7 dicembre 2009
Sos No B-day.
Il popolo della piazza cerca un avvocato.
Per querelare Vittorio Feltri, che domenica sei dicembre chiama dalle colonne de “Il Giornale” “amici di Spatuzza” i manifestanti che sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni del premier.
E il popolo viola non ci sta.
Per questo Giulio Nicolai, uno degli organizzatori livornesi della manifestazione, apre domenica stessa un gruppo su Facebook che ha già superato le 1600 adesioni. Obiettivo? Portare in tribunale il direttore del giornale della famiglia Berlusconi. Contattato dall’Altro quotidiano il 22enne Giulio, fondatore del gruppo, ci spiega la sua strategia:
«Stiamo cercando un avvocato per capire come muoverci.
Le ipotesi allo studio sono tre: o quereliamo tutti insieme Feltri, oppure gli mandiamo un migliaio di querele singole, oppure gli chiediamo direttamente un risarcimento danni da devolvere alle associazioni antimafia.
Ma per il momento quello che ci serve è un avvocato».
Feltri nel suo editoriale di domenica ci va giù pesante e dopo aver chiamato ”amici di Spatuzza” i manifestanti nell’occhiello dell’editoriale in prima pagina, scrive nel testo:
«Duecentomila persone in San Giovanni a Roma sono inconsapevolmente (ci auguriamo) diventate picciotti, gaudiosi complici del delatore-teologo-pluriomicida accusatore svanito del presidente del Consiglio».
«Quando ho sentito quelle parole alla rassegna di RaiNews24 -dice Giulio- mi è preso un colpo e ho subito pensato all’iniziativa».
Quello che ostacola ora una querela di massa contro Feltri è il fatto che il popolo viola non è una persona giuridica.
Non ancora almeno.
Perché i manifestanti si vogliono organizzare e su internet è già partito il tam tam per decidere cosa fare per il post No B-day.
Intanto, dice Giulio: «Ho scritto a Di Pietro e Grillo per cercare di sensibilizzarli all’iniziativa.
Ma non credo di ottenere una risposta».
E lancia un appello: «Ci serve subito un avvocato».
Eloisa Covelli
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