lunedì, aprile 30, 2007

Pasquinate irriverenti


Pasquinate irriverenti per i ricchi ed i potenti
nonché, pur non facendo rima,
per licenza poetica,
anche per chi le merita.

TEOMONDO SCROFALO

La fama del grande pittore trash, assurto negli anni ’80 agli onori della cronaca per la sua invisibile presenza nella trasmissione televisiva DRIVE IN, dopo anni di oscurata memoria, è di recente tornata alla ribalta.
E’ accaduto, infatti, che a seguito di alcuni scavi effettuati nei pavimenti delle cantine degli studi Mediaset di Cologno Monzese per cercare il “tesoretto” accumulato dall’attuale governo, è stata ritrovata invece tutt’altra cosa: un altro dipinto sino ad ieri sconosciuto ma che, facilmente, per soggetto e stile, è stato subito attribuito alla mano del più grande artista d’osteria di tutti i tempi, Teomondo Scrofalo.

Così, oltre al vecchio e già noto dipinto




l’Italia ed il mondo intero
potranno ammirare d’ora in poi anche questo nuovo quadro, subito battezzato col nome de
“I FAGIOLI”.
Sgarbi ne è assolutamente sicuro e, da quel gran critico d’arte che è, attribuisce questa tela all’epoca sbronzea del maestro




Purtroppo l’esultanza di tutti i cultori dell’arte pittorica è stata smorzata dal ritrovamento presso la Pinacoteca di Brera di un altro dipinto di mastro Scrofalo che, purtroppo per noi italiani, andrà ad inflazionare il valore di mercato delle due precedenti creazioni.
Ancora non è dato di conoscere se trattasi di un dipinto originale od apocrifo.
I maggiori esperti internazionali sono divisi a metà tra l’autentico ed il falso.
Quelli italiani, tuttavia, ravvisata una certa somiglianza delle sembianze del modello in questione a quelle di un noto personaggio assai presente sulle scene televisive per il suo importante incarico incautamente affidatogli da qualcuno, propendono per la veridicità del quadro.



Non sapendo come intitolarlo, è stato aperto un concorso tra tutti i visitatori di Brera al fine di attribuire al dipinto un nome, visto che “I fagioli” erano stati già “mangiati” nel precedente quasi simile quadro.
Io ho votato per
“mastello, pane, vinello e pisellini
in attesa di casini”
Per adesso i casini però li crea lui,
minacciando di continuo tradimenti,
per paura degli elettorali sbarramenti.
Scrofalo, Scrofalo, ma non avevi nient’altro di meglio da fare che immortalare anche quest’effige
di uno che quando parla non sa nemmeno quel che dice ?

domenica, aprile 29, 2007

Il barbecue



IL BARBECUE
E
L’ARTE DI ARRANGIARSI



Il grande
TOTO’
soleva dire

c’è chi può
e

chi non può


io può anche se…..non è elegante


Non essendo riuscito a tirare fuori dal maledetto marchingegno la moneta da 2 euro mi sono portato a casa anche il carrello.
Come barbecue funziona a meraviglia ma vi consiglio di non imitare la mia iniziativa.

venerdì, aprile 27, 2007

Il Fenomeno del bullismo III^ parte


IL FENOMENO del BULLISMO

CASI PARTICOLARI

III^ parte



Abbiamo cercato di risalire alle cause di questo fenomeno già da tempo evidenziatosi ma sottaciuto sino alla fine dello scorso anno dai media; a grandi linee è stata tratteggiata la psicologia del “bullo” e le motivazioni che lo spingono da solo od in gruppo a commettere atti di violenza fisica o morale nei confronti di un compagno di classe, di un conoscente abitante nello stesso quartiere, ben difficilmente nei confronti di sconosciuti se non per commettere reati contro il patrimonio (scippi, rapine, anche improprie, furti).
Studi approfonditi sulla forma mentis di questi giovani personaggi hanno evidenziato nei soggetti esaminati due caratteristiche, chiamiamole così anche se in realtà sono proprio delle malattie costituenti devianze comportamentali, tra loro contrapposte:
- da un lato la mancanza od un bassissimo grado di EMPATIA
- dall’altro un grado elevato di ALESSITEMIA.
L’ empatia è un processo psichico che consiste nell’assorbimento diretto dello stato emozionale di un’altra persona che si sviluppa in un soggetto sin nei primi mesi di vita all’interno del rapporto tra neonato e la madre.
In senso positivo, rappresenta la capacità di comprendere le proprie ed altrui emozioni mentre,
in senso negativo, rappresenta l’incapacità, o meglio l’insensibilità, nel percepire anche la più evidente sofferenza altrui.
Una specie di sadismo se non fosse che il dolore fisico o morale causato a terzi non è fine a se stesso bensì procurato per dimostrare una superiorità fisica rispetto a quella intellettuale o morale del malcapitato di turno.
L’ alessitemia è invece un disturbo proprio degli individui incapaci di esternare con gesti o parole le proprie emozioni; il tipo c.d. “freddo”, mai coinvolto emotivamente negli eventi che avvengono attorno a lui o da lui stesso messi in atto.
Tale miscuglio di processi psichici genera spesso in questi giovani, peraltro male educati, ostilità nei confronti di alcune tipologie di persone da loro giudicate meritevoli di solenni punizioni, avendo particolare riguardo, come bersagli umani, individui di sesso diverso o di un gruppo etnico differente dal loro ovvero ancora, ed in questi casi la “vendetta” è ancora più pesante, nei confronti di chi ritengono colpevoli di toglier loro, per altre qualità più che apprezzabili da parte della comunità, che loro non posseggono, la scena, l’attenzione della collettività scolastica o del quartiere, del paese.
Spesso, poi, la loro attenzione si rivolge anche nei confronti degli insegnanti per il solo fatto d’essere stati oggetto di controlli da parte di questi ultimi quali titolari diretti, in prima istanza, del potere disciplinare.
Dicevamo che sino a qualche mese fa la stampa ed in generale tutti le fonti di comunicazione radiotelevisiva non ha seguito molto questo fenomeno mentre, invece, le istituzioni scolastiche si muovevano affidandosi anche ad esperti psicologi.
L’episodio che fece fuoriuscire dalla clandestinità mediatica il “bullismo” fu un bruttissimo episodio, accaduto a Torino alla fine dello scorso anno, che vide protagonisti in negativo alcuni studenti minorenni di un Istituto Professionale i quali, tanto per giuoco, picchiarono e torturarono in classe un loro compagno diversamente abile, filmando l’ignobile e delittuosa scena per poterla così poi trasmettere via internet.
Questo episodio me ne richiama altri precedenti come quelli dell’indiano che, scotennato l’uomo bianco, va a gettare lo scalpo, il suo trofeo, nell’accampamento dei regolari nordisti, della scena dipinta dal Caravaggio della testa mozzata di San Giovanni Battista portata in trionfo da Salomè.
Il gusto del trionfo nei confronti di un diverso solo che adesso i diversamente sani di mente sono proprio quelli che facevano parte di questo gruppo dal comportamento demenziale.
Questo episodio criminoso fu scoperto solo perché uno studente, riconosciuti dalla sequenza del filmato l‘aula e gli autori dell’azione inqualificabile, andò a segnalare il caso alla Procura della Repubblica di Torino.
Altro episodio preoccupante d’esibizionismo porno-sessuale di una studentessa e di uno studente avvenuto nel corso di un’assemblea di classe presso un Istituto Tecnico Commerciale in quel di Ragnola, quartiere di San Benedetto del Tronto e purtroppo non è il solo in quanto in altri casi hanno tentato di coinvolgere anche alcune insegnanti.
L’associazione di don Fortunato Noto di Avola (SR), che da tempo combatte la pedofilia con fior di denunce presentate alle Procure competenti, ha già scovato e trasmesso quest’anno per il loro dovuto seguito giudiziario 15 video documentanti episodi di bullismo nelle scuole; e questo invio fa seguito a quello del dicembre dello scorso anno con il quale venne inviato alla Polizia Postale un dossier riguardante 23 video postati via internet.
Qualcosa comincia a muoversi ,anche se siamo solo all’inizio del contrasto a questo dilagante fenomeno che giorno dopo giorno si è espanso in tutto il nostro Paese in quanto lo spirito di emulazione dei giovani con carenze comportamentali è senza limiti.
Occorre sì reprimere, ma è essenziale la prevenzione e la cura dei molti soggetti a rischio facilmente individuabili soprattutto nelle scuole.
Delle azioni di contrasto già messe in atto e dei rimedi ci occuperemo nella IV^ ed ultima parte di questa serie.

