venerdì, novembre 27, 2009

Siamo arrivati al dopo di me il diluvio

BERLUSCONI ALL’ENNESIMO ATTACCO CONTRO LA MAGISTRATURA

Anche con una frase che poi, in tutta fretta, il

Pdl smentisce.

La frase atterrebbe all’attuale comportamento dei giudici che rischierebbe di scatenare la guerra civile.

Il documento finale lascia poco spazio alle interpretazioni.

Toni durissimi contro la magistratura, la promessa di una riforma complessiva della giustizia, la riproposizione del Lodo Alfano per via costituzionale, il via libera al ddl sul processo breve.

Eppure durante l'ufficio di presidenza del Pdl Silvio Berlusconi, se possibile, ha usato toni ancora più duri.

Una frase in particolare durante l'ufficio di Presidenza, immediatamente smentita dall'ufficio stampa del partito, è destinata a far discutere.

E' stato quando il Cavaliere, secondo diversi presenti, avrebbe parlato di una persecuzione giudiziaria capace di portare il Paese sull'orlo della guerra civile.

Che il clima sia infuocato lo dimostra anche un'altra accusa mossa dal premier:

c'è un tentativo di far cadere il governo.

Insomma, ha chiuso il cerchio Berlusconi le toghe con le loro azioni rischiano di dividere il Paese".

Il partito ha sottolineato lo stato in cui versa la legislatura, secondo il Pdl

"turbata dall'azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità".

Di più, in Italia "la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica", un peso tale da rendere il potere politico quasi "impotente" a "svolgere le proprie finalità".

Le prese di posizione di Berlusconi hanno determinato l'intervento del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il Csm ha annunciato che acquisirà le dichiarazioni del presidente del Consiglio durante la riunione dell'ufficio di presidenza.

"E' un'escalation di denigrazioni contro tutta la magistratura, non possiamo fare a meno di intervenire", ha detto il consigliere togato Mario Fresa (Movimento per la giustizia), che in Prima Commissione è relatore della pratica già aperta dopo le affermazioni con le quali il premier, lo scorso settembre, accusava i magistrati di Milano e Palermo di cospirare contro di lui.

"Chiederò alla Commissione - spiega - di acquisire le ultime dichiarazioni, anche riportate attraverso gli organi di stampa.

Sono dichiarazioni pubbliche.

Lunedì avremmo comunque discusso della pratica già aperta.

Avremmo voluto che non ci fossero altre dichiarazioni di questo tenore.

Quelle pronunciate stasera sono anche più gravi: si accusa la magistratura di voler sovvertire la democrazia, la Costituzione.

Sono queste dichiarazioni - sostiene ancora Fresa - che pongono seri problemi di tenuta delle istituzioni democratiche, si altera l'equilibrio tra poteri e funzioni dello Stato".

Morale

Siamo oramai al deliquio !

E chi delira non è certamente la magistratura.

Siamo il Paese che ha partorito la mafia che ha col tempo spinto i suoi tentacoli in tutti i settori in cui si tratta col danaro in mano nonché in quelli delle Pubbliche Amministrazioni che il denaro

La vecchia ed oramai obsoleta accusa nei confronti dei magistrati si ravviva oggi

in maniera quasi cruenta col cinguettio di alcuni passerotti che hanno deciso di mettere a nudo vecchi fatti che procurarono anche molte morti di chi aveva avuto la sola colpa di trovarsi in alcuni punti dell’Italia presi di mira da attentati mafiosi.

Le trattative posteriori ai fatti ed anche quelle prima degli eccidi certamente non le fecero con chi non contava nulla ma con chi aveva in mano le redini del potere e del gioco.

Non so se gli inquirenti abbiano o meno in mano le prove della colpevolezza di qualcuno.

Ma l’escalation delle invettive del nostro premier nei confronti dei magistrati di Milano e di Palermo danno da pensare in senso positivo.

A questo punto possiamo determinare chi tra i due gruppi ora in conflitto sia un sovversivo.

E l’Italia assieme a coloro che l’amarono così com’era ante berlusconismo sono arrivati sin sull’orlo di un precipizio.

Un piccolo passo indietro ci salverebbe mentre un piccolissimo passettino in aventi

avrebbe effetti disastrosi senza ritorno se non tra altri vent’anni.

Due ere disgraziate e chi ne ha già vissuta una è, scusatemi, un po’ troppo.

Ricordo quando le truppe di Liberazione entrarono a Roma, dove allora abitavo:

un tripudio generale.

Chissà se potrò assistere ad un altro di eguale portata.

Basta solo un risveglio generale delle coscienze e del ragionamento che spinga ognuno di noi a distinguere da che parte stia il bene e da che parte stia il male.

E poi decidersi autonomamente.

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