VECCHIE CANZONI MILANESI
CAMBIANO I VERSI
ADATTANDOLI AI TEMPI MODERNI
Danzi ci perdoni
Se sa che a parlà de Milan se fa minga fadiga,
cun tanti argument per i man el discurs el scarliga
ciapem per esempi i semafor che grand meraviglia
te par de vedè tanta gent a bala la quadriglia
Lassa pur ch'el mond el disa che il Berluscun l'è un gra malnatt
porta Cica e la Bovisa e i d'intorni propi san
e la nebbia che belezza la va giò per i pulmun
e quand fiocca, che gioia gh'è el parco e i bastiun
per scià senza andà al Mottarun
fa nagott se poeu pieuv, andemm gio a tamburlun
in la pucia a pucià el panettun.
Meglio per lui, ma noi ?
Aspettiamo, il tempo è galantuomo.
Un lombardo - longobardo (?) od un gallico (?) che per passare alla storia vuole far edificare un ponte sullo Stretto.
Se tale opera venisse effettivamente realizzata e non soltanto millantata, secondo la sua intenzione,
sarebbe annoverata tra una delle sette meraviglie del mondo sia antiche che moderne, scalzando, a suo modo di pensare, il
Colosso di Rodi.
Ora, visti anche i fenomeni di bradisismo esistenti nella zona, qualcuno dovrebbe sconsigliarlo a realizzare questa idea per la quale,
in previsione della sua realizzazione, si è prontamente mossa anche una delle famiglie americane di Cosa Nostra.
Tanto, se non proprio nel bene, ma nel male, il suo nome, per tutto quello che ha combinato in circa quindici anni,
passerà ai posteri alla pari di quello del terremoto di Messina.
Evento questo verificatosi lunedì 28 dicembre 1908 con magnitudo 7,1 gradi della scala Richter che distrusse il 90 % degli edifici,
con il contorno di un maremoto.
Interessò questo evento un territorio molto esteso, andante da parte della Sicilia ad una parte della Calabria.
Ma gli esiti dell’operato del noster malnatt, invece, a raffronto, sono di tutt’altra importanza.
Nemmeno quell’evento lontano nel tempo riuscì a tanto, non essendo riuscito a distruggere l’Italia intera sia nelle cose che nelle stesse coscienze degli italiani.
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