Il lavoro visto da destra

STATUTO DEI LAVORATORI

Adesso, però, vi sistemo io, ghe pensi mì.
Ma questi son quelli che il Feltri chiama “BAMBA”!
Roba de matt, ma cosa vogliono, i miei soldi e quelli dei miei amici industrialotti ?

Daghela no che l’è un meccanic !
Eccovi belli e serviti !

NUOVE NORME IN MATERIA DI DIRITTI
DEI LAVORATORI.
IL PRECEDENTE STATUTO DEVE INTENDERSI ABROGATO IN TOTO
CON EFFETTO IMMEDIATO

GIORNI DI MALATTIA

Non sarà più accettato il certificato medico come giustificazione di malattiaperché se si riesce ad andare dal dottore si può venire anche a lavorare.

GIORNI LIBERI E DI FERIE

Ogni impiegato riceverà 104 giorni liberi all'anno.
Tutti i sabati e le domeniche.

BISOGNI PERSONALI DURANTE L’ORARIO DI LAVORO

La nuova normativa prevede la sosta in bagno per un massimo di 3 minuti, cessati (siamo al cesso, caspita) i quali suonerà un allarme, si aprirà la porta e verrà scattata una fotografia.Qualora la sosta dovesse continuare, la foto verrà immediatamente esposta in bacheca.
Si dispensa dall’inoltro sulla ritardata permanenza di ogni giustificazione.

PAUSA PRANZO

Gli impiegati magri godranno di 30 minuti di tolleranza, avendo bisogno di nutrirsi di più per ingrassare.
Quelli di taglia normale avranno un bonus di tempo ammontante a 15 minuti già abbondante per consumare un pasto equilibrato per mantenersi in forma.
Ai grassi è consentita una sosta di appena 5 minuti, ritenuti sufficienti dai dietologi per uno
slim fast.

RETRIBUZIONE

Gli aumenti di stipendio verranno d’ora in poi correlati al tipo di abbigliamento usuale del lavoratore.

Coloro che:

*calzano scarpe Prada da 350,00 euro o posseggono una borsa Gucci da 600,00 euro non avranno alcun aumento perché si presume che stiano bene economicamente e quindi non bisognevoli di alcun aumento.

* si vestono in maniera alquanto dimessa, fanno presumere che abbiano bisogno di imparare in tutta fretta ad amministrare meglio le proprie finanze; per tale motivo, ad evitare che continuino a sperperare il proprio stipendio, non sarà anche a loro concesso alcun aumento.

* vestono abiti normali stanno a significare che la loro retribuzione sia già sufficiente per vivere decorosamente anche senza aumenti di stipendio.

Buon lavoro!

IMPORTANTE

Per la lettura di questo comunicato durante l’orario di lavoro verrà trattenuto a tutti l’equivalente in denaro di 5 minuti di stipendio e di altri 25 per la perdita di tempo dovuta dagli inevitabili commenti sulla nuova normativa.

mercoledì, aprile 25, 2007

Feste con divise

BERLUSCONI
ed il
25 APRILE

Il cavaliere si vanta di non aver mai partecipato alle manifestazioni per celebrare questa data perchè si tratta di una
“FESTA di PARTE”.

Già, avevamo dimenticato che per lui valgono solamente le celebrazioni delle

FESTE CON DIVISE

dopo il patto di “Azione Sociale” con Alessandra Mussolini, sentendo parlare di azioni come poteva tirarsi indietro,

al primo Congresso programmatico di questo partito

i congressisti lo hanno acclamato al grido:

"SILVIO, SILVIO, SEI IL NOSTRO FUHRER !

Chissà se da bambino, socchiudendo prima di addormentarsi i suoi piccoli occhi, ebbe mai questa profetica visione:



martedì, aprile 24, 2007

Il Partito democratico

"Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire
degnamente una vita".
Enrico Berlinguer


I congressi dei DS e di DL Margherita hanno aperto la via che porterà verso il Partito Democratico.

ALLA RICERCA DI UN LEADER

La Costituente incomincerà a lavorarci su di gran lena, ma resterà un nodo alquanto difficile da risolvere, quello della leadership di questa neonata formazione politica.
Compito assai improbo e delicato il riuscire a scovare, tra i molti che circolano, un nome che possa accontentare tutti all’unanimità, senza lacerazioni interne, come dovrebbe convenirsi ad un partito che vuol essere d’ora in poi la formazione guida del futuro del nostro Paese.
A chi come me, così come a tantissimi altri vecchi militanti, ex PCI, PDS e poi DS, la difficoltà è ancora maggiore perché noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere un personaggio “storico” del Partito che rispondeva al nome di Enrico Berlinguer.
Sardo di nascita (Sassari 25 05 1922) morì l’11 giugno 1984, all’età di 62 anni, dopo un malore che lo colpì su un palco allestito a Padova dove teneva un comizio in occasione della campagna elettorale per l’elezione del Parlamento europeo
Scrissero di lui:
Norberto Bobbio: "Caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana.
Penso alla vanità, all'esibizionismo, all'arroganza, al desiderio di primeggiare che purtroppo fanno parte del mestiere', della professione del politico"
.

