venerdì, febbraio 27, 2009

Il sistema penitenziario scoppia

CARCERI STRACOLME

Superata la soglia di

60.000 unità

 Oggi il numero dei detenuti reclusi nelle carceri italiane ha superato la fatidica soglia delle sessantamila unità. Lo afferma il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, commendando i dati ottenuti da "Ristretti Orizzonti," rielaborando le statistiche del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (DAP)

Solo nel Lazio, ad oggi i detenuti reclusi sono 5.506 (5.0789 uomini e 428 donne), il 24% in più di quanto consentirebbe la capienza regolamentare, fissata a 4.449 posti.

In tutta Italia i 60.036 detenuti censiti (57.463 uomini, 2.573 donne) sono il 39% in più rispetto a quanto consentirebbe la capienza regolamentare di 43.102 posti.

"Questa del sovraffollamento è ormai una tendenza inarrestabile - dice Marroni - e il programma di realizzazione di nuove carceri promosso dal governo non può far fronte in tempi brevi a questa situazione.

Se poi si pensa che anche la magistratura di sorveglianza di Lazio, ferma a 12 magistrati, dovrà farsi carico, oltre ai collaboratori di giustizia, anche dei detenuti in 41 bis, che in tutta Italia sono 587, nella nostra regione avremo sicuramente un ulteriore ingolfamento della macchina della giustizia a danno della sicurezza dei cittadini e in violazione della norma costituzionale secondo cui la pena deve punire ma anche rieducare.

 Un carcere così non risponde più alla Costituzione".

Ed intanto il Governo, con una sollecitudine senza pari, sta elaborando una legge, quella sulle intercettazioni telefoniche, che prevede pene detentive per quei giornalisti i quali si macchieranno di un crimine contro l’umanità qual’ è quello della pubblicazione di notizie riguardanti intercettazioni che non riguardino specificamente parti non implicate in un procedimento penale.

Specie se riguardano personaggi appartenenti alla casta deputatessa.

Se va avanti così dovremmo trasformare l’Italia in un carcere unico grande come una regione ma con quale sorveglianza atteso che gli addetti della Polizia Penitenziaria sono pochi rispetto al materiale umano detenuto?

Tra un po’ il governo di S.M. ci dirà anche quante volte si potrà andare in bagno, con quale carta igienica pulirsi, come ci si dovrà vestire, quale marca di TV comprare e via di seguito.

Le ditte interessate ? Mi sembra inutile specificarlo tanto avremo una ditta unica.

E chi non compra da me, peste lo colga.

Attenzione, si vocifera che porti anche sfiga colui che…

 

 

 

Ancora sul caso Eluana

Procura di Trieste non convalida sequestro foto Eluana

Disposta la restituzione delle immagini al fotogiornalista

  Notizia Apcom

Il sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste, Federico Frezza, non ha convalidato il sequestro delle foto scattate a Eluana Englaro durante il suo ricovero alla casa di riposo 'La Quiete'. Il magistrato ha anche provveduto a disporre la restituzione del materiale fotografico a F. B.,il fotogiornalista le cui immagini erano state acquisite dai Carabinieri di Udine.

Le foto di Eluana, circa una settantina, erano state richieste dagli uomini dell'Arma a seguito di un provvedimento di sequestro probatorio su iniziativa della polizia giudiziaria proprio in relazione alle indagini dei Carabinieri sulla presunta violazione del protocollo medico sull'interruzione dell'idratazione e alimentazione forzata. Secondo la Procura di Trieste il reato contestato dai carabinieri, la violazione dell'articolo 650 del codice penale, non sussisterebbe.

Con questa decisione il pm conferma quanto già sottolineato dal legale della famiglia Englaro, avvocato Giuseppe Campeis e dallo stesso Beppino Englaro, ovvero la possibilità per il padre di Eluana, in qualità di tutore, di poter decidere per la tutela della privacy della figlia e la possibilità di derogare al divieto previsti nel protocollo.

* * *

Che sia la parola FINE su questo caso che ha scosso tutta l’Italia, sia nel bene che nel male.

Ha vinto la dottrina della libera determinazione di ogni individuo sulla propria persona così come, del resto, da un punto di vista cattolico, prefigurato nel punto 7 della dichiarazione

DIGNITATIS HUMANAE

del Concilio Vaticano ii^

“Nella società va rispettata la consuetudine di una completa libertà, secondo la quale all’uomo va riconosciuta la libertà più ampia possibile, e non deve essere limitata se non quando e in quanto necessaria”.

Da  tale postulato, che attiene al rapporto degli uomini con Dio, che è il bene più prezioso che ci sia – osserva il teologo prof. Vito Mancuso – ne deriva che una “sana” teologia non può non estendere tale libertà anche alla deliberazione degli uomini sulla propria vita naturale mediante il principio di autodeterminazione.

Mancuso, alla fine del suo articolo pubblicato il 25 febbraio scorso su la Repubblica, invita i cristiani a prepararsi per un Concilio Vaticano III.

Ma su quest’articolo pare necessario ritornarci anche per comprendere il pensiero ondivago della Chiesa attraverso secoli di storia.

 

giovedì, febbraio 26, 2009

L'Italia e le classifiche

IL VERBO BERLUSCONIANO

L’ITALIA E’ IN EUROPA AI VERTICI DI OGNI CLASSIFICA.

Debbo dargli atto che stavolta ha proprio ragione anche se le classifiche cui allude sono relative a materie completamente diverse da quelle da lui indicate.

Incominciamo ad esaminarle non senza visualizzare i soggetti che le hanno compilate; organismi al di fuori di ogni sospetto, essendo neutrali.

I^ statistica

L’Italia è il Paese più corrotto dell’Europa occidentale, e quello con la crescita più lenta.

 Uno studio ONU collega i due fenomeni chiamando in causa l’analfabetismo funzionale.

Secondo il rapporto di Transparency International del 2008, l’Italia è considerata dagli esperti il Paese più corrotto dell’Europa occidentale.

II^ statistica

I dati del Fondo Monetario Internazionale (2008) indicano che l’Italia è anche, con la sola eccezione dell’irlanda, il Paese con la crescita economica più debole dell’Europa occidentale, l’unico ad aver chiuso l’anno in negativo con un -0,1%.

Inoltre, secondo il rapporto OECD in Figures (2008), la media della crescita italiana (+1,7%) negli ultimi vent’anni (1987-2007) è stata la più bassa dei Paesi OCSE.

III^ statistica

Dal rapporto SOS Impresa - Confesercenti (2007), la mafia è la prima “azienda” italiana, con 130 miliardi di € di fatturato annuo.

IV^ statistica

L’Italia è il 6° Paese OCSE con il più alto tasso di diseguaglianza sociale, secondo il rapporto Growing Unequal (2008) dell’Ocse.

