sabato, settembre 29, 2007

Il benessere mediatico - Parte II^

LA FAVOLA del BENESSERE
Parte II^

i RICCHI ed i POVERI

Per non creare confusione in coloro che a suo tempo, mi riferisco al periodo andante dalla fine degli anni 60 sino al 1980, hanno avuto l’occasione di ascoltare più volte le canzoni allora di moda, preciso subito che non mi riferisco al famoso quartetto ligure dei
“ I Ricchi e Poveri” ,
ridottosi in seguito, non certo per risparmio, in un terzetto, che ebbe a dominare le scene televisive e i palcoscenici di tutta Italia con una vendita di oltre 20milioni di dischi.
Alludo proprio alle persone ricche dalla nascita e rimaste ricche nonché ai ricchi divenuti poveri, ai poveri divenuti ultraricchi con trucchi anche illeciti di mestiere ed ai poveri in canna da sempre e che tali rimarranno vita natural durante.
Nella fascia degli anni da noi tutti vissuti sotto il segno dell’uomo di Arcore l’evento più eclatante, in negativo purtroppo, è stato l’allargarsi del solco già esistente tra i vari ceti sociali che ha determinato di fatto, anche a discapito di quella che era un tempo la nostra borghesia, la loro riduzione ad una dicotomia: i ricchi da un lato ed i poveri dall’altro, l’un l’altro contrapposti in perenne conflitto.
Un’opera napoleonica, senza alcun dubbio; nessuno in passato, pur avendo fatto molti tentativi per ottenere un analogo risultato, c’era riuscito.
Ecco perché il nostro protagonista di questa impresa ebbe a paragonarsi, fra gli altri grandi della storia, anche a Napoleone Buonaparte, corso di nascita ma di origine italiane, venete per la precisione.

Forse non sa questo nostro ingombrante personaggio, di cui l’Italia non ne aveva proprio bisogno, che Napoleone tanto glorioso, alla fin fine, non fu perché subì anche lui delle sonore batoste durante la campagna d’Egitto, nella battaglia navale di Trafalgar con la distruzione ad opera di Nelson della sua flotta navale, nella disastrosa campagna di Russia.
Certo fu bravo a depredarci molti capolavori artistici, avendo poi il coraggio di affermare che gli italiani erano tutti ladri; al che qualcuno gli rispose con prontezza: “Maestà, tutti no, buona parte si”.
Ma, ritornando al nostro uomo, appare cosa giusta e saggia congratularsi con lui per alcuni primati che ha fatto raggiungere all’Italia durante la sua governance; non è da tutti arrivare a tanto, infatti.
Ma ecco alcuni dati che dovrebbero riaccendere a molti il lume dell’intelletto:
L’Ufficio Statistico della Comunità Europea
Eurostat,
che esamina prima i fenomeni a livello comunitario europeo per poi scendere nei particolari di ogni singola nazione, su questa tematica snocciola alcuni
dati che si riferiscono all’anno 2004
anno questo dell’ultima rilevazione.
Premettendo che vengono considerati come
“poveri”
coloro che guadagnano meno del 60% del reddito medio del Paese in cui risiedono, l’Eurostat ci fa sapere che:
in Europa
· ben 72milioni di persone erano a rischio di povertà;
· la media delle famiglie in stato di povertà era del 16%;
· la media relativa alla spesa pubblica in favore della famiglia,della casa e dell’esclusione sociale era pari al 3,4% del Prodotto Interno Lordo.
in Italia
· ben 2milioni e 674mila famiglie vivevano in condizione di povertà;
· la media delle famiglie in stato di povertà era del 19% ( lo 0,9% in più rispetto al 2003);
· la media relativa alla spesa pubblica per il pacchetto “sociale” era pari all’1% del PIL.
Un vero e proprio record europeo in negativo; questo è il tanto decantato lustro dato al nostro Paese dall’italico pseudo Napoleone; è riuscito a condurre per mano molti italiani, agevolandone il percorso in parte con i sui provvedimenti ed in parte con i mancanti interventi atti ad evitare questo sfacelo, verso la soglia della povertà per farli poi precipitare dentro onde poter dare una ben selezionata compagnia a coloro già da tempo poveri e che lo erano diventati nel frattempo ancor di più.
QUESTO SI’ CHE SI CHIAMA ALTRUISMO !
SANTO SUBITO

Con l’aria che tira nello Stato della Città del Vaticano l’ipotesi non appare poi proprio del tutto peregrina.

Ma chi sono questi nuovi poveri?
Alludo:
· a coloro i quali, nelle vesti di piccoli risparmiatori, hanno perso tutto il gruzzolo, accumulato durante tanti anni di fatica per garantirsi una vecchiaia meno pesante finanziariamente, in quanto investiti dal ciclone di alcune truffe finanziarie: bond argentini, fallimenti Cirio , Parmalat, tanto per citare tra i molti quelli più sconquassanti;
· a quei lavoratori dipendenti ed ai c.d. lavoratori atipici i quali, spremuti come limoni con stipendi e salari più bassi d’Europa hanno visto diventare il loro corrispettivo economico sempre meno competitivo a causa dell’esagerato aumento dei prezzi che non potevano, come hanno fatto altre categorie, scaricarlo a loro volta su altri;
· a chi lavorava in settori del comparto manifatturiero (abbigliamento, pelli, calzature) letteralmente travolti, assieme agli imprenditori, dalla concorrenza di alcuni Paesi produttori con basso costo di manodopera.
E qui l’accusa andrebbe rivolta anche a quelle grandi imprese che hanno chiuso le loro fabbriche in Italia per trasferirle in Cina od in India, così aumentando nel nostro paese la disoccupazione.
I NUOVO RICCHI
ovvero
LE SANGUISUGHE




Sono sincero, parlare di chi si è arricchito mi fa un po’ schifo così come mi facevano schifo le sanguisughe che un tempo i medici applicavano su alcuni punti del corpo per effettuare il necessario salasso, onde evitare guai peggiori, a chi soffriva di pressione alta; quante volte ho assistito di soppiatto a questo trattamento su mia nonna che oramai si avvicinava ai 90 anni.
Si staccavano una volte rimpinzatesi a dovere col sangue umano; ma allora non c’erano a disposizione né medicine specifiche né altri trattamenti per curare l’ipertensione.
Si racconta anche che venivano applicate alle donne per purificarne il sangue e per far loro sparire i “cattivi” umori; favole ? Non saprei.
Tempi antichi ?No di certo!
La medicina americana le ha reintrodotte a partire degli anni ‘70 perché la loro attività è stata ritenuta come un vero toccasana per ripulire il sangue, per agevolare la ripresa della circolazione sanguigna negli arti appena trapiantati nonché per ripulire profonde ferite a rischio di cancrena per la mancanza di una rapida rimarginazione.
Questo negli USA ma da noi ?
Abbiamo avuto in regalo dall’Unto una colossale invenzione, quella delle

SANGUISUGHE VIRTUALI

una miserabile sottospecie di quelle reali ma che hanno la caratteristica di essere più pericolose delle prime; appena si attaccano ad un essere umano appartenente alla casta dei poveri non lo mollano più sino alla sua morte.
Le sanguisughe reali si riempiono di sangue in una ventina di minuti, quelle virtuali sono insaziabili, mai appagate, e mollano la loro preda solo quando questa non ha più nulla da poter dare.
Secondo l’Istituto di Studi Politici Economici e Sociali
EURISPES
i nuovi ricchi
sono coloro che sono stati in grado di stabilire liberamente i prezzi delle merci in vendita, senza alcun controllo, di modo che sono riusciti nell’impresa di scaricare su altri soggetti – i clienti – ogni spinta inflazionistica, con ciò contribuendo ad aumentarne il tasso a scapito degli utenti, aggiungo io.
In testa a tutti i proprietari della grande distribuzione dei prodotti ed i commercianti in genere sia all’ingrosso che al dettaglio nonché tutti i liberi professionisti






i fornitori di servizi (TV, Telecomunicazioni, Informatica ed altro) nonchè le Agenzie pubblicitarie














nonché, dulcis in fundo, i proprietari, manager ed azionisti di tutte le aziende che agiscono ancor oggi in regime di totale o quasi monopolio.
Io ne aggiungerei altri, sfuggiti più o meno casualmente, alle statistiche ufficiali:
· i componenti, soprattutto quelli che usano portare i colletti bianchi, di alcune grandi famiglie siciliane, calabresi, pugliesi, campane, operanti in tutta Italia con il più o meno tacito consenso di alcuni politici locali;
· gli strozzini e gli sciacalli;
· i furbi, furbini e furbetti.














Il quadro di questa situazione, che più che desolante lo definirei allarmante, è stato dipinto a poco a poco nel corso di un quinquennio da quell’uomo acclamato dai più, non solo da don Baget Bozzo, don Gelmini e don Verzè ed altri consimili, come quello della Provvidenza.
Ma la definizione datagli è monca in quanto non hanno avuto il coraggio di aggiungere tre paroline latine che, pur nella loro sintetica espressione,hanno un immenso significato:
PRO DOMO SUA!









venerdì, settembre 28, 2007

Il benessere mediatico

LA FAVOLA del BENESSERE
Parte I^

IL PONTE sullo STRETTO

Progetto concepito nottetempo da una mente che da oltre 10 anni non dorme mai in quanto impegnata a tempo pieno a studiare soluzioni di ogni genere a favore degli italiani.
Un lampo di genio oserei definirlo se non fosse che……

Almeno così ha sempre sostenuto l’interessato ma, purtroppo, alla massima parte dei presunti beneficiari di questo benessere non sono toccate neanche le briciole in quanto i soliti furboni, furbi e furbetti, assieme ai loro compagni di merende, si sono inghiottiti in un sol boccone anche quelle; non sono mai bastate le migliori pietanze per soddisfare le loro bramosie!
Noi abbiamo sempre aspettato, inutilmente, che qualcosa di positivo maturasse effettivamente per tutti ma la promessa manna non è mai piovuta dal cielo.
Per noi era stato riservato solamente il

“benessere mediatico”.
E dire che LUI, per quello che si diceva in giro, aveva abbandonato il suo trono imperiale ed era disceso tra di noi, poveri mortali, per dispensarci beni e felicità.
Ma per far ciò occorrevano alcune infrastrutture, specie al Sud, in quanto la celerità dei trasporti era la condizione indispensabile per favorire le industrie – che dovevano azzuffarsi tra di loro per accaparrarsi le forze di lavoro – il commercio ed il turismo nonchè gli stessi cittadini i quali avrebbero potuto disporre i beni di consumo a minor prezzo.
Ed ecco la trovata geniale !