Roberto Benigni, che come autore ed attore ebbe a dedicargli anche il film “BERLINGUER TI VOGLIO BENE”: "Il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento".

Sapreste voi trovare tra gli uomini politici che vanno di questi tempi per la maggiore anche una sola persona che corrisponda, anche alla lontana, alle caratteristiche di quel personaggio ?
Uomo di una fede mai tradita, schivo ad ogni genere di onori, un insieme di umanità e carità verso coloro che, pur lavorando sino al limite delle proprie possibilità fisiche, non riuscivano a mantenere decorosamente la famiglia.
Problema antico ma mai risolto.

"La Stampa" di Torino, nel commemorarlo, scrisse con enorme rimpianto che "Berlinguer predicava rigore, moralità, equilibrio, pazienza, fatica, tenacia.
Tutte cose così fuori moda".

Sostenitore del "socialismo democratico", lo portò a contestare apertamente la repressione da parte dell'Unione sovietica della "primavera di Praga" guidata da Dubcek nel '68 ed altrettanto decisa fu la sua presa di posizione nei confronti dell’Unione Sovietica per l’ingerenza politica e militare verso l’Afghanistan e la Polonia nei primi anni del 1980.
Tuttavia il tema cardine della politica di Enrico Berlinguer fu la “questione morale”, cioè la denuncia della corruzione e dello strapotere del sistema dei partiti.
Oggi come ieri, anzi, molto più di ieri.

Antonello Venditti scrisse, a suo ricordo, quel “DOLCE ENRICO” che fu più
di una canzone, un ricordo dell'uomo ed una vera e propria invocazione:
“Enrico se tu ci fossi ancora
ci basterebbe un sorriso
per un abbraccio di un’ora
il mondo cambia
ha scelto la bandiera
l’unica cosa che resta
è un’ingiustizia più vera
qui tutti gridano
qui tutti noi siamo diversi
ma se li senti parlare
sono da sempre gli stessi
quante bugie
quanti segreti in fondo al mare
pensi davvero che un giorno
li vedremo affiorare
oh no non dirmi no
…………..”.
Occorre un uomo nuovo che assommi in sè questo grande patrimonio culturale ed umano che ci ha lasciato in eredità il compagno Berlinguer; e, perché no, potrebbe anche darsi il caso che possa ritrovarsi il tutto in una donna la quale, pur sino ad ora impegnata politicamente, non abbia mai assunto in passato incarichi ministeriali.
Io un nome l’avrei ma lo tirerò fuori al momento opportuno.

Il progresso visto da destra

PUBBLICITA’ PROGRESSO
a cura della
A.D.L.M
(Associazione Datori Lavoro Micragnosi)


leggo questa inserzione e mi domando: sogno o son desta ?


AAAcercasi
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Segretaria una e trina ma monostipendiata !