V^ statistica

Il 65% della popolazione italiana non possiede le competenze alfabetiche minime, secondo l’OCSE, per orientarsi nella società dell’informazione (è cioè “funzionalmente analfabeta” o “semianalfabeta”).

Mentre meno del 10% possiede le competenze necessarie per orientarvisi in modo critico e creativo.

VI^ statistica

Secondo Eurostat (2008), l’Italia è l’ultimo Paese dell’Europa occidentale per numero di famiglie connesse ad Internet (42%), il terz’ultimo dell’UE-27 (60%)

Questi dati dovrebbero indurre molti aficionados del leader della destra italiana a meditare su quello che è in realtà il nostro Paese reale, togliendo gli occhi da quello mediatico che appartiene ad un mondo inesistente.

E cosa ti fa il Governo per migliorare, partendo dalla base, questa situazione?

Incomincia a spron battuto da quest’anno a:

- tagliare i fondi per la scuola pubblica di ogni ordine e grado - altro che eliminare gli sprechi – per le Università e per la ricerca, costringendo le migliori menti nostrana ad andare all’estero;

- delegittimare i giudici, impedendo anche ai magistrati inquirenti di poter ricorrere alle intercettazioni per la stragrande maggioranza dei reati, anche quelli di corruzione dove siamo maestri,  che, poi, nel corso dell’inchiesta hanno spesso evidenziato un cumulo di altri reati  collegati che, altrimenti, non si sarebbero mai scoperti;

- solo da poco tempo ha incominciato a studiare su quali strumenti si possa combattere questa gravissima crisi - aiuti alle famiglie, alle piccole e medie imprese, all’industria,ai lavoratori che perdono il posto di lavoro.

A crisi già in essere mentre le altre nazioni avevano già predisposto i loro piani il nostro governo ed i suoi ministri erano impegnati ad elaborare una serie di leggi ancora ad personam e ad imbastire una serie di norme al fine di poter disporre non solo della vita delle persone ma anche quella della loro morte.

E le tasse e le imposte non sono, come da promessa, diminuite; anzi…

Per il resto siamo ritornati indietro nel tempo di qualche secolo mentre le altre nazioni sono tutte proiettate nel futuro.

Non è con le centrali nucleari che guardiamo al futuro, peraltro quelle francesi non le vuole nessuno in quanto costose e prive di assoluta funzionalità tanto che la Finlandia, l’unica che ne ha acquistata uno, si morde ancore le mani per la fregatura presa.

 E poi, a parte l’indicazione delle zone- Montalto di Castro, ecc..- le scorie radiattive dove le metteranno?

Io non ci sarò più ma mi auguro che qualcuno insista di portarle ad Arcore o nella villa sardagnola del capo tanto nel frattempo avrà già belle e inquinate le coste sarde.

 

  

 

 

mercoledì, febbraio 25, 2009

Senza commento, sarebbe del tutto inutile

Questa non è una barzelletta come a prima vista potrebbe sembrare a molti.
Una palese violazione del referendum popolare che anni or sono bocciò una simile iniziativa.
Questo accordo va contro il volere del
POPOLO ITALIANO
e stipulato da uno che col nome del popolo si riempie sempre la bocca, anche quando gli serve per farsi i cacchi suoi, è ancor più grave.

Heia Heia, Alalà

RUTELLI TRA IL PD ED IL PDL SUL TESTAMENTO BIOLOGICO
Notizia APCOM
In commissione Sanità del Senato si prosegue oggi con l'illustrazione degli emendamenti, senza contingentamento dei tempi cui si sono opposti il Pd e l'Idv.
In tutto gli emendamenti presentati sono stati 585.
Ma ieri Francesco Rutelli ha fatto la voce grossa sul testamento biologico: il Partito democratico "deve garantire che, se ci sono posizioni diverse, esse vengano esercitate.
O c'è pari dignità di opinioni o c'è dispari dignità", avverte l'ex leader della Margherita lamentandosi in particolare delle critiche ricevuta dall'Unità.
Il neosegretario Dario Franceschini prova a serrare le fila in una riunione con i senatori democratici componenti della commissione Sanità, presenti anche presidente e vicepresidente del
ruppo Anna Finocchiaro e Luigi Zanda.
Intanto dal centrodestra arrivano segnali di apertura nei confronti di Rutelli.
Rutelli avverte di essere "amareggiato", "arrabbiato", "incavolato".
"L'idea che ogni volta che io esprimo un convincimento divido, strappo, mi smarco - aggiunge - è una cosa che sta diventando intollerabile.
Nel mio caso l'atteggiamento è ancora più intollerabile perché si sostiene che le mie posizioni sarebbero o eteroguidate, la mia linea dovrebbe cioè corrispondere alle aspettative della Chiesa, di tale o tal'altro cardinale, del clero, oppure si tratta di posizioni volte a creare una scissione politica nel Partito democratico".
Dopo la riunione con i suoi, Franceschini offre ai cronisti la sua interpretazione delle divisioni interne: il Pd, spiega, in modo unanime giudica "il testo base delle maggioranza inaccettabile e pensa che vada respinto".
Inoltre, "abbiamo una posizione largamente unanime, su 14 punti su 15".
Quanto al punto "più delicato", quello dell'alimentazione e dell'idratazione, nel gruppo "c'è una posizione largamente prevalente in commissione che è stata tradotta in un emendamento firmato da otto senatori su dieci, tra i quali laici e cattolici, ce ne sono altri che non se la sentono di sostenerla e sono da rispettare fino in fondo".
Infine, il leader democratico assicura che "le posizioni espresse da Francesco Rutelli vanno rispettate e hanno totale legittimità".
Il rispetto per il dissenso è garantito ma per ora Rutelli sembra trovare maggiori sponde fuori dal Pd.
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini apprezza:
"L'emendamento Rutelli - commenta - va nella giusta direzione, bisogna vedere concretamente se sarà possibile realizzare su questo emendamento una convergenza.
Mi sembra che rispetto alla linea del Pd rappresenti un atto di coraggio e un significativo passo nella direzione del diritto alla vita".
Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni (Pdl con salde radici nel mondo cattolico organizzato) "l'emendamento di Rutelli sembra muoversi nella direzione giusta".
Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, che dice:
"Noi siamo disponibili a qualsiasi apertura", e su Rutelli aggiunge:
"Il suo emendamento parte da principi assolutamente condivisibili...", ma "l'eccezionalità di alcuni casi non deve fare cadere tutto l'impianto: non si possono fissare principi irrinunciabili e poi violarli con delle scappatoie.
Ci devono spiegare cosa intendono per eccezionalità...".



