sabato, aprile 29, 2006

Riflessioni mattutine

Riflessioni mattutine

Gente che va, gente che viene


Gente che viene, certamente, ma c’è qualcuno senza scrupoli che va verso nuovi sentieri, quelli del disonore.
Spesse volte mi sorprendo a ricercare in me stesso una qualsivoglia giustificazione a favore di quei tanti personaggi i quali, dopo aver militato all’interno di uno schieramento politico di sinistra, nel quale hanno anche rivestito delle cariche importanti, passano, a dirla alla francese, d’emblèe, tra le fila di quello di destra. E’ un tragitto questo oramai praticato da molti, più di quanto si possa immaginare, mentre l’opposto percorso trova nel tempo pochissimi imitatori e ben dovrebbe intendersi il perchè.
Ci sarà pur un motivo, questa è stata la mia prima doverosa domanda rivolta a me stesso.
Tale sconfinamento avviene nei due possibili livelli, quello nazionale, dove le fette di torta da spartirsi sono innumerevoli, ed a quello locale dove c’è molto meno da “spolpare”, quasi il rosicchiar di un osso già spolpato altrove e, soprattutto, in questo ristretto ambito quasi familiare siffatti disinvolti atteggiamenti lasciano ai più diverse perplessità con i conseguenti negativi giudizi sulla effettive doti morali del “ mutante” di turno.
Molte notti insonni trascorse non mi hanno aiutato a darmi una seria risposta a questo straziante quesito sebbene un analogo problema mi si fosse già presentato anni or sono allorchè avevo avuto la disavventura di assistere impotente ad un caso analogo, ma per me ancor più doloroso, essendo il protagonista una persona che ritenevo un carissimo amico, compagno in tante occasioni.
Ma d’improvviso ecco il lampo che “d’improvviso mi squarciò il velame”.
Con un certo disappunto ebbi a ricordare come ai miei tempi liceali a scuola ti insegnavano molte nozioni che poi ti impedivano di approfondire, perchè non era nei programmi mi dicevano, così come non era di moda far ragionare gli studenti con la propria testa su quanto studiavi; per intenderci, degli eventi storici, ad esempio, dovevi conoscere a menadito date, nomi, ma le loro cause ed effetti dovevi assorbirle così come erano scritti sul libro di testo, non potevi mai commentarli.
Nel corso di latino abbiamo tutti studiato in letteratura Svetonio, storico avvolto come nascita, vita e morte in un mistero che molti di noi avrebbero voluto tentare di dissolvere ma per i nostri docenti di turno era più importante dissertare se si chiamasse SVETONIO ovvero SUETONIO e “quell’hic Suetonius tranquillus” si riferisse alla certezza che sin lì il testo dello scritto era autentico e non che in realtà questo storico si chiamasse GAIO SVETONIO TRANQUILLO.
Tutto ciò non mi è servito nella vita a nulla ma di tutt’altro effetto sarebbe stata anche per me una storiella tramandata a noi proprio da questo storico afro-romano, che vi propongo adesso senza alcun mio commento, perchè possiate voi stessi risolvere a vostro modo il dilemma che vi ho prospettato.
Diogene stava lavando delle lenticchie per farsi una minestra.
Il filosofo Aristippo, che se la passava bene perchè si era messo a corteggiare il re, gli disse sprezzante: “Se tu imparassi ad adulare il re, non dovresti accontentarti di un piatto di lenticchie”.
“E se tu avessi imparato a vivere di lenticchie” – ribattè Diogene con altrettanto sprezzo – “non avresti bisogno di adulare il re”.
Così racconta Svetonio, ma cosa voleva far intendere il grande Diogene ?
La Sacra Bibbia ci ha anche tramandato che Esaù, figlio di Abramo, cedette per un piatto di lenticchie la sua primogenitura, con tutto quanto era allora ad essa annesso, al fratello Giacobbe.
E’ un bel dilemma ? Ma da oggi, avendo compreso quale sia il vero movente di questi anomali ed indecorosi mutamenti di percorso, potrò riaddormentarmi “tranquillo” perché certi personaggi meglio perderli che trovarseli ancora tra i piedi.
corrado

venerdì, aprile 28, 2006

Che fine ha fatto la Class Action ?

