martedì, ottobre 20, 2009

il randello catodico - mafioso

IL MIO PASSA PAROLA
de
IL RANDELLO CATODICO - MAFIOSO
di
Beppe Grillo

Prima parte

Buongiorno a tutti.
Il Fatto Quotidiano ha lanciato una campagna che è dedicata al simbolo, diciamo pure un simbolo che potrebbe essere considerato troppo leggero e invece nasconde dietro di sé, come vedremo, una questione molto grave e molto sostanziale, che è quella della difesa del diritto del giudice Mesiano a emettere una sentenza e, come il diritto del giudice Mesiano, il diritto di tutti i giudici a emettere sentenze.
E’ un diritto ed è un dovere, è il loro mestiere e hanno il diritto di farlo come si diceva ai tempi dei latini, padri del nostro diritto,
SINE SPE AC METU,
ossia senza speranza di ottenere qualcosa in cambio e senza paura di ricevere dei danni o delle rappresaglie, ovvero le loro sentenze debbono essere emesse secondo giustizia, secondo legge, secondo coscienza, senza nessuna aspettativa di premi o di punizioni, fermo restando che, se la sentenza contenesse degli errori, ci sarebbero sempre i numerosi gradi di giudizio che sono previsti nell’ordinamento italiano, che è il più garantista al mondo.
Quindi,
TUTTI COL CALZINO TURCHESE.
Abbiamo lanciato questa campagna, che è simboleggiata dal calzino:
il calzino turchese, perché una serva sciocca, una precaria, che quindi va anche compresa, del gruppo Berlusconi, sotto la direzione di quel personaggio per descrivere il quale basta guardarlo in faccia, devo dire, Brachino, ha pensato bene di individuare, proprio in questo calzino, il simbolo della stranezza, della bizzarria, dell’originalità, della follia, della eccentricità del giudice Mesiano
il quale, fuori dall’orario di lavoro, fa quello che fa un qualsiasi comune cittadino:
se ne va dal barbiere, fuma, passeggia, si veste come cavolo gli pare, si prende il diritto di mettersi i calzini che vuole, di fumare quante sigarette vuole, di camminare dove vuole, di andare dal barbiere che vuole, di fare le facce che vuole e quindi il calzino è diventato un simbolo non solo della privacy:
chi se ne frega della privacy, qui non c’è una violazione della privacy,
qui c’è un avvertimento di stampo mafioso,
poi lasciamo perdere le intenzioni, ma l’oggetto di cui stiamo parlando è un avvertimento di stampo mafioso e terroristico, che funziona esattamente come ai tempi degli anni 70, quando i terroristi rossi e quando le organizzazioni satellitari, da lotta continua, potere operaio etc., facevano sapere ai nemici del popolo
“ vi teniamo d’occhio, vi stiamo spiando, sappiamo dove abitate”,
facevano anche spesso trovare sui loro giornali gli indirizzi per far sapere a certe persone che dovevano guardarsi.
Siamo tornati allo stesso clima, ma non a opera di organizzazioni terroristiche o pararivoluzionarie, ad opera della televisione del Presidente del Consiglio, ossia di colui che dovrebbe rappresentare
- dico in teoria naturalmente, per la funzione che occupa –
la legalità contro eventuali tentazioni che nascono dal basso di sovversione.
Ecco, la sovversione da noi viene dal vertice delle istituzioni, cioè dalla presidenza del Consiglio e dalle sue numerose televisioni e così anche, magari, i più ingenui o i più paraculi, che non hanno mai voluto vedere in questi 15 anni che cosa è il conflitto di interessi e a che cosa serve, hanno occasione di farci una riflessione.
Se Berlusconi si tiene le televisioni ha i suoi buoni motivi e, se si tiene le televisioni, le usa: perché le usa?
Per queste operazioni.
Dopo vedremo che non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima.
Il Fatto Quotidiano ha lanciato una campagna, che è quella di mandare messaggi o addirittura foto con il calzino turchese da parte di chiunque, cittadino comune ma anche magistrato - molti magistrati lo stanno già facendo, ieri l’ha fatto anche Franceschini, bontà sua gli abbiamo dato un’idea!