Costruiamo un ponte sullo Stretto che neanche Mussolini in persona, definito da lui e da un suo ex delfino come un grande uomo politico, era riuscito nemmeno ad immaginare.

Costo, quasi alla fine del secolo scorso, di circa 9/10 miliardi di euro, uno scherzo per un Paese che vantava giù un debito pubblico spaventoso sul quale si pagano tutt’oggi interessi maggiori di quello che era il costo di questa opera ! Ma ci sono le sovvenzioni dell’Unione Europea per le grandi opere si vociferava, solo una speranza e si sa, come dice il proverbio, che chi di speranza campa disperato muore.
Al primo tintinnio di euro un personaggio, interessato più ai soldi che all’opera, sbarca in Sicilia proveniente dagli USA, dove c’è da tempo, fondata da emigranti siciliani, una robusta organizzazione non indifferente nei riguardi di certi “affari” molto lucrosi.
Si ristabilisce il contatto con la casa madre isolana e ci si dà da fare.
Ma il sogno dell’Unto è svanito di colpo alle prime luci dell’alba.
Ma come si poteva addentrarsi nell’impresa relativa alla costruzione del Ponte allorquando, tanto per non andare lontani, le società che si erano aggiudicate l’appalto dall’ANAS per la modernizzazione della Salerno- Reggio Calabria lavoravano oramai a scatto ridotto per non aver più ricevuto il pattuito e, di conseguenza, non avevano nemmeno il becco di un quattrino per pagare gli operai; altro che ponte, altro che accelerazione dei trasporti.
E l’Impregilio, che avrebbe dovuto avere l’onore di costruire il Ponte, senza il corrispettivo in denaro non avrebbe mosso nemmeno un’unghia.
Ma che effetti benefici, siamo nel campo delle ipotesi naturalmente, avrebbe potuto avure il ponte sull’economia siculo-calabrese se la maggior parte delle linee ferroviarie lì esistenti sono ancora oggi a monorotaia per cui l’incrocio dei treni può avvenire solo nelle stazioni e molte volte le soste sono lunghe se uno dei due treni è in ritardo, evento questo oramai normalissimo, ma non solo nel Sud.
Ma non è tutto.
Il 22 scorso la Freccia della Laguna – Siracusa/Venezia – che trasporta anche nel tratto da Catania sino a Bologna le autovetture al seguito dei viaggiatori - è arrivata a Villa San Giovanni in orario – anche se calcolato con una certa larghezza in rapporto al chilometraggio da percorrere, della traversata dello Stretto e delle lunghe manovre che vengono effettuate per far entrare ed uscire dalle navi traghetto delle ex Ferrovie dello Stato i vagoni dei treni -.
Ma è partito da Villa con ben 45 minuti di ritardo in quanto ha dovuto attendere per tutto questo tempo i due carri con il carico di vetture effettuato a Reggio Calabria.
Tra Reggio Calabria – Villa San Giovanni credo che intercorrano non più di 10 chilometri per via stradale ma saranno di meno per linea ferroviaria.
Ma con l’edificazione di questo Ponte, oggi ancora del tutto inutile se prima non si risolveranno questi ed altri problemi politici locali, che fine avrebbero fatto in primis i marittimi che lavorano sulle due sponde e tutto l’indotto ?
Alcuni siciliani si sono incavolati di brutto, movimenti autonomisti con varie sigle, ma apparentatesi quasi tutti a destra, sono fioriti qua e là, rivendicando il diritto di essere uniti alla madre terra – però chiedono l’autonomia !?- uniti negli affari e non per qualcosa d’altro più nobile.
Il governatore siculo, al secolo Totò vasa vasa, noto anche per aver svenduto a privati, e che sorta di privati, la maggior parte del comparto sanitario, strepita e starnazza contro tutti meno che contro i……….
Ha concesso ad una Società americana, e vi pareva, l’autorizzazione a procedere alle trivellazioni per la ricerca del petrolio e di gas nella Val di Noto – dichiarata dall’UNESCO come
PATRIMONIO DELL’UMANITA’
L’amore per i soldi – ma che fine hanno fatto ?- e non per l’isola; un delitto imperdonabile sotto tutti i punti di vista atteso che la Sicilia vive soprattutto con le risorse provenienti dal turismo.
Però nelle ultime elezioni regionali, il Totò vasa vasa è stato rieletto, sopravanzando la nobile figura della Borsellino la quale ha ottenuto sì molti consensi ma non abbastanza per poter superare quelli dati al governatore uscente anche da alcune famiglie che in vasti territori sanno come manovrare il voto a loro piacimento; è notorio, non è un mistero che da tempo immemorabile si va avanti così.
Il Totò vasa vasa scende a Noto (SR) per la cerimonia della riapertura della notissima – non perché è a Noto ma per la sua architettura barocca e per il crollo della cupola e di parte del tetto avvenuto anno or sono – Cattedrale, ci sono anche altri personaggi illustri a cominciare dal cardinale Bagnasco, qualche ministro, Sgarbi che molto si è dato da fare perché i lavori procedessero bene e con celerità, con il contorno delle autorità locali.
C’era anche Prodi e signora, com’era giusto che fosse.
Bene Prodi è stato fischiato ed il Totò isolano ? Su di lui puntate perennemente durante la cerimonia telecamere TV e private, immortalato durante la cerimonia anche quando sbadigliava, a bocca aperta, annoiato.
Aasini, che bei soggetti che hai in giro; ma non avevi detto un tempo che saresti uscito dall’UDC se qualcuno si fosse trovato impelagato in qualche faccenda poco pulita ? E che aspetti ad andartene ! Che risorga la balena bianca ?
I frutti del benessere mediatico li vedremo la prossima volta.


martedì, settembre 25, 2007

I nostri padri ci insegnano

I VERI MAESTRI di VITA
La lapide parlante di TRILUSSA
I nostri padri ci insegnano
che, pur col passar dei secoli, i così detti “potenti”, o meglio coloro che credono di esserlo, non cambiano mai.
Circondati da ogni sorta di immunità, in virtù di un mandato non più loro affidato dagli elettori bensì dagli stessi partiti di appartenenza, costoro possono affibbiarci e dire contro di noi di tutto – dai “coglioni” ai “fuori di testa” -mentre noi, poveri mortali, qualora avessimo l’opportunità di dare a loro, ad alta voce, del “buffone fatti processare”, ci vedremmo costretti a subire un’inchiesta giudiziaria e attendere ben tre gradi di giudizio – quante spese a carico dello Stato, cioè nostro - , per avere, dopo una prima condanna, l’assoluzione completa.

Anche per merito di un giovane legale, figlio di un mio indimenticabile collega sin dai tempi universitari, l’avv. Giorgio Ambrosoli, trucidato a Milano, sotto casa sua, da mano omicida prezzolata dalla mafia per non aver ceduto a pressioni provenienti anche da alcuni politici .
Il destinatario dell’invito si costituì parte civile e pretese che ciò avvenisse anche da parte dell’Avvocatura dello Stato in quanto, il desso, riteneva che fosse stata ingiuriata oltre alla sua persona fisica anche la carica governativa che lui ricopriva.
Tesi questa rigettata dal Tribunale di Milano che condannò l’Avvocatura, cioè sempre noi poveri “coglioni” fessacchiotti ma anche coloro che l’avevano votato, a pagare le spese processuali.
Beppe Grillo l’ha definito “psiconano” ma non ha reagito se non per penna di alcuni suoi giornalisti o per bocca dei suoi onorevoli servitori.
Di ritorno in città dalla campagna ho ripreso le vecchie abitudini ma almeno lì mi sono sfogato, essendo riuscito ad affibbiare del cornuto al bue e della vacca alla mucca che, pascolando nottetempo molto lontano, scampanellavano con rumore, disturbando il mio oramai breve sonno .
Ma loro non mi hanno compreso perché non mi hanno nemmeno sentito !


Chissà cosa avrebbe oggi da scrivere Trilussa nei confronti della casta !

venerdì, settembre 21, 2007

Giovani d'oggi

FUORI di TESTA

Ho ricevuto da un amico la foto che, sia pure ridimensionata in quanto ridotta all’essenziale, ho ritenuto di dovervi proporre affinché possiate avere la percezione come l’alcool e le droghe definite “leggere” possano sconvolgere la mente di molti giovani.