lunedì, aprile 23, 2007

Il fenomeno del bullismo II^ parte

IL BULLISMO nella SCUOLA
II^ parte



La novità di questi ultimi tempi, semmai, è che alcuni episodi – rappresentanti la peggiore espressione del “bullismo” – siano accaduti all’interno delle mura scolastiche, così come un tempo avvenivano all’interno delle caserme tra militari con una certa anzianità di servizio e le reclute.
Noto un certo parallelismo tra questi due filoni di gratuite angherie nella capacità da parte di chi agiva nell’occultare od a mimetizzare gli accaduti, spesso con l’omertosa forzata accondiscendenza delle vittime di turno.
Ritengo, infatti, come questa insana moda – che oggi interesserebbe nelle vesti di vittime ben 8 studenti su 10 - risalga a vecchia data ma che solo adesso sia esplosa all’attenzione della pubblica opinione non tanto per qualche delazione anche anonima o denunce articolate bensì per la circostanza che questi bravacci, oramai presi da una forma di autoesaltazione delle loro “imprese”, hanno ritenuto di dover fare un altro passo avanti, esibendo le scene dei loro atti , filmati con i cellulari, all’attenzione del mondo degli internauti, servendosi degli appositi programmi telematici.
L’esibire al pubblico, attraverso varie forme di comunicazione, le modalità con le quali vengono messi in atto determinati atti criminosi ed i loro risultati pratici costituiscono per molti il movente principale della consumazione di un reato alla persona o all’onore di una ben determinata persona; per costoro, infatti, non è tanto il commettere l’atto delinquenziale a soddisfare la propria personalità bensì il potersi vantare di averlo commesso, con l’intento non tanto recondito di voler dimostrare di possedere un potere superiore rispetto a tutto il resto della comunità in cui vive; è l’io posso far tutto ma tu no, confortato in ciò dalla consapevolezza, vera o meno che sia, di poterla fare sempre franca.
L’accanimento è rivolto sempre nei riguardi di coloro che vengono ritenuti dagli altri come i migliori in ogni campo d’azione lecito o dei più deboli; mai uno scontro diretto, per evidente codardia, tra due “bulli” della stessa stazza fisica, salvo che non sia il “branco” a muoversi compatto..
Il voler coinvolgere alcuni docenti in uno “scandalo”, poi, rappresenta un atto di ribellione e di disprezzo nei confronti della “autorità”, anche se gli insegnanti di oggi, salvo rare eccezioni, non hanno, come un tempo, la bacchetta in mano pronta a colpire i propri allievi.
Quello che allarma è che quasi tutti gli atti di bullismo in generale siano organizzati da ragazzi di famiglie “bene”; gli altri hanno di già problemi ben più importanti cui pensare.
Anche qui la famiglia latita, il figlio viene dato in gestione alla scuola salvo poi andare, almeno uno dei genitori, assieme al ragazzo a picchiare l’insegnante per un giudizio ritenuto non aderente alla personalità dello studente.
Per concludere, se non fosse che in questi casi si vada a sconfinare in un campo “vietato” da leggi penali potremmo definire tutti questi personaggi come dei “disadattati”, quindi come insofferenti od incapaci di essere eguali agli altri nella normalità di una vita interpersonale.
Tanti sono gli episodi ma, per non farla tanto lunga credo che ne bastino pochi per ben mettere a fuoco lo stato mentale in cui versano moltissimi ragazzi:
un certo Alessandro, alunno di seconda media, durante la ricreazione si avvicina ad un tal Luca e, torcendogli con una mano il braccio destro dietro la schiena, con l’altra gli punta la lama di un coltellino alla gola costringendolo a urlare davanti ad un gruppo di compagni:
“Sono il tuo schiavo e tu sei il mio padrone”!
Un gratuito atto di violenza fisica e morale penalmente perseguibile se non fosse che l’autore di questo deprecabile episodio non sia un soggetto imputabile, ai sensi dell’art. 97 del Codice Penale, per non aver ancora compiuto 14 anni; ma il marchio rimane per sempre.
Cosa racconterà un domani ai suoi eventuali figli, come li educherà ?
C’è da rimanere letteralmente esterrefatti; questo Alessandro, puntando evidentemente su una sua maggiore prestanza fisica rispetto a quella di Luca, nonostante il cammino compiuto nei secoli dall’intera umanità in tutti i campi, è rimasto invece al palo, vive ancora nell’età della pietra; non scommetterei un solo centesimo sulla sorte di questo aggressore evidentemente ossessionato anche lui da una mania di onnipotenza.
E’ facile prevedere, allorché si giunge a queste forme di auto-esaltazione per dimostrare con specifici esempi la propria superiorità agli altri studentelli, come ci sia oramai ben poco da sperare sul risultato di una eventuale rieducazione di questo ragazzo quantunque ancora dodicenne.
Tralascio altri esempi perché gli episodi di bullismo, in ogni ambiente, sono oramai talmente tanti da non rappresentare più una notizia da prima pagina: oggi fanno oramai parte della nostra normalità quotidiana in quanto abbiamo una grande capacità di assuefazione a qualsiasi evento, anche a quelli più turpi e crudeli, purchè non tocchi a noi od alla nostra famiglia.
L’altruismo, la solidarietà sono oggi doti morali da santi e non da uomini “normali”.
Come al solito si sta scavando per mettere a nudo le radici di questo fenomeno ma è doveroso puntualizzare come le famiglie oggi lascino troppo spazio alle iniziative di questi ragazzi, mai un richiamo all’ordine, mai impartita una seria educazione anche quella civica: un vero e proprio lassismo nei confronti dei propri figli, un delittuoso abdicare al loro ruolo primario di genitori – educatori; in molti hanno affidato la delega ad altri, ad estranei all’ambito familiare entro il quale si dovrebbero invece coltivare giorno dopo giorno i principi di una sana educazione.
La scuola, affermano in molti, deve fare anche lei la sua parte, certo, ma come cultura generale e particolare; ma non può certo imporre in pochi anni un certo tipo di educazione morale e civile a qualcuno cui non ha avuto in famiglia certi insegnamenti sia con parole affettuose che con i fatti.
L’educazione di un ragazzo deve partire sin dalla nascita ed essere attentamente seguita anno dopo anno; non può essere imposta a forza di sberle e calci nel sedere, è un’opera continuativa e difficile, certo, da costruire pezzo su pezzo e molti genitori si rendono conto della difficoltà di questa impresa ma insistono, altri ci rinunciano subito con l’alibi di non essere all’altezza del loro compito.
Parlando con alcuni di questo genitori rinunciatari, pur comprendendo sotto certi aspetti le loro difficoltà – lavoravano entrambi i coniugi per necessità economiche - alla fine, per concludere, dissi loro:
“Se vi do una mela marcia per curarla riuscireste voi a farla ritornare integra e sana ?”
E lo stesso avviene a scuola che, al limite, i maestri ed insegnanti una educazione la possono in certi casi imporre ai ragazzi, ma una volta usciti dall’aula chi avrà cura di loro ?
Un giorno la maestra di uno dei miei figli, incontrata casualmente per strada, mi invitò in classe perché voleva farmi leggere il testo di un tema scritto da un bambino avente come oggetto “Parlami dei tuoi genitori”.
Siamo alla terza elementare e la maestra, avendo ereditato la classe da un'altra insegnante, aveva dato questo compito per conoscere meglio in quale ambiente vivessero i suoi nuovi alunni.
Allora io ero assessore e mi era stata affidata, tra le altre, anche la delega ai Servizi Sociali.
Questo il succo di quanto scritto dallo scolaro, figlio unico.
La domenica mattina mio padre - un operaio dell’Alfa Romeo - mi porta con lui al bar dove gioca a carte con i suoi amici ed io bevo l’aranciata: all’ora di pranzo si ritorna a casa e dopo mangiato mio padre si addormenta ed io con lui.
A parte il rapporto alquanto discutibile col padre, chiesi se il bambino fosse orfano di madre; macchè mi risponde la maestra ed è anche priva di occupazione, avendo perso il posto di lavoro.
Della mamma nel tema non veniva fatto alcun cenno, come se non esistesse.
Mi feci fare una fotocopia del tema ed il successivo lunedì tramite la dirigente dell’assessorato
Feci convocare l’equipe degli assistenti sociali, dipendenti dalla USSL – Unità socio sanitaria locale – per discutere il caso e per verificare se ve ne fossero altri eguali a loro conoscenza.
Il ragazzo, parlando con il padre, lo feci iscrivere al
Centro Coni – settore calcio giovanile- ed il continuo rapporto con altri bambini lo rese più aperto e più attento anche alle lezioni in classe.
Adesso è padre di due bei bambini e non li molla, nel tempo libero, un istante.
Penso oggi cosa sarebbe accaduto senza quella maestra, l’interessamento dell’equipe Socio-Sanitaria, l’allenatore dei pulcini della società sportiva, di quel ragazzo ora padre felice.
E’ il momento che lo Stato non pensi solo a punire ma anche a creare in ogni città, attraverso le Amministrazioni locali, le condizioni che possano consentire da una parte il recupero di talune situazioni anomale come quella di cui sopra e dall’altra siano d’appoggio sia ai genitori che alla stessa scuola, una specie di linea educativa univoca da parte di più operatori in cui ogni componente dia il suo contributo per la parte che le compete.
Verso le 3 di notte squilla il mio telefono; è la Questura di Milano che mi dice di andare in Fatebenefratelli per ritirare l’autovettura che mi era stata rubata.
Una pattuglia aveva bloccato ed arrestato il ladro, un ragazzo diciottenne che l’indomani sarebbe stato giudicato in Pretura per direttissima.
Sono dovuto andare e con mia grande meraviglia appresi che il ladro risiedeva vicino casa mia, aveva passato tutta la notte in guardina ed era in attesa di giudizio nella gabbia degli imputati.
Intanto che si svolgevano gli altri processi notai che fior di delinquenti, arrestati in flagranza di reato nel corso della notte, avevano la compagnia dei familiari ma il mio vicino di casa era solo.
Parlando col capo pattuglia della Mobile esternai il mio stupore nel vedere il ragazzo solo soletto sebbene non fosse rientrato a casa per una intera notte; ma che genitori aveva mi chiesi.
Anche stavolta parlai con gli assistenti sociali perché credevo fosse un caso meritevole di attenzione; loro lo conoscevano bene, era un delinquente abituale ed infatti trovai all’interno dell’auto attrezzi da scasso, un randello ed un bel mazzo di chiavi.
Anche qui la famiglia assente.
Occorre dare risposte serie a questi casi puntando sulla prevenzione ed in circostanze come quelle ora raccontate la prevenzione si chiama serio intervento educativo.
Le condanne in sede penale sono inevitabili ma una volta espiata la pena si ritorna al punto di prima.
L’educazione così come la democrazia non possono essere imposte con la forza; debbono nascere nel cuore di ogni persona attraverso una costante sensibilizzazione.
Comunque apprezzabili sono anche alcune iniziative assunte da parte di qualche istituzione come per esempio la Prefettura di Cuneo.
Ma questo lo vedremo nella terza parte.