LA “CLASS ACTION”
ovvero
L’AZIONE COLLETTIVA RISARCITORIA

P R E M E S S A

La notifica alla Parmalat negli USA di una “class action” da parte di uno studio legale americano in nome e per conto di tutti gli azionisti ed obbligazionisti (sia americani che sparsi in tutto il mondo) che col fallimento di questa azienda avevano subito danni calcolati oltre otto miliardi di dollari, ha riportato alla ribalta questa tipica azione di danno americana che in Italia le forze del centrosinistra stanno tentando, sia pure con grandi difficoltà, di introdurre onde ottenere nei fatti un riequilibrio dei rapporti di forza, attualmente squilibrati a tutto vantaggio degli grandi aziende multinazionali ed imprese italiane. L’iter parlamentare di questo disegno di legge, come vedremo in prosieguo, è ancora a metà del suo percorso legislativo in quanto, approvato quasi all’unanimità il 21 luglio 2004 dalla Camera dei Deputati, è adesso in attesa d’essere portato in discussione al Senato dove è approdato sin dal 06 agosto 2004 e registrato con il n. 3058.
In buona sostanza si tratta di inserire ex novo nell’art. 3 (Legittimazione ad agire) della legge 30 luglio 1998, n. 281 (Disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti) dopo il comma 6 alcuni altri comma, per la precisione otto, regolamentanti l’introduzione nel nostro ordinamento giuridico della “azione di gruppo a tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti”.

G E N E S I

Nel 1965 un noto avvocato americano mise sotto accusa la General Motors per aver prodotto un modello, nella specie la Chevrolet Corvair, che risultava alla prova dei fatti come “insicura a qualsiasi velocità procedesse”.
La GM, ritenendosi, data la sua enorme potenza economica, inattaccabile anche a livello mondiale, trascinò in giudizio l’avv. Ralf Nader, autore del libro incriminato, accusandolo di diffamazione.
La potente casa automobilistica perse la causa e fu condannata ad un risarcimento danni ed a formalizzare pubbliche scuse.
Questa sentenza non fu fine a se stessa ma l’inizio, nel campo automobilistico, di tutta una serie di provvedimenti legislativi che imposero molte innovazioni a corredo di ogni modello d’auto al fine di assicurare il massimo conforto e la massima sicurezza ad ogni automobilista.
Ogni autovettura venne così dotata da una serie di nuovi componenti quali le cinture di sicurezza, i paraurti rinforzati, ecc…nonché venne imposto l’obbligo per il quale tutti i nuovi modelli di autovetture venissero sottoposti ai test antishock.
Da quel momento in poi vi fu una pioggia di cause civili per danni (tort litigation) derivanti da svariate cause connesse ad anomalie dei prodotti immessi in commercio od a condotte delle Imprese; tale fenomeno portò ben presto il Congresso, al fine di evitare miriadi di cause, ad approvare una apposita legge che consentisse la c.d. Class Action; venne così legiferato il principio sulla base del quale una intera collettività poteva costituirsi nei processi come parte civile e richiedere con una sola azione di danno un risarcimento per tutti, anche a favore di chi non aveva preso parte attiva nel giudizio.
In buona sostanza alle Associazioni dei consumatori, alle Camere di Commercio, alle Associazioni di Professionisti venne concessa la possibilità di rappresentare in una unica causa tutti i consumatori, parti o non parti in causa. Gli importi dei risarcimenti, in caso di condanna dell’Azienda convenuta, sarebbero stati poi distribuiti sulla base dei criteri dettati dallo stesso magistrato giudicante.
Posso aggiungere per esperienza professionale che negli USA gli interessi dei consumatori sono stati sin da allora fortemente tutelati perché le giurie, così come presenti nei procedimenti penali, hanno la stessa composizione “laica” anche nelle cause civili, composte cioè da comuni cittadini, estratti a sorte da appositi elenchi, che spesso e volentieri sono spinti ad emettere il loro verdetto in favore di un acquirente asseritamene danneggiato dall’uso o dal consumo di un prodotto difettoso per motivi facilmente intuibili; rivestendo l’attore promotore dell’azione di risarcimento un ruolo che in un prossimo domani potrebbe diventare anche il loro: oggi tocca a te ma domani potrebbe accadere a me !.
E’ per questo che le grandi imprese americane hanno sempre avuto, contrariamente a quanto accadeva in Italia sino a poco tempo fa, la massima cura nei confronti dei propri clienti ed un rapporto commerciale fondato per così dire su una posizione, in quanto a diritti e doveri di ciascuna delle parti, paritaria.
Ricordo che quando acquistai attorno al 1960, dopo una esperienza con una Dauphine Renault tre marce, la mia prima autovettura italiana, la gloriosa Fiat 600, leggendo il contratto che giuoco forza avevo dovuto sottoscrivere per poter avere l’autovettura dopo ben quattro mesi di attesa, scrissi una lettera di scuse alla sig.ra Fiat per essermi permesso di acquistare presso un loro concessionario quella autovettura: una miriade di cavilli e di preclusioni in caso di rilevamento di difetti che mi fecero impaurire: guai se si fosse rotto un qualcosa per difetto di fabbricazione ! Gira e rigira me lo sarei dovuto pagare io anche se l’auto fosse stata ancora in garanzia.
Cosa vuol dire dominare il mercato in regime di monopolio !
Ritornando agli USA, vi riporto due esempi emblematici che riconfermano quanto ho già detto.
Una notissima casa costruttrice di motor-scooter aveva inondato il mercato americano con un suo arcinoto modello ed ogni mezzo era dotato dal libretto relativo alle istruzioni per l’uso; accadde che uno spericolato scooterista, nel precorrere un viale al massimo della velocità consentita dal mezzo, cadde procurandosi varie fratture.
Fece causa alla società costruttrice, che aveva una sede in USA, e la giuria la riconobbe responsabile dell’accaduto per il solo fatto che in quel libretto non era stato indicato che, oltrepassando i 50 kmh. di velocità, il manubrio subiva delle vibrazioni che potevano anche provocare agli incauti conducenti delle cadute per la perdita dell’equilibrio. La ditta italiana fu costretta a rimborsare le spese di cura, di causa nonché l’invalidità temporanea e permanente, con collegato danno morale, residuata al guidatore.
Secondo caso: una signora, nell’attraversare una via sul passaggio pedonale spingendo una carrozzella fabbricata da una nota casa monzese, a metà percorso un automobilista distratto andò ad urtare la carrozzina ed il bimbo che vi era dentro venne sbalzato fuori da essa e, cadendo sul selciato, riportò delle gravi ferite al cranio a seguito delle quali morì dopo pochi giorni dall’evento. Venne condannata civilmente la ditta italiana perché il perito nominato dal magistrato rilevò che la cintura di contenimento era difettosa.
In Italia avrebbe subito le conseguenze civili l’automobilista e per esso la sua compagnia assicuratrice.

