COSA PENSANO DI NOI NEL
“PERFIDO ALBIONE”
Radio Londra
TV e moschetto
di
Gianluca Zucchelli
"L'Italia ha imboccato la strada per diventare il primo Stato autoritario dell'Europa Occidentale da quando il fascismo e' stato sconfitto nella penisola iberica".
Leggo Martin Jacques sul New Statesman, giornale storico dei fabiani, i socialisti britannici non marxisti.
Proprio oggi lo speaker della Camera dei Comuni si e' dimesso per non aver gestito al meglio lo scandalo della Rimborsopoli di Westminster. Cosi' funziona la democrazia, dove funziona: chi sbaglia paga e avanti un altro.
Stesso giorno, l'avvocato inglese David Mills viene condannato:
"Fu corrotto da Berlusconi per garantirgli l'impunita'".
Berlusconi si dimette?
Macche'.
Promette che tuonera' contro i giudici in Parlamento e intanto aggredisce verbalmente i giornalisti presenti.
Quali sono gli elementi che, secondo the New Statesman, fanno temere una inversione totalitaria dell'Italia?
Li elenca Jacques nel suo articolo:
- l'erosione dei centri indipendenti del potere e l'accentramento nelle mani di una persona sola;
- la proprieta' di tre canali tv privati, un impero di carta stampata e il controllo, in qualita' di premier, delle tv di stato;
- la campagna denigratoria contro il potere giudiziario protagonista di Tangentopoli.
"Qual e' il progetto di Berlusconi? - si chiede Jacques -.
Non una rivoluzione economica thatcheriana.
Non un grande progetto nazionale per restaurare l'Italia come una potenza.
Al contrario, sembrerebbe motivato dall'inizio dal desiderio di proteggere il suo impero mediatico dalle numerose accuse di corruzione, alcune provate, che lo minacciavano con sentenze di lunga detenzione.
Dando tempo al tempo all'italiana, ha usato lo Stato per mettere al sicuro i propri interessi e, avendo ottenuto l'obiettivo, ha proceduto ampliando le proprie ambizioni politiche".
Alzo gli occhi dal giornale, sono in una pausa di un incontro delle Trade Unions a Londra.
Insieme a una collega abbiamo appena fatto otto nuovi iscritti.
Niente male in questi tempi di disimpegno.
Uno dei nuovi membri mi apostrofa cosi':
"Tu che facevi fino a un po' di tempo fa il giornalista e il sindacalista in Italia... devi essere un uomo coraggioso...".
Abbozzo un sorriso imbarazzato, a denti stretti.
E' questa ormai l'immagine dell'Italia all'estero.
E non solo sui giornali.
Ed e' sempre piu' difficile per i britannici prendere sul serio un Paese che non trova la forza di opporsi civilmente al malcostume.
Un Paese che si e' accomodato nelle pantofole della dittatura morbida e mediatica, dando perfino al Padre Padrone di turno un consenso bulgaro purche' ognuno possa continuare a farsi gli affari suoi.
O anche, diciamolo, purche' non si cada dalla padella Berlusconi alla brace della Sinistra.
Ma questa della crisi della Sinistra ad Anglonia come a Latinopoli e' un'altra storia e, come dicevano le novelle della Tavola Rotonda, ne parleremo un'altra volta.
TV e moschetto
di
Gianluca Zucchelli
"L'Italia ha imboccato la strada per diventare il primo Stato autoritario dell'Europa Occidentale da quando il fascismo e' stato sconfitto nella penisola iberica".
Leggo Martin Jacques sul New Statesman, giornale storico dei fabiani, i socialisti britannici non marxisti.
Proprio oggi lo speaker della Camera dei Comuni si e' dimesso per non aver gestito al meglio lo scandalo della Rimborsopoli di Westminster. Cosi' funziona la democrazia, dove funziona: chi sbaglia paga e avanti un altro.
Stesso giorno, l'avvocato inglese David Mills viene condannato:
"Fu corrotto da Berlusconi per garantirgli l'impunita'".
Berlusconi si dimette?
Macche'.
Promette che tuonera' contro i giudici in Parlamento e intanto aggredisce verbalmente i giornalisti presenti.
Quali sono gli elementi che, secondo the New Statesman, fanno temere una inversione totalitaria dell'Italia?
Li elenca Jacques nel suo articolo:
- l'erosione dei centri indipendenti del potere e l'accentramento nelle mani di una persona sola;
- la proprieta' di tre canali tv privati, un impero di carta stampata e il controllo, in qualita' di premier, delle tv di stato;
- la campagna denigratoria contro il potere giudiziario protagonista di Tangentopoli.
"Qual e' il progetto di Berlusconi? - si chiede Jacques -.
Non una rivoluzione economica thatcheriana.
Non un grande progetto nazionale per restaurare l'Italia come una potenza.
Al contrario, sembrerebbe motivato dall'inizio dal desiderio di proteggere il suo impero mediatico dalle numerose accuse di corruzione, alcune provate, che lo minacciavano con sentenze di lunga detenzione.
Dando tempo al tempo all'italiana, ha usato lo Stato per mettere al sicuro i propri interessi e, avendo ottenuto l'obiettivo, ha proceduto ampliando le proprie ambizioni politiche".
Alzo gli occhi dal giornale, sono in una pausa di un incontro delle Trade Unions a Londra.
Insieme a una collega abbiamo appena fatto otto nuovi iscritti.
Niente male in questi tempi di disimpegno.
Uno dei nuovi membri mi apostrofa cosi':
"Tu che facevi fino a un po' di tempo fa il giornalista e il sindacalista in Italia... devi essere un uomo coraggioso...".
Abbozzo un sorriso imbarazzato, a denti stretti.
E' questa ormai l'immagine dell'Italia all'estero.
E non solo sui giornali.
Ed e' sempre piu' difficile per i britannici prendere sul serio un Paese che non trova la forza di opporsi civilmente al malcostume.
Un Paese che si e' accomodato nelle pantofole della dittatura morbida e mediatica, dando perfino al Padre Padrone di turno un consenso bulgaro purche' ognuno possa continuare a farsi gli affari suoi.
O anche, diciamolo, purche' non si cada dalla padella Berlusconi alla brace della Sinistra.
Ma questa della crisi della Sinistra ad Anglonia come a Latinopoli e' un'altra storia e, come dicevano le novelle della Tavola Rotonda, ne parleremo un'altra volta.
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