LETTERE DI CHI VUOL RENDERSI CONTO
pone una seria domanda:
“Perché anzichè parlare di istigazione prima e tendenza emulativa che potrebbe generarsi poi dal gesto del folle che ha ferito Berlusconi, non si sente la necessità di rilanciare sul tema della malattia mentale e delle possibili appropriate soluzioni per affrontarle ?”.
Risponde
LUIGI CANCRINI
Cura e prevenzione della follia.
In una ricerca di Saman *, le comunità terapeutiche in cui lavorò Restagno**, abbiamo verificato cos’era accaduto, dopo la fine del programma, a 150 detenuti tossicodipendenti che avevano chiesto ed ottenuto di espiare la pena in comunità all’interno di un programma terapeutico che coinvolgeva i loro familiari.
Incredibile ma vero, i risultati di questa ricerca ci hanno permesso di verificare che non più del 2% (3 su 150) dei nostri utenti avevano avuto ricadute e/o problemi con la giustizia e che solo il 10%, sporadicamente, usava ancora droghe leggere.
Rifletteranno mai su dati come questi i legislatori che si occupano di carceri, di giustizia e di salute mentale ?
Entrerà mai nella cultura della gente e dei servizi la convinzione per cui le
“appropriate soluzioni”
di cui lei parla si basano sull’idea per cui l’uomo che sta male deve essere restituito a sé stesso con un lavoro psicoterapeutico prima che
“costretto o sedato”?
La prevenzione e la cura delle condotte auto ed etero lesive, dalle droghe al terrorismo, sono possibili.
A non saperlo, purtroppo, sono quelli che decidono.
* Saman è un'Associazione no-profit fondata nel 1981, che opera nel settore della prevenzione, del recupero, del reinserimento socio-lavorativo di soggetti tossicodipendenti, farmacodipendenti, alcooldipendenti ed in situazioni di grave marginalità sociale.
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