LE INIZIATIVE IN ITALIA

L’entrata in vigore in Italia della legge 30 luglio 1998, n. 281, denominata, come abbiamo già visto “Disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti” non è stata determinata da uno slancio di generosità nei confronti dei consumatori bensì, come ben afferma il suo art.1, la legge in parola è stata approvata dal nostro Parlamento “in conformità ai principi contenuti nei trattati istitutivi delle Comunità europee e nel trattato sull’Unione europea nonché nella normativa comunitaria derivata…”. Senza queste direttive europee, nonostante la crescita nel tempo di varie associazioni sorte a tutela dei consumatori, probabilmente saremmo ancora, in questa materia, al medioevo.
Sulla base di questa legge che rappresentava rispetto al passato un notevole passo avanti e sulle spinte delle varie associazioni del settore ma soprattutto sull’onda della eco che nel 2003 i cittadini americani partecipanti a cause collettive per le sole frodi azionarie avevano ottenuto rimborsi per un valore di ben 3,1 miliardi di dollari, qualcosa incominciò a muoversi anche in Italia anche perché proprio in tale anno la Autorità Antitrust aveva inflitto alle Compagnie assicurative per il “cartello RCAuto” pesanti multe il cui valore però, sebbene fosse stato richiesto dalle associazioni più sopra indicate, non potevano essere retrocesse ai consumatori danneggiati, cioè a chi aveva stipulato polizze con prezzi asseritamene concordati preventivamente dalle imprese.
Fu così che in data 26 e 27 marzo 2003 tutti i deputati di due partiti dell’opposizione, Democratici di Sinistra e Margherita, presentarono due progetti di legge che avrebbero dovuto introdurre anche in Italia la class action.
Questa mossa ebbe almeno all’inizio un effetto dirompente e fu fonte di estrema preoccupazione in capo a tutte le maggiori imprese nazionali ma i presentatori spiegarono che in America il consumatore era tutelato non tanto per una questione “etica” ma perché ogni consumatore è prima di tutto un investitore che, investendo i propri risparmi in borsa, contribuisce alla crescita delle varie società e solo in seconda battuta è un cliente, cioè acquirente dei beni prodotti.
Unificati i progetti di legge, classificati con i nn. 3838 e 3839, in data 21 07 2004 viene approvata dalla Camera dei deputati la legge introduttiva, all’interno della legge 281/98, la class action con la seguente votazione:
presenti n. 446 deputati
votanti n. 445
astenuti n. 1
maggioranza: n. 223
hanno votato SI:437
hanno votato NO: n.8.
E’ una vittoria parziale in quanto questa legge dovrà percorrere ancora tutto il suo iter legislativo, passando al voto del Senato dove è pervenuta in data 06 agosto 2004.
DA ALLORA TUTTO TACE !!!!!!! Perchè ? Quali interessi i nostri ex governanti hanno voluto tutela ? NON CERTO QUELLO DEI CONSUMATORI sebbene in prima istanza, alla Camera questa proposta di legge è stata votata quasi all'unanimità !
E’ da dire subito che quella che sarà la nostra CLASS ACTION differisce alquanto con quella americana in quanto si è voluto andare per gradi, evitando un impatto dirompente nella non certo brillante attuale situazione economica nostrana.
MA E’ UN PASSO COMUNQUE IMPORTANTE.