Meno male che l’ha raccolta, altri non l’hanno neanche raccolta, ebbene - andare in giro con il calzino turchese, farsi fotografare, fotografarsi con il telefonino, mandare al nostro blog, che è antefatto.it, oppure ilfattoquotidiano.it e abbiamo ricevuto - stavo controllando proprio un attimo fa, prima di collegarmi - un bel po’ di messaggi: siamo tutti Raimondo Mesiano, anch’io ho il calzino turchese, molti magistrati da lunedì - cioè da oggi - andranno a lavoro con i calzini turchesi in segno di solidarietà verso il loro collega Raimondo Mesiano, linciato da Canale Cinque per aver osato dare torto alla Fininvest. Facciamolo anche noi, lasciate un messaggio e mandateci le vostre foto con i calzini turchesi, c’è la possibilità di farlo sul blog antefatto.it, su Facebook, ma ci sono i riferimenti, su Twitter, anche qua ci sono i riferimenti, il trend topic è un cancelletto con scritto
“ calzino turchese”
e il flickr, ci sono anche qua le istruzioni: abbiamo una bella selezione di immagini già pubblicate e in un giorno, che era domenica, abbiamo ricevuto soltanto sul blog 337 messaggi e adesso controlleremo, chissà quante foto e chissà quante testimonianze anche sugli altri social networks.
L'intimidazione di stampo mafioso
Vi invito quindi, se volete.. non credo ci sia da sorridere, perché certo il calzino fa sorridere, ma è quello che rappresenta: l’individuazione e la mostrificazione di una persona solo perché è normale, tenete presente che siamo abituati, quando parliamo di Berlusconi, a pensare ad altri magistrati.
Il giudice Squillante e il giudice Vittorio Metta, quelli che prendevano i soldi di Berlusconi estero su estero, in Svizzera, dagli avvocati di Berlusconi, e di Metta si è anche scoperto che prendeva quei soldi per vendersi le sentenze, forse il calzino turchese non ce l’avevano.
Il giudice Squillante giocava a calcetto nel più esclusivo circolo sportivo di Roma insieme a Previti, il giudice Metta a un certo punto non ebbe più neanche bisogno di lavorare come magistrato, visti i soldi che gli pagavano gli avvocati di Berlusconi prima per la sentenza dell'IMI-SIR, per conto di Rovelli e poi per la sentenza Mondadori, per cui lasciò la magistratura e andò a lavorare come avvocato nello studio Previti.
Quando li pedinarono - pedinamenti illegali, perché li fecero i magistrati - beh, sicuramente non li vedevano comportarsi come persone normali: sapete che cosa faceva Squillante?
Si appartava dietro gli angoli, dentro le macchine con colleghi amici, con avvocati corruttori, parlava piano per non essere pedinato, perché?
Perché avendo la coscienza sporca lo sapeva che prima o poi l’avrebbero beccato e, quando trovò una microspia nel bar davanti al Tribunale- ora se c’è un posto pieno di microspie sono proprio i bar intorno ai tribunali: perché?
Perché ci vanno gli imputati, ci vanno i detenuti magari dopo l’interrogatorio o cose del genere - beh, l’ultima cosa che ti viene in mente, se sei una persona perbene, è che la microspia sia lì per te, se sei il capo dei G.I.P. di Roma e invece lui aveva la coscienza talmente sporca che, appena vide la microspia, capì che era per lui.
E’ difficile che lo trovino a gironzolare solitario dal barbiere o cose del genere, infatti trovarono, proprio pedinandolo, le prove dei suoi rapporti con i corruttori:
Mesiano non andava in Svizzera a aprire conti o a movimentare danaro estero su estero, Squillante sì.
Forse è proprio questa la bizzarria del giudice Raimondo Mesiano:
“ una vita da Mesiano”,
diceva ieri sera Bertolino nel suo programma su RAI Tre.
La bizzarria di Mesiano è quella di essere una persona normale, onesta, un funzionario dello Stato che guadagna quello che guadagna, che fa una vita normale, non è un corrotto: se l’avessero beccato a scambiarsi le buste dei soldi, come era accaduto tra Previti e Squillante, dubito che le reti Mediaset l’avrebbero mandato in onda, anche perché probabilmente a dare i soldi al giudice sarebbe stato o il Presidente del Consiglio o uno dei suoi amici, viste le abitudini che avevano i suoi avvocati qualche anno fa!
Hanno trovato un giudice normale e quindi è sembrato loro subito anormale, perché loro erano abituati a considerare normali i giudici che avevano a libro paga.
