Parla l'avvocato di Stefano Cucchi:
«Non siamo in condizioni di esercitare la difesa»
di
Nicoletta Cottone
Un corpo scheletrico martoriato, il viso tumefatto, l'arcata sopraccigliare rossa e gonfia in modo abnorme, un occhio rientrato, la mascella fratturata, la dentatura rovinata.
Sono impressionanti le foto scattate al cadavere di Stefano Cucchi, il detenuto del carcere di Regina Coeli, morto a 31 anni nel reparto per carcerati dell'Ospedale Pertini di Roma.
Scatti post autopsia, effettuati dall'agenzia funebre, pubblicati per espressa volontà della famiglia per ottenere verità.
Per capire quando e come è morto il ragazzo.
Arrestato il 15 ottobre per droga in un parco romano, processato per direttissima il 16 ottobre a piazzale Clodio per spaccio, spedito a Regina Coeli per i suoi precedenti e morto il 22 ottobre nel reparto destinato ai detenuti dell'Ospedale Pertini.
Sulla vicenda il ministro della Giustizia Angelino Alfano riferirà martedì al Senato.
Il pubblico ministero Vincenzo Barba ipotizza il reato di omicidio preterintenzionale contro ignoti. La famiglia ha nominato due legali, l'avvocato Fabio Anselmo, che già in passato si è occupato di casi analoghi (da Riccardo Rasman a Federico Aldrovandi) e Luigi Manconi, docente universitario ed ex Garante dei diritti dei carcerati a Roma.
«Il problema – spiega l'avvocato Fabio Anselmo - è che per ora prendiamo atto di uno spettacolo disarmante.
Attualmente non siamo in condizioni di poter esercitare i nostri diritti di difesa, prendendo atto e conoscenza delle cartelle cliniche e del materiale fotografico scattato durante l'autopsia.
Ci vengono negati documenti per l'esercizio della difesa, che vengono esibiti ai telegiornali, in netta violazione dell'articolo 326 del Codice penale.
Siamo disorientati».
Sempre dai giornali, l'avvocato ha appreso che il pm avrebbe avuto la segnalazione dall'ospedale
Pertini che Stefano Cucchi rifiutava l'alimentazione.
«Situazione che ci rende ancora più perplessi, perché se è vero vuol dire che un ragazzo in difficoltà, con molti traumi, due vertebre fratturate, non è stato aiutato adducendo la giustificazione che non voleva. In questo caso ci sarebbe una responsabilità per omicidio preterintenzionale».
La famiglia, racconta il legale «ha appreso della morte di Stefano dalla notifica di un avviso di conferimento di incarico per autopsia, quando già l'incarico era stato conferito.
E si tratta di un momento nel quale si possono fare osservazioni sul quesito e nominare propri consulenti».
Per Luigi Manconi la morte di Stefano Cucchi presenta «molti lati oscuri e preoccupanti».
Al giudice il compito di fare luce.
31 OTTOBRE 2009
Vi chiederete da quale quotidiano abbia attinto questo articolo.
I soliti malpensanti crederanno che sia uno di quei spudorati e menzogneri giornali di sinistra e dell’ultra sinistra – che peraltro non esiste più se non nella fantasia di qualcuno -.
L’Unità, Il Fatto Quotidiano, Liberazione, la Stampa, la Repubblica o persino Il Corriere della Sera, ecc..
No, cari amici l’ho copiato pari pari da
Il SOLE 24 ORE.
Contenti ?
Già questo episodio che in molti tentano di sminuire se non di celare del tutto od in parte è un evento di una gravità inaudita, almeno sino a qualche tempo fa, che mai avremmo potuto neanche ipotizzare che potesse accadere da noi.
Nella Russia di Putin, negli USA di Bush – vedasi Guantanamo – ed in altre nazioni islamiche e tante altre dove permane un dispotismo di Stato attraverso dittature di uomini pur eletti “democraticamente” – lo virgoletto non a caso.
Questa orribile e triste vicenda richiamerà alla mente di molti eguali episodi che si verificavano quasi giornalmente nel nefasto ventennio fascista, anche se la loro percezione avveniva non attraverso gli organi di stampa ma tramite una specie di tam tam che entrava in molti usci di coloro che si battevano, anche morendo, per la libertà.
Parola questa usata, anzi usurpata, da qualcuno che si proclama
IL DIFENSORE DELLA GIUSTIZIA E DEL DIRITTO
senza indicare che tipo di giustizia e di diritto intenderebbe difendere.:
la sua giustizia ed il suo diritto a far quello che più gli garba !
Dette da lui quelle parole rappresentano un’ingiuria di tale portata che solo chi non ha argomenti validi per difendersi dalle accuse rivoltegli dai magistrati poteva pronunciare.
Ciascun altro diverso da lui, ogni cittadino italiano, sarebbe già da tempo a scontare le proprie colpe in galera.
E pensare che molti come il povero Stefano Cucchi siedono, anzi bivaccano, in Parlamento.
Divenuto, per volontà dell’autoproclamatosi difensore dei diritti umani, la succursale di Regina Coeli, San Vittore, Poggioreale, l’Ucciardone, ecc…
Molto non quadra in questa dolorosa vicenda e, per evitare sospetti infondati verso una delle diverse istituzioni interessate, che si faccia al più presto chiarezza.
E’ un caso umano che sta per essere trasformato da parte degli effettivi colpevoli, chiunque essi siano, in una farsa.
Il mondo ha già dell’Italia una pessima impressione; Murdoch non c’entra nulla lo lasci perdere sig. B, è lei che trasmette urbi et orbi il volto di una pessima nazione.
Purtroppo da noi gli orbi sono ancora tanti ma abbia pazienza, continuando di questo passo, gli occhi si riapriranno anche a loro.
I suoi ministri poi, lasciamo perdere ……e le raccomando il suo personale cantastorie, quel tal Bonaiuti che……le spara così grosse che fa fatica a renderle credibili.
Salvo che lei, sig. B sia un ventriloquo e Bonaiuti solamente il ……..
A buon intenditor poche parole.
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