Ogni opinione è da rispettare.
Ci mancherebbe altro; ma il punto, anzi i punti sono altri.
Incomincio dalle affermazioni di quel senatore straparlante, a nome Quagliarello, il quale, a quel che sembra, parrebbe non aver ancora del tutto placato le sue convulsioni oratorie.
“Ci devono….”.
Chi deve, il PD ? No di certo, forse il solo Rutelli ed allora si rivolga a lui direttamente perché l’ “eccezionalità” l’ha detta e scritta solo quest’ultimo che sta oggi con il PD come un “separato in casa”.
Detto questo Rutelli dovrebbe comprendere che anche in un partito nel cui interno albergano anime differenti sia per storia di provenienza che per diverse concezioni sul cosa si intenda per uno Stato laico, vale, almeno sino ad ieri, il parere della maggioranza degli iscritti o, in questioni come queste, dei deputati.
Noi, da sempre, siamo stati abituati nei congressi delle Unità di base cittadine – le ex Sezioni - , provinciali, regionali e nazionali a discutere e votare le varie mozioni presentate dai relatori delle varie proposte sui temi politici c.d. “sensibili” nonché sulla stessa organizzazione del partito.
Scontri anche aspri ma poi tutti, ripeto tutti, si battevano perché venisse portata avanti nel Paese quanto deciso che, poi, diveniva la linea del Partito da seguire in ogni istituzione democratica.
Chi non riteneva di adeguarsi se ne andava via ed è così che abbiamo avuto anche dolorose scissioni.
Il PD sta vivendo un momento poco tranquillo e non ha proprio bisogno che al suo interno vi siano lacerazioni; proprio adesso che si è cambiato Segretario ed in prossimità di importanti consultazioni elettorali.
La notizia APCOM ci dice che su 15 punti in discussione ben 14 sono stati condivisi all’unanimità mentre sul rimanente punto, che poi è il punto chiave di quella che dovrebbe essere la nuova legge sul testamento biologico, su 10 senatori della Commissione solamente 2 non hanno firmato l’emendamento PD al progetto di legge PDL.
La stessa scienza medica non ha un’opinione univoca in materia di nutrizione ad un corpo oramai ridotto al puro stato vegetativo irreversibile da anni.
Chi è al di fuori da queste dispute, chiamiamolo il “popolo”, almeno nella sua stragrande maggioranza, ha percepito che la vita vegetale non sia una vita ma una tortura prolungata; il resto crede che il nutrimento sia preparato da un cuoco specializzato, così come potrebbe preparare un qualsiasi pasto per un individuo normale.
Si tratta di soluzioni frammiste a medicinali atti a lenire i dolori e curare e rallentare dall’interno del corpo le piaghe da decubito ed il loro diffondersi.
Questo, non essendo io un medico, ho letto su varie riviste; così come ho letto e riletto la nostra Costituzione che all’art. 32
“…Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Tale norma, nella sua intima essenza, guarda caso, è stata recepita – nel suo art. 8 - anche dalla
CONVENZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI DELL’UOMO E DELLE LIBERTA’ FONDAMENTALI
firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore da noi il 26 ottobre 1955.
La nostra Carta Costituzionale è entrata in vigore l’ 1 gennaio 1948.

PARENTESI PER UN SILLOGISMO
Berlusconi ha definito la nostra Costituzione come di “stampo sovietico”.
La Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali si è ispirata- anche - alla nostra Costituzione.
La Convenzione di cui sopra è di “stampo sovietico.

RITORNO AL TEMA
Caro Rutelli, tu puoi dire quello che vuoi, ma……alle tue parole, al tuo
HEIA HEIA,
si è subito elevato dalla destra e dall’ex centro che sta ritornando a destra il loro
ALALA’.
Questo ti suggerisce qualcosa ?
A fronte delle tue affermazioni si è calato il ponte levatoio per farti entrare nella loro ricca rocca.
Un mondo dove vige lo
IPSE DIXIT
senza possibilità di replica e dove se uno si azzarda non a parlare ma solo ad alzare il ditino per chiedere di parlare, ti sbattono fuori a calci nel sedere o, ancor peggio,
come disse Berlusconi a Fini, reo di averlo criticato, che l’avrebbe ricacciato nelle fogne dove l’aveva pescato.
Pensaci bene, ma almeno, non sputare sul piatto dove sino a ieri hai mangiato, scusami per la volgare – che discendendo da vulgus cioè il popolo tanto volgare poi non è anzi.. - espressione che però rende bene l’idea.
Psicologicamente parlando, mi pare che avessi sullo stomaco, forse anche a ragione, qualche rospo da sputar fuori.
Nei momenti di tensione spesso si dicono cose che poi ci si pente d’aver detto ed anche si dimenticano alcune cose di grande importanza come per esempio, che valga per tutto, che la nostra ITALIA è per legge costituzionale uno
STATO LAICO
Che, terra terra, vuol significare che uno Stato democratico e laico deve legiferare allorché vi siano istanze perché vengano regolamentate alcune situazioni afferenti la nostra vita quotidiana.
Poi, una volta emanata, solamente i cittadini possono scegliere liberamente se usufruire o meno.
La dittatura è non fare una legge o farne una di cui poi, all’atto pratico, risponde nel senso del tutto opposto allo stesso spirito della legge in quanto contrario al volere dei cittadini che ne hanno fatto esplicita richiesta attraverso i propri parlamentari.

martedì, febbraio 24, 2009

A mezzanotte va la ronda del Maroni e nell'oscurità..

A Trieste ronde intitolate allo squadrista Muti
di Roberto Rossi
La speranza è che sia frutto di un malinteso o di un errore giornalistico.
Visti i tempi che corrono, invece, è più probabile che si tratti della cruda verità.
Si parla di ronde.
Quelle che il governo pochi giorni fa, con l’approvazione di un decreto sulla sicurezza, ha reso legali.
A Trieste il Movimento Fiamma Tricolore ha deciso di mettere a disposizione dell'intero territorio provinciale un corpo di 100 volontari.
“Tutti cittadini italiani”, beninteso, “molti dei quali esperti di arti marziali o ex appartenenti alle forze armate o a corpi di polizia per i servizi di sicurezza del territorio”, si legge in una nota.
“I volontari saranno dotati unicamente di telefono cellulare, torce per la vigilanza notturna e spray anti aggressione, il cui utilizzo è divenuto ormai legale”.
E avranno anche un nome. Un po’ particolare. Si chiameranno
“Squadre Ettore Muti”.
Chi era Ettore Muti ?