Ora però la cosa è molto seria, perché si dirà
“ beh, ma quello gli ha staccato un risarcimento di 750 milioni di Euro a Berlusconi!”:
primo errore, avete sentito l’altra sera il vicedirettore de Il Giornale Sallusti, che diceva che il giudice Mesiano, mentre indagava su Berlusconi, andava a cena con gli amici e parlava male di Berlusconi;
Mesiano non indagava un bel niente, Mesiano aveva sul tavolo la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori:
se trovo il riferimento ve lo leggo, perché è abbastanza interessante.
Nella sentenza Mondadori - parliamo della sentenza definitiva che ha condannato gli avvocati Previti, Pacifico e Acampora, avvocati Fininvest, per aver corrotto il giudice Metta e ha condannato il giudice Metta per essersi fatto corrompere dagli avvocati della Fininvest, in cambio della sentenza che toglieva la Mondadori a De Benedetti e la dava a Berlusconi, ebbene che cosa dice questa sentenza?
Eccola qua - arriva a una conclusione, che è quella che la sentenza Mondadori, quella che ribaltava il Lodo, fu comprata e conseguentemente scrive
“ la parte civile Cir avrà diritto alla rifusione dei danni morali e patrimoniali”,
per il fatto che gli hanno fregato l’azienda e che, per 20 anni, Berlusconi ha intascato gli utili al posto di De Benedetti.
Immaginate le dimensioni del gruppo Mondadori, 20 anni di lucro cessante, di mancate chance imprenditoriali, oltre al valore di un’azienda che è stata spostata da un gruppo all’altro con una sentenza venduta, comprata.
Dicono, dunque, i giudici penali della Cassazione che
“ ci sarebbe anche stato il diritto di una provvisionale subito”,
cioè a un anticipo del risarcimento, ma i legali di De Benedetti non ne avevano fatto richiesta, preferendo demandare alla separata causa civile.
Dicono dunque i giudici penali, sentenza definitiva confermata dalla Cassazione, che spetterà al giudice civile stabilire e liquidare
“tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi effettivi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari”.
Questo diceva la sentenza penale definitiva, ossia diceva al giudice civile guarda che tu non puoi decidere a capocchia se dare o meno il risarcimento a De Benedetti, ossia se condannare o meno Fininvest - non Berlusconi, Fininvest, di cui Berlusconi era all’epoca il legale rappresentante - a risarcire De Benedetti per avergli fregato l’azienda, tu lo devi condannare, devi condannare la Fininvest a risarcire la Cir, non puoi discutere sul se vada condannata la Fininvest, te lo dico io, giudice penale, devi condannare la Fininvest e risarcire la Cir.
Che cosa sta nella tua discrezionalità?
Fissare il quantum, cioè fissare la cifra del danno: mancata chance, lucro cessante, ma anche i riflessi sul mercato dei titoli, la Cir che perde uno dei suoi pezzi pregati che vola verso Berlusconi, è ovvio che ha dei danni in borsa e poi tutti i mancati introiti per quasi 20 anni, dal 1990 al 2009 e anche per gli anni futuri naturalmente, perché non è che la Mondadori ritorni indietro.
In più c’è anche il danno morale, questo il giudice Mesiano non l’ha ancora fissato: l’ha lasciato a un’altra parte di causa, ma questo dicevano i giudici penali a Mesiano,
“ tu non puoi discutere se dare o meno il risarcimento e condannare la Fininvest a pagarlo, il risarcimento te lo diciamo noi, Cassazione, che lo devi infliggere alla Fininvest, stabilirai tu quanto vale quel risarcimento”
e infatti Mesiano ha fatto l’unica cosa che poteva fare e ha condannato la Fininvest a risarcire De Benedetti.
Come ha fatto?
Intanto ha spiegato che Berlusconi c’entrava, anche se l’ha fatto ad abundantiam, l’ha fatto semplicemente affinché fosse chiaro che Berlusconi non viveva sulla luna, ma era il rappresentante legale della Fininvest, quando gli avvocati di quest’ultima corrompevano il giudice che, con una sentenza compravenduta, cedeva la Mondadori alla Fininvest.
Continua con
Berlusconi corresponsabile di corruzione

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