Fine II^ parte

domenica, aprile 22, 2007

Per non dimenticare

Il risveglio dell’ITALIA


ALLE FRONDE DEI SALICI

"E come potevano noi cantare.
Con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento".

lirica d'apertura contenuta nell’opera poetica
Giorno dopo giorno
di

Salvatore Quasimodo
Premio Nobel per la letteratura del 1959

Anche le voci dei poeti, zittite da una sanguinosa e devastante guerra, da questa data in poi ripresero fiato,
dando libero sfogo ai racconti di tutte le crudeltà e gli eccidi avvenuti soprattutto nella nostra Italia.
Le cetre, appese silenti ai rami dei salici nel corso del conflitto mondiale,
ricominciarono a suonare anche se la loro musica fu all’inizio un insieme di marce funebri in onore di quanti persero la vita combattendo e resistendo alle barbarie nazi-fasciste.
Perchè le future italiche generazioni potessero vivere libere in un Paese libero per sempre.

LA MEMORIA DEL PASSATO E’ LA RADICE DEL DOMANI


sabato, aprile 21, 2007

Il conflitto di interessi

I DUBBI DEL CENTROSINISTRA

Tutti gli elettori che hanno votato nelle ultime elezioni politiche per i partiti della coalizione di centrosinistra, con Marco Travaglo in testa, si stanno da tempo chiedendo il motivo per cui la legge sul conflitto di interessi del Cavaliere, promessa durante la campagna elettorale, stia ancora languendo nel limbo - visto che è stato abolito da ieri- nei cassetti di qualche commissione parlamentare in attesa di passare in aula per la sua eventuale approvazione.
Finalmente, dopo tante ricerche, si è compreso il perchè di questo impasse.
Scartati tutti gli altri ruoli ricoperti dall'ex premier, quanto meno solamente sui cartelloni elettorali - contadino, meccanico, presidente del Milan, tutore dell'ordine, ecc. - sono rimasti dopo una bella scrematura solamente quelli di cui a questa azzeccata vignetta.


Ma adesso abbiamo almeno capito il perchè: ma il problema da risolvere è ancora troppo difficile per l'attuale maggioranza in quanto al Senato la conta dei voti favorevoli è sempre aleatoria.
Comunque chi vivrà vedrà.

Il fenomeno del bullismo


IL BULLISMO
I ^ parte : nella comunità locale
II^ parte: nella scuola
III^ parte: casi particolari
IV^ parte: proposte e provvedimenti

I^ parte
Il bullismo nella comunità locale
Il termine “bullismo” deriva dal sostantivo inglese
bully
che, usato inizialmente per definire il comportamento di un soggetto, per lo più di giovane età, che in determinate e circoscritte occasioni assumeva, al solo fine di potersi distinguere dagli altri facenti parte della sua comunità, un atteggiamento da “spaccone”: uno spavaldo all’ennesima potenza, ma, fondamentalmente, buono d’animo.
Eminenti psicologi individuano le cause scatenanti di questo tipo di comportamento del tutto anomalo rispetto alle norme di una normale e civile convivenza all’interno di una comunità, nelle carenze di cure ed affetti appropriati sofferti sin dalla prima infanzia dai soggetti da loro esaminati.
Se ne può dedurre, in definitiva, che mentre da un lato crescono bambini capaci di primeggiare per intelligenza, per efficienza fisica e per cultura dall’altro ve ne sono alcuni che, nell’incapacità di mettere in mostra doti oggettivamente encomiabili, tentano di attirare l’attenzione di chi li circonda con atti “prepotenti”.
Il vecchio dualismo tra la ragione e la forza ben definito sin dai tempi antichi da un uomo di diritto qual’era Cicerone.
Penso che, data la natura di noi esseri umani, fenomeni di questo tipo, pur diversamente definiti nel corso dei secoli passati, siano esistiti da sempre.
Riandando indietro nel tempo di una quarantina d’anni, mi sono ricordato di alcuni episodi , allora considerati di estrema gravità, ma che a confronto di quanto accade oggi sembrano solo delle sciocchezze: mi riferisco all’imbrattamento, con scritte o con disegni, dei muri da parte di alcuni scolari o studenti, durante la ricreazione allorché la stessa si svolgeva all’esterno delle aule, nei giardini recintati facenti parte dell’area scolastica.

Alle lamentele ed accuse dei direttori didattici e dei presidi nei confronti dei genitori degli imbrattatori veniva risposto dagli psicologi che si trattava di fenomeni dovuti al senso di solitudine che incombeva su questi bambini o giovani ragazzi e che, quindi, gli atti compiuti rappresentavano l’unico modo, sia pure anomalo ed eclatante, per richiamare su di loro l’attenzione sia dei compagni che del corpo insegnante ed ausiliario.
Latitava, a conti fatti, il ruolo della famiglia.
Erano questi bambini i predecessori dei c.d.
WRITER”
i quali oggi, se non fosse che come campo operativo prediligano pareti o muri di cinta appena sbiancati, con scritte imbecilli, con disegni orribili ovvero ancora con composizioni effettivamente apprezzabili, ritengono di dare sfogo alla loro creatività artistica sia con pennelli, molti dei quali d’occasione o con bombolette spry
















A latere di queste espressioni comportamentali, ritenute generalmente come anomale ma non di più, è andata parallelamente a svilupparsi un altro tipo di moda di alto grado tecnologico, divenuto poi per alcuni di essi più che un hobby, un vero e proprio atto criminale; alludo a quella messa in atto dagli
HACKER

a danno degli utenti di sistemi telematici attraverso l’invio di virus che causano il blocco dei computer con il danneggiamento del software e la perdita dei dati raccolti.
Ma queste due sono forme di atteggiamenti che, pur causando danni da un punto di vista economico, notevoli quelli conseguenti all’opera degli hacker, non incidono fisicamente sulle persone destinatarie delle loro azioni bensì, sia pure negativamente, al loro portafoglio.
Solo per affinità della tipologia del danno causato, sia pure su piani nettamente diversi, ho fatto accenno, spingendomi avanti nel tempo, agli hacker, ritenendo invece che il tema che oggi è divenuto scottante sia quello relativo all’altro tipo di danno causato, quello alle persone fisiche.
Riprendo adesso la continuità cronologica dell’evolversi del bullismo.
Evidentemente, col tempo, soprattutto con il crescere di grado di una certa tolleranza del sistema educativo nei confronti di siffatti comportamenti giovanili non proprio aderenti ad un livello medio di educazione civile, questo termine venne usato per indicare tutti quegli atti attraverso i quali da parte di singoli o di gruppi si soleva tiranneggiare nei confronti di determinati amici, conoscenti occasionali, compagni di scuola, emeriti sconosciuti ritenuti dei deboli ovvero a compiere atti vandalici su ogni cosa capitasse loro sottomano, specie appartenente all’intera comunità in quanto di proprietà pubblica.