LE NOVITA’ INTRODOTTE

1- L’azione risarcitoria collettiva o di gruppo consta di due fasi:
a- la prima si riferisce all’accertamento da parte del giudice dei fatti portati in causa, alla loro valutazione sulla base delle norme vigenti e, quindi, alla eventuale condanna generica di risarcimento o alla assoluzione della impresa convenuta in giudizio;
b- la seconda, su impulso e cura di ogni singolo “danneggiato” consentirà a quest’ultimo di provare in concreto il danno da lui ricevuto e di ottenerne il risarcimento che può essere del tutto diverso da quello di altri singoli attori.
Per esempio nel caso del pagamento di un premio assicurativo superiore al dovuto, è ovvio che non tutti hanno dovuto sopportare lo stesso danno per via delle diverse tariffe applicate nelle svariate zone d’Italia diversificate anche dai tipi di automezzi assicurati.
La diversità della nostra class action da quella americana dipende dal fatto che mentre lì il risarcimento ha una valenza morale che viene ad essere eguale per tutti qui da noi, sulla base delle norme del diritto vigente, ha invece una impronta individualistica, solo in parte morale, rapportandosi al concetto risarcitorio di un danno pecuniario da rimborsare a seconda dell’entità “dell’ingiustizia subita”.
In ogni caso, così come avviene negli Stati Uniti d’America, questa azione ha soprattutto una valenza deterrente nei confronti delle società che per evitare azioni di massa si vedranno costrette ad immettere sul mercato prodotti o fornire servizi sulla base della lealtà commerciale nei confronti dei consumatori.
2- La legittimazione attiva, relativamente alla prima fase del giudizio, spetta alle Associazioni dei consumatori, di professionisti ed alle Camere di Commercio; proprio su questo punto la discussione è stata più accesa con le forze della maggioranza ma riteniamo auspicabile che al Senato venga estesa anche a “gruppi di consumatori”.
3- L’azione è formulabile in caso di controversie in tema di contratti standar, senza possibilità per l’utente di modificare una o più clausole, (i c.d. contratti per adesione) tra i quali i più ricorrenti sono quelli stipulati con le società erogatrici di servizi (gas, telefonia, energia elettrica, ecc…), controversie derivanti da illeciti di natura finanziari come, in via esemplificativa, quelli dei contratti di credito al consumo, rapporti bancari ed assicurativi, strumenti finanziari e servizi di investimento e gestione collettiva del risparmio.
Infine in tutti quei casi in cui le aspettative derivanti dal contratto vengono deluse od eluse.
Se questa normativa fosse già entrata in vigore potrebbe applicarsi anche in Italia per i casi Parmalat, Cirio e per i bond argentini; il tutto senza alcun limite di valore.

Corrado

giovedì, aprile 27, 2006

Alessandro VI° - Papa Borgia visto da Macchiavelli

Rodrigo Borgia, divenuto nel 1492 Santo Pontefice assumendo il nome di Alessandro VI°; padre, tra gli altri figli avuti, di Lucrezia Borgia
__°__
Io non voglio, delli esempli freschi, tacerne uno. Alessandro VI non fece mai altro, non pensò mai ad altro, che ad ingannare uomini: e sempre trovò subietto da poterlo fare. E non fu mai uomo che avessi maggiore efficacia in asseverare, e con maggiori giuramenti affermassi una cosa, che l'osservassi meno; non di meno sempre li succederono li inganni ad votum, perché conosceva bene questa parte del mondo. A uno principe, adunque, non è necessario avere in fatto tutte le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle. Anzi ardirò di dire questo, che, avendole e osservandole sempre, sono dannose, e parendo di averle, sono utili: come parere pietoso, fedele, umano, intero, religioso, ed essere; ma stare in modo edificato con l'animo, che, bisognando non essere, tu possa e sappi mutare el contrario. Et hassi ad intendere questo, che uno principe, e massime uno principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono tenuti buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione. E però bisogna che elli abbi uno animo disposto a volgersi secondo ch'e venti della fortuna e le variazioni delle cose li comandano, e, come di sopra dissi, non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel male, necessitato.
Debbe, adunque, avere uno principe gran cura che non li esca mai di bocca una cosa che non sia piena delle soprascritte cinque qualità, e paia, a vederlo e udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto religione. E non è cosa più necessaria a parere di avere che questa ultima qualità. E li uomini in universali iudicano più alli occhi che alle mani; perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi. Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se'; e quelli pochi non ardiscano opporsi alla opinione di molti che abbino la maestà dello stato che li difenda: e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de' principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli, e da ciascuno laudati; perché el vulgo ne va preso con quello che pare e con lo evento della cosa; e nel mondo non è se non vulgo; e li pochi ci hanno luogo quando li assai hanno dove appoggiarsi. Alcuno principe de' presenti tempi, quale non è bene nominare, non predica mai altro che pace e fede, e dell'una e dell'altra è inimicissimo; e l'una e l'altra, quando e' l'avessi osservata, li arebbe più volte tolto o la reputazione o lo stato.