Secondo Stefano Salmé, segretario regionale della Fiamma Tricolore, è “un eroe militare della prima, come della seconda guerra mondiale”.
Definizione che non risponde a verità. Non del tutto quanto meno.
Ettore Muti era uno squadrista, un fascista della prima ora.
E’ stato gerarca fascista fin dagli esordi, segretario del Partito Nazionale Fascista, e nel suo curriculum può vantare diversi assalti squadristi, e per l'occupazione della prefettura di Ravenna durante le operazioni della marcia su Roma.
Muti è stato ucciso a Fregene durante il suo arresto da parte dei carabinieri il 24 agosto del 1943.
Chissà cosa ne penseranno i triestini di questa simpatica iniziativa e soprattutto se si sentiranno più sicuri se nella città gireranno civili armati di spray con nostalgie per il Ventennio che fu.
E chissà, poi, che cosa ne penserà il ministro dell’Interno Roberto Maroni, fautore della norma e che ha sempre detto che le ronde non dovevano essere politicizzate.
«L’ipotesi di istituire le ronde è profondamente sbagliata – ha detto Sergio Cofferati sindaco di Bologna - perché introduce nell’ordinamento il principio che lo Stato delega ad altri l’esercizio di funzioni importanti e delicate come sono quelle rivolte a garantire la sicurezza dei cittadini».
Secondo Cofferati, inoltre, «ad un'idea sbagliata poi si aggiunge l’aggravante di un'interpretazione che prefigura addirittura un ruolo dei partiti nella costituzione e nell' attività delle ronde stesse».
Insomma, per il sindaco sceriffo, il ruolo svolto dalle ronde «dovrebbe essere svolto dalle polizie di Stato», mentre «sono altra cosa le esperienze degli assistenti civici, che hanno funzioni non sostitutive delle polizie».
La loro, ha concluso Cofferati, «è un'attività sussidiaria e nulla più: ben diverso da quello che si propone per le ronde».
Specie a Trieste.


Un tempo, anche a scuola, ci si dilettava a leggere alcuni libri che, a quanto ne sappia, non si leggono più.
“I ragazzi della via Pal” di Ferenc Neumann col suo pseudonimo Molnar – uscito a puntate anche sullo scomparso Corrierino dei Piccoli sul quale l’ho letto per la prima volta-, il libro “Cuore” di De Amicis e, poi, andando avanti quello Sui delitti e delle Pene dell’illuminista lombardo del ‘700 Cesare Beccarla sino ad arrivare alla nostra Costituzione che l’avrò letta decine e decine di volte senza tuttavia impararla a memoria per il gusto di rileggermela di tanto in tanto per ricordare con tanta gioia ed affetto un grande maestro, non solo di diritto, che ne spiegò i punti più importanti agli universitari milanesi: alludo a Piero Calamandrei, partigiano, antifascista, deputato alla Costituente, professore e rettore dell’Università di Firenze, avvocato ed anche poeta.
Ricordo con altrettanto affetto il nostro docente di Diritto Costituzionale, Egidio Tosato, illustre costituente e poi divenuto Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, democristiano.
Sotto le sue cure sono cresciuti altrettanti validi costituzionalisti quali Onida e Bassanini; anche Pecorella, sia pure traendone, dopo un inizio promettente, poco profitto per una scelta politica fatta dopo aver fatto abiura di quella iniziale.
Studenti di varie collocazioni politiche erano legati alla nostra Costituzione che, ancora non era ancora del tutto applicata in concreto – la prima seduta della Corte Costituzionale si tenne nell’aprile del 1956 -; democristiani, liberali, comunisti e repubblicani la consideravano propria perché scritta dai nostri padri.
Anche Berlusconi e Dell’Utri hanno avuto come docente il Prof. Tosato, spesso sostituito dal su assistente dr. Stendardi, ma gli effetti di questo insegnamento, da quel che si può osservare, sono cessati subito dopo aver sostenuto l’esame, uscendo dalla porta principale della Ca’ Granda appena restaurata.
Libri sui quali mi piacerebbe soffermarmi ancora in quanto pieni di principi educativi di prim’ordine, oggi purtroppo sconosciuti del tutto o dimenticati in quanto catturati dall’oblio di un passato trascorso velocemente.
Ma oggi mi piace ricordare a me stesso ed a voi un racconto che anche adesso, nel rileggerlo, mi commuove e capirete perché; mi riferisco al racconto della
PICCOLA VEDETTA LOMBARDA

ED EGLI SE NE DORMIVA LÁ’ NELL'ERBA
RACCOLTO NELLA SUA BANDIERA COL VISO
BIANCO E QUASI SORRIDENTE
PICCOLA VEDETTA LOMBARDA
- CUORE -
(SCULTORE - GIOVANNI NICOLINI)

Oggi, scritto da tal Maroni, non lombardo ma padano,
con il concorso di personaggi inadatti per il ruolo ricoperto
si apre il capitolo di un nuovo romanzo

LA GRANDE VENDETTA LONGOBARDA
La Ronda va al passo della marcia
di
JOSEF RADETZHY



Il mondo, pur con grandi difficoltà, va avanti mentre noi siamo ritornati indietro di due secoli.

lunedì, febbraio 23, 2009

Scampoli di vita


PUO’ ANCHE ACCADERE
CHE

L’INVERSIONE DEI RUOLI
un miracolo dell’amore per la musica

ARTISTI DI STRADA

DAGLI ALBUM DI MATRIMONIO
il vero amore non ha dimensioni


ma spesso anche la stupidità umana
va oltre ad ogni immaginazione

Cosa non si fa, spesso, per apparire unici, diversi dagli altri !

Berlusconi da Berlino

Berlusconi a Berlino per il G20:
«Il risparmio degli italiani ci farà uscire dalla crisi»
Per l'Italia sarà più facile uscire dalla crisi economica, grazie alla «propensione degli italiani al risparmio».
Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, prima del vertice dei Paesi europei del G20 sulla crisi a Berlino, in un'intervista al quotidiano tedesco Bild in edicola lunedì.
In altre parole, più che gli interventi finanziari necessari, più che le misure di tutela da adottare per la famiglie, chieste anche ieri dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, per il presidente del Consiglio è la parsimonia degli italiani a fare la differenza.
«L'Italia, notoriamente, ha un elevato debito pubblico, ma un debito privato più basso di quello di altri Paesi del G8, merito della propensione degli italiani al risparmio - ha spiegato il premier -.
Questa, oltre alla solidità del nostro sistema bancario, è una delle ragioni per le quali il Fondo monetario internazionale prevede per noi un'uscita dalla crisi più facile rispetto ad altri Paesi».
Poi parlando di come proprio gli altri paesi stanno affrontando la crisi economica, Berlusconi azzarda un paragone, tra la sua politica e quella del neo presidente Usa Barack Obama:
«Ci lega un tratto comune, siamo entrambi uomini tesi al fare».
Secondo Berlusconi «Obama è un leader carismatico, capace di infondere fiducia». Quindi, aggiunge nell'intervista, «la sua azione politica e i suoi provvedimenti saranno valutati sul campo».
«Ma intanto per quanto mi concerne sono fiducioso che la sua 'audacia della speranza' sia l'approccio giusto per risolvere i grandi problemi con cui si è trovato a confrontarsi», ha detto ancora a Bild.
Il premier ha anche sottolineato che il suo «rapporto di amicizia» con George W. Bush «non ha impedito di avere a volte idee diverse, ma sempre sulla base di una profonda e reciproca stima».
Infatti, secondo Berlusconi, «la forza del rapporto tra i leader sta nella solidità del rapporto tra i loro popoli».
«Sono certo che con Obama si instaurerà una relazione altrettanto forte», ha assicurato.
Una occasione per il confronto sarà il prossimo G8 in programma a La Maddalena: sarà la terza volta che Silvio Berlusconi presiederà un vertice del G8: «un primato che se da un lato mi dispiace, perché prova che sono troppo vecchio, dall'altro garantisce una leadership di saggezza e di esperienza nella nostra politica estera», ha detto lo stesso presidente.
Il G8 a guida italiana proporrà la 'Detax', «un meccanismo fiscale che destina ai Paesi in via di sviluppo una percentuale di gettito fiscale», annuncia il premier. «Dobbiamo contrastare la crisi e lavorare per la ripresa, ma anche preoccuparci di ridurre gli squilibri che ci sono nel mondo. Per fare ciò - ha spiegato il premier - l'Italia ha proposto l'apertura del G8 alle economie emergenti, perchè il G8 diventi più inclusivo e rappresentativo, senza perdere la sua efficacia».
«Intendiamo rafforzare il dialogo con Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa attraverso un partenariato stabile e strutturato, e intendiamo coinvolgere anche un Paese musulmano, arabo e africano come l'Egitto», ha poi concluso.
Da Unità.it di ieri.


