fortunati enti locali che, "primi in Italia", potranno beneficiare del protocollo e-gov 2012?

per l'efficienza amministrativa: Provincia di Latina e Comune di Cisterna.

Il ministro delle Infrastrutture, Matteoli, è sceso in campo a favore di Ilaria Bencivenni, candidata sindaco di Aprilia, uno dei comuni più popolosi della provincia, dopo furiose lotte interne chiuse da un diktat del solito Fazzone.

Anche Ilaria ha potuto esibire nei comizi il suo "caro amico ministro".

Ma gli elettori non hanno premiato la protetta di Matteoli, che si è fermata al 32 per cento, contro il 67 raccolto dal candidato delle liste civiche.

Ad Aprilia, per inciso, la cittadinanza è sempre più impaurita da un'escalation di omicidi di mafia, arresti di boss e sequestri di droga, armi ed esplosivi.
Se la posizione ufficiale di Matteoli e Brunetta resta un segreto del governo,
Giorgia Meloni si è sbilanciata pubblicamente, in almeno un comizio, contro il commissariamento di Fondi.

Anche per il giovane ministro, come si diceva nel '68, il personale è politico.

Nicola Procaccini, che è il suo portavoce (nonchè fidanzato, stando al settimanale Panorama), è figlio di Maria Burani, ex parlamentare berlusconiana, e di Massimo Procaccini, ex giudice penale di Latina diventato avvocato.

Tra i suoi clienti oggi spiccano grossisti del Mof come Vincenzo Garruzzo, arrestato per usura già l'anno scorso, nella prima retata contro la mafia a Fondi.

Procaccini padre difende pure la moglie di Fazzone, a cui è intestata la villa di famiglia sequestrata perchè abusiva: il tribunale l'ha condannata a un anno (indultato), definendo illegale un condono ad personam varato dal comune.
Ma la lista degli amici di Fondi nonostante la mafia, riserva un'altra sorpresa.

In questo paese con un corridoio sul mare è di casa anche il generale Roberto Speciale: l'ex comandante della Guardia di Finanza che, dimettendosi dopo una velenosa polemica con il governo Prodi, contribuì a limitare i danni per Berlusconi alle elezioni del 2006, diventando quindi un suo parlamentare.

Speciale è amico da una vita di Soledad Esposito, proprietaria del camping Holiday Village.

Sequestrato da un pm di Latina, il campeggio di Fondi fu salvato da Fazzone, che protestò in tribunale, dopo di che il capo della procura ha avocato l'inchiesta, dissequestrato e archiviato.

Il marito di Soledad, Paolo Maio, è titolare, tra l'altro, di una società di catering chiamata "Holiday Soledad srl".

Speciale era stato inquisito per presunti abusi nei voli di Stato, usati tra l'altro per trasportare tre cassette di spigole dal Tirreno alle Alpi.

Assolto dalla Corte dei Conti del Lazio, che non ha ravvisato alcun danno alle casse pubbliche nei viaggi aerei offerti ai suoi amici oltre che al pesce, il generale ora attende solo l'ultimo processo.

In questa richiesta di giudizio, la procura militare nomina l'impresa che consegnò le famose spigole aerotrasportate: "Holiday Soledad srl", guarda caso.

°°°°°°°°°°

Qualcuno penserà tra sé e sé: tutte storie !

Altri, invece: cosa si aspetta a fare tabula rasa di tutti questi personaggi che puzzano lontano un miglio di malaffare e di pesce spigola, per non dir di peggio ?

Un merito per questo stato di cose va in primis al loro premier che oramai fa acqua da tutte le parti e ad un personaggio oramai fortunatamente in pensione appartenente ad uno stato estero, la Città del Vaticano.

Per chi non voglia capire ecco per lui chiaro e tondo il nome

Il cardinale Ruini che tanto volle e fece per far cadere il governo di centrosinistra presieduto da Prodi.

Meglio, per lui, i puttanieri ed i collusi con ogni tipo di associazione mafiosa !

giovedì, agosto 27, 2009

A 130 anni di vita delle lampadine incandenscenti


SABATO, MARZO 21, 2009

avutane notizia, ebbi a scrivere il seguente post:

DECISIONE UE

ADDIO ALLE VECCHIE LAMPADINE

La Commissione europea ha adottato due regolamenti in tema di efficienza energetica che impongono il ritiro delle lampadine elettriche ad incandescenza dal mercato entro il 2012.