Ogni epoca è caratterizzata da fenomeni che influenzano in maniera negativa la gioventù.
Un tempo erano le bande di quartiere sempre in lotta tra di loro per conquistare la supremazia su un determinato territorio, i gruppi di motociclisti che imperversavano con motoveicoli di grossa cilindrata sulle strade per terrorizzare pedoni e quant’altro si movesse sulle pubbliche vie, ecc….
Mode senza dubbio criminose aventi lo scopo di dimostrare al prossimo la superiorità del gruppo, con manifestazioni di forza.
Da qualche tempo gran parte della nostra gioventù, non solo quella italiana ma di quasi tutto il mondo, è cambiata in quanto cerca in sè stessa il bersaglio da colpire ed annientare; è in atto un’altra moda più allarmante delle altre , quella di autodistruggersi.
Le origini stanno nel desiderio sia di trasgredire per principio alcune leggi rivolte, senza tema di smentite, per la tutela della loro stessa vita che dal voler trovare un mezzo per poter evadere, quanto meno per un breve periodo di tempo, dal mondo in cui vivono.
Se noi adulti guardassimo con occhi imparziali quello che vediamo quotidianamente forse capiremmo che la società di oggi, così com’è strutturata, non è che piaccia molto ai nostri ragazzi i quali, probabilmente hanno avuto troppo rispetto a quello che abbiamo avuto noi alla loro stessa età ovvero non hanno avuto nulla e vivono alla giornata senza sapere cosa altro fare.
Oggi i problemi in cui ci dibattiamo sono molti ma credo che abbia una priorità assoluta quello relativo ai giovani relativamente agli studi, al lavoro oramai divenuto sempre più un precariato a vita, al loro tempo libero.
Va bene, in flagranza di reato, punire ma credo che la prevenzione sia sempre la medicina più adatta; convegni su convegni ne sono stati fatti molti ma quasi sempre con i giovani fuori dalla porta.
Le varie TV nazionali e locali sfornano quotidianamente spettacoli ineducativi; per esempio il premiare con un centomila euro chi risponde a domande insulse o a chi indovina il mestiere di vari tizi è un insulto per chi tira la cinghia, per chi non trova lavoro, mentre contemporaneamente si sente che alcuni pseudo capitani d’industria, faccendieri senza arte né parte, intrallazzasti di ogni razza, si arricchiscono a più non posso fregando il prossimo.
Non tutte le colpe sono da addossare ai giovani.
Tutti passano dalla scuola dell’obbligo ed è da qui e non dopo che deve partire un particolare lavoro educativo svolto da specialisti all’interno della stessa istituzione scolastica che dovrebbe essere esteso anche ai genitori dei ragazzi.
Essere dei bravi genitori, credetemi, specie ai giorni d’oggi non è facile; ogni figlio deve essere trattato e seguito secondo la sua particolare indole, eventuali carenze individuali vanno scoperte subito, sin da loro nascere, perché il passar invano del tempo potrebbe aggravarle.
Se per necessità lavorano entrambi i genitori, chi potrà svolgere lungo la giornata queste particolari attenzioni ?
Ogni giovane che si perde per strada è un danno per tutta la collettività.


Chissà quale fosse il tasso alcolico al momento in cui l’anonimo autore ha ritenuto di scrivere su un muro la frase sopra riportata; chi di dovere dovrebbe non perdersi più in ciance ma agire, incominciando a stanare molte associazioni che, quale contropartita ai fondi che ricevono a livello statale, regionale, provinciale e, alle volte, anche comunale dovrebbero dare un sostegno alle famiglie ed ai loro ragazzi !

PS.Domani si ritorna al Nord, a casa, anche se in Sicilia, a Noto, è ancora estate. Starò zitto per alcuni giorni in quanto avrò altro da fare, in principal modo conoscere Andrea, il mio sesto nipotino nato stamattina alle 02,00 a Milano.

giovedì, settembre 20, 2007

Il dopo V-Day - Parte III^

DOPO IL V-DAY
Parte III^
Reazioni della politica e della stampa
.
Ma intanto GRILLO non solo ….rompe il sonno dei dormienti, e qualcosa d’altro, ma propone anche un programma ben dettagliato redatto lo scorso anno.
Le ingiurie bisogna che vengano lasciate dire a chi non ha nulla di serio da controbattere per respingere, a propria difesa, le accuse loro rivolte !

Dopo RAI 1 anche RAI 2, in mano ai leghisti, ci ha provato per bocca del suo direttore Mauro Mazza



pardon, ho sbagliato a cliccare sull’immagine giusta a causa di una omonimia; infatti , anche questa appartiene alla famiglia dei “mazza” pur avendo una testa costruita col legno; la vera foto del Mauro Mazza è, infatti, quella che segue, la quale, pur differente come immagine rispetto alla prima, non lo è in quanto a materiale di “costruzione”.

E non poteva essere diversamente se ha ritenuto di definire Grillo eguale a quei cattivi maestri degli anni ’70 i quali, inveendo contro il potere costituito, spingevano il “folle” a commettere omicidi od atti violenti.
Non credo che si sia amareggiato tanto perché Grillo ha fatto l’invito di dare il “valium” a Prodi - se si fosse limitato a questo avrebbe anche lui battuto le mani al Beppe – ma quello che gli ha letteralmente sconquassato il cervello è stata la definizione di “psiconano” affibbiata a Berlusconi.
Da che mondo è mondo i servi dei padroni, peggiori di quelli che erano un tempo i servi della gleba, non possono che difendere fedelmente il proprio padrone ed assecondarne in tutto e per tutto il loro volere in ogni circostanza, anche le più scorrette e stupide.
Il fatto è che in certi ambienti ed in certe persone la dignità personale è da tempo uccel di bosco!
Questi soggetti non si sono accorti ancora che quello che hanno in mano è solo la delega proveniente da un potere altrui.
Figuriamoci se, nella specie, hanno a che fare con un personaggio che ha una incredibile capacità di raccogliere in poco tempo centinaia di migliaia di proseliti.
Tre anni or sono, pubblicato poi in un sito di “Detti celebri”, ebbi a scrivere che
“ L’uomo ricco potrà anche comprare di tutto ma mai la dignità di un uomo onesto”;
credo che abbiate compreso quello che voglio dire:
nessuno è riuscito mai a comprarsi il Beppe.
Altro che “populismo”; ma sappiamo quale sia il valore culturale di certi personaggi politici, nani e giganti.
Uno dei fenomeni ricorrenti nella storia dell’uomo è quello relativo al mutamento della sua fedeltà nei confronti di chi lo dirige ed amministra.
Su queste variazioni di comportamento si è scritto da più parti molto ma, in questa sede, tenterò di raggrupparli tutti in una sola frase:
l’attaccamento del popolo alla classe politica dominante non è stata mai il frutto di una incondizionata adesione al potere, bensì frutto di una finzione temporanea giustificata, talvolta, da situazioni contingenti.
Tale fiducia, infatti, il popolo se la riprende rapidamente allorché percepisce che il potere si è preso giuoco di lui, dei suoi interessi materiali e dei suoi punti di riferimento, anche di quelli morali.
QUESTO E’ IL TANTO DILEGGIATO “POPULISMO” !!
Scriveva tempo addietro, in proposito, sul suo sito una carissima amica di famiglia, giornalista, che su questo tema suo padre, un uomo politico siciliano a livello locale, le aveva raccontato come gli elettori fossero paragonabili alle lumache che, se una volta raccolte non vengono più curate e così dimenticate, una dopo l’altra escono dal cesto in cui erano state riposte e se ne vanno……per sempre.
La saggezza degli uomini di un tempo non serve a capire proprio nulla ?
I somari di oggi, aaasini è anche lui nel mazzo, per loro comodità scambiano il populismo con la demagogia senza accorgersi che quest’ultima la fanno molti di loro; sarebbe opportuno che una volta per tutte comprendano questa lezione.
Che futuro avremo ?
Certo che, se non cambieranno in tutta fretta spartito e relativa musica, non saranno a deciderlo certamente i politici, cui incombe per prima cosa l’obbligo di cambiare la legge elettorale, visto che su questo tema bussa alle porte un referendum popolare abrogativo, ma gli elettori, cioè
IL POPOLO ITALIANO.

Fine, salvo che………

mercoledì, settembre 19, 2007

Il dopo V-Day - Parte II^

DOPO IL V-DAY
Parte II^
Reazioni della politica e della stampa
.
Ma intanto GRILLO non solo ….rompe ma propone anche la formazione di liste civiche in occasione di elezioni comunali.
Ma le ingiurie bisogna che vengano lasciate dire a chi non ha nulla di serio da controbattere per respingere, a propria difesa, le accuse loro rivolte !

Incomincio col riferire a grandi linee lo svolgimento della trasmissione radiofonica Radio anch’io del trascorso 12 settembre trasmessa su

il cui conduttore era ancora

Stefano Mansurati
definito dagli anonimi colleghi giornalisti professionisti che si dilettano a scrivere sul simpaticissimo blog
“IL BARBIERE della SERA”
“Il Vespa della Radio”.