Berlusconi continua a raccontare barzellette e, se così non fosse, dovremmo allora constatare nuovamente e definitivamente come su alcune tematiche molto importanti, tanto da essere decisive per la vita stessa di una nazione, una fra tutte quella attuale relativa alla crisi economica che investe tutto il mondo, abbia un patrimonio di idee chiare pari al numero dei suoi “veri” capelli, quelli che madre natura gli ha concesso per riprenderseli poi quasi del tutto ad ogni sua bricconata.
Risultato: poche o nulla del tutto di idee.
Ma se sino ad ieri continuava ad incitarci a spendere e spandere per far vivere le imprese onde far cresciere la domanda come fa oggi, di punto in bianco, ad esaltare la nostra “parsimonia” nello spendere ?
Una virtù degli italiani ha detto !!!
Non ha ancora compreso come questa presunta parsimonia sia dovuta alla carenza di denaro ed anche alla fondata prospettiva, sin da quest’anno, di un nero avvenire in quanto alle migliaia e migliaia di posti di lavoro già persi si profila, a detta del Governatore della Banca d’Italia, un ulteriore calo in quanto andranno a scadere ben 3milioni di contratti a termine la maggior parte dei quali non verrebbero più rinnovati.
A detta di Draghi occorrerebbe intervenire con risorse più corpose nei confronti delle fasce più deboli con ciò colpendo la suscettibilità del ministro interessato che ha piccatamente risposto, lui che proveniente dalle valli bergamasche, alla genovese:
AVEMO GIA’ DATO.
Draghi, che smemorato, si è dimenticato della social card, emessa in milioni di copie ma moltissime “vuote”, senza gli strombazzati 40 euro.
Chi l’ha ricevuta con i fondi sai che scialate: una michetta in più al giorno assieme ad un pugno di pasta o di riso, una fettina trasparente di carne alla settimana per chi ha ancora i denti per masticarla, accompagnata dal contorno di una foglia di lattuga.
Nemmeno aria e sole per la salute perché l’inquinamento fa più danni di una pestilenza.
Quello che a fine mese hanno accumulato ?
Solo tanta fame ed una debilitazione da far piegare le gambe.
Guardate che non è una esagerazione.
A lui sfugge la percezione che molti hanno la casa pignorata per non essere riusciti a pagare da qualche anno le rate del mutuo residuo, che ancora molti non riescono a pagare il canone d’affitto trovandosi di fronte al dilemma esistenziale se pagare al padrone di casa quanto stabilito in contratto o morire di fame ?
Le tasse, la cui diminuzione è stata sempre la promessa base delle sue campagne elettorali, non solo non si sono viste ma, anzi, molti servizi essenziali sono passati a totale carico dei fruitori: il tempo pieno nelle scuole dell’obbligo è uno degli esempi clamorosi dell’aggravio di spese; sono stati tagliati fondi al comparto Istruzione pubblica però per quella privata più di qualche miliardo è stato dirottato subito, prendendolo altrove, per tappare la bocca a qualche cardinale che si era lamentato del taglio per le loro scuole.
I rapporti con gli altri leader politici sono, a suo dire, ottime anche se il suo capogruppo al Senato, quello della legge che, in odio ad una sentenza della Corte Costituzionale, ha legittimato che Rete 4 rimanesse sull’analogico e non andasse sul satellite assieme al suo Fede, ad elezione avvenuta di Obama, ebbe ad affermare che la vittoria di quest’ultimo avrebbe reso contento Bin Laden.
Rimane la “Detax”; proprio lui si fa paladino di questa iniziativa per coprirsi la faccia atteso che, così come rimproveratogli da Kofi Annan, Presidente dell'Africa Progress Panel ed ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, gli ha ricordato che proprio l’Italia in tema di aiuti all’Africa non aveva ottemperato a quanto promesso.
Ma lui ha ottimi rapporti con tutti solo che Gheddafi continua a chiudere gli occhi sulle continue partenze dalle spiagge libiche di tanti e tanti sventurati i quali non sanno ancora che con le ronde maroniane andranno incontro a guai seri.
Intanto stanno avvenendo risse tra queste ronde ed i contro-ronde; interviene la Polizia a sedare i tafferugli sì che d’ora in poi avrà un altro compito in più, quello di evitare scontri tra ronde di cacciatori e ronde di colombe.
Così distraendosi da compiti ben più importanti.
Dal Brasile è stata negata la estradizione di Battisti richiesta da noi per poterlo tradurre, come merita, nelle patrie galere.
Pare che abbiano pensato che qui in Italia, così come più volte confessato, non ha avuto un processo serio, normale, come si converrebbe da parte di magistrati di un Paese democratico.
Perché lì se la sono bevuta ?
Avranno pensato che se lo stesso pluripremier italiano è da anni che dice che i giudici sono persone fuori di testa, come non credere al Battisti quando afferma che è stato sottoposto ad un processo burla ?
C’è da meditare o no su queste cosucce tipicamente italiane ?
Fate voi.