Le disposizioni creano una nuova disciplina sia per quanto riguarda gli usi domestici delle suddette lampadine, sia per quanto riguarda il loro utilizzo negli uffici, nell'industria e nell'illuminazione pubblica.

Un quadro coerente ed unitario, quindi, che permetterà di risparmiare circa 80 TWh da qui fino al 2020, equivalenti al consumo di elettricità del Belgio, e che consentirà di ridurre le emissioni di CO2 di circa 32 m ilioni di tonnellate ogni anno.

Il regolamento tiene conto delle esigenze dei consumatori e pertanto prevede un ritiro graduale delle lampadine dal mercato, in modo da permettere anche ai produttori di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e di rimpiazzare le lampadine con prodotti più efficienti dal punto di vista energetico.

I consumatori avranno ancora la possibilità di scegliere tra le lampade fluorescenti compatte di lunga durata, che permettono un risparmio di energia fino al 75% rispetto alle normali lampadine, e le lampade tipo alogene, che consentono una migliore illuminazione ma un risparmio di energia in feriore, tra il 25% ed il 50%.

Ai benefici per l'ambiente si affiancheranno anche quelli per il portafoglio dei consumatori che sperimenteranno una riduzione in bolletta dei costi dell'elettricità. I due regolamenti si inseriscono all'interno di un quadro normativo unitario creato dall'Unione Europea in tema di risparmio energetico.

Disposizioni simili si andranno ad estendere, pertanto, nei prossimi mesi a numerosi altri campi, come l'elettronica, gli apparecchi per il riscaldamento e gli elettrodomestici.

Commenti, contrastanti tra loro furono, i seguenti:

E’ una grossa balla che le lampadine a basso consumo costino meno in termini di energia, il costo di produzione energetica alla fonte resta il medesimo, inoltre hanno una durata più limitata e fanno una brutta luce fredda vi prendono per i fondelli ancora una volta! l'unico risparmio possibile consiste nel non accendere proprio nessuna lampadina

Scritto da : ®ponyboy | 21/03/2009

Salviamoci se vogliamo, facciamo ancora il tempo.
Il vero progresso sarà solo mentale, ma verrà ostacolato
dai degustatori del ricco presente.

Scritto da : oroserio | 21/03/2009

NOTIZIA ASCA-AFP

di ieri proveniente da Bruxelles

ENERGIA

DAL 1* SETTEMBRE ADDIO LAMPADINE A INCANDESCENZA DA 100W

Addio alle vecchie lampadine a incandescenza da 100 watt.

Dal 1* settembre infatti, in tutta l'Unione europea, ne sara' vietata la vendita a favore dei modelli a maggior risparmio energetico.

Poi, gradualmente, nel corso degli anni, tocchera' anche a tutte le altre lampadine a incandescenza di potenza inferiore, secondo una tempistica decisa lo scorso dicembre dagli esperti di Bruxelles.

Le lampadine di nuova generazione, come quelle a fluorescenza, sono in grado di risparmiare l'80% dell'energia elettrica rispetto a quelle tradizionali a filamento.

La decisione permettera' anche di tagliare le emissioni di Co2, come prevede il pacchetto sul clima approvato dall'Unione europea.

Al momento, si stima che oltre l'85% delle lampadine domestiche possano essere rimpiazzate con i modelli piu' ''verdi''.

VOLERE O VOLARE,

BALLA O NON BALLA

DOBBIAMO VOLERE E BALLARE

mercoledì, agosto 26, 2009

Il trio vergogna

SE PRIMA ERAVAMO IN DUE

A BALLARE L’ALLIGALLI

ADESSO SIAMO IN TRE

A SCHIFARE IL MONDO INTIER

UN NUOVO TRIANGOLOOOOOOOO !!!!!

Berlusconi, Putin, Gheddafi

di male in peggio; anche cambiando l’ordine dei nomi lo schifo non cambia.

Il congiurato

scrive ieri su

su

L’UNITA’

LORSIGNORI

“La visita di Silvio Berlusconi in Libia il 30 agosto è oramai un appuntamento tradizionale della politica estera italiana.

Forse anche perché la vicinanza a Gheddafi è una vera e propria manna mediatica e, come è noto, il nostro premier ama l’attenzione della stampa.