Niccolò Machiavelli(1469 - 1527)
IL PRINCIPE(Capitolo XVIII)

La lettura di questo pezzo non sembra descivere il modo d'essere di un nostro contemporaneo uomo politico che ha governato l'Italia in questi ultimi conque anni ?
Non a caso c'è un famoso detto secondo il quale "la storia nel tempo si ripete".

mercoledì, aprile 26, 2006

Curiosità












Vi siete mai chiesti da dove il vecchio MSI- Destra Nazionale abbia preso il suo attuale nome di ALLEANZA NAZIONALE ?

Ve lo racconto adesso io a beneficio di chi non si è mai posto questo problema.
Ringalluzzito dalla sonora batosta subita da Fini nel ballottaggio per l'elezione del sindaco di Roma, il 22 gennaio 1994 lo MSI-destra Nazionale ebbe ad avviare quell'Assemblea Costituente per la costituzione di una nuova formazione politica che ricomprendesse tutta l'intera gamma delle forze del centro - destra, una coalizione che confluì poi nelle liste sotto il nome di Alleanza Nazionale.
Questa determinazione venne poi approvata nel corso dell'Assemblea Congressuale dello MSI-DN tenutasi a Roma presso l'Hotel Ergife nei giorni 29, 30 e 31 del gennaio 1994; così nacque l'attuale ALLEANZA NAZIONALE.
Anche se la circostanza non è di particolare rilevanza, parrebbe che la suddetta denominazione sia stata proposta dall'on. Publio Fiore, ma guardate un po' che stranissima coincidenza !
Il caso vuole che tale Lauro De Bosis, antifascista sin dalla marcia su Roma, noto anche per la traduzione del 1927 dell' Antigone di Sofocle, ritornato per le vacanze in Italia nel 1928 dagli Stati Uniti, dove insegnava lingua e letteratura italiana presso la prestigiosa Università di Harvard, iniziò il lavoro di propaganda clandestina con un'associazione che venne denominata proprio ALLEANZA NAZIONALE.
Ogni commento appare inutile tanto paradossale appare questa coincidenza; stranezze del destino o sottocultura della nostra storia ?
Ognuno la potrà pensare come meglio crede ma è indubbio come i dirigenti di questo partito pecchino di buon gusto e fantasia.
Ma vuoi vedere che accanto ai pianisti, mi riferisco a quegli onorevoli che con acrobatiche torsioni votano alle Camere anche per i colleghi assenti, stia emergendo un'altra categoria, quella dei plagisti ?

Corrado

martedì, aprile 25, 2006

A coloro che verranno

Il valore della memoria – le radici del futuro

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti pensate,
quando parlate delle nostre debolezze,
anche ai tempi bui cui voi siete scampati.
(Bertold Brecht, A coloro che verranno - 1939)

Brecht, al tempo in cui scrisse “A coloro che verranno”, da cui ho tratto i versi più significativi , pur essendo stato perseguitato dai nazisti, non aveva avuto ancora piena contezza di sino a che punto si fossero spinte le ideologie hitleriane il cui fondamento trovavano radici nell’esaltazione filosofica della razza ariana.
I “gorghi” ed i “tempi bui” da lui richiamati erano ancora ben poca cosa rispetto a quanto accadde dopo di tanto orrendo che nessuna mente umana avrebbe mai potuto nemmeno immaginare.
Ma è accaduto.
Oggi è la ricorrenza del 25 aprile ma, anche per recenti vicende politiche, questa data storica per il nostro Paese non l’abbiamo dimenticata sebbene una sia minima parte di nostri connazionali, ritenutesi diretti eredi della follia nazista, hanno reiterato la richiesta della sua cancellazione dall’elenco delle nostre festività nazionali.
Evidentemente non hanno compreso la lezione che la nostra storia fortunatamente ci tramanda anno dopo anno per volere di lungimiranti personaggi i quali avevano compreso sin d’allora come l’oblio totale di certi eventi potesse ottenebrare le menti di chi quel maledetto periodo storico non l’aveva vissuto né in prima persona né per l’interposta persona di qualche suo familiare.
Brecht ce lo rammenta ancor prima e ci fa intendere che la memoria del passato altro non è che la base del nostro futuro.
Dalla nostra lotta di Liberazione è nata l’Italia democratica regolata da una Costituzione democratica che garantisce i diritti dei propri cittadini e ne stabilisce attraverso principi altrettanto democratici anche i doveri, Costituzione recentemente stravolta in maniera alquanto semplicistica per volere di una rappresentanza parlamentare politica di assai scarso seguito su tutto il territorio nazionale, salvo in quello della loro fantomatica Padania.
Il 10 aprile 2006, a distanza di ben 61 anni, proprio in prossimità di quella data storica che ebbe a mutare i destini dell’Italia, parte del popolo italiano, soprattutto quello ancora in giovane età, ha voluto far uscire il nostro Paese da un quinquennio che per un cumulo di ragioni può essere annoverato anch’esso tra i più bui dell’Italia repubblicana.
Festeggiamole entrambe a partire da questo 25 aprile, le date sono diverse ma il loro significato è identico per cui non farà scandalo accumularle in una unica ricorrenza.
Finalmente potremo esprimere le nostre opinioni senza il timore di ritorsioni sfociate con allontanamento dalle fonte di informazioni pubbliche di giornalisti, presentatori televisivi, artisti, ecc…l’elenco sarebbe troppo lungo.
Ed a questo proposito mi piace riportare altre due citazioni del pensiero di Brecht che, col passar degli anni, sono divenute delle vere e proprie massime.

