lunedì, dicembre 07, 2009

Io speriamo che me la cavo

STIAMO PASSANDO DALLA GEOPOLITICA ALLA BIOPOLITICA.
SONO NECESSARI PROFONDI CAMBIAMENTI, SPECIE NELLA COSCIENZA DELLE PERSONE.
OCCORRE GUARDARE LE COSE IN UN MODO DEL TUTTO NUOVO
JEREMY RIFKIN

Ma  in Italia, secondo un non tanto vecchio sondaggio effettuato sugli studenti in visita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano su chi fosse il più importante scienziato del secolo XX
Risultò il
prof. Di Bella
che superò, così Einstein, Marconi, Fermi !

Commenta in un suo vecchio articolo

GIOVANNI MARIA PACE

“In Italia regna un'ignoranza diffusa per ciò che riguarda la scienza, nella società e fra i politici
C'è da mettersi le mani nei capelli.
Un tale stravolgimento di valori non ce l'aspettavamo, neppure alla luce di fatti recenti.
Da dove viene tanta ignoranza?
Per cercarne la ragione occorre allargare il discorso al rapporto che è andato instaurandosi in questi anni tra la nostra società - la società italiana, perché altrove è diverso - e il sapere scientifico.
Non parliamo ovviamente del sapere in senso alto, specialistico, ma di quel tanto di conoscenza delle cose scientifiche e tecniche che ogni cittadino dovrebbe avere per vivere consapevolmente nel mondo moderno.
In questa luce, la risposta delle scolaresche non appare come una curiosità da
"Io, speriamo che me la cavo"
 ma come la tessera di un mosaico, come un dato di un quadro generale che forse dobbiamo deciderci a giudicare preoccupante.
Vediamolo dunque, questo quadro.
Innanzitutto, il caso Di Bella.
Benché fenomeni di infatuazione per cure alternative si siano verificati anche in altre nazioni, in nessuna era mai accaduto che politici, assessori alla sanità, magistrati rendessero obbligatoria la prescrizione a spese dello Stato di una terapia ancora da verificare.
Solo ignorando che cos'è l'oncologia, la ricerca farmacologica, il modo stesso di funzionare della scienza si poteva giungere a una decisione tanto aberrante.
In fondo, scambiando Di Bella per un grande scienziato i giovani visitatori del Museo non hanno fatto altro che recidivare nel peccato di ignoranza da altri ben più colpevolmente commesso.
Del quadro fa poi parte la paura delle biotecnologie (con le sue appendici bioterroristiche), una paura che nasce anch'essa dall'ignoranza e che sta allontanando l'Italia dal gruppo delle nazioni progredite……..”.
Cosa faremo a fronte delle nuove necessità emergenti proprio in questa materia ?

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