Franceschini vuole le dimissioni.
Il Pd: "Sul caso si deciderà insieme"
Sempre più probabili le dimissioni di Marrazzo.
E' in corso una riunione di maggioranza nella sede della Regione Lazio.
L'incontro è iniziato intorno alle 12 nello studio al primo piano del vicepresidente Esterino Montino.
«Adesso incontrerò il presidente Marrazzo - ha detto Montino lasciando la sede della Regione - per informarlo della chiacchierata e per sentire il suo parere».
A quanto si apprende, il segretario del Pd Dario Franceschini vorrebbe le dimissioni del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo dopo la bufera esplosa per il video con cui quattro carabinieri, poi arrestati, lo avrebbero ricattato.
La vicenda ha scioccato il Pd alla vigila delle primarie.
In tanti, a quanto si apprende, al vertice del Pd, hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione.
Tuttavia il Pd, dopo le ricostruzioni delle agenzie, ha voluto precisare i passaggi che intende compiere in questa vicenda:
"Il segretario - afferma una nota - è in contatto continuo con Bersani e Marino e i tre candidati hanno concordato che ogni scelta del partito, in riferimento alla vicenda Marrazzo, sarà condivisa tra di loro d'intesa con il partito e il gruppo consiliare regionale".
L'ipotesi di dimissioni prende corpo, ma si studiano i tempi.
A quanto ha appreso Omniroma, gli esponenti della maggioranza di centrosinistra che stanno recandosi a un incontro con il presidente Piero Marrazzo gli chiederanno le dimissioni.
Tuttavia, al fine di evitare che si vada al voto già in gennaio, le dimissioni del presidente, consegnate immediatamente, sarebbero accettate soltanto in dicembre in modo tale da poter far coincidere il voto con l'election day di marzo.
Nel frattempo i poteri sostanziali di guida e di indirizzo sarebbero affidati al vicepresidente Esterino Montino.
Resta da appurare l'eventuale accordo di Marrazzo verso questa ipotesi.
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Bene !
Purchè questo caso lo si risolva subito !
Via Marrazzo, avanti il prossimo.
Ma chi sarà ?
Occorrono persone nuove, mai appartenute alla leadership dei DS e della Margherita, giovani e, possibilmente, una donna.
Solamente così si potranno fondare le basi di un partito effettivamente nuovo che premia più la meritocrazia che un passato, pur glorioso, da militante.
Un atto di coraggio, certo, ma allo stato dei fatti, necessario per non ricadere nel vecchio, nel dèja vu !
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