martedì, novembre 24, 2009

Ancora sui magistrati


ANCORA SUI MAGISTRATI

Una signora, tale Cristina Cusimano, scrive

ad un noto quotidiano di opposizione a questo governo.

“Abbasso lo sguardo e lo vedo. E’ un gentiluomo d’altri tempi.

Rientra adesso a casa con i suoi faldoni sotto il braccio.

Ha un’ironia sottile ed un sorriso spontaneo.

Lui è Pietro, il mio vicino di casa, un giudice.

Lo vedo ogni giorno tornare a casa stanco, sempre con i suoi faldoni.

Il lavoro per il tempo libero”.

Risponde

LUIGI CANCRINI.

Pietro e Belpietro

Ho pensato anch’io subito ai faldoni quando ho sentito ad Annozero uno dei più agguerriti dei berluscones, Belpietro, che parlava (sparlava) dei giudici come di persone che lavorano

“non più di 4 ore al giorno”.

Conosco da vicino, per motivi di lavoro, un certo numero di giudici e credo di poter dire a ragion veduta che gran parte di loro (le eccezioni ci sono dappertutto) è oberata da una quantità di pratiche e di responsabilità di cui solo un uomo superficiale e di parte come Belpietro può parlare con tanta inutile sufficienza.

Dimenticando la difficoltà enorme di un lavoro che li costringe ad approfondire (leggendo e rileggendo, appunto, i faldoni) per orizzontarsi all’interno del groviglio di interessi e di punti di vista su cui devono di volta in volta assumere decisioni.

Tentando di essere il più possibile imparziali.

Senza avere la possibilità (di cui Belpietro abusa ogni giorno) di schierarsi da una parte o dall’altra sulla base delle loro convinzioni e/o del loro tornaconto personale.

I meno equilibrati , dall’altra parte, sono inevitabilmente invidiosi di chi l’equilibrio ce l’ha.

Belpietro non fa eccezione”.

*********

Ho avuto ed ho tuttora parenti ed amici che operano nel comparto Giustizia con il ruolo di giudice, sia in civile che penale, e qui sia come facenti parte di un collegio giudicante che i pubblici accusatori (i tanto vituperati PM).

Anch’io mi sono cimentato per un certo periodo di tempo in questa onerosa fatica, che non è un mestiere ma una vera e propria missione:

quella che su tutto e su tutti deve trionfare sempre la

GIUSTIZIA,

assolvendo l’innocente e condannando il colpevole o, in civile, dando ragione a chi ce l’ha e torto alla parte avversa.

Sempre sulla base delle leggi vigenti e della precedente giurisprudenza.

Salvo tentare, in civile, una conciliazione tra le parti prima di procedere oltre.

E quanto si studia e ci si confronta con colleghi più esperti.

Altro che quattro ore; dopo le udienze al mattino, che spesso continuano anche al pomeriggio sino a tarda sera, a casa si preparano le sentenze.

Occorre essere appassionati per questo lavoro altrimenti, a lungo andare, se ne esce fuori per trovare una più riposante attività.

E prima di decidere sulla pelle di una persona quanti ragionamenti e quanti studi si fanno per rendere la sentenza come l’esatta applicazione in concreto di una o più norme di legge.

L’amore per la legalità la porti nel sangue, altrimenti non si sceglierebbe questo comparto di attività sempre in movimento perché norme nuove si adagiano sulle vecchie, alle volte superandole e così rendendole non più applicabili perché abrogate.

E di leggi ce n’è centinaia e centinaia molte anche scritte in maniera alquanto astrusa sì da dover essere interpretate sulla base dei criteri stabiliti da altre leggi.

Violarle da parte degli imputati è facile mentre decidere sulla futura vita di chi le ha violate è molto più difficile.

Oggi si vuole buttare tutto all’aria sulla base di menzogne clamorose come quella sputata fuori dal ministro della Giustizia

- verrebbe fatto scomparire solo l’1% dei processi –

mentre i dati raccolti nelle maggiori sedi giudiziarie indicano il 40 ed il 50 %.

Se qualcuno si pone in contrasto con il giudizio dato dal Governo, viene bollato come “eversore” mentre i nostri governanti sono i difensori della democrazia !

Ma per loro la democrazia è il voler fare quello che vuole il capo senza che nessuno si opponga.

Beh, questa non è democrazia ma dittatura.

Gli eletti al Parlamento non li ha scelti il popolo ma se li sono scelti i partiti ed anche il premier quando afferma di essere stato eletto dal popolo è una menzogna.

Lui e stato scelto da se stesso !

Da oggi inizierà un vero e proprio scontro tra chi vuole sfuggire alla giustizia e chi, invece, la giustizia vorrebbe che venisse migliorata, incominciando a stanziare i fondi necessari per immettere in ruolo altri giudici, atteso che in molte sedi giudiziarie ne mancano molti, e fornire a tutte le sedi quanto meno il minimo indispensabile per un loro buon funzionamento.

Non si può sbraitare che si vuole migliorare con il DDL che andrà in discussione la Giustizia in Italia negando da diversi anni ogni investimento necessario.

Tanto per non farvi fregare dalle parole preannunciate da Berlusconi, eccovi alcuni dati provenienti da una fonte neutrale, il

CEPEJ

(Commissione Europea per il Funzionamento della Giustizia in Europa).

Numero di cause penali per gravi reati per giudice in un anno

ITALIA 190,12

REGNO UNITO 103,94

FRANCIA 80,92

PORTOGALLO 63

SPAGNA 54,16

DANIMARCA 43,19

GERMANIA 42,41

BELGIO 27,01

AUSTRIA 16,12

Numero di cause civili di I° grado per giudice in un anno

OLANDA 458,71

ITALIA 438,06

FRANCIA 224,15

BELGIO 202,48

DANIMARCA 175,96

PORTOGALLO 153,58

AUSTRIA 67,96

GERMANIA 54,86

NORVEGIA 26,04

Ma il dato più interessante per intendere meglio il problema

GIUSTIZIA

È la conta dei giudici presenti in rapporto alla popolazione; il dato è rapportato a 100.000 abitanti.

Dato importante che riguarda in maniera particolare la velocità chi si può conferire alle estinzioni dei processi e delle cause con sentenza.

REGNO UNITO 11,6

ITALIA 14,8

SPAGNA 15,0

AUSTRIA 22,8

SVEZIA 23,8

PORTOGALLO 29,9

GERMANIA 30,7

Questi dati il ministro non li conosce e parla a vanvera, sparando cifre che chiunque ne comprende la falsità; o, ancor peggio, pur sapendole non le cita per meglio adeguarsi agli ordine del capo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vorrei capire com'è possibile che lei riprenda, integralmente, una mia lettera senza nemmeno chiedere un minimo consenso da parte mia. saluti. Cristina Cusimano