Mentre quali “esperti” erano stati chiamati due “particolari” giornalisti,







Vittorio Feltri e Gianpaolo Pansa
i cui pareri non potevano che essere, dal loro punto di vista, negativi.
Che la discussine scivolasse in maniera negativa nei confronti del V-Day appariva di già dall’improprio titolo affibbiato all’argomento posto in discussione,
“L’assalto dell’antipolitica”
che appare poi in netto contrasto con la successiva introduzione al dibattito che qui di seguito riporto integralmente per averla copiata dal sito della RAI:
“L’insofferenza nei confronti della classe politica ha trovato un'altra valvola di sfogo nel movimento di opinione messo in piedi da Beppe Grillo. Un fenomeno che alcuni liquidano con sufficienza e che altri, invece, valutano con simpatia o con preoccupazione. Ma di quali altri segnali ha bisogno la politica per cogliere la profonda richiesta di pulizia e di rinnovamento che viene dal basso? ".
In realtà sono state messe sotto “processo” le tre proposte contenute nella proposta di legge popolare e sminuito il valore della manifestazione bolognese; 50.000 persone, non pagate e scese in piazza a proprie spese, radunate in un batter d’occhio sono per loro un nulla e meritevoli di dileggio.
Feltri lo conoscevamo di già, cosa ci si poteva aspettare da uno che definisce dei “bamba”, sinonimo di “pirla”, coloro che scioperano per sollecitare il rinnovo di un contratto collettivo scaduto da qualche anno; ma il Pansa, sebbene non fosse più il giornalista di un tempo, dopo le critiche rivoltegli a seguito della pubblicazione del suo libro”Il sangue dei vinti”, parole sue, “non si è più sentito un uomo di sinistra” ed ha deciso di saltare il fosso.
Per il duo anti tutto ciò che non garba alle loro ideologie destrorse, da sempre, quasi innate, per il primo, da poco tempo per il secondo, hanno, qual fosse una cantilena popolare, sostenuto all’unisono l’inconcludenza e demenzialità delle proposte contenute nel documento sopra accennato ma, astutamente, pur contestandole genericamente tutte, hanno fatto riferimento solamente alla più debole da comprendere e sostenere, quella del divieto dell’elettorato passivo dopo due legislature consecutive.
Se ne deduce indirettamente, ma non tanto poi, che il novello duo cantore dell’intolleranza nei confronti dei movimenti popolari, ma in particolare nei confronti di Grillo, è favorevole tanto sulla presenza di pregiudicati in Parlamento quanto al non ripristino del voto di preferenza: secondo loro è questa la vera democrazia che, per contro, è indiscutibilmente nelle mani del popolo e non dei burocrati dei partiti né tanto meno degli onorevoli che, per effetto dello scippo del voto di preferenza, non debbono più dar conto del loro operato ai propri elettori ma solamente al partito che, immettendoli in un ordine di lista favorevole, ha voluto fortissimamente che costoro venissero eletti “ad ogni costo” a dispetto degli altri.
Andiamo ai politici.
Di Casini, meglio chiamato aasini alla toscana, ho già detto sul contenuto del suo poderoso raglio “la più grande delle mistificazioni” che detta da lui appare che se la stia facendo addosso; se non fosse per alcune famiglie sicule che appoggiano “Totò vasa vasa” ed i suoi amici ed amici degli amici, il suo partito si avvicinerebbe più allo 0, tot % che a cifre più confortevoli, quanto meno più positive.
Luciano Violante ha dichiarato che la presenza di ben 300.000 firme raccolte in un sol colpo manifesta come in questo impetuosa movimentazione di persone vi siano tante componenti, oltre all’insoddisfazione verso l’attuale politica anche cose giuste.
Pierluigi Bersani, rivolto a chi valutava negativamente il V-Day, ha affermato testualmente: “ Suggerirei, se c’è la febbre di non dare colpa al termometro”.
Anna Finocchiaro, alla domanda di cosa pensasse sul fatto che la maggior parte dei partecipanti al V-Day erano stati elettori che avevano votato per l’Unione e per i DS ha risposto che “ Dentro quel popolo c’è di tutto, anche dell’antipolitica; c’è chi dice che dal ’43 ad oggi non è cambiato nulla ma c’è anche chi chiede un rinnovamento profondo. Il PD può dare questo rinnovamento e questa non è una risposta da niente, visto che abbiamo sciolto dei partiti che contavano centinaia di migliaia di iscritti”.
Fausto Bertinotti: “Non possiamo ridurre l’evento di Grillo al dito che indica la luna che sta altrove: è nella condizione di crisi sociale del Paese e dell’Europa e nella mancanza di risposte convincenti da parte della politica”.
Non vale la pena di riportare i commenti ostili degli altri politici di destra che, pur essendo convinti che la “rivolta” messa in atto da Grillo abbia trascinato solamente persone elettoralmente spostate a sinistra, non hanno lesinato di beffeggiare sia Beppe Grillo che l’attuale Governo di centrosinistra.
I sui colleghi comici, con in testa Sabrina Guzzanti che è salita sul palco bolognese, sono tutti con lui.
Anche Francesco Pancho Pardi, uno dei principali animatori dei “girotondi”, pur non apprezzando le parole che Grillo ha dedicato a Nanni Moretti circa il suo sfruttamento della TV per farsi propaganda, ha ribadito come tra i “girotondi” e la manifestazione bolognese vi sia “molta continuità e che il V-Day è stata una ondata di popolo del tutto positiva e non come definita da qualche quotidiano e da molti politici una manifestazione qualunquista.
Una prova che dimostra l’insofferenza attuale che c’è nel Paese nei confronti della politica oligarchica”.
Ecco in questi giorni spuntare la proposta di Grillo di presentare delle liste civiche nelle prossime elezioni amministrative comunali.
Di questo e del vero significato del termine “populismo” ci occuperemo nella terza ed ultima parte dedicata al V-Day.

continua





martedì, settembre 18, 2007

Il dopo V-Day - Parte I^

DOPO IL V-DAY
Parte I^
Reazioni della politica e della stampa.
Ma intanto GRILLO non solo ….rompe ma propone anche la formazione di liste civiche in occasione di elezioni comunali.

Prima di addentrarmi in queste tematiche desidero fare alcune considerazioni di carattere generale sui vari movimenti che si sono succeduti nel corso degli anni dopo la proclamazione, per volere del
POPOLO ITALIANO,
del regime democratico repubblicano.
Incominciamo, per quello che conosco, dal primo, confluito nel 1944 nel Movimento per l’indipendenza della Sicilia (MIS)
ad opera di Finocchiaro Aprile, un siciliano che era stato anche ministro del regime fascista, movimento che, con tanto di bandiera,
mirava ad aggregare l’isola agli USA, un altra stella da ggiungersi alla bandiera americana!
Finì nel nulla; forse perché gli USA, pur considerando la nostra isola come di interesse strategico nell’ambito dell’area mediterranea, preferirono allacciare solamente una forte alleanza in quanto a casa loro avevano parecchi problemi con alcune famiglie siciliane e non vollero accollarsene altri oltre oceano.
Sempre nel 1944, in contemporanea, nacque il partito de
L’Uomo Qualunque (UQ)
il cui fondatore fu Guglielmo Giannini.

Come può arguirsi dal simbolo scelto più che un partito era un vero e proprio movimento che mirava ad aggregare tutti quei cittadini che ritenevano di essere schiacciati dal potere statale.
Giannini ipotizzava, infatti, non uno Stato politico ma solo amministrativo; i suoi punti cardine furono:
· lotta al comunismo;
· lotta contro il capitalismo delle grandi industrie;
· liberalismo economico individuale;
· limitazione al prelievo fiscale (vecchia fissazione);
· meno statalismo nella vita del Paese.
Azzarderei definire questo programma come un liberalismo assoluto senza regole, cioè il caos elevato alla massima potenza.
In breve, il dissolvimento dello Stato sovrano su tutto quanto costituiva il patrimonio globale della nazione poiché la struttura statale avrebbe dovuto limitarsi ad amministrare senza regole prefissate la volontà dei cittadini.
Una vera e propria Repubblica utopistica, atteso che l’opinione degli italiani su qualsivoglia evento o problema è stata sempre divisa in due, con l’eccezione del periodo dell’immediato dopoguerra nel corso del quale occorreva che tutti si rimboccarsero le maniche per ricostruire la nazione sulle rovine causate dal passato fascista.
Nel 1968, dopo un covare sotto le ceneri per lungo tempo, nasce come segnale di rivolta contro lo Stato sordo ai problemi della scuola, il
Movimento Studentesco (MS)

che riesce a sopravvivere per circa un ventennio anche perché ad alcune giustificate proteste invocanti una riforma delle Istituzioni scolastiche si va col tempo a sovrapporsi, innescata da elementi definiti “extraparlamentari”, la lotta indiscriminata contro ogni forma di potere precostituito anche da legittime e regolari elezioni.
Quasi contemporaneamente nasce nel 1970 il
Movimento Femminista

rimasto sempre al di fuori della politica, iniziò col rivendicare, giustamente, la parità delle donne nella vita politica, sociale ed economica nel nostro Paese.
C’è da osservare come nel primo contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici stipulato nel 1948, che, per essere il più importante, fece per lungo tempo da traino a tutti gli altri, aveva, relativamente agli stipendi e salari, più suddivisioni:
· per aree geografiche: Nord, Centro e Sud, perché diversificate nel costo della vita;
· per età: al di sotto degli anni 21- allora maggiore età - ed al di sopra di essa;
· a seconda del sesso del lavoratore.
Siffatta suddivisione venne, in una prima fase, dichiarata dalla Consulta come contrastante con l’art. 37 comma 1 della nostra Costituzione e, successivamente la Corte di Cassazione, con la sentenza del 15 luglio 1968, n. 2538, pose la parola fine alle dispute tra Sindacato e Patronato industriale, dichiarando che, a parità di funzioni lavorative, la parità retributiva fosse un diritto costituzionalmente garantito a prescindere da ogni indagine sulla parità di rendimento.
PARITA’ pronunciata più volte in poche righe per dare più risalto alla circostanza che ogni discriminazione in materia non poteva essere più tollerata in uno Stato democratico !
Di tal guisa, onde evitare un’infinità di cause contrattuali individuali – la Class Action ci manca ancora – con notevoli aggravi di spese legali le imprese metalmeccaniche e non solo quelle, furono obbligate a pagare a tutti i sottopagati gli arretrati a far tempo dalla loro assunzione, livellando ab origine i loro stipendi alla fascia più alta, quello di un uomo maggiorenne che prestava la propria opera lavarotiva nel Nord Italia.
Molte giovani donne si trovarono così in mano un vero e proprio “tesoretto” che, pur falcidiato dalle trattenute fiscali, costituì la base per l’acquisto di un appartamento.
Ritornando al Movimento femminista si può osservare come via via abbia avanzato altre richieste sempre più incidenti nella vita del Paese, per certi risvolti aggrappato ancora del tutto ad un esasperato maschilismo; tali richieste avevano tutte come comune denominatore, quello della lotta a tutto campo contro lo
“sciovinismo maschile”,
cioè a dire contro la società diretta solamente, salvo rarissime eccezioni, parlo sempre dell’Italia, da uomini.
Oggi, tranne che nella vita politica, la donna ha fatto molti passi avanti ma dalla loro pretesa parità siamo ancora lontani.
Il costituendo Partito Democratico potrebbe essere l’occasione buona di un’equa ripartizioni degli incarichi che poi dovrebbero avere valenza anche nella formazione delle liste nelle varie competizioni elettorali; ma lo sarà ?
A chiusura di questa prima parte si può osservare, a ben vedere, come la nascita di questi movimenti sia stata causata per la maggior parte di essi :
· dall’incapacità dei politici di prevedere gli sbocchi che tali ed altri movimenti potessero avere nel futuro sia immediato che non;
Le loro parole d’ordine erano: populismo, antipolitica, cani sciolti – le stesse definizioni di oggi - anche se quello femminista aveva ragioni profondamente radicate nella storia di molte nazioni;

e conseguentemente

· dall’inerzia della politica nella sua generalità nell’affrontare la risoluzione dei problemi da loro più volte evidenziati e di incanalare alcune delle loro giuste ed accoglibili richieste negli ambiti delle istituzioni a ciò delegate: Parlamento e Governo.