domenica, febbraio 22, 2009

L'Italia che fa acqua da tutte le parti

LO STIVALE RIDOTTO PROPRIO MALE


E’ da vari anni che viene lanciato, da parte degli ambientalisti nonché dagli stessi operatori del settore, il seguente appello:
“Il dissesto idrogeologico è divenuto un problema serio per l'incolumità pubblica e perciò servono interventi di ripristino periodici e monitoraggio costante delle aree a rischio. Perché le frane e gli smottamenti, e non ultimo le cadute accidentali degli alberi, possono ripetersi ancora”.
Un vero e proprio grido di dolore
Al coro si aggiungevano anche tutti coloro che direttamente od indirettamente erano state vittime di sciagure rientranti in questa fattispecie, in quanto addebitabili non certo al caso bensì alla sottovalutazione di questa problematica.
DATI di LEGAMBIENTE
In Italia sono ben 3.671 i Comuni a rischio idrogeologico, il 45% del totale.
Le Regioni più colpite sono la Lombardia (687 comuni a rischio), il Piemonte (651), la Campania (291) e l’Abruzzo (208), mentre in Umbria, Basilicata, Molise, Liguria e Valle d’Aosta è a rischio oltre il 70% dei comuni.
Solo negli ultimi 10 anni si sono verificati ben 12.993 eventi idrogeologici "problematici", di cui sei catastrofici, e nell’ultimo trentennio frane e alluvioni hanno provocato oltre 3.500 vittime (più di 9 morti al mese) e almeno 50 miliardi di euro di danni.
Addebitare questo degrado solo agli sbagli del passato sarebbe un grave errore. Ancora oggi si continua a costruire dove non si dovrebbe (tra abusi, abusi condonati e assenza di strumenti di pianificazione), a scavare negli alvei, a deviare i fiumi, a progettare briglie, dighe e invasi, a captare le acque, a costruire ponti con "luce" troppo stretta, a cementificare e impermeabilizzare gli argini (quando è noto che le opere di difesa in massi o di ingegneria naturalistica garantiscono la stessa protezione, assicurando in più l’infiltrazione delle acque in profondità).
Il problema è che tutti gli interventi sembrano ancora ostaggi della "lobby del cemento", e che le opere a maggiore compatibilità ambientale costano meno, come insegnano le inchieste della magistratura sulla vicenda delle tangenti per la ricostruzione in Valtellina.
Potrei aggiungere, ricapitolando, come più di 1/3 degli italiani sia rischio, non solo per le loro abitazioni, per i loro campi, per i raccolti sfumati senza poterli salvaguardare con mezzi normali se non attraverso interventi straordinari di riordino dell’equilibrio dell’intero ecosistema nazionale.
Questi dati parlano da soli senza abbisognare di ulteriori precisazioni; ma da anni tutto tace e chi parla di nuove strutture mette in prima fila opere relative attinenti ad ulteriori vie di comunicazione per cementare ancor più il territorio e addirittura, in prossimità di ogni tipo di elezioni, ancora una volta il Ponte sullo Stretto.
Aggiungo a questo elenco disastroso altre piaghe come quelle delle costruzioni abusive, spesso edificate proprio sull’orlo dei costoni o in prossimità di fiumi senza argini solidi, se non addirittura sul letto di torrenti oramai asciutti ma che spesso, in caso di piogge torrenziali, ritornano ad accogliere le acque.
La dissennata rimozione di arbusti di grosso taglio con relative radici– sono spariti in un baleno interi boschi – ha poi contribuito ad aggravare questo problema tanto che oggi occorrerebbero decine d’anni per ripristinare lo status quo ante assieme ad ingenti somme di danaro ; tanto sarebbe necessario per un serio rimboschimento delle aree e per un riassetto idrogeologico del nostro ecosistema. Ma tutto tace, e siamo costretti ad arrenderci a fronte dell’avidità di persone senza scrupoli che, pur di guadagnare, hanno fatto scempio di veri e propri paradisi naturali.
E ciò sia al nord che al sud, sia sulle coste che all’interno del territorio con danni a volte irreparabili col beneplacito di sindaci e nonostante l’attività di vari magistrati che, con varie inchieste, hanno fatto si che alcune zone venissero “ripulite” dagli scempi e da alcuni “ecomostri”messi in piedi con autorizzazioni che ancor oggi, dopo molti anni, fanno ancora gridare allo scandalo.
Ville, tra le più famose abusivamente costruite la “Tre ville” costruita a Positano, sulla costiera amalfitana, già di proprietà del regista Zeffirelli.
Se la voleva acquistare Berlusconi ma poi fu convinto a rinunciarvi per ragioni di sicurezza; il complesso è stato venduto al prezzo di 15milioni di euro ad un imprenditore alberghiero di Sorrento, tale Giovanni Russo.
Era stato aperto un procedimento penale avendo la Procura della Repubblica di Salerno ipotizzato, nella specie, i reati di abuso d' ufficio, truffa ai danni dello Stato, falso ideologico, occupazione di area demaniale ( occupazione di parte della scogliera).
Imputati ben 10 persone tra i quali lo stesso Zeffirelli, i suoi due figli adottivi ed altri.
Sino all’anno scorso l’inchiesta era ancora in piedi ma poi non mi sono più interessato del risvolto penale della vicenda.
Ma, ritornando al problema principale, è da evidenziare come il nostro meridione vanti un poco invidiabile primato in quanto a frane e smottamenti.
Viene ricapitolato in un articolo pubblicato su La Repubblica, che vi riporto integralmente, scritto da
Vincenzo Foti
“Prima le frane, l'autostrada dei lavori in corso, ora i treni.
Forti disagi in arrivo sulla ferrovie del profondo Sud.
Dal 25 febbraio e per i successivi tre mesi, la linea Battipaglia-Reggio Calabria verrà chiusa tra Vibo Valentia e Mileto per importanti lavori di manutenzione.
Alcuni treni a lunga percorrenza per Reggio e per la Sicilia verranno quindi deviati sul vecchio binario unico via Tropea, altri termineranno la corsa nella stazione di Lamezia Terme Centrale, da dove si potrà proseguire su treni regionali o su autobus sostitutivi lungo l'autostrada A3.
Stando a quanto comunicano le FS, saranno garantiti i treni notturni (Espressi ed Intercity Notte) per Reggio e Sicilia.
Gli orari di arrivo e di partenza a sud di Lamezia verranno modificati per i convogli deviati; tre Eurostar su quattro e almeno due Intercity su tre saranno limitati a Lamezia.
Il programma preciso e completo dei treni con relative variaizoni d'orario - in queste ore al vaglio dell'assessore regionale ai Trasporti Demetrio Naccari - si potrà consultare sul sito www.ferroviedellostato.it e verrà comunicato attraverso i punti informativi di stazione, apposite locandine e la testata radio on line 'Fs News'.
La violenta ondata di maltempo prenatalizia, aggravata dalle continue e intense piogge di questi giorni, ha dunque avuto la meglio su una terra già da anni martoriata.
Moltissimi i comuni e le vie di comunicazione che da settimane lottano contro allagamenti, frane e smottamenti.
Da poco è ricomparso il sole, ma il freddo continua ad attanagliare la popolazione e le precipitazioni non cessano.
Secondo il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, l'emergenza Calabria dovrebbe rappresentare l'occasione
''per impostare una seria politica di prevenzione'' del territorio.
''Quando ho chiesto i fondi al ministero dell'economia, di ieri e di oggi - ha dichiarato - e quando ho impostato iniziative per la tutela del suolo con il ministero dell'ambiente, di ieri e di oggi, non ho mai trovato grandi aperture''.
Un'ordinanza della Protezione Civile ha individuato in 15 milioni di euro la cifra per gli interventi più urgenti.
In Calabria però la storia delle calamità naturali è piuttosto lunga.
Per limitarci ai casi del nuovo millennio: l'alluvione di Soverato del 2000 (13 morti al camping 'Le Giare'); le frane di Favazzina che nel 2001 e nel 2005 hanno provocato il deragliamento di due treni, per fortuna senza vittime (ancora oggi, per ordine della magistratura, i convogli transitano da quel punto a 20 all'ora); l'alluvione di Vibo Valentia del 2006 (quattro morti).
Lo scorso dicembre, nel tratto ferroviario tra Vibo Valentia e Mileto aperto nel 1971 e che fin dall'inizio manifestò problemi di stabilità, il pietrisco che sostiene i binari si è sbriciolato in modo irrimediabile, tanto che i treni da due mesi continuano a transitare a senso unico alternato, con pesanti ritardi e disagi per i viaggiatori.

