L’innominabile nanetto se la gode mentre milioni e milioni di italiani piangono;
anche molti di coloro che un tempo l’hanno votato, mettendo una croce sulla faccia di costui.
Adesso la stanno mettendo sulla persona di quest’uomo che si spaccia come politico – forse, anche ammesso che lo sia, lo è solamente per se stesso – ma anche come uomo !
Leggo e trascrivo
Fini amaro:
"Il premier ha rotto i patti"
di
Susanna Turco
Il patto sulle leggi ad personam siglato martedì tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini è così fragile che il ddl sul processo breve, appena depositato in Parlamento, sembra già sul punto di saltare.
Di certo, traballa vistosamente.
E solo nella giornata di ieri, finisce per provocare una nuova, pesante, frattura. Rancori, diffidenze e disagi che, se il buongiorno si vede dal mattino, sono destinati ad aumentare sempre più.
Se, infatti, il Cavaliere continua a non mandare giù di essere stato costretto a un compromesso così al ribasso (per lui), e a meditare quale sia il momento buono per reintrodurre quel taglio dei tempi di prescrizione che l’alleato insiste a negargli, l’ex leader di An vive con crescente «disagio» gli attacchi a un ddl che considera sì il necessario (pena la caduta del governo) «male minore» rispetto al testo iniziale, ma anche testo nel quale vorrebbe essere coinvolto il meno possibile.
Non per caso, il testo viene chiamato “ddl Ghedini”.
Non per caso, mentre si scatenano dall’opposizione le polemiche sulle falle contenute nel testo, i finiani si guardano bene dal difenderlo.
A tutto ciò, sempre per Fini, si aggiunge una diffidenza crescente.
E da ieri almeno raddoppiata.
«Perché quel patto, Berlusconi l’ha di fatto già violato»,
spiegano i finiani, «e siamo solo al primo giorno;
vuol dire che sono disposti a tutto, ma non è affatto detto che noi ci staremo».
Il casus belli, stavolta, è un elemento apparentemente solo tecnico, ma in realtà di grande peso politico, che infatti ha fatto infuriare Fini.
Nella lista dei reati che sarebbero esclusi dal processo breve, infatti, i berluscones (da Niccolò Ghedini in giù) hanno inserito all’ultimo momento e senza consultare la “controparte” interna, il reato di immigrazione clandestina.
L’indicazione, è ovvio, proviene dalla Lega, che quella norma anti-immigrati ha voluto a tutti i costi.
E il suo inserimento, secondo alcuni, è una vera e propria «sfida»
all’ex leader di An.
Non è un segreto, infatti, che nei mesi scorsi Fini si sia battuto duramente contro l’introduzione di quel reato.
Figurarsi se sarebbe stato favorevole al fatto di equiparare gli immigrati clandestini ai boss mafiosi.
Così, i berluscones non l’hanno nemmeno avvertito.
Così, non appena il testo è stato reso noto, Fini ha mandato avanti Giulia Bongiorno.
«Suscita un certo stupore la scelta di includere tra i reati di grave allarme sociale anche l'immigrazione clandestina», dice lei.
«Una cosa ridicola», aggiunge Fabio Granata.
Diplomazia per segnalare forte irritazione.
E soprattutto, diffidenza crescente verso un compromesso già accettato ob torto collo dall’ex leader di An.
«È un segnale netto che vogliono infarcire questo pacchetto di tutto ciò
che vuole Berlusconi.
Compresa, come no, anche la prescrizione abbreviata che abbiamo stoppato», spiegano ambienti finiani.
«Ma se le cose stanno così, non è escluso che ci metteremo a lavorare sugli emendamenti».
Del resto, anche nel Pdl si sono cominciate ad alzare voci contro un ddl che già è così vistosamente incostituzionale.
«Così finiamo come col lodo Alfano: tanti attacchi, e poi la Consulta ci boccia e non otteniamo nemmeno l’obiettivo».
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Ma un altro segnale forte lo debbono dare tutti i partiti dell’opposizione, UDC compreso, anche se Casini pareva in un primo momento ipotizzare un SI a quello che era i DDL concordato in queste ultime ore tra premier e Fini.
Ma anche l’UDC voterà contro questo obbrobrio giuridico che serve solo come ancora di salvataggio per una sola persona
Anche i sindacati debbono fare la loro parte, ci mancherebbe altro!
Salta il processo Thyssen e scusate se è poco la morte di qualche operaio, 6 operai morti in un incendio; per mobilitarsi quanti dovrebbero essere, 70 ? !
Ma non è tutto.
Parallelamente avanza la proposta di reintrodurre l’immunità parlamentare !
Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare: balle stratosferiche.
La Boniver richiama oggi una norma, già abrogata, che vollero i nostri padri costituenti.
Questo è vero e sacrosanto !
Ma la Boniver sottace che i nostri costituenti erano, così come noi tutti sopravvissuti, “reduci” da un ventennio fascista durante il quale i politici indigesti, oltre ad essere trucidati, vedasi caso Matteotti, venivano arrestati per un qualche motivo inventato di sana pianta e sottoposti al giudizio di Tribunali speciali – tutti i magistrati di carriera rifiutarono di andarci, formati da personaggi del regime che giudicavano indossando non la usuale toga nera ma la camicia nera.
Oggi, almeno sino ad ora, non siano ridotti a questo livello ma stanno facendo di tutto, anche in materia di giustizia, per riportarci indietro nel tempo: a quel ventennio.
Concludo con una notizia appresa da poco.
Anche l’avv. Carlo Taormina, docente di Procedura penale, è contrario a questo DDL che viene da lui definito, senza mezzi termini, come
“vergognoso, criminale, criminogeno e ridicolo”.
Ma i nostri 213.000 avvocati ed i 33.000 praticanti come la pensano?
Circolano cifre non proprio concordanti relativo al numero dei processi che verrebbero seduta stante archiviati al momento dell’entrata in vigore di questo provvedimento legislativo, ammesso che venga approvato da entrambi i rami del Parlamento e firmato dal Capo dello Stato:
i processi che salterebbero, assieme ai due dedicati al nostro capataz, sarebbero grosso modo dai 200 ai 250mila.
Un calo notevole che si ripeterebbe anno dopo anno a tutto danno delle tasche della classe avvocatizia: non dimentichiamolo che si tratta di una lobby alquanto potente.
Avremo anche qui un aumento della disoccupazione ?
Sono certo che anche loro faranno valere i propri diritti, mettendo qualche bastone di traverso ai tentativi di sovvertimento dello status quo della Giustizia.
Vedremo !
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