Giustizia, il ddl oggi in Senato
Con la velocità ed il frastuono di un fulmine a ciel non sereno.
Pd e Idv all'attacco
E’ LA CONTROPROVA CHE INTERESSA SALVARE BERLUSCONI
E NON ANCHE ALTRI
DA UNA SICURA CONDANNA .
La sentenza emessa in secondo grado contro l’avv. Mills non gli lascia alcuno scampo:
Berlusconi il corruttore e Mills il corrotto che prese i soldi dopo la testimonianza favorevole al primo.
Un Paese oramai in mano a persone deprecabili sotto tutti i punti di vista con un apparato statale servo di chi sente padrone di tutto e di tutti.
Chi si oppone viene attaccato con infamanti epiteti ed espulso da giornali, trasmissioni radio e Tv.
Si viene anche censurati, come la sig.ra Veronica Lario che venne costretta, sia pur bonariamente, a far togliere da una sua mail inviata all’ANSA, una parola con la quale definiva l’atteggiamento del marito.
Pare che questa parola fosse quella di
“PORCO”.
(vedasi il Fatto Quotidiano del 7 novembre 2009)
Finocchiaro: principio sbagliato.
Di Pietro: diritto distrutto per il beneficio di uno.
Presidente della Commissione Giustizia: non conosco il testo.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ha annunciato che l'esame del ddl sulla riforma della giustizia inizierà oggi il suo percorso in Senato.
Mentre il presidente della commissione Giustizia afferma di non conoscere il testo, Anna Finocchiaro fa una controproposta per accorciare i tempi dei processi.
Di Pietro parla, a ragion veduta, di distruzione del sistema della giustizia
«per il beneficio di uno».
Il Csm annuncia invece un parere, anche d'ufficio, sulla riforma.
«Io credo che un accordo sul processo breve entro sei anni sia un accordo che vale per tutti i cittadini - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - Il ddl dovrebbe essere presentato oggi in Senato perchè so che ci lavoravano stanotte». Secondo Bonaiuti
«il processo breve è una cosa giusta si mette una toppa a un sistema arretrato, non si può prescindere dalla situazione della giustizia in Italia che vede ancora processi durare mediamente 10 anni».
(Loro hanno fatto di tutto in tanti anni per farli durare il doppio- mia nota-).
Bonaiuti, parlando a Mattino5, risponde ad alcune domande sull'intesa raggiunta ieri tra Berlusconi e Fini sui temi della giustizia.
«Un incontro che è andato bene»,
aggiunge sottolineando che l'obiettivo della riforma è quello di «migliorare una macchina farraginosa».
Bonaiuti respinge le ricostruzioni giornalistiche che parlano di tensioni tra il premier e il presidente della Camera su questo tema:
«Se non si discute si dice che il Pdl è un partito senza dibattito, se c'è dibattito invece si parla di rissa...».
In realtà, afferma il sottosegretario,
«abbiamo un presidente del Consiglio che è un asso nella fiducia e nel gradimento dei cittadini».
Anche per questo motivo, Bonaiuti non vede all'orizzonte elezioni anticipate:
«Non credo che si vada a votare presto», dice.
Il presidente della commissione Giustizia: non conosco il testo.
A Bonaiuti risponde il presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli:
«Io sicuramente non ho lavorato tutta la notte al ddl sul processo breve, mi risulta che sarà presentato al Senato, ma io il testo non lo conosco e attendo di leggerlo quando sarà depositato».
Il vicepresidente della commissione Giustizia, Roberto Centaro (Pdl) afferma che il nuovo provvedimento
«dovrebbe essere presentato dai capigruppo».
La controproposta della Finocchiaro.
La presidente dei senatori del Pd fa una controposta e afferma che per accorciare i tempi dei processi si dovrebbero riorganizzare gli uffici giudiziari, prevedere un investimento economico affinché le udienze si possano svolgere durante tutto l'arco della giornata, invece che fino alle 14, promuovere sempre di più la digitalizzazione e l'informatizzazione degli uffici giudiziari.
La Finocchiaro sottolinea inoltre che si perde
«moltissimo tempo a iniziare processi, che non portano poi da nessuna parte, a imputati irreperibili».
La senatrice propone infine di «eliminare le garanzie formali che fanno però perdere moltissimo tempo».
Secondo la Finocchiaro «è il principio» del processo breve che sembra essere sbagliato.
«Cioè si dice: siccome processi sono troppo lunghi, accorciamo il tempo in cui si prescrivono i reati.
Ma così ci troveremo di fronte ad una montagna di processi che si concluderanno con una prescrizione, perchè è trascorso il tempo entro il quale lo Stato può sostenere l'accusa».
Il timore è che si tratti di
«una scappatoia che sembra fatta su misura per qualcuno».
Di Pietro.
Berlusconi distrugge il sistema e il diritto.
«Non si può, per il beneficio di uno, distruggere il sistema della giustizia e la certezza del diritto nel nostro paese»
commenta Antonio Di Pietro.
«Cosa vuol dire che è stato fatto un compromesso perché non daremo la prescrizione ma l'estinzione?
Stiamo giocando con le parole per illudere e truffare i cittadini italiani.
Chiamala come ti pare, ma questo intervento ha il solo effetto di bloccare il procedimento giudiziario»,
ha concluso il leader IdV.
il Csm darà un parere sulla riforma.
Il vice presidente del Csm Nicola Mancino assicura che l'organo di autotutela dei magistrati, anche di propria iniziativa, darà un parere sulla riforma del processo breve per gli incensurati, questione di «non facile soluzione».
«Bisogna vedere il fondamento giuridico del processo breve per gli incensurati.
Non mi sembra una questione di facile soluzione».
Belisario
è una norma salvapremier.
«Autorevoli esponenti della maggioranza hanno già dichiarato che il disegno di legge sul processo breve che verrà presentato al Senato ha come primo obiettivo quello di dare impunità a Berlusconi - commenta il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario –
È quindi evidente che dopo la Cerami, la Cirielli, il lodo Schifani e il lodo Alfano, si cerca di introdurre l'ennesima norma per consentire al premier di farla franca». Secondo Belisario
«il centrodestra se ne frega dei problemi veri della giustizia».
Nota personale:
strano che questa evidenza non sia stata ancora recepita da milioni di persone.
Credo che in tutto il mondo dove vive una vera democrazia, nei fatti e non nelle sole parole, non esista un altro qualcuno che, come in Italia, della Giustizia se ne sia sempre strafregato per motivi personali talmente evidenti che chi si ostina ancora a negare è in perfetta malafede od un autentico ottuso.
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