venerdì, ottobre 30, 2009

I successi di Berlusconi

I SUCCESSI DI BERLUSCONI

SOLAMENTE

tre milioni di italiani soffrono la fame e vivono sotto la soglia della

povertà alimentare.

Bene, direte, si tratta solamente del 4,4 % delle famiglie residenti n Italia.

Dato questo rilevato recentemente da una ricerca effettuata dalla

Fondazione per la Sussidarietà in uno alle università Cattolica e Milano-Bicocca.

Gli indici relativi alle soglie di povertà stabiliti per il Nord, Centro e Mezzogiorno che, visto il suo esito, potremmo chiamare d’ora in poi Mezzanotte.

L’allarme indigenza generale, cioè a livello nazionale, scatta se la spesa per cibo e bevande si rivela inferiore a

222,29 euro

al mese.

Gli indici regionali delle soglie di povertà, tenuto conto del differente costo della vita, oscillano invece:

a Nord tra i 233-252 euro;

al centro tra i 207-233 euro;

nel Mezzogiorno tra i 196-207 euro.

Un milione e mezzo di famiglie si trova, quindi, in grave difficoltà ad acquistare quelli che sono prodotti necessari per vivere, come pane, pasta, carne.

L'analisi, che si basa sui dati della Rete della Fondazione Banco Alimentare, una onlus che offre assistenza alimentare in tutta la Penisola,

traccia anche il profilo dei poveri d'Italia:

meridionali,

disoccupati,

con un titolo di studio basso

una famiglia numerosa.

La perdita del lavoro è la causa principale (60% dei casi) di un portafoglio troppo leggero per far fronte alla spesa.

Ecco che l'incidenza della povertà alimentare è particolarmente alta tra i disoccupati (12,4%) e assai minore tra chi un posto ce l'ha (3,4%).

Dallo studio emerge, inoltre, un dato contrario all'idea comune di persona sola in difficoltà economiche, più spesso a impoverire gli italiani è proprio la famiglia, che più è numerosa e più si ritrova a fare economia a tavola:

il 10,3% delle coppie con tre o più figli vivono sotto la soglia di povertà alimentare. Mentre sono i single a poter spendere di più per mangiare e bere.

Solo l'1,7 % vive con meno di 222 euro al mese per nutrirsi.

E sta nella media nazionale (4,5%) l'anziano che vive solo.

L'analisi, che rielabora dati Istat del 2007, invece conferma il divario tra Nord e Sud: nelle Isole oltre il 10% della popolazione fa fatica a trovare i soldi per mangia e bere; mentre in Toscana, Liguria, Veneto e Trentino Alto Adige

«soffre la fame»

una percentuale molto più bassa di persone, meno del 3%.

Altro fattore influente, come si può immaginare, è il titolo di studio:

il 6,7 delle famiglie che ne sono prive è indigente mentre si difende bene dalla povertà chi ha la laurea, solo 1,6% è sotto la soglia minima.

Il rapporto, infine, stila quella che si può definire la dieta dei poveri.

Lo scontrino mensile non prevede più di 28 euro di pane e cereali, 35 di carne e salumi, 14 di frutta, 10 di pesce, 14 di frutta e 9 di bevande.

E, per finire, una sola considerazione:

nelle ultime consultazioni elettorali sia a livello locale, provinciale, regionale e nazionale la maggioranza dei voti, da alcuni anni, nel Mezzogiorno è andata ai partiti

dell’attuale maggioranza (compresa UDC che della maggioranza non fa più parte).

Il bello è che nonostante ciò tutto non solo rimane come prima ma peggiora anno dopo anno.

Cornuti e mazziati dicono laggiù ed in più c’è chi al Nord tuona contro i meridionali, incominciando a non volerli come maestri, professori, presidi e poi, scivolando verso il basso, operai e manovalanza anche se specializzata.

Va di moda il nero però; parlo del lavoro.

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