“Colui che vuol dire qualcosa e non trova nessuno che lo ascolti se la passa male; ma se la passa peggio chi vuole sentire qualcosa e non c’è nessuno che la dica”.

“ Un popolo che non ride dei propri potenti non è più libero”.

Se esiste qualcuno che può smentire il contenuto di queste due citazioni si faccia avanti senza timore perché oggi ed in futuro potremo respirare di nuovo un’aria “libera”.

Corrado Ricupero

Il cavaliere inesistente



IL CAVALIERE INESISTENTE

Così finì l'avventura del falso Napoleone nostrano; la peggiore controfigura del grande corso mai esistita prima al mondo, ancor più squallida di quella interpretata da quei poveretti fuori di senno i quali, per tanto osare, sono finiti in vari manicomi. Ma lui, perchè l'hanno lasciato libero ? Le solite raccomandazioni in favore di chi può permettersi di ricompensarle bene ?.Per il vero anche molti italiani nel 2001 lo avevano agevolato nell’ottenere totale immunità alla sua incipiente follia.
Fra cento 100, come lui spera, ritornerà ? Non credo proprio ma, nel caso in cui dovesse effettivamente avverarsi questo suo auspicio, il nostrano “ei fu” troverebbe un'Italia già diversa perché proprio nei primi 100 giorni del nuovo governo voluto dalla maggioranza degli italiani cambieranno molte cose e verranno contemporaneamente gettate solide basi per dare al nostro Paese concrete misure in grado di riportarlo al ruolo che gli spetta in Europa e nel mondo.
Se “il Cavaliere inesistente” oramai, Italo Calvino mi perdoni per aver usufruito del titolo di un suo bel romanzo che ben si addice a questa situazione, avesse la per lui infelice sorte di ritornare tra noi si smarrirebbe certamente poiché sarebbe portato a credere d’aver sbagliato nazione.
Lui aveva lasciato una “repubblica delle banane” ed invece ritrova un'Italia diversa, una Repubblica i cui cittadini sono nel frattempo divenuti, quanto meno, più felici, concordi tra loro e più laboriosi per aver già respirato un'aria nuova, depurata dal malaffare e da un cumulo di leggi a dir poco infelici , e tanto in barba a coloro che ancor oggi si ostinano ad appoggiare e giustificare le menzogne di questo anomala persona che sino ad ieri ci ha governato.
La mania del potere assoluto gli ha giocato brutti scherzi perché non ha compreso sin da subito, o pur comprendendolo non ha voluto attuarla compiutamente, quale fosse la vera democrazia partecipativa; ha fortemente imposto a l’Italia una “dittatura della maggioranza”, vedasi al riguardo, oltre al resto, anche gli innumerevoli ricorsi al “voto di fiducia” su leggi dai più definite “canaglia”.
Ha rifiutato a tutti, rompendo immediatamente con le organizzazioni sindacali e con la minoranza parlamentare, l’unico mezzo che poteva ammorbidire la sua idea di “democrazia dal polso duro” che, portata alle estreme conseguenze, si è andata trasformando nei fatti in una vera e propria dittatura.
La “concertazione”, questo era ed è l’unico mezzo per evitare che la democrazia assuma la forma di un regime ed a tanto si arriva allorché si cancellano dal coro tutte le voci sgradite ai governanti di turno; ed è proprio alla “concertazione” che il nostro Presidente della Repubblica Ciampi si è più volte richiamato, rivolgendo l’appello a tutte le forze politiche, perché si evitasse uno stato di conflittualità permanente, altamente nocivo e controproducente per uno Stato democratico. .
E’ assolutamente legittimo che chi ha ottenuto attraverso libere elezioni la maggioranza dei favori abbia il diritto ed il dovere di governare il Paese ma è pur vero che, anche senza ricorrere ad “accordi- inciuci”, peraltro oggi del tutto impraticabili con chi ha per cinque anni tenuto atteggiamenti di stretto rifiuto ed anche irridenti nei confronti sia della minoranza parlamentare che di chi l’aveva votata, su alcuni temi di rilevanza costituzionale e di interesse primario per tutti i cittadini si ricorra ad accordi preventivi al fine di, una volta esemplificato il problema, risolverli per il bene comune di tutti.
Questo è l’augurio ma occorre tenere presente che, detto questo, il tutto non finisca qui.
La forma democratica scelta dal nostro Paese e la stessa nostra Carta Costituzionale ce lo impone, ogni cittadino ha il diritto-dovere di partecipare alla gestione della “cosa pubblica”.
Siffatta partecipazione non si esaurisce affidando, attraverso elezioni di qualsiasi livello, un mandato a dei candidati più o meno conosciuti; restano tante altre forme di partecipazione diretta come quelle che possono esperirsi da noi tutti come iscritti ad un partito politico, ad un’organizzazione sindacale, ad uno dei tanti movimenti che si battono su questioni specifiche, ad associazioni che oramai hanno specifiche competenze e funzioni sul nostro territorio nazionale e così via.
La nostra voce singola può trasformarsi in una opinione che può arrivare molto in alto se crediamo fortemente nella democrazia, guai a stare sempre zitti, l’era del signorsì appartiene al passato, da pochi giorni ci è concesso di dire anche la nostra e la dobbiamo dire perché altrimenti tradiremmo il voto di chi ha voluto questo nostro nuovo governo ed anche quello degli altri sino ad oggi silenti perché non hanno avuto il coraggio di dire la loro.
Questo modo di interpretare la democrazia forse per molti di noi sarà una novità in quanto per ben cinque anni lo hanno fatto dimenticare a chi già ne era al corrente e per chi invece l’ignorava non gli è stato offerto l’opportunità di conoscerlo; come mai si chiederanno questi ultimi; già, domanda importante, perché una opinione aggiunta ad altre eguali diventa anche un modo di controllare il comportamento di chi ci governa e metterlo al corrente del volere di chi è il fondamento ed il pilastro principale che regge la democrazia: il popolo.
Mi conforta la circostanza che molti ma molti nostri giovani l’abbiamo compreso immediatamente ed a loro dobbiamo dire tutti un grosso GRAZIE.
Corrado Ricupero

