MA, ALMENO UNO, LO DESIDERO FARE
IN CALCE A QUESTO POST
Berlusconi dà l'ultimatum
Fini: non siamo una caserma
di
Esplicito Feltri:
«Chi non ci sta fuori dal Pdl»
titolava a tutta pagina il suo “Giornale”.
E il catenaccio di prima chiariva l'avvertimento:
“Entro mercoledì gli alleati dovranno firmare un documento che li impegna a tutelare il premier dall'offensiva giudiziaria.
Se il numero delle adesioni non sarà soddisfacente, dimissioni della maggioranza e nuove elezioni.
Quanto a Fini...”.
Il messaggio non girava intorno a sottintesi:
“i cavallini recalcitranti corrono il pericolo di rimanere fuori squadra”.
Conclusione?
“Ogni riferimento a Fini e al suo piccolo circo di storditi non è affatto casuale”.
Il direttore del Giornale mena fendenti per conto suo, come spiegano sottovoce dal Pdl ostentando una presa di distanze?
Cerca “di dare la linea al partito”, in poche parole?
“L'ultimatum” di cui parla Feltri, in realtà, non ha provocato alcuna esplicita smentita dalle parti berlusconiane.
C'è da desumere, quindi, che il Giornale abbia raccolto umori e notizie di prima mano.
Mettendoci sopra magari un buon carico di drammatizzazione.
La settimana che si apre, quindi, dovrà essere quella del “redde rationem”. “Decisiva”
come l'incontro con Bossi e Fini che dovrebbe tenersi tra giovedì e venerdì per dipanare definitivamente la matassa giustizia-regionali.
E il leghista Calderoli, tra l'altro – nel pomeriggio di ieri – spandeva ottimismo su “una soluzione condivisa” vicina “al testo finale”.
Il “ricatto ” ha fatto breccia?
Gli avvertimenti sono serviti a mettere in mora le ultime resistenze degli alleati? “Tra martedì e mercoledì – leggiamo da Feltri - il premier sottoporrà a tutti gli uomini del suo schieramento un documento sul quale sarà scritto",
in sintesi,
«ti impegni o no a superare col tuo voto la grana giudiziaria che minaccia la sopravvivenza del governo e della pres
idenza del medesimo?».
Alla fine “si procederà alla conta” per capire chi sta con Berlusconi e chi no.
E "se gli amici saranno tanti, i nemici saranno accompagnati alla porta",
altrimenti si andrà ad elezioni anticipate.
L'asino casca sempre sui problemi giudiziari del premier dopo la bocciatura del lodo Alfano, visto che Berlusconi teme una sentenza di condanna che possa metterlo in mora.
Da qui l'affannosa ricerca di un salvacondotto d'impunità per il Cavaliere.
Il premier, martedì, rientrando in Italia da Berlino – dove parteciperà alla cerimonia per il ventennale della caduta del Muro - incontrerà ad Arcore gli avvocati per una riunione tecnica su due testi diversi congegnati intorno alla prescrizione del reato. Si rispolvera un vecchio progetto dei senatori diessini Calvi e Fassone e lo si ridisegna a misura dei processi del premier.
Se “l'intesa di massima” diventasse definitiva, Berlusconi, Fini e Bossi, poi, potrebbero renderla ufficiale.
Sgombrando in campo, così, da uno dei macigni che intralciano la stessa trattativa sulle regionali.
Bossi, insieme al Veneto, potrebbe avere un candidato governatore anche in Piemonte.
Malgrado il Cavaliere – sondaggi alla mano - consideri il leghista Cota debole rispetto all'attuale governatore, la Pd Bresso.
Accordo complessivo con il lasciapassare di Fini?
Ieri, intervistato da Fabio Fazio, il presidente della Camera ha ripetuto che non gli piace “la caserma” e nemmeno il Pdl “come è fatto”.
Feltri?
“Quello che scrive mi lascia indifferente – ha scandito – Mi preoccuperei se alcuni intendimenti attribuiti a Berlusconi fossero veri, ma al momento non ho elementi per pensarlo”.
Le firme che annuncia il Giornale?
“Gli autografi si chiedono a Sting – ribatteva Fini –
Il presidente della Camera non firma nulla, i parlamentari si regolino loro”.
Se l'accordo con Bossi e Berlusconi andrà in porto – in effetti – il referendum pro o contro Cavaliere non avrà più ragion d'essere.
Ma cercando di salvare le forme si potrà evitare la figuraccia di darla vinta ancora una volta al premier?
“da l’Unità.it”
Purtroppo, così come l’ho voluto anticipare nel titolo di questo post, ogni commento al riguardo di questa situazione sarebbe proprio inutile tanto lampante è, da moltissimi anni a questa parte, ma oggi siamo alla soluzione finale, la protervia dell’uomo che, poco a poco, ha ridotto ai suoi piedi milioni di italiani, felici anche di esserlo e strisciare al suo comando.
Basterebbe girare ad occhi aperti per le strade delle nostre città per comprendere subito il degrado morale in cui è stato ridotto il nostro Paese.
Occorrerebbe a tutti coloro che lo vedono bello e prosperoso un elettrochoc perchè possano rendersi finalmente conto che non è proprio così.
L’Amministrazione comunale di Fondi, nonostante più segnalazioni del prefetto competente e dello stesso ministro Maroni, poi arresosi, “inquinato” da infiltrazioni camorristiche, non è stato sciolto ma i suoi componenti, sindaco in testa, si sono dimessi per potersi ripresentare alle prossime elezioni.
Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose rendeva “impresentabili” tutti i precedenti componenti.
Si scopre, - ma sarà proprio un caso ? - che un “potente senatore “ locale appartenga al PDL !
Verranno rieletti tutti, con le buone o le cattive; a certi personaggi vien difficile rinunciare alle mangiatoie.
E’ questo solo uno degli ultimi segnali che danno da pensare.
Ma facciamo finta che Berlusconi ottenga da tutti i suoi il voto favorevole sull’ulteriore legge ad personam abbreviante i termini del reato di corruzione dagli attuali 10 ad 8, questi ultimi già belli e trascorsi.
Nel processo che ha visto la condanna dell’avv. Mills in primo e secondo grado, manca ancora per passare in giudicato il responso della Corte di Cassazione, vi sono prove, raccolte quasi tutte in Inghilterra, dell’intesa – non dico contro moneta - tra il premier ed il suo avvocato.
Prove indelebili che rimangono scritte per sempre, anche con l’applicazione, Dio non voglia, della prescrizione del reato e che testimoniano sulla caratura morale di questo politico, sceso in politica, per suo stesso dire, per salvarsi dalla galera !
Di tutto il colossale resto, mancia.
Il parallelo duraturo giornaliero attacco ai PM
ed ai magistrati giudicanti, inquadrato al punto giusto, è stato il piano delegittimante di questo organo dello Stato per far capire che costoro ce l’avevano con lui al fine di eliminarlo.
Mentre ad essere eliminati saranno alla fin fine, senza l’opposizione di Fini e delle minoranze, i giudici.
Li nominerà d’ora in poi se li gestirà lui, a suo piacimento, quali sottoposti al potere esecutivo.
Da quel momento in poi i nostri futuri studenti avranno non uno ma due ventenni da approfondire; entrambi eguali in punto a mancanza di democrazia !
Ma, vi chiederete, è possibile che nelle eventuali future elezioni politiche venga rieletto, anche se nel frattempo venisse approvata la legge dell’elezione diretta del Premier da parte del Popolo degli Elettori ?
Credo di si perché
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