mercoledì, dicembre 16, 2009

Un interessante articolo

Il capogruppo dei deputati del Pdl, ha fatto un discorso durissimo alla Camera
e si è scagliato contro i giudici, l'Idv, Santoro e Travaglio.
Di Pietro: "Ci condanna a morte"
Cicchitto parla di un "network dell'odio"
e accusa la Repubblica e l'Espresso
Al telefono col Cavaliere Fini avrebbe definito le sue parole "incendiarie"





Fabrizio Cicchitto

 Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera per il Pdl, il presidente del Consiglio è stato aggredito anche in seguito "alla campagna d'odio fomentata dal gruppo Espresso-Repubblica".
E' stata questa la sostanza del suo discorso, pronunciato dopo la relazione del ministro dell'Interno Roberto Maroni sull'aggressione al premier Silvio Berlusconi. Toni molto aspri, dunque, e un attacco frontale al nostro Gruppo editoriale.
Che non sono piaciute al presidente della Camera Gianfranco Fini, che in una telefonata con lo stesso premier le avrebbe definite "incendiarie".
"A condurre questa campagna - ha detto - è un network composto dal gruppo editoriale Repubblica-L'Espresso, dal quel mattinale delle Procure che è il Fatto, da una trasmissione di Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio, oltre che da alcuni pubblici ministeri, che hanno nelle mani alcuni processi, tra i più delicati sul terreno del rapporto mafia politica e che vanno in tv a demonizzare Berlusconi".
Cicchitto ha poi chiamato in causa L'Italia del Valori.
 "E' da un partito come l'Idv, con il suo leader Di Pietro, che in questi giorni sta evocando la violenza, come se volesse trasformare lo scontro politico in atto in guerra civile fredda, che coinvolge anche settori più giustizialisti del suo partito, caro onorevole Bersani".
Secondo Cicchitto, poi, "non possono essere messe sullo stesso piano, neanche dalle nostre autorità istituzionali, due problematiche assai diverse: quella di chi, magari con un linguaggio non diplomatico, ha invocato una riforma costituzionale recuperando le obiezioni fatte da Togliatti e Calamandrei, e quelle dei Pm che hanno fatto trattenere il fiato al Paese e alla comunità internazionale, in attesa che gli oracoli di nuovo conio, gli Spatuzza e i fratelli Graviano, pronunciassero i loro verdetti, anzi le loro atipiche sentenze".
Dunque, ha insistito, "la mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio: ognuno si assuma la propria responsabilità.
Ci auguriamo che questa aggressione e questo ferimento servano a qualcosa di più e che dal male venga qualcosa di bene".
E Cicchitto indica la strada:
"Da questa situazione si esce solo disinnescando con leggi funzionali quell'uso politico della giustizia, un cancro che ha distrutto la prima Repubblica e sta minando anche la seconda".

La reazione dell'Idv.

Di Pietro. Quando il leader dell'Italia dei Valori ha preso la parola, i deputati del centrodestra hanno abbandonato l'aula.
Di Pietro ha aspettato prima di iniziare il suo discorso, in attesa che si completasse il deflusso.
"Per rispetto a chi non vuole ascoltarmi", ha detto polemizzando.
"Ieri ho espresso solidarietà umana a Berlusconi - ha esordito l'ex magistrato - per l'aggressione subita e deplorazione per la violenza causata da quello squilibrato. Oggi esprimo solidarietà totale, mia e del partito, alle persone condannate a morte dall'onorevole Cicchitto".
Ed ha aggiunto:
 "A morte, sì, perchè questo è il primo passo per quella criminalizzazione che egli ha ritenuto di fare anche oggi, qui in Aula
(in ossequio a quanto ha detto il Presidente della Repubblica, di abbassare i toni) nei confronti di Travaglio, Santoro, magistrati come Spataro e Ingroia, giornalisti de L'espresso, di Annozero e anche nei confronti nostri, dell'Italia dei Valori, che abbiamo una sola colpa:
quella di non voler essere zittiti, di voler fare opposizione, di voler dire le cose in modo chiaro, di volere aprire gli occhi a questo Paese, che per colpa di una disinformazione totale in mano ad un Presidente del Consiglio, che controlla quella pubblica e quella privata, sta facendo credere ai cittadini il contrario della verità".

La reazione del Pd.

Bersani. Dai banchi del Partito Democratico è partita la reazione all'intervento di Cicchitto.
Il segretatio Bersani ha detto:
"Dopo l'aggressione a Berlusconi, c'è il rischio che ci sia chi si traveste da pompiere ma fa l'incendiario.
Mi pare che nel dibattito di oggi alla Camera ci sia stato questo rischio e il capogruppo del Pdl ha dato un forte contributo".
Pier Luigi Bersani, parlando con i cronisti alla Camera, ha sottolineato come l'intervento in Aula di Cicchitto e la scelta di lasciare l'aula, quando ha parlato il leader Idv Antonio Di Pietro, non vada nella direzione indicata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di mettere fine all'esasperazione dei toni, che tutti dicono di dover rispettare.
Verini. L'onorevole Walter Verini ha stigmatizzato il durissimo attacco ai media, ai Pm e all'opposizione, dopo l'aggressione a Silvio Berlusconi.
"Cicchitto ha stilato un'inaccettabile lista di proscrizione, nella quale sono stati inseriti giornalisti e trasmissioni, che possono anche essere criticate, ma la cui libertà di espressione va tutelata".
Zanda. Dello stesso tenore la replica del vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda:
 "L'intervento di Cicchitto alla Camera contro tutta l'opposizione, la libera stampa, la televisione e la magistratura aveva una rara carica di violenza verbale, agli antipodi rispetto a quanto auspicato dal Capo dello Stato".
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In questo articolo è sintetizzato tutto quanto si può sino a questo momento conoscere sulle reazioni delle varie forze politiche presenti in parlamento
Sta a ciascuno di noi giudicare da che parte stia la verità, fermo restando che l’atto violento compiuto da Tartaglia, un psicolabile, sia in ogni caso da condannare.
Anche se spesso è la lingua che ferisce più della spada !
Ma alla maggioranza tutto è permesso mentre si adombrano di già
LEGGI SPECIALI
(così le ha definito un ministro)
contro chi osi contraddire gli attuali
padroni del vapore. 

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