25 aprile 1945 - 25 aprile 2006


Prodi: Il 25 aprile ci ricorda il prezzo e il valore della libertà
Care amiche, cari amici,
il 25 aprile che festeggiamo nelle piazze del nostro Paese ci rammenta, a 61 anni di distanza, il prezzo e il valore della libertà. Ci consegna il compito di mantenere viva la memoria dei fatti nella loro verità e delle migliaia di persone che, combattendo la buona battaglia, hanno aperto un’epoca nuova della nostra storia. Tra le città liberate il 25 aprile 1945 c’è anche Milano, dove io pure sarò domani a ricordare la nostra rinascita di popolo libero e unito. E’ nell’unità nazionale che festeggiamo, proprio come allora, il bene supremo della democrazia. Per questo occorre una memoria che unisca e non divida. Una memoria che guarda al futuro, non alle recriminazioni e agli odii del passato.
E’ questo il significato di una festa che, come tante volte ci ha ricordato il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, scandisce e scandirà per sempre la vita della Repubblica nata dalla lotta di Resistenza. Quel 25 aprile del 1945 le numerose forze partigiane e comuni che variamente operavano sul territorio nazionale si unirono nell’abbraccio forte della vittoria, dopo la battaglia congiunta e sanguinosa contro l’occupazione nazista. In quella lotta decisivo fu il contributo delle truppe degli eserciti alleati con l’apporto di alcune divisioni dell’esercito italiano, ai quali dobbiamo e vogliamo rendere onore e merito. Ma in quella lotta decisivo fu anche il contributo di popolo: delle donne e degli uomini che con coraggio, con eroismo, con generosità seppero mettere al primo posto il bene della propria Patria, la dignità dell’uomo, i propri ideali di libertà e giustizia. In loro c’era la speranza e la volontà di vivere essi stessi e di far vivere i propri figli in un Paese libero e giusto.
E’ ricordando quelle donne e quegli uomini che oggi penso ai nostri giovani. Ai quali rivolgo, con affetto, una raccomandazione. Non lasciatevi portare via la storia. Essa vi appartiene. Non lasciate che il sacrificio di chi ha vissuto prima di voi pensando anche a voi, venga dimenticato. Ricordiamo insieme i momenti che hanno fatto grande il nostro Paese; ricordiamo chi ha saputo sacrificare se stesso per farci vivere in questa Italia, uniti e liberi. Abituatevi a pensare all’Italia come alla Patria, leggete la costituzione repubblicana nella sua forza e nella sua indiscutibile attualità, scoprite il valore delle istituzioni democratiche che tutelano i nostri doveri e i nostri diritti, la libertà nostra e quella degli altri, anche di coloro che a quella lotta di liberazione non presero parte. Ma questo 25 aprile rammenta a tutti noi anche l’urgenza di difendere la nostra Costituzione. La riforma costituzionale che la destra ha portato a conclusione senza un confronto parlamentare stravolge il senso del lavoro della Costituente del 1947 che seppe far prevalere l’interesse generale su quello delle parti e il bene di tutti sulle divisioni ideologiche. Per questo è importante ricordare in questa giornata che la partecipazione popolare al prossimo referendum sia la più ampia possibile e che il no a questa sbagliata riforma costituzionale arrivi da ogni parte d’Italia. Oggi, come allora, il senso della parola libertà deve essere un simbolo di fratellanza e di pace, non di lotta politica contro qualcuno. E dobbiamo essere degni di quanto abbiamo ricevuto dai nostri padri: l’Italia, un “nuovo” Paese.
Romano Prodi