E’ provato come tra giovani si realizzi facilmente il senso dell’emulazione per cui la naturale conseguenza dell’allentarsi dei freni educativi non poteva che procurare inevitabilmente il formarsi nei vari quartieri delle città alcuni gruppi di “prepotenti”, violenti per natura.
Costoro vennero presto affiancati da altri soggetti che, sebbene di indole mite, ritennero di doversi confondere con gli altri o per non essere dileggiati dagli amici o per liberarsi finalmente da quel complesso di inferiorità acquisito sin dalla nascita: e così nasce il
BRANCO”.
Da qui l’inizio di una serie di atti che secondo la loro mentalità - oramai irrimediabilmente tarata dalla visione di films, programmi TV dove la violenza costituiva il tema principale - venivano ritenute delle semplici digressioni dal senso di noia provocato dal quieto vivere; per loro costituivano delle bravate anche quegli atti che in realtà integravano reati penalmente perseguibili.










massi dai cavalcavia e
aggressioni di gruppo
per non parlare poi degli scippi, delle estorsioni effettuate sotto minaccia di guai fisici per ottenere denaro, cellulari o giacconi griffati, di atti sessuali effettuati in gruppo su delle minorenni e via di seguito.

Fine I^ parte

venerdì, aprile 20, 2007

Il centralismo democratico

AI TEMPI DEL P.C.I.

Questa vecchia vignetta, allora, faceva ridere anche gli stessi compagni, consapevoli che poi non andava proprio così.
Si discuteva su tutto anche animatamente ma alla fine il parere della maggioranza era accettato da tutti.
E questa era la vera forza del Partito; si lavorava come se la Sezione fosse un organo collegiale, tante teste pensanti ma alla fine veniva fuori una decisione univoca.

giovedì, aprile 19, 2007

La Voce del Padrone- I^ parte

PROPAGANDA,
PUBBLICITA’ MEDIATICA,
generano una
MANIPOLAZIONE MENTALE ?

prima parte

All’inizio del secolo scorso, quale propaggine della inglese HMW, acronimo di
“ The Gramophone Company Ltd”, ebbe origine in Italia la casa discografica

“La Voce del Padrone”

specializzata in musica operistica.
I suoi famosi dischi 78 giri, ne ho molti conservati in Sicilia, portavano questa simpatica, commovente ed inconfondibile etichetta.

Sembrerebbe che sia il cane a parlare nel grammofono ma in realtà sappiamo che è Nipper ad ascoltare la voce del padrone inglese morto, contitolare della HMV, registrata su un disco.
Si dice che Nipper, riconoscendo questa voce a lui cara, mugolasse per il dolore.
Oggi avrebbero potuto fargli vedere un video sonoro e credo che il risultato sarebbe stato, per lui, identico.
Forse sono partito molto da lontano ma ho ritenuto necessaria questa premessa perché fa intendere da subito dove voglio andare a parare.
Il suono – musica e parole -, l’immagine fissa o una serie di esse immessa in una sequenza filmata possono influire sull’uomo anche subito, d’acchito, in maniera determinante; figuriamoci se poi un potente apparato mediatico le va trasmettendo di continuo su tutto il territorio nazionale attraverso la carta stampata e le TV pubbliche e private, queste ultime sia a livello nazionale che locale.
Attraverso questa forma di comunicazione si vanno a determinare scelte individuali che, moltiplicate, divengono poi di massa, in qualsiasi campo, dai beni durevoli a quelli di consumo, vai a villeggiare qui piuttosto che là, dal tipo di studi da intraprendere alla cultura in generale dalla quale poi traggono origine altre scelte di vario tipo e non ultima quella politica e, in seno a quest’ultima, simpatie od antipatie nei riguardi di alcuni personaggi politici piuttosto di altri.
Propaganda e pubblicità rappresentano assieme un’arma tanto invisibile quanto efficace, come avremo modo di vedere in prosieguo, determinante una vera e propria “manipolazione mentale” senza che i soggetti destinatari degli imput riescano a rendersene conto.
E’, in buona sostanza, il potere di mettere sotto torchio le menti di chi ascolta questi continui messaggi sino a soggiogarle, creando spesso in esse illusioni di verità che, in realtà, sono false; una pubblicità ingannevole ma esposta in maniera tale da apparire ai più come credibile.

Due armi interdipendenti non da oggi, che ben può definirsi come l’epoca per eccellenza della comunicazione, ma da sempre.
Un mixer micidiale che, in mano a “potentati” di qualsiasi genere, riesce a ridurre coloro che non abbiano mai avuto modo, anche per propria colpa, di riuscire a crearsi un proprio “senso critico” a dei veri e propri “automi” pilotati dal pensiero altrui.



Si recepisce una tal notizia, un invito a dire od a fare un qualcosa, ed ecco che scatta in queste persone la convinzione che il tuo interlocutore mediatico abbia ragione e quel richiesto dire o fare non sia altro che un invito di una voce a te amica che parla esclusivamente per il tuo bene e per accrescerlo sempre di più; a quel punto si è come ristretti in un recinto dal quale non si può più evadere poiché non si riesce più a rendersi conto come, in realtà, quella chiama od invito provenga non tanto da un benefattore bensì dalla voce intimante del proprio padrone.
E’ questo fenomeno psicologico, in chiave moderna, quello che i nostri antenati latini descrivevano in maniera sintetica ed efficace