Altrimenti, che necessità ci sarebbe stata ?

Io, da sempre, mi sono battuto all’interno del mio partito, assieme ad altri che condividevano le mie idee, perché ciò non avvenisse.
Ma quello che non riuscivo proprio a mandare giù era la sottovalutazione della forza trainante che ogni sorta di movimento esploso all’interno della società civile potesse avere, come conseguenza, sull’intera collettività, a sua volta scontenta per una serie di motivi: salari e stipendi sempre i più bassi d’Europa, anche ai tempi seguenti al trattato di Roma, mantenimento di molte disparità di trattamenti e di diritti tra le varie classi sociali che hanno oggi scavato ancor di più dei profondi solchi tra due categorie di persone: i ricchi ed i poveri, gli onesti ed i disonesti specialmente allorché sono questi ultimi ad arricchirsi alle spalle dei primi.
Ripeto, oggi si usano le stesse parole usate a suo tempo da alcuni politici seduti nella stanza dei bottoni; mi auguro che quelli attualmente in carica, non tutti per il vero, invece di blaterare a vanvera, prendano sul serio il “grillismo” e si diano veramente da fare.
E’ questo che vuole il popolo onesto.
Il giorno successivo al V-Day bolognese ho avuto l’occasione di ascoltare una trasmissione radiofonica del mattino alla quale partecipavano oltre al conduttore il direttore di Libero, Vittorio Feltri, ed il giornalista Gianpaolo Pansa – caduto oramai nelle braccia della destra, che commentavano di volta in volta, alternativamente, gli interventi in diretta di alcuni ascoltatori.
Parole, le loro, deliranti.
Sulle cui opinioni relative al V-Day, assieme a quelle di politici di vari partiti, scriverò nella prossima parte.

Segue

lunedì, settembre 17, 2007

Calderoli ed i maiali

I MAIALI di CALDEROLI

Oramai abbiamo fatto l’abitudine alle sue eccentriche, si fa per dire, esternazioni sia che provengano dai suoi multiformi istinti provocatori sia quelle che, almeno a suo giudizio, dovrebbero risolvere i svariati e gravosi problemi che assillano in maniera tormentosa e devastante la sua immaginaria Padania, il cui territorio viene di giorno in giorno allargato sino ad estenderne i confini anche molto al di là del loro sacro fiume Po.
Con la fantasia è un giuoco da ragazzi ampliarne il territorio sino ad estenderlo, parafrasando il padan-meneghino Alessandro Manzoni, “Dall'Alpi……a Capopassero, con deviazione per la Sardegna;” e c’è da credere come, tra qualche tempo, Bossi ed i suoi tenaci paladini annetteranno anche la Corsica e, perchè no, anche i Paesi Baschi, la cui storia, passata e recente, ha visto nascere e crescere movimenti indipendentisti.
L’ultima sceneggiata calderoniana attiene all’erigenda moschea di Bologna.
Figuriamoci se non doveva metterci il becco sopra, anzi, il muso, parlando di maiali.
A tutti i seguaci islamici è proibito non solo mangiare carne di maiale ma addirittura è loro vietato toccarla poiché i contravventori di questa norma coranica diverrebbero degli esseri impuri.
Da qui la singolare proposta del dentista padano di far pascolare per un po’, entro l’area sulla quale dovrebbe essere eretta la moschea, dei maiali onde non consentire più ai mussulmani di mettervi piede.
Tanto clamore per nulla; basterebbe che andasse solo lui a calpestare quest’area per raggiungere lo stesso identico risultato !
Ma qualcuno che la pensa come me mi ha preceduto; si tratta dello stesso concetto, anche se espresso non a parole bensì con un fotomontaggio.


immagine tratta dal sito www.kisanji.org

domenica, settembre 16, 2007

Così va la vita

SCAMPOLI di VITA
Brutti, purtroppo, sebbene alcuni riservano, in una eventuale impari lotta, un minimo risvolto di lealtà perché i protagonisti
combattono a carte scoperte.
La vita di ognuno di noi, in ogni campo in cui ci cimentiamo, è costellata sia da vittorie che di sconfitte.
E’ una legge che nessun mortale può mutare; quello che possiamo, da poveri mortali, cambiare sono i nostri comportamenti che cerchiamo di migliorarli anche sulla base delle nostre esperienze.
Ma non tutti si comportano in questa fase migliorativa allo stesso modo perché accanto a coloro che mettono a frutto in maniera legittima le loro doti, anche fisiche oltre che mentali, ve ne sono altri che per arricchire le loro potenzialità mentali e fisiche ricorrono a mezzi illeciti.
Non tutti, infatti, accettano le sconfitte.
Ricordo, per esempio che, durante gli anni universitari, parlo degli anni ’50, in molti affrontavano gli esami sotto l’effetto prodotto della simpamina che spesso agiva, a seconda della persona, solo ad esame terminato, con esito negativo in quanto sostenuto in “bambola”, come usava dirsi in quei tempi. Erano cavoli amari riuscire a tenere a bada questi sfortunati “dopati in ritardo” che per circa un’ora dimostravano una logorrea inarrestabile.
Il doping nello sport attivo che oramai è divenuto quasi di norma anche in quella disciplina che per me è la più nobile di tutte le altre, l’atletica leggera.
Medaglie d’oro olimpiche conquistate con l’aiuto del doping !
Anche nel calcio, nel nuoto e, soprattutto, nel ciclismo, si fa ricorso a questa tecnica peraltro rigorosamente vietata sia da norme sportive che penali.
Vite che dopo si spengono, a prima vista inspiegabilmente, allorché l’atleta è ancora nel fiore degli anni o comunque con decorso assai breve rispetto alle medie nazionali di mortalità.
Qualcuno ricorre anche all’uso di droghe, in particolar modo della cocaina, pur sapendo come oggi sia molto difficile, direi anzi impossibile, poter cavarsela a buon mercato ai controlli antidoping che oramai molto spesso vengono effettuati all’improvviso.
Al di là dei reati ipotizzabili, dopandosi, si viene ad integrare una frode non solo sportiva ma anche un inqualificabile autolesionismo che causa danni anche alla propria famiglia.
Al portiere Pagotto, recidivo, è stata inflitta una squalifica di 8 anni; una carriera finita; cosa farà adesso ?
La moglie prima della sentenza sportiva, piangendo, supplicava clemenza ma la giustizia è stata implacabile a causa dei precedenti specifici del marito; una famiglia distrutta !
In altri campi, come per esempio quello politico, c’è poi chi fa “carte false” pur di raggiungere il suo scopo.
Le elezioni comunali a Catania, contrariamente alle previsioni ed agli exit polls, hanno visto prevalere per pochi voti il sindaco uscente Scapagnini, medico personale di Berlusconi che, allora capo del governo, intervenne personalmente nell’ultimo comizio preceduto da un invio di un bel pacchetto di milioni, appartenenti allo Stato, per …..“beneficenza”.
A parte il “voto di scambio” con alcune “organizzazioni” locali e le immancabili incongruenze circa i dati degli scrutini che si ripetono ad ogni elezione, oggi il comune di Catania, quale frutto di una amministrazione smoderatamente allegra, pare abbia un debito definito “folle e spaventoso” da molti:
Si legge da La Sicilia:
"Catania insolvente, lo dicono gli ispettori del governo"


CATANIA - L'opposizione sferra l'attacco al sindaco di Catania. Un attacco deciso. Tutto nasce dalla relazione degli ispettori del ministro Padoa Schioppa sulla situazione economica e finanziaria del Comune, "dalla quale emerge un bilancio disastroso: 700 milioni di indebitamento con il sistema creditizio, 95 milioni di debiti per spese correnti non soddisfatti e 41 milioni di debiti fuori bilancio sin qui accertati", afferma il deputato Orazio Licandro, responsabile organizzativo del Pdci e segretario regionale del partito in Sicilia.
"Il Comune di Catania e' sull'orlo del dissesto finanziario; lo dicono con estrema precisione in un'ampia relazione i due ispettori del ministero dell'Economia e delle finanze inviati da qualche giorno a Palazzo degli Elefanti",
sostengono in una nota congiunta i capigruppo Ds, Rosario D'Agata, e della Margherita, Francesco Montemagno.
Tuttavia non crediate che non vi siano uomini che, pur di vincere, ricorrono anche loro ad ogni mezzo; solo che loro agiscono allo scoperto, non peritandosi di occultare agli occhi degli osservatori le loro armi, nell’occasione improprie, in un incontro di pugilato ed in una corrida.








sabato, settembre 15, 2007

La scuola italiana di ieri e di oggi ma....

