venerdì, dicembre 18, 2009

Beni confiscati alle mafie


“I beni confiscati all’asta

li ricomprano i mafiosi”


  
“Se i beni confiscati alla mafia venissero messi all’asta  sarebbero i mafiosi stessi a ricompraseli: non ci possono essere dubbi”.                  
 Il procuratore di Torino, ed ex capo della procura di Palermo, Giancarlo Caselli ne ha parlato a Bari, in occasione del seminario ‘Giustizia e politiche antimafia. Bilancio prospettive della lotta alle mafie’ organizzato da Link-Udu Bari in collaborazione con Libera.
Ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
“Le cautele previste nell’emendamento alla Finanziaria – per Caselli – sono dei propositi, ma difficilmente potranno andare al di là delle belle intenzioni”.
“Lo dice il governatore della Banca d’Italia – ha spiegato – oggi gli operatori economici in qualche modo collegati alla criminalità godono di una disponibilità economica che non ha confronti: sono ricchissimi.
 Hanno quindi un vantaggio enorme quando partecipano alle aste pubbliche”. Inoltre, ha sottolineato,
 “i mafiosi hanno infinite possibilità di avvalersi di un esercito di prestanome.
E se poi qualcuno non mafioso avesse il coraggio di presentarsi a un’asta in cui si vendono beni confiscati, e che i mafiosi vogliono riprendersi, questo qualcuno sarà invitato, tra virgolette, a farsi da parte”.
“In una stagione economicamente difficile – ha rilevato – è anche comprensibile l’esigenza di fare cassa.
Ma fare cassa in questo modo significa appannare il fiore all’occhiello dell’antimafia e che è un modo straordinariamente significativo ed efficace di coinvolgere l’opinione pubblica nell’antimafia.
 Perché è la dimostrazione che l’antimafia paga in termini di riscatto, di dignità da parte di moltissimi giovani che cessano di essere sudditi della mafia”.
 “Un risultato importante – ha precisato – che all’estero ora cercano di imitarci”.
“Se i mafiosi riescono a ricomprarsi – ha concluso – anche solo uno dei beni che gli abbiamo portato via, sarebbe la dimostrazione che sono più forti loro”.
 (Ansa)


Detto papale papale, in termini più comprensibili ed in senso figurato
SAREBBE COME IL CANE CHE GIRA SU SE STESSI A VUOTO NEL TENTARE DI AFFERRARSI LA CODA.
Saremmo al punto ed a capo.

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