martedì, ottobre 27, 2009

la storia di Angelino

IL 7 DICEMBRE,

SANT’AMBROGIO,

SI AVVICINA

E DI GIA’ COMPAIONO GLI APPE

LLI PER LA CANDIDATURA DI ALCUNI PERSONAGGI

PER L’ASSEGNAZIONE DELL’ ONORIFICENZA

“AMBROGINO D’ORO”

Lo scorso anno, pur appoggiato da molte associazioni e da alcuni quotidiani,

non venne presa in considera

zione la proposta di assegnarla ad

A N G E L I N O

Anche quest’anno viene riproposta nella speranza che vada a buon fine.

Ho letto questa notizia ieri sera poco prima di addormentarmi ma anche nel sonno non mi ha abbandonato.

Un sogno col sottofondo di

una vocina che mi si rivolgeva:

Eih, eih, perché ti sei dimenticato di me ?

Io ti volevo bene ma non ho potuto dirlo nè a te nè agli altri perchè non potevo parlare.

Questa lamentosa domanda mi ha stravolto il sonno di stanotte tormentato da una notizia che non fa proprio onore all’Italia, a Milano in particolare, ed a noi tutti, nessuno escluso.
Tutto il popolo italiano, me compreso e tanti altri come me che hanno dedicato parte della loro vita a tentare di alleviare anche di tasca propria le pene dei bisognosi, sia quelle economiche che quelle morali , è coinvolto in prima persona.

Perchè questo toccante caso è l'emblema di quanto accade da tempo nel nostro Paese: l'indifferenza verso i diversi e verso chi soffre è oramai divenuta la norma imperante.
Accade per lo più a gente onesta che spesso per un incomprensibile orgoglio tace e soffre in silenzio.
Ma è compito delle istituzioni scovarle ed un caso “limite”come quello che alcuni flash d'agenzia hanno lanciato ieri non poteva né doveva sfuggire a coloro che sono preposti o per elezione o per lavoro alle tematiche sociali.
In questo caso l’Italia diventa una nazione da quarto mondo.

E’ questa la notizia :
“Angelino, bimbo down, due anni appena, non poteva dire neppure una parola. Angelino, bimbo down, operato subito dopo la nascita, non poteva neppure camminare.
Eppure era lui, Angelino, occhi neri e le manine forti, a mantenere la mamma disoccupata, il papà rimasto senza lavoro e i due fratellini, Rosario e Federico.
Il primo di quattro anni, l' ultimo di undici mesi soltanto.
Era lui, Angelino, a mantenerli tutti quanti con la sua pensione di invalidità da 444 euro al mese.
Era lui, al passato, perché adesso Angelino non è più niente.
E' morto la notte del 17 marzo 2005, prima dell' alba, forse soffocato o chissà per quale altra ragione.

A trovarlo senza vita, con la lingua serrata tra i dentini, la madre e il padre.
Angelino era lì, nella culla, immobile, un braccino attorno all' orsacchiotto.”

Anche gli angeli muoiono ma nessuno se ne accorge in questa povera Italia oramai fuori da ogni regola etica e morale.
Se qualcuno si fosse peritato di pensare più agli altri che a se stesso forse Angelino si sarebbe salvato.
Ma così non è stato.
Proprio per l’indifferenza della sua Milano Angelino se n’è volato via in cielo schifato da questo sporco mondo che lo circondava senza accorgersi di lui.
Perdonaci Angelino.
So che per te adesso, a più di quattro anni dalla tua morte, la richiesta di alcuni che ti venga assegnato l’Ambrogino d’oro alla memoria, appare come un rimedio con il quale in molti potranno pulirsi la coscienza macchiata da un’incuria scellerata,
A te non serve più, sarebbe servito ben altro prima che ci lasciassi; oggi serve solo a chi in questa Milano, divenuta capitale da quarto mondo, non vede quanta sofferenza ci sia in giro perché la sua vista non va oltre al proprio naso.

Hai voluto darci una lezione sacrificando la tua vita.

Grazie, ma perdonaci tutti, tu che sei divenuto per grazia divina un

IMMORTALE

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