Di certo il Cavaliere, incurante delle polemiche per la liberazione dell’attentatore libico di Lockerbie, volerà a Tripoli per celebrare il trattato siglato esattamente un anno fa a Bengasi.

E, dopo altri due giorni, Gheddafi festeggerà il quarantesimo anno del suo regime con l’autore di quella tremenda strage aerea come ospite d’onore ed eroe del giorno.

Si, imbarazzante.

Ma già in altre occasioni il nostro premier ha mostrato un certo coraggio in campo internazionale.

Basti pensare alla sua amicizia con Vladimir Putin, il capo incontrastato di un paese dove muore ammazzato in media un giornalista ogni trenta giorni.

Un’amicizia che, meno di venti giorni fa, lo ha spinto a precipitarsi ad Ankara per partecipare ad un incontro tra l’amico Vladimir ed il presidente turco Erdogan e propiziare, con la sua presenza, la riuscita dell’intesa sul gasdotto South-stream.

Al premier, non c’è dubbio, la Russia piace.

Un anno fa in Libia, poco prima di siglare l’accordo con Gheddafi, incontrò il vicepremier Serghei Ivanov.

Certo, c’era da affrontare la crisi georgiana e si era alla vigilia di un Consiglio europeo nel quale l’Italia avrebbe svolto il ruolo del principale difensore delle ragioni russe.

Ma c’era anche dell’altro.

Ne parlarono Berlusconi, Gheddafi e Ivanov in un vertice a tre.

Due mesi dopo Gheddafi andò a Mosca e offrì a Putin la possibilità di aprire una base militare a Bengasi (dove è più massiccia la presenza di imprese italiane), l’acquisto di armi russe per oltre due miliardi di dollari e, a Gazprom e Tafnet, una serie di licenze per lo sfruttamento di gas e petrolio.

E all’Italia ?

Oltre alle commesse per l’ENI e all’imbarazzante e tragica intesa sui respingimenti, ci abbiamo “guadagnato” una polemica con la NATO.

Gheddafi, infatti, si sentì in dovere di rendere pubblico un nostro “impegno” a non concedere all’Alleanza le nostre basi in caso di attacco contro la Libia.

Insomma, Washington seguirà con molta attenzione il viaggio di Berlusconi a Tripoli.”.

L'evasione, che passione !

IL VERBO PIU’ CONIUGATO IN ITALIA:

“EVADERE”

da qualsivoglia regola ma è l’evasione fiscale lo sport preferito dagli italiani.

“L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani a tal punto che lo stiamo esportando all’estero”.

A dirlo è il presidente dell’ Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, a commento della classifica che vede l’Italia protagonista al negativo in Europa in tema di evasione fiscale.

Sarebbe del 51% infatti la percentuale di evasione fiscale nel nostro Paese che permetterebbe quindi all’Italia di classificarsi al primo posto in Europa per reddito non dichiarato.

Al secondo posto di questa negativa classifica l’Italia è seguita dalla Romania, con quasi il 43% circa di reddito imponibile non dichiarato.

Di seguito, Bulgaria (39,2%), Estonia (37,6%), Slovacchia (34,1%).

L’Associazione mete in luce poi le categorie principalmente implicate nel processo di evasione fiscale:

al primo posto ci sarebbero gli industriali, seguiti da bancari, assicurativi e commercianti.

Chiudono i professionisti e, per ovvie ragioni, i lavoratori dipendenti.

Per quanto riguarda poi la distribuzione geografica del fenomeno, ritroviamo in cima alla lista il meridione, con il 29,4% seguito, con una percentuale non troppo lontana dalle cifre messe in luce al sud, dal Nord Ovest (28%) e dal Centro.

Con il 20% di evasione circa, abbiamo infine il Nord-Est.

“Per combattere l’evasione fiscale – conclude il Presidente Vittorio Carlomagno - bisogna archiviare al più presto e per sempre la stagione degli scudi fiscali e dei condoni che favoriscono i grandi evasori, procedere all’integrazione delle banche dati, aggiornare lo strumento del redditometro che risale al 1992, riformare gli studi di settore applicandoli alle grandi imprese e riformare la riscossione dei tributi che in Italia ha tempi biblici e non funziona”.

Autrice del testo: Luisa Foti

dello Studio Legale

CATALDI

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