Berlusconi attacca Consulta e riapre la guerra con Fini e Colle
Show a Bonn a Ppe:
Cambierò Carta contro partito toghe
Bonn, 10 dic. (Apcom) –
Per i primi sette minuti, il discorso fila liscio come da scaletta nel suo intervento al Congresso del Ppe a Bonn.
Poi la premessa che trasforma un appuntamento internazionale in teatro per un nuovo attacco ai giudici:
"Consentitemi di parlare un minuto del mio Paese",
dice Silvio Berlusconi.
E quello che il presidente del Consiglio vuole dire è che in Italia c'è una "fase di transizione", in cui "la sovranità sta passando dal Parlamento" a "quel partito dei giudici", che se non gradisce qualche legge votata dalle Camere si rivolge alla Consulta che tanto poi "le abroga".
Contro quel partito, spiega il Cavaliere, la maggioranza sta lavorando per modificare la Carta costituzionale.
Ma è contro la Consulta - e intrinsecamente contro il Colle - che Berlusconi lancia l'affondo più duro, rispolverando un livore evidentemente mai sopito sin dai tempi della bocciatura del Lodo Alfano.
Perché il premier ripete che la Corte ha "11 componenti su 15 che appartengono alla sinistra" e che "i 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica sono tutti di sinistra, in quanto abbiamo avuto tre presidenti di sinistra".
Ergo, sottolinea, la Consulta da "organo di garanzia" è diventato "organo politico" che ha detto ai pm di riaprire la "caccia all'uomo" contro di lui.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini verga una nota in cui prende le distanze dall'attacco alla Consulta e invita il premier a un chiarimento "anche per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia".
E Berlusconi, dopo averla letta, si presenta davanti ai giornalisti con la faccia tirata e dice "Non c'è niente da chiarire, sono solo stufo delle ipocrisie. Tutto qui".
E poi c'è quell'asse Camera-Colle che si rafforza almeno quanto cresce la distanza tra lo stesso Quirinale e palazzo Chigi.
Un gelo, quello tra Silvio Berlusconi e Giorgio Napoletano, che oggi ha toccato un nuovo picco.
Tanto da spingere il capo dello Stato a un intervento inusuale per esprimere "preoccupazione" per quello che ha definito il "violento attacco" del premier "contro fondamentali istituzioni di garanzia".
Nessun commento:
Posta un commento