“GUTTA CAVAT LAPIDEM”
– la goccia scava la pietra –

Più senti dire le stesse cose e più uno è portato a crederle come veritiere, anche le promesse impossibili e, quindi, irreali: un evento, una teoria, affermazioni anche fallaci che a forza di sentirsele ripetere anche una qualsiasi fandonia si trasforma in una sacrosanta verità: l’imperativo “ipse dixit” diviene un precetto ineludibile; guai a non fare quello che si pretende da te : pena ?
La tua fine !
Potremmo partire dalla notte dei tempi ma sarebbe una storia molto lunga anche al solo accennarla per cui ci limiteremo ad analizzare solamente alcuni episodi avvenuti nel secolo scorso, pochi, ma enormemente eloquenti.
Questa tematica, seppur delicata ed alle volte incredibile, non va trascurata.
Io per parecchi anni l’ho sperimentata sulla mia pelle; ero ancora un bambino allorché sin dalla prima elementare trovavo sull’abbecedario simboli dei fasci littori, la figura di Mussolini in tutte le salse, inni alla supremazia della stirpe italica sulle altre, poi l’impero: Vittorio Emanuele II° Re d’Italia ed Imperatore d’Etiopia: ecco il perfido albione bello e sistemato, e via di questo passo !
Il sabato fascista, al pomeriggio tutti a scuola perché, facendo parte di quel milione di baionette che il Duce giorno per giorno millantava, occorreva prepararsi per le future battaglie; e via sfilate in divisa dei Figli della Lupa, Balilla e Giovani Italiane: al motto di “Pane e Moschetto”.
Vi dice qualcosa rapportato ai nostri giorni ed in specie di quello che accade in medio-oriente e non solo lì ?
Tutti i dittatori, una volta assunto il potere, hanno inserito nei loro governi il ministero della Propaganda; ma, recepito il modello fascista italiano, l’esempio più importante ce lo ha tramandato Adolf Hitler allorché nel 1929 nominò proprio in questo ministero un uomo di sicura fede e fanaticamente convinto della superiorità della razza ariana e della “morale nazista”.
Onde evitare eventuali stonature vennero accorpate in un unico ministero quello della Propaganda e della Educazione.
A capo di questo ministero venne nominato Paul Joseph Goebbels, laureato in filosofia, che in breve tempo si dimostrò nei fatti l’uomo più importante, dopo il Fuhrer, della Germania nazista; il dittatore che controllava totalmente ogni ramo dell’informazione e della vita culturale e sociale tedesca, dalla stampa allo sport.

segue

mercoledì, aprile 18, 2007

Perchè la PACE

LA PACE


ECCO IL PERCHE’
le immagini sono più eloquenti di ogni parola



















così la guerra è vista dai bambini

così è stata vista da colui che ha inviato le nostre truppe in Iraq

per la ricostruzione, diceva e conferma ancora oggi:
questa ricostruzione:




Centinaia e centinaia di edifici pubblici italiani, tanto per non andar molto lontano,
sono tappezzati da lapidi commemorative dei propri soldati morti in guerra e di propri cittadini deceduti, inermi, sotto i bombardamenti aerei;
perché ?
Sia per onorarli che quale monito a tutte le generazioni che verranno.
Battersi per la PACE è un diritto inalienabile per ogni persona degna di tale nome.
Molti lo hanno fatto in questi ultimi anni e da alcuni personaggi politici sono stati, a dir poco, dileggiati e definiti fiancheggiatori dei terroristi.
Costoro stavano al Governo ed ora, con in testa l’uomo più ricco d’Italia,
le stanno provando tutte a ritornare al potere per fare i loro comodi e soddisfare le loro ambizioni di infimo livello morale.
E pensare che molti italiani hanno combattuto e sono morti proprio per consentire a noi tutti ed alle nostre future generazioni di vivere in PACE.

lunedì, aprile 16, 2007

Così va il mondo


Crisi Alitalia

Mentre si attendono i nuovi compratori, i sindacati sono in fermento a tutela dei lavoratori.
I passeggeri dicono la loro ma anche gli stessi aeromobili si lamentano per l’incertezza che incombe sulle sorti della compagnia di bandiera.
E così fu che anche due aerei, incontrandosi su una pista della Malpensa, fermi e sconsolati per l’ennesima cancellazione dei loro voli, così si sono salutati



Così va oggi il mondo,
ma domani voleranno ancora e sotto quale bandiera ?

Così va il mondo


DALLA PADELLA ALLA BRACE

dalla serie :
“Così va oggi il mondo”

MERCATO LIBERO

domenica, aprile 15, 2007

Tremonti economista

L’ARTISTA CREATIVO


Questa è la faccia di quel tal Tremonti
che si atteggiò a grande economista,
sebbene non sapesse far i conti,
ma lui credea di esserne un artista.
Sprizzava felicità da quel gran viso
anche se ci capiva poco o niente
tanto da divenire a molti inviso
per aver dato a Prodi del demente.
Artista creativo, ma di un buco così grande
da lasciar tutta l’Italia senza mutande.


Ed alla fine dell’economico sconquasso,
anche lui va ora nudo a spasso
così volendo la legge del contrappasso.
Tale è la pena per il colossale imbroglio
che scippò a tutti noi il portafoglio.

venerdì, aprile 13, 2007

Parlamento pulito

Ma è proprio impossibile avere un parlamento pulito ?


Non intendo alludere alle solite pulizie di tipo casalingo, ma a ben altre; ed allora, ad evitare equivoci preciso meglio: ripulito da ogni parlamentare con precedenti penali per aver subito condanna definitiva per un qualsiasi reato.

Già nel giugno 2005 Beppe Grillo ebbe ad avanzare una simile proposta ma questa iniziativa passò sotto il silenzio della stragrande maggioranza dei media ed allora il Beppe nazionale, attraverso una sottoscrizione, riuscito a raggranellare i fondi necessari, espatriò in Inghilterra dove acquistò un’intera pagina di un noto quotidiano londinese per reclamizzare la sua meritevole iniziativa.
In Italia silenzio assoluto o quasi; però ebbe la soddisfazione di ottenere la solidarietà di una fondazione indiana intitolata al mahatma Ghandi la quale era riuscita a fare in modo che venissero espulsi dal Parlamento indiano tutti i deputati con la fedina penale sporca.
Le elezioni si ripetono e fior di condannati in via definitiva vengono eletti o rieletti in Parlamento con l’aggravante che nelle ultime elezioni politiche dello scorso anno agli elettori, con la legge “porcata” elettorale, è stata scippata ogni possibilità di scelta tra i candidati di una lista, essendo stato eliminato il voto preferenziale.
Poi c’è qualcuno che si è fatto eleggere per scansare, con l’immunità parlamentare, una serie di processi pendenti sul suo capo.
E’ sperabile che nella nuova legge elettorale venga ripristinato il voto di preferenza perché ritengo che debba l’elettore e non un qualsivoglia partito, che aveva già avuto in passato la possibilità di inserire dei capilista, a scegliere il candidato che più gli aggrada.
In Italia dopo questa sottaciuta iniziativa era calato il solito silenzio tombale.
Ma ecco l’ultima novità su questa tematica