Ora che, per risolvere il problema in via definitiva, Rete Ferroviaria Italiana si accinge a chiudere la linea, arrivano puntuali le proteste.
Qualche sindacato ha già scritto al prefetto di Reggio Francesco Musolino temendo la congestione della A3; gli esperti dicono che la ferrovia storica via Tropea, con la sua potenzialità di 70 treni al giorno, è in grado di smaltire il surplus di traffico.
Ma di sicuro i disagi per la provincia e per la Sicilia non mancheranno.
Al porto di Reggio, sono continue le proteste dei pendolari per la riduzione degli aliscafi per Messina.
Sul fronte stradale la situazione è ancora più drammatica.
L'A3 Salerno-Reggio è stata ripetutamente chiusa e riaperta in più punti a causa della neve; qualche anno fa imprigionò addirittura centinaia di automobilisti che si spostavano per Natale.
Anche la Statale 106 Jonica ha subito fortissimi danni.
Sulla Statale 18 della costa tirrenica piovono invece detriti dei terrazzamenti sovrastanti i centri abitati di Bagnara, Favazzina e Scilla.

I cittadini di Bagnara ci segnalano in particolare le condizioni di dissesto idrogeologico che tormentano le principali arterie di viabilità nel loro territorio.
Uno stato di cose che si protrae da decenni, nell'indifferenza o nella connivenza dei politici con la criminalità organizzata, ma senza nessuno che alzi la voce sul serio, nessuno che si scuota dal torpore della rassegnazione o che si rifiuti di continuare a subire.
Con la chiusura, a fine gennaio, dell'A3 fra Scilla e Villa San Giovanni, per arrivare a Reggio si doveva passare da Gambarie d'Aspromonte impiegando quattro ore per percorrere 35 chilometri.
E poiché senza strada non si arriva nemmeno all'aeroporto, ecco l'immobilità totale, ecco la Calabria tagliata fuori dal mondo (specie la provincia di Reggio), ecco dei cittadini italiani ancora una volta privati dei loro diritti.
E c'è chi parla di Ponte sullo Stretto.”
Credo che non sia proprio il caso di andare oltre salvo un ennesimo ribadire che in Sicilia, nella sua parte Orientale per conoscenza personale, vi sono tratti importanti di comunicazione ferroviaria ancora a binario unico.
Ritengo che tutti coloro che non abbiano la testa altrove, per esempio a raccontare delle storielle insulse e di pessimo gusto in ogni occasione, possano con cognizione di causa affermare che questo disastro geologico sia una priorità da affrontare prima di tante altre al fine di salvaguardare tutto il nostro territorio nazionale da ulteriori catastrofi facilmente prevedibili.
Ed allora, stando così le cose, debbo necessariamente pensare che il nostro Premier, a perfetta conoscenza della nostra situazione ambientale, quando afferma e conferma la storia della edificazione del Ponte sullo Stretto dica una barzelletta con l’intento di prendere per i fondelli sia i calabresi che i siciliani visti dai suoi amici leghisti come “dei cani in chiesa”; tanto che vorrebbero ributtarli giù al “loro paese”, vero sciur Bossi ?

sabato, febbraio 21, 2009

Le barzellette del capo

Le tragiche barzellette del capo
Tg1 delle 13,30. Parla Sergio Zavoli, ma all’improvviso gli viene troncata la parola.
Urge dare la linea a Berlusconi, che commenta la liberazione delle suore rapite.
Notizia che era stata già data in apertura, il cui commento poteva aspettare i pochi secondi necessari (esistono le registrazioni), per consentire a Zavoli di completare la frase.
Ma ormai maleducazione e servilismo fanno tutt’uno con il carrierismo di ognuno.
E invadono il video, direttamente attraverso l’osceno cinismo del capo (che scherza su stupri e desaparecidos) e indirettamente attraverso programmi sguaiati e unificati.
Resiste qualche nicchia, ma il tono generale è quello imposto da un regime da baraccone, che, per essere ridicolo, non è meno tragico.
Come dimostra la rivolta di Lampedusa che, nel corso dell’Infedele, il senatore Pietro Marcenaro (Pd) aveva dolorosamente previsto.
Ma nessun ministro lo ha ascoltato: erano tutti impegnati a sbellicarsi per le barzellette del capo.

da FRONTE DEL VIDEO
di Maria Novella Oppo

UN CALABRAGHE CONTINUO

venerdì, febbraio 20, 2009

La Repubblica.it - Repubblica - Sondaggi

La Repubblica.it -
Repubblica - Sondaggi:
"POLITICA
LE RONDE ANTI-CRIMINALITA
'Il governo ha deciso di permettere la formazione di ronde di cittadini disarmati come deterrente alla microcriminalità.
La vostra opinione in merito:

Sono pronto a partecipare alle ronde
(1946 voti) 12%


Parteciperei solo in caso di gravi fatti nel mio quartiere
(637 voti) 4%


Sono totalmente contrario
(12182 voti) 77%


Sono d'accordo ma non partecipo
(826 voti) 5%


Non so
(148 voti) 1%



15739 voti alle 21:33. Sondaggio aperto alle 13:34 del 20.02.2009 AVVERTENZA"


Sul quotidiano LIBERO di oggi

Libero, elegia del fascismo
Una prima pagina inquietante: dall'apologia all'elegia del fascismo. Il titolo: Marcia sulle banche. Catenaccio: "Berlusconi a sorpresa lancia la proposta di nazionalizzare gli istituti. Come fece Mussolini che salvò l'Italia...."

