SOFOCLE
Drammaturgo greco
496 A.C. – 406 A.C.
scrisse oltre cento tragedie ma solamente poche sono giunte sino a noi.
Le più famose ?
Almeno per me, forse perché ho avuto la possibilità di assistere alla loro messa in scena presso il Teatro greco di Siracusa,
sono:
Antigone, Edipo re, Edipo a Colono.
Dotato di un pessimismo, che andava oltre ogni limite, per alcuni suoi pensieri.
Oggi, in questa nostra epoca post atomica, sono tornati di moda, d’attualità, a causa dell’imperante povertà che, partendo da Paesi ultrasottosviluppati, sta impadronendosi anche del mondo c.d. civile.
Potenze mondiali in affanno, figuriamoci poi il nostro stato che è divenuto allarmante in punto a stabilità economica.
Accennavo all’attualità di certe parole espresse ben 400 e rotti anni prima della nascita di Cristo; vi citerò due soli pensieri, uno di Sofocle che nello
Fa dire al coro:
“la sorte migliore per l’uomo è il non nascere “
E l’altro, che non gli era da meno, di
Eschilo,
che insieme a Sofocle ed Euripide, forma il sommo trio dei tragediografi greci,
per lui:
LA MORTE E’ UN DESTINO MIGLIORE E PIU’ MITE DELLA TIRANNIA.
Pensateci su un attimo e chiedetevi cosa sia cambiato da allora ad oggi.
Il tiranno moderno è eguale al tiranno di allora.
Cambia solamente le vesti ed il modo di proporsi.
Ma milioni di persone morivano in passato per fame, sete, malattie e lo stesso accade oggi.
I grandi della terra promettono di fare e di dare, tenendo però le mani strettamente
Avvinghiate, l’un con l’altra, dietro la schiena.
Ogni tanto qualcuno riesce a risollevare i popoli dalla miseria ma subito dopo ce n’è pronto un altro a ristabilire lo status quo ante.
Il genere umano sopporta perché l’uomo, per sua stessa natura, nasce schiavo a causa di alcuni concetti che gli vengono inculcati sia con minacce di punizioni fisiche che con prospettazioni di condanne perenni alla sofferenza spirituale.
Ma tutto ciò a chi giova ?
Rifletteteci su e capirete.
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