Alcune citazioni per meglio comprenderci
Buona parte del giornalismo è composta da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere.
(Frank Zappa)
Buoni giornali e pochi
(giacché il buono non può mai esser molto)
sono la manna di una nazione.
(Vincenzo Gioberti)
La cronaca è letteratura sotto pressione.
(Oscar Wilde)
Come diceva Orson Welles, per avere materiale sempre nuovo basta affidarsi alla cronaca.
(Dario Fo)
Dopo aver letto queste citazioni è naturale che mi venga da fare una mia riflessione.
La categoria dei giornalisti è una sola ma questi ultimi sono tra di loro divisi in due gruppi:
- chi sa scrivere e chi no;
- chi si attiene ai fatti reali e chi se li inventa;
- chi scrive per i buoni giornali e chi scrive per giornali “spazzatura”;
- chi scrive attenendosi alle proprie opinioni e chi scrive, a pagamento, sotto dettatura di altri.
- chi si oppone ad ogni regime subendo pressioni non sempre lecite e chi non solo non si oppone ma lo agevola, così ottenendo vantaggi non solo economici dal ras di turno.
***
Stamattina
RICEVO DA UN CARISSIMO AMICO UNA SUA MAIL CHE MI E’ PARSA DEGNA DI PUBBLICARLA, IVI COMPRESE LE SUE RIFLESSIONI
dal blog di Beppe Grillo:
In Italia la Politkovskaja e le decine di giornalisti russi assassinati sarebbero ancora vivi.
La Scuola Italiana di Giornalismo non prevede la morte di un portatore di verità se non in rari casi, come per Mauro de Mauro o Ilaria Alpi.
Eccezioni che confermano la regola del giornalista servo.
Servo per vocazione e, soprattutto, per stipendio.
Nel 2009 sono stati uccisi nel mondo 33 giornalisti e 171 sono finiti in galera insieme a 91 blogger.
Il giornalismo nostrano pagato dallo Stato con i contributi pubblici non corre questi rischi.
E' come se la Politkovskaja fosse stata retribuita da Putin per scrivere sulla Pravda.
I dati dei finanziamenti all'editoria per il 2007 e pagati nel 2008 spiegano meglio di qualunque discorso il posizionamento al 49simo posto della libertà di informazione dell'Italia nel 2009 (35sima nel 2007) secondo Reporters Sans Frontières.
Alcuni dati: Libero (diventato una Onlus per i contributi) 7.794.367 euro, Il Riformista 2.530.638, Il Foglio 3.745.345, La Padania (serva di Roma Iddio la creò) 4.028.363, L'Unità 6.377.209, Europa (organo del rutellone) 3.599.203, Il Secolo d'Italia 2.959.948, Il Campanile (organo del mastellone) 1.150.919, Avvenire 6.174.758 (ma non gli basta l'otto per mille?), Il Denaro (il nostro?) 2.459.799. L'Avanti (i socialisti sono sempre presenti) 2.530.638.
Non mancano neppure le elemosine folcloristiche elargite con le nostre tasse come: Il Granchio 88.444 euro, Motocross 506.660, Chitarre 273.126, Car Audio e FM 290.400, Italia Ornitologica 40.000 e il misterioso Adista 117.000
(Il Fatto Quotidiano che ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici rappresenta una controprova.
Travaglio, Lillo, Gomez non avrebbero mai potuto diventare editorialisti o direttori del Corriere della Sera o della Repubblica. Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere.)
Mancano i soldi per la Scuola, per la Polizia, per le case antisismiche, per il sussidio di disoccupazione ai padri di famiglia disoccupati.
Non mancano mai per i giornalisti di regime.
Il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria è presieduto da Paolo Bonaiuti del PDL.
Senza la cortina fumogena dell'informazione a tassametro il regime Pdl-pdmenoelle non durerebbe un giorno, Senza lo Stato la maggior parte dei giornali fallirebbe.
Lo stipendio a Belpietro, Ferrara, Polito, Boriani lo decide lo psiconano e lo paghiamo noi.
Gli editori sono i camerieri dei politici, i giornalisti scrivono il menu su ordinazione.
I contributi pubblici all'editoria e gli sgravi fiscali di cui godono i grandi gruppi editoriali vanno aboliti.
Se lettore compra, giornalista vive.
Altrimenti faccia un altro mestiere.
Una lettera di commento di un lettore al post grilliano:
A proposito di giornalisti uccisi.
Non dimentichiamoci di Antonio Russo, l'inviato di Radio Radicale che il 16/10/2000 trovò la morte.
Il corpo di Russo, abbondantemente torturato, venne ritrovato a 25 km da Tbilisi, capitale della Georgia.
Antonio Russo,solo due giorni prima di essere ritrovato morto, aveva parlato alla madre di una videocassetta contenente "torture e violenze" commesse, ai danni della popolazione cecena, da "reparti speciali russi".
Russo, inoltre, confidò a dei suoi amici di aver raccolto prove sull'utilizzo di armi:
"non convenzionali usate contro bambini ceceni".
(E qui,a differenza dei suoi amici che diedero alla stampa questa notizia, spesso mi sono chiesto:
"E quali sarebbero mai le armi convenzionali per uccidere bambini?")
Fatto sta che il materiale, di cui la madre ed i suoi amici parlarono, non fu mai ritrovato.
I russi dissero che Antonio fu ucciso da sconosciuti.
Sconosciuti non ancora individuati.
Però, che banditi sbandati che erano.
Sì perche quei "sbandati banditi", dopo averlo "massacrato" gli rubarono tutti i documenti che aveva con se.
Non solo.
Prima di "volatizzarsi" sì recarono a svaligiare anche il locale che il Russo occupava portandogli via, senza timore di bruciarsi, le "scottanti cassette".
Ciò certifica che non venne assassinato, come dissero i russi,da "banditi sbandati".
Russo venne "massacrato" da "inviati di qualche potente di turno di allora".
Tutti gli inidizi, allora raccolti, conducevano al governo di "Vladimir Putin".
Sì proprio lui "Vladimir" l'amico del Kuore del berlusKazz.
Nota: "Minchia signor tenente, in questi anni, gli "ex radicali"
Rutelli e Capezzone
cos'hanno fatto per conoscere la verità sulla morte del radicale Antonio Russo?.
Nota personale del mio amico
Insomma:
Fare giornalismo vero,
(e lo si fa anche tenendo aperto e in vita un blog coraggioso),
è mestiere per UOMINI e non per:
"figli di...putin"
Vedetevi se volete l'invettiva pasoliniana contro il servilismo dei giornalisti pennivendoli.
Un inno al:
"selvaggio dolore di essere uomini":
http://www.youtube.com/watch?v=DlYaVuEJHos
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