Commento:
cosa potrebbe aggiungersi di più ? Ricordo ancora i brividi di gioia e commozione perchè avevo oramai finito di chiedermi, dopo tanti anni vissuti tra bombardamenti e guerra civile scatenata dalle bande nazifasciste: chissà se domani sarò ancora vivo ? Sono sopravvissuto grazie a quanti hanno perso la vita anche per porre fine a questo tragico interrogativo di un ragazzo di 10 anni. Oggi penso a loro, ai quei tanti giovani ed anziani fucilati, impiccati - tra cui anche un mio parente - morti in combattimento: è un giorno di festa ma anche di lutto per questi eroi oggi alla stragrande maggioranza degli italiani ignoti o, peggio ancora, dimenticati.
La scuola, già, quante colpe nell’insegnamento della storia, le guerre puniche, ma chi se ne frega, mi hanno insegnato chi era e cosa ebbe a fare Garibaldi, l’eroe dei due mondi, poi leggo Montanelli il quale lo equipara ad un avventuriero, ad una specie di mercenario; ma delle migliaia e migliaia di italiani, tra i quali molti militari del Regio Esercito, abbandonati dal loro comandante in capo, il Re, che hanno perso la vita per liberare quella che era allora la loro Patria, oggi anche nostra per loro merito, dal giogo nazifascista, neanche un minimo cenno.
Ognuno di loro morto e sepolto con tanto di nome e cognome ma per i più sono tutti ancor oggi dei novelli “Militi Ignoti”.
La data del 25 aprile è stata elevata al rango di festa nazionale. Da qualche tempo a questa parte molti nostalgici del vecchio regime, forse anche perché le sue derivanti nefaste conseguenze non le hanno sopportate sulla loro pelle, tentano di cancellarla e di già hanno vergognosamente stravolto molti articoli della nostra Costituzione repubblicana nata appunto dalla Resistenza partigiana.
Ha ragione Prodi quando afferma che oggi dobbiamo difendere i valori morali che questa data ha fornito all’Italia, un decoro civile e morale che il ventennio fascista aveva del tutto cancellato a fronte di tutto il mondo: la Società delle Nazioni, per motivo del regime applicato in Italia dall’unica forza politica, il P.N.F. – Partito Nazionale Fascista - ci applicò le “sanzioni”, così come oggi l’ONU le applica ai regimi dittatoriali di turno.
Nonostante ciò, oggi non tutti gioiscono nel celebrare questa festa e non posso che rammaricarmi come il nostro ex Premier non abbia mai partecipato, a fianco del nostro Presidente della Repubblica, alla celebrazioni ufficiali di questa ricorrenza.Che pensare ? Ma lui dov'era nel 1945 ? Parrebbe in Svizzera. Come mai ? Già lui i fascisti se li è portati al Governo ed ha posato tronfio per i fotografi accanto a personaggi delle più estreme frange nere e neonaziste.
Buon 25 Aprile a tutti, parenti ed amici.

Corrado Ricupero

Il 25 aprile







BELLA CIAO
Questa mattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
questa mattina mi son svegliatoe ho trovato l'invasor.
Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,che mi sento di morir.
E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.
Seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e le genti che passerannomi diranno: " Che bel fior ".
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigianomorto per la libertà.

W IL 10 ed il 25 APRILE !
Ora e sempre Resistenza !

lunedì, aprile 24, 2006

Meditazioni mattutine


















Se hai un dolore pensa intensamente a chi soffre più di te; il tuo ti passerà d’incanto.
Se vuoi fortemente un qualcosa ma non puoi averlo non deprimerti ma pensa a chi ha meno di te e che invano desidera di avere anche una piccola parte di quel poco che hai tu.
Se ritieni che una persona, versando in una situazione di bisogno, ha necessità del tuo aiuto, tendigli subito la tua mano generosa prima che sia per lui troppo tardi. Non guardarlo in faccia per verificare se il colore della sua pelle sia simile al tuo, non chiederti chi sia e perché sia lì davanti a te ovvero, se lo conosci di già, non pensare al male che a te o ad altri ha fatto in passato per il quale non meriterebbe il tuo aiuto; pensa invece che un tuo sia pur piccolo gesto generoso in suo favore potrebbe redimerlo ed incamminarlo verso una via diversa da quella che si è lasciata alle spalle.
Corrado