domenica, dicembre 13, 2009

L'immensa immoralità che ci pervade la si trova anche nelle piccole cose

Donare soldi al Pdl, non si paga tassa postale!!!!.
Inaudito! Vergognoso! Immorale!....
di
GIUSEPPE VESPOTUTTI
Vuoi donare soldi al Pdl?
Alle Poste lo fai gratis-
 Al numero 10806040 corrisponde un conto corrente postale particolare.
È l’unico per il quale allo sportello non è previsto il pagamento di alcuna tassa o commissione.
Almeno così è stato da maggio al 25 novembre scorso per più di un migliaio di operazioni.
 Il conto fa capo ad un’organizzazione che rientra nella categoria «Istituti ed Enti con finalità di assistenza e beneficenza».
Quell’organizzazione si chiama Pdl:

Popolo delle Libertà. 
Se per Natale vi viene voglia di fare una buona azione e destinare qualche euro ad un’associazione di volontariato, impegnata magari nella lotta a qualche male incurabile, sappiate - ma lo saprete già - che inviare dei soldi con un bollettino postale costa 1,10 euro.

Che sia per i terremotati d’Abruzzo, gli alluvionati di Messina, i bambini adottati a distanza, poco importa.
 La commissione o tassa viene richiesta - legittimamente - allo sportello.
 Solo se siete ultrasessantenni o se l’operatore è autorizzato la tassa può essere eliminata.
Viceversa è lo stesso sistema operativo (PGO), cioè il computer, che applica automaticamente la tariffa al bollettino.
Salvo in un caso, appunto.

Quello del conto 10806040, intestato al partito del presidente del Consiglio e del quale l’organizzazione si serve per raccogliere le adesioni e le associazioni presso la sede di Via Ufficio del Vicario 49, a Roma. 
Una stranezza che è stata segnalata dagli stessi dipendenti delle Poste, che in uffici e regioni diverse hanno provato quello che stiamo raccontando.

 Trovatisi di fronte a neofiti delle Libertà, che volevano iscriversi al Pdl attraverso il modulo prestampato che si può scaricare anche sul sito del partito (www.ilpopolodellaliberta.it),
gli ignari impiegati hanno pensato di aver sbagliato qualcosa nell’operazione. Hanno provato e riprovato più volte.
Ma niente: nelle Marche, nel Lazio, in Toscana, sempre lo stesso risultato.
Non paghi, e rispettosi della par condicio, i suddetti lavoratori hanno voluto verificare se anche il Partito democratico godesse dello stesso privilegio e hanno destinato qualche spicciolo all’organizzazione guidata da Pierluigi Bersani.
Con grande sorpresa, però, hanno scoperto che, seppur il Pd sia registrato nella speciale classificazione di Poste Italiane come
«Ente con finalità di assistenza e beneficienza»,

come tutti paga la tassa. 
Perché al Pdl è stato applicato lo sconto, se di questo stiamo parlando?

O forse si è trattato più semplicemente di un problema tecnico che si è prolungato per mesi?
Ad ottobre il sito delle Poste è stato attaccato da hacker poi individuati.
Qualche giorno dopo invece «anomalie derivate dall’aggiornamento della piattaforma tecnologica» hanno mandato in tilt i titolari di Banco Posta.
Alcuni - secondo Adoc il 70-80% dei 6,2 milioni di titolari di Postamat - hanno visto per un giorno i loro conti andare in rosso per migliaia di euro.
Interpellata sulla questione del bollettino Pdl, l’azienda controllata dal ministero del Tesoro e dalla Cassa Depositi e Prestiti, ha risposto - mercoledì sera - che la cosa «non è possibile.
Poste incassa sempre la tassa».
Al massimo il Pdl potrebbe aver chiesto di accollarsi l’onere di tutti i bollettini e pagare dopo.
 Ai lavoratori però sembra strano che questo sia avvenuto fino al 25 novembre, mentre dal giorno dopo il sistema è tornato a chiedere un euro e dieci centesimi anche per le operazioni del conto 10806040.
04 dicembre 2009

Me l’ha segnalato un caro amico e la mia prima reazione, nel leggere questo disgustoso episodio, è stata quella di scrivere subito qualche commento.
Ma poi ho pensato che fosse saggio fare sbollire l’ira e poi provvedere secondo quanto il mio animo mi suggeriva.
E così ho deciso proprio oggi  di esternare il mio pensiero.
Mi viene in mente quel gran bel film, padre della nostra corrente neorealistica,
LADRI DI BICICLETTE
che,  credo, abbia commosso tutto il mondo.
Molta gente piangeva, me compreso pur avendo ancora 13 anni, ed alla fine della proiezione avevamo tutto gli occhi rossi.
Leggendo questo post l’indignazione è stata ancor più forte della commozione che il film di Vittorio De Sica aveva colpito tutti gli spettatori.
Ma da allora, eravamo nel 1948 , l’Italia è cambiata perché ogni valore umano si è capovolto, raggiungendo bassezze impensabili sino a qualche ventennio fa.
Il capovolgimento di tali valori fa sì che a fronte di un fatto come quello accaduto nelle Poste Italiane la gente applauda.
Il potente, Berlusconi,  il “furbo”, Fabrizio Corona,  sono oramai gli idoli non solo dei giovani ma anche di coloro che nel silenzio più assoluto compiono le stesse o simili porcherie.
E sono tanti, credetemi, tanti e poi tanti.
All’amore del “giusto” si è sovrapposta la “idolatria” per il “non giusto”.
Ma l’amore, se è vero amore, è immortale mentre l’idolatria è frutto, in una vita, di un momento, passato il quale ti ritrovi con un pugno di mosche in mano.
Caduto il potente ed il furbo si diventa un nulla.

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