giovedì, novembre 26, 2009

Sicilia Bedda

A giudizio l’ex sindaco

di

ADRANO (CT)

Fabio Mancuso

(era UDC ora PDL)

Poveretto, non ha voluto fare eccezione alla regola……ma

Lui, che strano, si dichiara innocente.

Il Gup di Catania, Laura Benanti, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco, un funzionario e un ex consigliere comunale di Adrano e sei imprenditori per abuso d’ufficio e corruzione.

Tra gli imputati che il prossimo 10 marzo 2010 dovranno comparire per la prima udienza del processo davanti alla terza sezione penale del Tribunale etneo c’é anche l’ex sindaco dell’Udc e attuale deputato regionale del Pdl e presidente della commissione Territorio e ambiente all’Ars (Assemblea Regionale Siciliana),

Fabio Mancuso.

Il Gup ha invece archiviato la posizione di un imprenditore, Salvatore Maraponte, per avvenuta prescrizione.

Al centro dell’inchiesta, che riguarda un periodo compreso tra il 2004 e il 2005, c’é l’appalto per l’illuminazione pubblica del cimitero di Adrano.

Il procedimento tratta anche un prestito da 40 mila euro di una ditta appaltatrice del Comune e un assegno di 50 mila euro dell’Adrano calcio all’allora sindaco Mancuso. Il deputato regionale si è sempre proclamato estraneo alle accuse contestategli sottolineando di

“non conoscere il sistema nauseabondo che regola il pagamento e la dazione di tangenti”.

(Vive in Paradiso, forse)

Oltre a Mancuso sono stati rinviati a giudizio il dirigente del Comune di Adrano Antonino Seminara, Agatino Birtolo, Carmelo Santangelo, Alfio Putrino, Salvatore Caltabiano, Ludovico Russo, Emanuele Russo e Pietro Messina.

Tutti in buona compagnia !

Certo non c’è ancora una sentenza di condanna passata in giudicato che si concretizzerà verso il 2020 se il clan del gran Capo non interverrà con pesanti investimenti per risolvere i problemi della Giustizia specie nelle zone “disagiate”.

Comunque, sin d’ora, va il mio augurio a tutti indistintamente:

Ad majora !

Alle prossime elezioni politiche tutti in Parlamento; è questo, infatti, altro che Lodi e quant’altro di simile, l’unico sistema per evitare, in questi tempi, il carcere.

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