TEMI – SONDAGGI

Per quanto ricordi, sin dai tempi in cui frequentavo le scuole elementari, specie nel secondo e terzo corso, i maestri e le maestre solevano dare agli alunni alcuni temi aventi lo scopo di conoscere meglio la famiglia di ogni bambino, i suoi usi e costumi, ecc..; insomma l’ambiente in cui viveva ed il suo tenore di vita.
Chi non ha fatto uno di questi temi ?
Parla dei tuoi genitori, della tua famiglia, cosa fate la domenica…..

A miei tempi la prima elementare consisteva nel cominciare a sillabare le parole: A a come amore, B b come Balilla, C c come coraggio, D d come dovere, E e come elmetto, F f come fucile, G g come Giovani d’Italia, H h come Hitler, I i come Italia, L l come lavoro, M m come Mussolini, e via di seguito.
Metà sillabario e poi abbecedario era un insieme di fasci littori, foto del Duce in divisa ed a torso nudo che mieteva il grano, le paludi pontine risanate, e motti, tra cui quello che ricordo di più era quello che rammentava di aprire le finestre o di andare in campagna perchè

ARIA, TERRA e SOLE
SONO LA TUA SALUTE

A farlo oggi, però, per merito del progresso acquisito anche attraverso procedimenti industriali nocivi, si rischia di morire asfissiato!

Come insegnamento dello scritto, mesi di aste e bacchettate sulle mani se non si riusciva a metterle giù dritte, nonostante i quadretti.
Spacciandolo per orale insegnavano Giovinezza, Faccetta nera e simili cacchiate.
Il sabato, come premio, il sabato fascista aveva lo scopo di addestrare il milione di baionette, secondo l’editto del capo in testa, era prevista la lezione di addestramento. Tutti in divisa, Figli della Lupa, Balilla, Avanguardisti e Giovani d’Italia, nel gran cortile della scuola, parlo della Morosini di Milano; chi la marinava, alle volte poteva anche accadere, non vi erano giustificazioni di sorta che potessero evitare un brutto giudizio sulla materia

EDUCAZIONE FASCISTA.

L’educazione di allora, sin dalla prima classe elementare, era la logica conseguenza dell’imperativo assoluto del motto fascista
CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE
E la mattinata di questo giorno della settimana, dopo varie prove di marcia,
distribuivano ai maschi, a seconda dell’età, tamburi, trombe e moschetti, anche a quelli che mettevano giù le aste storte che, in guerra, non avevano importanza alcuna.
Balilla trombettiere, tamburino, fuciliere.
Alle donne, dopo la loro settimanale marcetta, insegnavano a rammendare panni, vestiti e quant’altro fosse possibile rimediare prima di gettarlo nell’immondizia; eravamo in piena autarchia a seguito delle
SANZIONI
inflitte all’Italia, subito dopo la nostra invasione dell’Etiopia, ad opera della
Società delle Nazioni
con voto favorevole di 52 Stati Membri e 3 contrari
(Albania, Austria ed Ungheria)
in data 10 ottobre 1935
con decorrenza a far tempo dal 18 novembre dello stesso anno.

Oggi è tutto diverso, al primo corso delle elementari, per merito della Brichetto, in arte Moratti, e di Berlusconi, i bambini, quasi tutti, conoscono meglio l’inglese che l’italiano, sanno far di conto con le calcolatrici elettroniche se non addirittura con il cellulare o con il pc, quello senza i finale.
Eppure gli asini, non per colpa dei bambini ma dei politici che si curano della scuola, abbondano; aule uguali a stalle site in edifici pericolanti, dove d’inverno si muore di freddo a causa dei vetri rotti da cambiare ma non si può per carenze di fondi, in alcune ci piove addirittura dentro e l’unico rimedio per i docenti è quello di invitare gli alunni a portare da casa delle bacinelle.
Riforme su riforme, non ci si capisce più nulla, anche i 200.000 precari,
fonte
- Associazione per la Difesa dei Lavoratori Invisibili - (ADLI) –
- darei un premio a chi ha coniato una siffatta sigla- ,
che insegnano da una vita incominciano a dare segni di impazienza.
In alcune regioni è difficile riuscire a far parlare e scrivere in italiano, imperando il dialetto del luogo, ed il massimo risultato che si possa raggiunge nei primi anni scolastici è quello di un italiano frammisto a parole dialettali; come nel caso qui sotto riportato, errori grammaticali, di sintassi e strafalcioni a parte.
Ma, alle volte, permeati da un impagabile humor !
Potrebbe sembrare una barzelletta italo-sicula, ma non lo è.

Legenda: schetta = nubile
confunnuta= confusa


Ma qual è la causa per la quale la scuola italiana va sempre più alla deriva ?
Ritengo per due precisi motivi:
1- alcuni governi che si sono succeduti negli anni dai tempi del fascismo sino ad ieri hanno ritenuto per lungo tempo di non apportare alcune modifiche alle strutture scolastiche, ai suoi programmi, all’apparato docenti e ausiliari, tentando solamente, a seconda dei casi, di modularla secondo principi che facessero comodo a loro e non agli studenti.
2 – l’immobilismo legislativo che ha perpetuato nel tempo normative non più al passo con il progresso della società italiana sia nel campo culturale, che industriale, commerciale, agricolo ed ambientale anche se qui occorrerebbe parlale di regresso.
Esempio eclatante, parlando di scuola elementare, è che la sua regolamentazione normativa, risalente al Regio Decreto Legge 10 aprile 1936, n. 634, convertito in Legge 28 maggio 1936, n. 1170, è stata “modernizzata” con diversi principi solamente con il DPR 14 giugno1955, n. 503 a sua volta opportunamente modificato, da ultimo, con il DPR 12 febbraio 1985, n. 104.
Riporto i principi generali cui dovrebbe attenersi la scuola elementare di oggi, esaminati i quali potrete valutare se la normativa vigente sia andata al passo con i tempi.
DPR 12 febbraio 1985, n. 104
Il dettato costituzionale
“La scuola elementare ha per suo fine la formazione dell'uomo e del cittadino nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione della Repubblica; essa si ispira, altresì, alle dichiarazioni internazionali dei diritti dell'uomo e del fanciullo e opera per la comprensione e la cooperazione con gli altri popoli.La scuola elementare che ha per compito anche la promozione della prima alfabetizzazione culturale, costituisce una delle formazioni sociali basilari per lo sviluppo della personalità del fanciullo, dà un sostanziale contributo a rimuovere "gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana" (art. 3 Cost.) e pone le premesse all'esercizio effettivo del diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e di "svolgere, secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società" (art. 4 Cost.).
Scuola elementare e continuità educativa
La scuola elementare attua il suo compito nell'ambito della "istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita" (art. 34 della Costituzione).La scuola elementare contribuisce, in ragione delle sue specifiche finalità educative e didattiche, anche mediante momenti di raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo con la scuola materna e con la scuola media, a promuovere la continuità del processo educativo, condizione questa essenziale per assicurare agli alunni il positivo conseguimento delle finalità dell'istruzione obbligatoria.In questa prospettiva un ruolo fondamentale compete anche alla scuola materna, che, integrando l'azione della famiglia, concorre, con appropriata azione didattica, a favorire condizioni educative e di socializzazione idonee ad eliminare, quanto più possibile, disuguaglianze di opportunità nel processo di scolarizzazione”.
Per le scuole superiori accenno solo al fatto che ho affrontato nel 1954 la licenza liceale del classico secondo l’indirizzo della riforma attuata per tutti i gradi d’istruzione dal filosofo e pedagogista Giovanni Gentile, ministro dell’Educazione durante il primo periodo dell’era fascista.
Riforma questa che cancellava la previdente normativa predisposta da Gabrio Casati entrata in vigore con il Regio Decreto del Regno di Sardegna del 1859 ed in un secondo tempo estesa in tutta Italia, così togliendo alla Chiesa il primato esclusivo sull’educazione.
Ma la nostra scuola, nonostante alcuni lodevoli sforzi, in rapporto ad altre nazioni, sprigiona ancora odore di muffa.
E poi ci raccontano la gran balla che l’educazione puzza di sinistra!
Ho chiesto un parere su questa nostra scuola a
QUI QUO QUA
Ed ecco la loro risposta:



venerdì, settembre 14, 2007

I difensori della razza padana

LA DIFESA della RAZZA PADANA

«Si sa che io sono differenzialista: cioè credo che ognuno viva meglio
nel suo habitat naturale. Se vogliamo dirla più semplicemente: noi non rompiamo i coglioni agli africani e loro non devono romperli a noi. Mi sembra semplice»


Così Mario Borghezio, europarlamentare della Lega, dopo essere stato arrestato a Bruxelles per aver partecipato, non certamente in maniera passiva data la sua indole, ad una manifestazione xenofoba vietata per ragioni di ordine pubblico dal sindaco della capitale belga.
Riportato dal Corriere della Sera, 12 settembre 2007


Chissà perchè ad ogni exploit di questo messere, aventi tutti come movente il razzismo , altro che "differenzialismo" - non ha nemmeno il coraggio di definire con termini esatti la sua, più che tendenza, mania culturale da esseredi pura razza ariana, sebbene appartenente ad una nazione virtuale da lui e da altri inventata, mi sovvengono vecchi ricordi che ho sempre tentato nella mia vita di allontanarli il più possibile; anche se si riferiscono a fatti accaduti allorché ero ancora alle prime classi delle scuole elementari, ciononostante, tra una bomba e l’altra, ero ben cosciente di quanto accadesse, anche perché al secondo piano dello stabile romano – proprio sotto quello in cui abitavamo noi - viveva una famiglia ebraica, ricercata più volte, invano, dalle SS, probabilmente dietro delazione di qualche fascistello del quartiere di San Giovanni in Laterano.
Il modo di essere di questo parlamentare europeo mi richiama quelle deprecabili leggi antirazziste emanate durante in regime fascista ed in particolare questa:



DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728
Provvedimenti per la difesa della razza italiana
VITTORIO EMANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER LA VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D'ITALIA IMPERATORE D'ETIOPIA
Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere; Visto l'art. 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100, sulla facoltà del potere esecutivo di emanare norme giuridiche; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro per l'interno, di concerto coi Ministri per gli affari esteri, per la grazia e giustizia, per le finanze e per le corporazioni; Abbiamo decretato e decretiamo:
CAPO I Provvedimenti relativi ai matrimoni
Art. 1. Il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito. Il matrimonio celebrato in contrasto con tale divieto è nullo.
Art. 2. Fermo il divieto di cui all'art. 1, il matrimonio del cittadino italiano con persona di nazionalità straniera è subordinato al preventivo consenso del Ministero per l'interno. I trasgressori sono puniti con l'arresto fino a tre mesi e con l'ammenda fino a lire diecimila.
Art. 3. Fermo il divieto di cui all'art. 1, i dipendenti delle Amministrazioni civili e militari dello Stato, delle Organizzazioni del Partito Nazionale Fascista o da esso controllate, delle Amministrazioni delle Provincie, dei Comuni, degli Enti parastatali e delle Associazioni sindacali ed Enti collaterali non possono contrarre matrimonio con persone di nazionalità straniera. Salva l'applicazione, ove ne ricorrano gli estremi, delle sanzioni previste dall'art. 2, la trasgressione del predetto divieto importa la perdita dell'impiego e del grado.
Art. 4. Ai fini dell'applicazione degli articoli 2 e 3, gli italiani non regnicoli non sono considerati stranieri.
Art. 5. L'ufficiale dello stato civile, richiesto di pubblicazioni di matrimonio, è obbligato ad accertare, indipendentemente dalle dichiarazioni delle parti, la razza e lo stato di cittadinanza di entrambi i richiedenti. Nel caso previsto dall'art. 1, non procederà nè alle pubblicazioni nè alla celebrazione del matrimonio. L'ufficiale dello stato civile che trasgredisce al disposto del presente articolo è punito con l'ammenda da lire cinquecento a lire cinquemila.
Art. 6. Non può produrre effetti civili e non deve, quindi, essere trascritto nei registri dello stato civile, a norma dell'art.5 della legge 27 maggio 1929-VII, n. 847, il matrimonio celebrato in violazione dell'art.1. Al ministro del culto, davanti al quale sia celebrato tale matrimonio, è vietato l'adempimento di quanto disposto dal primo comma dell'art.8 della predetta legge. I trasgressori sono puniti con l'ammenda da lire cinquecento a lire cinquemila.
Art. 7. L'ufficiale dello stato civile che ha proceduto alla trascrizione degli atti relativi a matrimoni celebrati senza l'osservanza del disposto dell'art. 2 è tenuto a farne immediata denunzia all'autorità competente.
…………..
Questo Decreto-Legge reale, di nome ma anche di fatto in quanto vero, purtroppo, non finisce lì ma continua con un’altra serie di articoli contenuti nel suo Capo II, quello dedicato agli appartenenti della razza ebraica: norme che, lette oggi, appaiono ai nostri occhi non solo abnormi ma addirittura come appartenenti ad un mondo creato dalla fantasia di un essere che di umano non aveva proprio nulla; ma sappiamo che è esistito veramente questo mondo e di ciò dovremmo tutti vergognarci, ed in particolare i vari Borghezio, Calderoli e tantissimi altri seguaci o nostalgici di quel regime i quali, sebbene in piena democrazia sia oggi loro consentito, dovrebbero evitare di aprire bocca e di farsi vedere in giro.
Il resto del testo lo pubblicherò a puntate in omaggio al mio motto :
“Il dovere di comunicare”
a chi ancora non c’era in quei tempi nefasti che videro più morti che altro anche tra i civili.



Questa è una delle più decenti forme di espressione del padano in parola il quale si era reso già celebre nel passato con atti riprovevoli di violenza, anche fisica, quale è stata l’aggressione in treno, documentata in TV dalle Iene, di alcune viaggiatrici nigeriane, di incitamento all’odio razziale, di vilipendio nei confronti delle Istituzioni nazionali ed di offese nei confronti di alcune personalità politiche nostrane.
Il suo palcoscenico preferito non è solo l’Italia perché spesso si cimenta provocatoriamente anche all’estero tanto che, col benestare del capo di FI, l’allora ministro, si fa per dire, Castelli, anch’esso leghista, per dovere di colleganza ebbe ad osteggiare il recepimento nel nostro ordinamento giuridico del mandato di arresto europeo già vigente nel resto della UE e necessario per la lotta alla criminalità organizzata.
Noi, buon ultimi, l’abbiamo introdotto con la Legge 22 aprile 2005, n.69 con la quale vennero stabiliti principi, procedure e limiti da osservare perché si potesse procedere alla consegna ad altro Stato membro europeo di una persona; in buona sostanza questa legge andava a sostituire nell’ambito territoriale dell’Europa comunitaria il previgente istituto dell’estradizione.
Il reato di incitamento all’odio razziale venne aggravato da noi, con l’aggiunta di sanzioni accessorie , con la Legge 25 giugno 1993, n. 205 – Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa - meglio nota come “legge Mancino”; tanto perché sotto la spinta di alcuni elementi xenofobi era oramai divenuta una moda la caccia all’extracomunitario che pur risiedeva legalmente nel nostro Paese.
Ma come può spiegarsi oggi, in un mondo di globalizzazione generale, il fenomeno del razzismo, o peggio ancora della xenofobia ?
E’ secondo il mio parere un problema di natura psicologica che ebbe a tormentare le dittature nazi-fasciste perché potesse essere legittimata da norme ad hoc.
Mentre in Germania aveva fatto strada la teoria hegeliana della supremazia della razza tedesca su tutte le altre, da noi, non sapendo dove andare a sbattere la testa su precedenti dottrine filosofiche o su studi antropologici, venne, per risolvere il problema, affidato l’incarico a 10 eminenti scienziati italiani, titolari di cattedre universitarie di Fisiologia, Patologia, Antropologia, Neuropsichiatria, Pediatria, Patologia Medica speciale, Zoologia (sic !) e Statistica.
Costoro conclusero la loro “fatica” con la redazione di un manifesto che venne in data 14 luglio 1938pubblicato sul quotidiano del regime
"IL GIORNALE D'ITALIA"
affinché tutto il popolo ne prendesse diretta contezza.
Manifesto che venne anche sottoscritto da 247 alte personalità tra le quali oltre a Benito Mussolini ed i suoi maggiori gerarchi, figuravano anche Giorgio Almirante, fondatore in seguito del Movimento Sociale Italiano (MSI), e anche, udite udite, Amintore Fanfani ed il prof. Luigi Gedda, eminente genetista e pioniere della gemellologia oltre che fondatore nel 1948, a regime fascista abbattuto, dei famosi “Comitati Civici” pro Democrazia Cristiana, proprio quelli che inventarono la storiella secondo la quale si affermava che i comunisti mangiavano i bambini ed altro ancora !
E la gente se la beveva, così come oggi quelle raccontate da Berlusconi.
Oggi, quale paladino del razzismo, abbiamo in Italia questo personaggio, come suol dirsi, pieno di sé; il male è che probabilmente è da parecchi anni che non si guarda allo specchio,



altrimenti………altro che razza padana !



Ma una mano ignota ha già dato, prima di me, una risposta alle sue provocazioni.



"Borghezio piciu de' guma"
che, tradotto in termini passabili, vuole significare che la persona in parola è un


P I R L A


seguiranno gli altri punti delle leggi razziali del Regno d’Italia



giovedì, settembre 13, 2007

Il caro prezzi

SPIGOLATURE SETTEMBRINE

13 SETTEMBRE
SCIOPERO della PASTA

Detta così, come riportata dal titolo dato alla notizia da parte di alcuni quotidiani, parrebbe che a scioperare sia la pasta, stanca di essere divorata da noi italiani.
In realtà dovremmo essere noi ad accogliere l’invito lanciato da alcune Associazioni dei Consumatori ed addirittura anche dalla Coldiretti.

“Settembre, andiamo. É tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

Lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

Scendono all'Adriatico selvaggio

Che verde è come i pascoli dei monti “.

Così scriveva Gabriele D’Annunzio inneggiando alla sua terra d’Abruzzo ma oggi, sul mese di settembre, cosa scriverebbe, atteso che la maggior parte dei pascoli è stata selvaggiamente e criminosamente bruciata dai piromani e che colorate di verde sono solamente le tasche della stragrande maggioranza degli italiani onesti ?
Un rito che si perpetua da anni quello dell’aumento dei generi alimentari e non solo di quelli, come pane e pasta, il cui elemento essenziale, almeno si spera, è il grano.
Un ritornello stonato che era di moda già prima, sia pure in misure ridotte, che entrassimo nell’area dell’euro; ma adesso di anno in anno le percentuali di aumento hanno raggiunto cifre impensabili, senza voler poi sottolineare che in Italia stipendi e salari, rapportati ai valori di livello europeo, sono i più bassi in assoluto.
Salvo le prebende dei nostri parlamentari che, in barba a tutti noi, continuano a lievitare in maniera superiore a quella che dovrebbe rapportarsi, così come avviene per tutti noi, alla svalutazione programmata dai vari governi che non corrisponde poi mai a quella reale.
Grazie sig. Berlusconi di quel “Io non ci posso fare nulla” per calmierare i prezzi; se allora non ebbe il coraggio di spiegarci il vero motivo del raddoppio dei prezzi ce lo spieghi oggi e ci dica come mai tutti gli altri governi dei Paesi che avevano aderito all’area dell’euro questo fenomeno negativo per tutti i cittadini non si è verificato sia perché sono stati raggiunti accordi bilaterali ed anche perché gli stessi commercianti, a cominciare dai grandi supermercati si erano imposti di propria iniziativa il controllo dei prezzi.
Gli UNIEURO, infatti, tutto al costo di un euro, sono nati nei Paesi scandinavi e non in Italia dove la lobby legata al commercio ha potuto fare quello che ha voluto.
Lasci perdere la solita sua gran balla, sostenuta anche da quel burlone che è Tremonti, e cioè che la parità tra lira ed euro doveva essere fissata a £. 1.500 e non a £. 1.936,27 (corrispondente alla media del valore della lira rispetto all’ECU nel decennio antecedente all’entrata in vigore della nuova moneta europea ) o, ancor peggio, all’incapacità delle nostre donne spendaccione per non saper calcolare al mercato il costo reale del prodotto e che, pertanto, la colpa fu del governo precedente al suo, quello di Prodi.
E che si potesse fare sin d’allora qualcosa lo dimostrano le “lenzuolate” di Bersani che è riuscito a far togliere quei maledetti 20 euro, un vero e proprio “pizzo” da pagarsi sulle ricariche dei cellulari vigente in Europa solo da noi.

