lunedì, dicembre 14, 2009

LA LEZIONE DEI TRE YOGI

"Si racconta che tre yogi, alla ricerca della perfezione, siano
andati a meditare nella foresta.
Un uomo passa e, trovando sul suo cammino il primo yogi,
gli dà uno schiaffo.
Lo yogi si alza e glie ne rende due!
Per lui, la perfezione era ancora lontana,
e la storia non dice se riprese la sua meditazione.
 Continuando per la sua strada, l’uomo incontra il secondo yogi,
 e anche a lui assesta uno schiaffo.
Lo yogi si alza con lintenzione di restituirglielo,
 ma immediatamente si riprende e torna a sedersi.
Lui almeno aveva appreso l’autocontrollo!
Quanto al
terzo yogi, questi ricevette il colpo, ma non se ne accorse
nemmeno, e continuò a meditare tranquillamente.
La lezione è facile da trarre:
 il primo yogi apparteneva ancora alla categoria degli esseri umani comuni
che protestano e invocano la giustizia,
 e che, purtroppo, si lasciano andare all’ingiustizia.
Il secondo era fra coloro che hanno imparato a
dominarsi, perché hanno riflettuto sulle conseguenze delle loro
azioni; essi dicono:
 «Non ne vale la pena, complicherei ancor più le cose».
Quanto al terzo, era già talmente evoluto che non
ha nemmeno sentito di essere stato colpito. "



 Omraam Mikhaël Aïvanhov

Una lezione interessante che, però, non tutti oggi la conoscono.
Ed, ove la conoscessero, o non ne comprendono appieno il suo significato ovvero, pur comprendendolo, fanno finta di nulla.
In questi frangenti tra ieri ed oggi abbiamo visto un’addensarsi di avvoltoi su un fatto che, pur deprecabilissimo e gravissimo, ne stanno facendo un’arma politica contro tutta l’opposizione.
Ma guardandoci indietro non possiamo non vedere o tapparci le orecchie per quanto ha prodotto il Governo della “vittima”  colpita da mente malata.
Nulla di positivo ma tutto il negativo possibile che, sino a qualche anno addietro, non era nemmeno immaginabile.
Un debito pubblico record, ammontante a ben 1.752,2 miliardi di euro, 
oltre due milioni di perdite di lavoro, spese pubbliche che nulla hanno a che fare con il buon andamento del Paese.
Una marea di leggi, molte delle quali contrastanti con la nostra Costituzione, per favorire il Premier a scansare  guai giudiziari, molte delle quali odorano di incostituzionalità pur a mille miglia di distanza.
L’Italia affonda ed il nostro Premier in una recente pubblicazione il nostro Presidente del Consiglio, per il secondo anno consecutivo,  si aggiudica l’ultimo posto nella classifica di Eurotribune.
Come ogni anno una giuria de La Tribune, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando un punteggio, in base a capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista.
L’Italia è all’ultimo posto per il secondo anno consecutivo.
Il Premier Berlusconi è al 27mo ed ultimo posto tra i 27 leader europei.
E tra i giornalisti che hanno stilato, documentandola, questa classifica, non c’era un comunista.
Il nostro Parlamento è stato ridotto come uno degli Enti inutili che però va avanti lo stesso perché altrimenti la deputazione PDL e suoi alleati, da chi potrebbe prendere soldi, benefit  ed onori di cui oggi dispone ?
Tutti a carico nostro solo per alzare la mano, perché in buona sostanza le leggi le fa l’esecutivo, anzi il capo dell’esecutivo.
Gli vogliono, gli avvoltoi, togliere anche il diritto di una opposizione a dissentire, a criticare, a demolire passo dopo passo leggi incostituzionali aventi il solo scopo di salvaguardare la vittima di ieri.
Per la maggioranza questa è eversione mentre la loro cos’è.
Prevaricazione di ogni legge che a oro non garba perché gli impedisce di fare il loro comodi.
Per questo voglio cambiare, anche da soli, la Costituzione.
Se ci riuscissero non avremmo più una Costituzione Repubblicana
bensì una
COSTITUZIONE BERLUSCONIANA !
Non credo proprio che il popolo italiano, nella sua stragrande maggioranza,  voglia che si verifichi una tale eventualità.




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