Non bastasse, a corredo, c'è una vignetta di Benny (omen nomen) in cui il capo del governo è rappresentato come un gerarca: maglia nera, fez con aquila appollaiata sul fascio, mascella volitiva.



Insomma, il quotidiano di Feltri lo dice chiaro: Berlusconi è come il duce. Senza giri di parole.

Naturalmente Palazzo Chigi non commenta, non smentisce. Segno che il paragone non disturba affatto il presidente del Consiglio. Che in effetti, dal ventennio, non ha mai preso le distanze.

L'idea l'aveva già avuta settantasei anni fa un altro cavaliere.

Si chiamava Benito Mussolini e non si può certo dire che fosse meno noto di Silvio".

No, non si può dire fosse meno noto, tristemente noto.

In ogni caso il paragone è calzante e se lo scrive "Libero" c'è da crederci.

Allarme, son fascisti. E non fanno nulla per nasconderlo.

Anzi, per loro è motivo d'orgoglio.

La perdita di memoria
di

Giovanni Maria Bellu


Proviamo a immaginare cosa accadrebbe in Germania se il cancelliere in carica fosse rappresentato come Hitler.

O cosa accadrebbe in Spagna se Zapatero fosse raffigurato nei panni del caudillo Francisco Franco.

O in Argentina, o in Cile, o in qualunque paese del mondo se il capo del governo democratico fosse raffigurato come il dittatore deposto.
Di certo il capo del governo non gradirebbe.

Probabilmente protesterebbe con la direzione di quel giornale di opposizione.

Farebbe notare che la libertà di critica è sacrosanta, ma chi ha la responsabilità di informare l’opinione pubblica non può superare, anche nelle provocazioni, il limite del buon gusto.

Abbiamo detto “giornale di opposizione”.

Perché solo un foglio fortemente ostile al governo potrebbe rappresentarne il capo come un dittatore sconfitto dalla storia.

Parliamo ancora della Germania, della Spagna, dell’Argentina, del Cile.
Ma “Libero”, infatti, non è un giornale di opposizione.

E’ un quotidiano di centrodestra che sostiene con passione la politica del governo in carica.

Ne ha, improvvisamente, cambiato linea politica.

D’altra parte, Palazzo Chigi – che di solito reagisce prontamente agli attacchi a Berlusconi – non ha diffuso alcuna nota di protesta.

E allora dov’è la notizia?
Domanderà qualcuno.

Le idee del capo del governo italiano attorno al fascismo sono note.

Si sa che ne parla con indulgenza. Tempo fa disse che Mussolini gli oppositori li mandava “in villeggiatura”, dove la “villeggiatura” era il confino politico.

Inoltre si è sempre rifiutato di rispondere alla domanda: “Lei si considera antifascista?”

E quando, durante un comizio a Napoli, la folla lo accolse al grido di “Duce, duce” rispose con un sorriso smagliante.
Insomma, non c’è alcun motivo per sorprendersi del silenzio di Palazzo Chigi.

Dov’è la notizia, dunque?

E’ proprio in questo: nell’assenza di sorpresa.

L’odierna copertina di “Libero” dimostra che l’accettazione del fascismo è entrata ormai nel senso comune.

Mussolini è, per una parte della popolazione, una figura tutto sommato positiva.

Tanto che la si può utilizzare per rappresentare il capo del governo italiano.

Siamo oltre il “revisionismo” storico, oltre il dibattito accademico.

Siamo alla perdita di un pezzo fondamentale della nostra memoria.

Siamo a una cosa che in altri tempi, quando apparteneva a piccole e cupe minoranze, veniva chiamata “neofascismo”.

E dopo l'articolo scritto dal vicedirettore de L'Unità, per chiudere questo capitolo, vi porpongo quello scritto da

Fernando A. Iglesias

scrittore, giornalista e deputato al Parlamento argentino
La banalità del male
Il male non fa male solo perché é male, ma perché fa della vita una cosa stupida, vuota e carente di senso.

Ne sapeva qualcosa Hannah Arendt quando scrisse sulla banalitá del male.

Ne sa qualcosa Berlusconi, che di essere vuoto e banale non si stanca mai.

Le sue scandalose dichiarazioni sui “voli della morte” in Argentina sono una offesa ai più elementari sentimenti di umanità.

Che una delle massime autorità del governo si riferisca ironicamente a quello che è stato uno dei grandi genocidi del secolo XX é anche una violazione dei principi di amicizia che dovrebbero imperare fra paesi così vicini come l’Italia e l’Argentina e una nuova dimostrazione dell’insultante superficialità del suo autore.

Anziché fare lo spiritoso con argomenti che niente hanno a che fare con la comicità, Berlusconi dovrebbe ricordarsi pure che migliaia fra i desaparecidos erano figli e nipoti di inmigranti italiani e, perció, italiani a pieno diritto.

Non crede qualche giudice attento che si tratti qui di pura e semplice apologia del delitto?
Scusatemi, ma non mi bastano le parole per ripudiare questa oscena esibizione, che è essatamente il contrario della sensibilitá dimostrata dai tribunali italiani che hanno condannato molti capi militari argentini.

Sono anche parole contrarie alle tante espressioni italiane di solidarietá con le Madres e Abuelas e di opere artistiche (come l’eccelente “Garage Olimpo”, di Marco Bechis) che dimostrano che i sentimenti del popolo italiano non hanno niente a che fare con quelli del suo attuale Premier.

Come deputato nazionale argentino ho presentato ieri un progetto di ripudio a dichiarazione cosí sfortunate; progetto che contempla l’esigenza che il governo italiano chiarisca se le affermazione di Berlusconi fanno parte de la politica ufficiale verso l’Argentina oppure sono soltanto una parte del circo a cui il Premier ci ha abituato.

Non sono io a poter dire agli italiani di quale responsabilità politica si siano fatti carico permettendo a Berlusconi di diventare capo dell'esecutivo.

Lasciatemi dire, comunque, quanto mi senta offeso per questa decisione e quanto desidero che il suo progetto politico venga presto sconfitto elettoralmente per il bene di tutti i cittadini della mia seconda patria.

Questa, purtroppo, è la fama che dell'Italia ha dato a tutto il mondo.

Di esempi ce n'è a bizzeffe, basterebbe ricordarseli nei momenti opportuni.

Scambia in ogni occasione il ruolo di un capo di governo con quello di un qualsiasi capo comico.

L'Italia ridotta a palcoscenico teatrale, non come quello della Scala bensì come quello del dell'altrettanto milanese teatro Gerolamo caro ai bambini perchè era il testro dei burattini.