Giorni fa è stato presentato al Senato da L’Italia dei Valori un disegno di legge che, se tramutato in legge, impedirà a chiunque sia stato condannato con sentenza passata in cosa giudicata (definitiva) di candidarsi per le elezioni politiche sia per la Camera dei Deputati che per il Senato.Aggiungerei che sarebbe auspicabile come una siffatta norma impeditiva venisse estesa a tutte le consultazioni elettorali e cioè anche per quelle relative alle elezioni per il Parlamento Europeo, per le Regioni e Province, per quelle, infine, relative ai Sindaci e Consiglieri comunali.
Anche se sarà un successo enorme riuscire ad ottenerla per ora solo per quelle del Parlamento.
Va da sé che è proprio nell’ambito locale che sono facilmente possibili elezioni, con voto di scambio, di personaggi con condanne definitive a carico in quanto spesso appoggiati da alcuni gruppi operanti nella zona con l’intento di reclamare in seguito alcuni favori per trarne vantaggi economici.
Nell’attuale XV^ legislatura risultano eletti molti parlamentari con definitivi precedenti a carico ; certo, non tutti i reati consumati da costoro hanno identica gravità ma sempre reati sono anche se oggi, alcuni di essi, sono stati depenalizzati.
Per completezza mi corre l’obbligo di precisare che nel nostro Codice Penale è prevista la possibilità, salvo due eccezioni, di ottenere a certe condizioni (buona condotta per esempio) e dopo un determinato numero di anni (5 o 10 a seconda se trattasi del primo reato commesso o l’autore sia un recidivo ovvero sia stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza).
Non ho avuto ancora la possibilità di leggere questa proposta di legge per verificare se l’impedimento dovrebbe cadere anche sui “riabilitati” o meno e, in caso positivo, avrei dei dubbi sull’applicabilità del divieto anche su tali persone.
E’ comunque una legge necessaria; se i politici chiedono il doveroso rispetto delle Istituzioni debbono anche riflettere sulla possibilità che un cittadino possa anche pensare come sia del tutto vergognoso, per non dir di peggio, che un deputato possa votare una proposta di legge che regolamenta o modifica una fattispecie per la violazione della quale lui stesso è stato in passato condannato.
Ed a dire il vero sono in molti che la pensano in tal modo, giustamente aggiungo io.

Ma in Italia tutto è possibile;
anche questo:

ma speriamo per poco tempo ancora.

martedì, aprile 10, 2007

Darsi all'ippica



Non sempre è possibile scrivere o discutere tra amici di cose serie; le ultime barzellette sfornate da quelle fertili menti dei nostri umoristi - la sai l'ultima ? e giù la gara a raccontare la più forte - ovvero alcune discussioni su argomenti all'apparenza futili, come quella che mi ha convinto a scrivere questo pezzo, aiutano a scrollarci di dosso quell'applombe serioso che spesso avremmo voglia di accantonare nel corso della giornata ma che per una ragione o per l’altra non ci è quasi mai possibile, specie sul lavoro, per chi lo ha.
Poteva mai mancare la discussione sul calcio nel corso della quale ognuno vantava la superiorità della squadra di calcio per cui tifa - io sono interista dalla nascita, un bauscia a dirla breve - sulle altre ? Certamente no e tra una tesi e l'altra condite da battute al peperoncino ecco che ad un certo momento, quasi sul finire dell'insolita diatriba, mica, poi, tanto insolita di questi tempi vista la situazione in cui versa il nostro calcio - il Valerio milanista - anche se di sinistra - invitò me ed un altro a
"DARCI ALL'IPPICA"
piuttosto che andare al Meazza a vedere le partite; tanto, disse lui, non avremmo dovuto fare molta strada perchè gli ippodromi sia del trotto che del galoppo sono, a Milano, proprio attigui al campo di calcio; a suo dire, di calcio noi due non capivamo proprio nulla.
Si era probabilmente risentito per la mia affermazione che il Milan da qualche anno a questa parte aveva molti problemi, più di quelli che si possono trovare in un libro di matematica, rimasti irrisolti.
Cercai, a fatica, di mostrarmi offeso e gli chiesi di rimando da quale parte del suo cervello spesso a riposo avesse trovato questo modo di dire; facendo spallucce mi rispose, l'ho sentito dire tante volte ma non conosco la paternità di questa frase che poi assomiglia tanto al meneghino
Va scuà l mar cun la furchèta
(vai a scopare il mare con la forchetta – ovvero - vai altrove a perder tempo”.
Sia pure tra le risate di tutti la vertenza linguistica divenne però seria allorchè con tono saccente dissi che all'ippica non mi sarei mai dato perchè preferivo il mare pulito ma che, comunque, al di là di questa mia pur legittima preferenza, questo detto proveniva da un certo personaggio molto noto ai tempi del fascismo:
ACHILLE STARACE


soprannominato, per la sua cieca fedeltà a Mussolini,
"l'uomo che respirava per ordine del Duce".
Si narra che ad un congresso internazionale di medici arrivò con oltre un'ora di ritardo che fu da lui giustificato con la scusa che non poteva rinunciare alla sua ora di cavalcata giornaliera.
Tra lo stupore di tutti incitò i medici a non stare troppo sui libri e di dedicarsi anche loro all'esercizio fisico - che lui praticava in forma maniacale - e specialmente di

"DARSI ALL'IPPICA"

Ero sicuro d'aver colpito nel segno in quanto il Valerio, un uomo di sinistra, si pentì d'avere colpevolmente rivolto quell'invito a degli amici: "Non lo dirò più", affermò sconfortato, piuttosto vi manderò a cac... che, detto da un amico, non vi offenderà”.
Meglio quest'ultimo invito, tanto più che, invecchiando, spesso si soffre di dispepsia; quello di prima non deve più trovare spazio nella nostra cultura in quanto appartenente a quella fascista.

domenica, aprile 08, 2007

La vera causa della guerra in Iraq


Il perché della guerra in Iraq

Un ex agente della CIA, prima di andare in pensione, è riuscito ad impadronirsi di alcuni documenti segreti relativi alla guerra in Iraq.
A quel che pare questa guerra venne iniziata per motivi diversi da quelli affermati dalla Casa Bianca.
Non si tratta della favola dell’esistenza delle armi di distruzione di massa in mano al regime di Saddam, già sbugiardata con tanto di prove, ma nemmeno alcune delle altre ipotesi adombrate dagli avversari del Presidente Bush, come quella dell’acquisizione gratuita del petrolio iracheno.
Ma neanche le giustificazioni ufficiali fornite dal Pentagono, confermate dallo stesso presidente, quali quelle dell’esportazione della democrazia in quel Paese e nemmeno la lotta al terrorismo sono le cause reali di questa guerra.
Osservate bene la foto che troverete qui sotto e capirete quale sia la verità.