Gli aumenti in euro dei generi c.d. “primari”:

· Kg. 1 di farina nel 2006 = 0,80 nel 2007 = 0,89 aumento pari al + 11%;
· Kg. 1 pasta corta (penne) nel 2006 = 0,90 nel 2007 = 1,10 aumento pari al + 22%;
· Kg. 1 pasta lunga (spaghetti) nel 2006 = 0,90 nel 2007 = 1,14 aumento pari al 27%;
· Kg. 1 di pane nel 2006 = 2,10 nel 2007 2,46 aumento pari al 17 %.
Rispetto allo scorso anno il prezzo del grano è aumentato solamente dello 0,05% mentre i prodotti da esso derivati vantano un aumento medio del 20%.
Dov’è l’inghippo ?
L’opposizione dirà colpa delle tasse, che peraltro c’erano di già e nella stessa misura allorché al timone del vapore c’erano loro; allora non le pagavano come del resto molte altre categorie.
Oggi, che di riffa o di raffa le debbono pagare, le fanno ricadere sulle nostre teste senza scrupolo alcuno.

Ma al di là della speculazione da parte dei commercianti, la cui gran parte ha sino ad ieri evitato di emettere gli scontrini fiscali quando riteneva, per il tipo di cliente o in un determinato orario mattutino o serale, sta il fatto che in Italia esiste una catena parassitaria di passaggi di ogni tipo di merce, dai medicinali, ai prodotti per la casa, ma soprattutto nel campo ortofrutticolo; ad esempio 1 kg. di pomodori viene pagato agli agricoltori 0,05 centesimi mentre al mercato costa 1,50 euro.
E’ da qui che bisogna partire, incominciando a valutare alcune ipotesi di vendita diretta da agricoltore a consumatore; la conseguenza sarà quella che costringerà i venditori a darsi una severa regolata.
Comunque, oggi saltiamo il primo piatto e chi non possa farlo mangi il riso.




mercoledì, settembre 12, 2007

V- Day - 2

V-DAY
Beppe ed i Grilloboys
seconda parte

La striscia rossa, cioè la testata scritta in rosso de L’Unità di ieri rammenta, per bocca di Pippo Baudo, il momento in cui Beppe Grillo venne allontanato dalla politica per volere dell’allora capo del Governo Bettino Craxi, il massimo esponente del Partito Socialista Italiano (PSI).
"Che gusto.” Una delegazione di politici era andata in Cina. Andreotti accompagnato solo dalla moglie. Craxi seguito da una corte piuttosto numerosa. Così Grillo, in diretta, se ne uscì con la celebre battuta: “ C’è Martelli che dice a Craxi: scusa Bettino, se è vero che i cinesi sono oltre un miliardo e tutti socialisti, ma allora a chi rubanoin questo Paese?”. Craxi s’infuriò. Grillo fu sbattuto fuori
dalla RAI e fu proprio allora che Beppe cominciò ad assaporare il gusto dell’allontanamento”.
Pippo Baudo - Corriere della Sera del 10 settembre 2007.
Ricordo la battuta ma, come sostengo, non tutti i “potenti” tollerano la satira, libera espressione di un popolo attraverso i suoi cantori, nell’occasione Beppe Grillo, personaggio senza macchia e senza paura.
Diceva Bertold Brecht che
“un popolo che non può ridere dei propri potenti non è un popolo libero”
Un altro personaggio, di cui purtroppo non ricordo il nome, affermava che:
“un comico che non ha un popolo con cui parlare se la passa male, ma sta ancor peggio quel popolo che vorrebbe sentirlo ma che non lo può ascoltare”.
Sembrava che in Italia la censura fosse finita con la caduta del regime fascista ed invece….eccola riapparire allorché assurgono al potere uomini politici troppo supponenti e nel contempo altezzosi, innamorati oltre misura della loro potenza che mettono al riparo da qualsivoglia ingerenza satirica.
Ricordo un’altra battuta del Beppe che all’epoca fece il giro di tutti i quotidiani, meno che su l’Avanti, giornale ufficiale del PSI, il cui senso era questo:
alcuni socialisti vogliono denunciarmi…però quando usciranno dalla galera.
Molti anni or sono partecipai in quel di Perugina ad un convegno dei comuni governati da forze di sinistra e dopo lunghe sedute e chiacchierate gli organizzatori avevano prenotato, a mò di svago, una discoteca vicina alla città dove era previsto uno spettacolo con la partecipazione di una nuova formazione musicale,
I ladri di biciclette, ed in chiusura uno spettacolo di Beppe Grillo.
Una cascata interminabile di battute, una dopo l’altra, tra le quali anche quella sulla denuncia dei socialisti; calò immediatamente nella gran sala un gelido silenzio poiché era presente, tra gli altri calibri da 90, anche il presidente della regione Umbria, un socialista.
Qualcuno, che socialista certamente non lo era, incominciò timidamente a battere le mani e così, uno dopo l’altro, in molti, la maggioranza dei presenti, si diedero ad applaudire con qualche isolata richiesta di bis: erano gli amministratori del Partito Comunista Italiano (PCI).
Sin d’allora Grillo divenne per me un punto di riferimento anche se alle volte, parecchie debbo confessare, dissentivo dalle sue pur scherzose battute, ma a lui si poteva, in caso di qualche errore, perdonare tutto perché l’errore è da persone umane e tollerabilissimo se commesso in piena buona fede.
Molti potrebbero chiedersi quale interesse abbia il Beppe per cimentarsi in ogni specie di crociata se da lui ritenuta degna della sua attenzione, badate, nella vita ci sono tanti amori ma quello per la giustizia sociale è in uno dei primo posti, viene per me subito dopo quello verso Dio per i credenti, e quello verso la propria famiglia; giustizia sociale vuol dire equità per tutti, in ogni campo, senza differenze di censo, di religione, di colore della pelle, vuol dire altruismo senza il quale il più forte prevale, come nell’età della pietra, sul più debole, sul diseredato, su chi ha avuto l’ostilità del prossimo suo.
La nostra vita, indipendentemente dai nostri voleri, è oggi teleguidata dai politici, non c’è che dire, e se ci si accorge che qualcosa o anche di più, non va per il verso giusto, con chi bisogna prendersela ?
Sui politici corruttori e corrotti, pregiudicati, sottrattisi con la nomina parlamentare a processi per reati di una certa gravità, incapaci o vili servitori di un padrone assoluto dell’etere, su chi specula dall’alto, approfittando della sua "privilegiata posizione, per arricchirsi di sempre più a danno di tutta la collettività, anche di quelli che l’hanno votato.
Ma per far ciò non si può attendere un quinquennio per votare solo chi si ritiene lontano mille miglia dalle specie di politici di cui sopra e, pertanto degno della propria fiducia.
Con l’ultima legge “porcata” elettorale ci hanno scippato anche questa possibilità di scelta, eliminando il voto di preferenza; sono stati eletti coloro che i partiti hanno voluto che venissero eletti e poi, tanto per fare un esempio, rimane fuori il prof. Bassanini, ex senatore dei DS, colui che ha apportato modifiche essenziali sulle procedure della nostra Pubblica Amministrazione, tanto che è stato chiamato come consulente sia da Sarkosy che, a quel che pare, anche da Zapatero.
La battaglia di Grillo si basa su tre punti, quelli contenuti nella proposta di legge popolare per cui si stanno raccogliendo le necessarie per poterla presentare.
- negare ai condannati per delitti non colposi l’elettorato passivo;
- restituire agli italiani il diritto di scelta dei candidati attraverso la reintroduzione del voto di preferenza;
- limitare a due legislature - così come vale per i sindaci delle grandi città – la possibilità di essere eletti in Parlamento.
Ad onor del vero, le prime due proposte sono di una tale evidenza che credo non ci sia nulla da obbiettare da parte chicchessia, tranne che dagli stessi politici.
La terza desta alcune perplessità perché potrebbero perdersi per strada uomini di un certo valore e di alto spessore morale; anche se è vero che per servire l’Italia ed il suo popolo ci sono tanti modi diversi per farlo, per esempio la presidenza di una Regione, un seggio al Parlamento europeo ovvero ancora in qualche azienda od istituzione statale per coloro che non abbiano mai litigato con le leggi, soprattutto quelle dell’economia e della comune contabilità.
Personalmente avrei aggiunto anche il divieto per coloro già eletti in uno dei due rami del nostro Parlamento di candidarsi alle lezioni per quello europeo.
Chi vivrà vedrà, si dice; sono sicuro che stavolta il Beppe ce la farà in nome e per conto di tutti noi.
A noi spetterà il compito di sorreggerlo, pur con i nostri anche modesti mezzi che abbiamo a disposizione; nulla in queste campagne è inutile perché, ricordiamoci, che
UNITI SI VINCE
F I N E