lunedì, novembre 16, 2009

Un cantautore d'assalto

L'occhio interiore di Franco Battiato

L'artista catanese presenta "Inneres auge", l'ultimo album nel quale canta la decadenza dell'Italia moderna.

"In tutti i campi siamo di fronte a una catena incredibile di false competenze"

"Ci dobbiamo appellare a un colpo di fortuna cosmico.

Siamo all'ultimo stadio, ormai ci sono troppe connivenze.

Non sono pessimista, sono solo realista".

Franco Battiato spiazza tutti e, a differenza di altri cantautori che sembrano aver rinunciato a lanciare messaggi sociali e a stigmatizzare la decadenza della vita pubblica, esce con "Inneres auge"

('l'occhio interiore' in tedesco).

La title-track, uno dei quattro inediti del cd, è un j'accuse contro una società dove la morale e l'etica sono ormai valori in caduta libera.

Un brano in cui parla di una Giustizia che

"non è altro che una pubblica merce"

e canta:

"uno dice: che male c'è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?".

"Avevo già voglia di farlo l'anno scorso, ma ho aspettato.

Poi dopo gli ultimi fatti ho sentito il bisogno irresistibile di prendere posizione", dice il cantautore siciliano, che ha inserito altri brani della stessa natura

di Inneres Auge.

Come Un'altra vita, da Orizzonti perduti del 1983 o la bellissima 'U cuntù, altro inedito, in cui, spiega, "attacco anche la bassa sessualità.

Uno si stanca di questo, non sono più cose degne dell'essere umano.

Tu puoi fare quello che vuoi come individuo, ma ci sono dei limiti".

'U cuntu' (in cui canta anche Manlio Sgalabro), in dialetto siciliano con un verso finale in latino, parla di un mondo in cui

"si sta perdendo il senno".

"Siamo nelle mani di quelli che governano il traffico e gli ospedali e non lo sanno fare - spiega - Anche se fortunatamente c'è della gente responsabile, è quello che salva l'Italia.

Ma il sistema è marcio".

"Siamo di fronte a una catena incredibile di false competenze",

sottolinea.

E non possiamo rifugiarci nemmeno nell'arte, nella musica, nella filosofia, perchè "anche lì c'è da mettersi le mani nei capelli.

Di fronte al talento ci si dovrebbe solo inginocchiare.

Invece c'è chi spinge questa gente a fare un mestiere di facile guadagno e di facile successo.

I modelli, poi, hanno ambiguità sessuali che non c'entrano niente con la musica. Tutto sta diventando stupidità e superficialità.

Appena scrivi una canzone dicono ma è difficile:

ma sei tu che sei troppo facile!

C'è una totale mancanza di competenza.

Non dico che tutti debbano diventare come i musicisti del passato, ma c'è troppa distanza...".

Battiato ha ricantato e riarrangiato alcuni brani che considerava

"un pò sprecati e di qualità a volte superiore di quelli che ho inciso".

Come Haiku, anno 1993, dal cd Caffè de la Paix, e Tibet, composto nel 2008 contro il regime cinese, che era stato disponibile solo su iTunes.

Nel brano c'è anche la voce di Chiara Vergati:

"È la ragazza del produttore Michele Canova, che coabita con il mio ingegnere del suono.

Avevo bisogno di un timbro femminile.

L'ho trovata per caso, in casa".

L'ultimo inedito è Inverno di Fabrizio De Andrè, presentata a gennaio scorso nello speciale di Che tempo che fa dedicato al cantautore.

Ieri sera ha ricevuto il premio Tenco per il suo percorso artistico

"fuori da qualsiasi schema":

"Al Tenco ci sono persone che vanno avanti con delle idee di severità.

Ma non basta.

Bisognerebbe cominciare dalle scuole elementari.

Bisognerebbe però avere altre menti, non così materialistiche, pragmatiche, al limite del ridicolo".

da

LA SICILIA Web

Nessun commento: