La difficoltà di essere intelligenti
di
Renzo Modiano
Milioni di esseri umani rischiano l'estinzione, giorno dopo giorno, per fame, malattie e per le stragi che perpetrano bande criminali tese al controllo di risorse che neppure sanno proficuamente gestire…
Questa è la realtà in Africa e altrove e quando così si presenta la realtà è inevitabile che un flusso imponente di persone prema, per sopravvivere, ai confini dei Paesi dove il miraggio della salvezza prende corpo.
Questa è l'Africa (e non solo) e questo è il problema più grave, assieme a quello della salvaguardia dell'ambiente, che il mondo ricco, che si presume evoluto, dovrà affrontare in questo secolo.
Non potrà essere eluso.
L'esodo biblico ci sarà e in qualche modo dovrà essere governato.
Come fare? Ci sono solo due strategie per arrestare (contenere almeno) una massa di disperati.
Due percorsi soltanto, in ultima analisi.
Uno egoista e miope, persino crudele, ma di grande presa sulle popolazioni ricche (la gente difende ciecamente ciò che ha): eliminare i disperati prima che arrivino a toccare i confini della mia terra.
Sparare in mare agli intrusi, o respingerli nel continente da cui cercano di scappare, sapendo che quello è solo un eufemismo del primo perché conduce ugualmente alla morte degli infelici.
E senza neppure avere il pregio della franchezza brutale che ha il primo sistema.
L'altro modo per arrestare l'esodo, invece, è umano, ma, ahimè, meno immediato perché intelligente e non istintivo - e ciò che è peggio - pretende dagli abbienti rare qualità: lungimiranza, disponibilità a fare qualche sacrificio economico, decisione nel contrastare interessi forti e… volontà di affrancarsi dall'ipocrisia.
Non è poco. Insomma, questo modo pretende un impegno e un costo ben più alto di qualche manciata di proiettili: per questo è molto meno appetibile e appetito.
In cosa consiste?
Nell'investire nei Paesi derelitti tanto da creare, in loco, condizioni che consentano di vivere decentemente dove la gente ha avuto la sfortuna di nascere.
Facile a dirsi, arduo a farsi, bisogna riconoscerlo.
Perché, per raggiungere risultati apprezzabili in quella direzione occorre denaro e soprattutto, tempo.
E ancora dell'altro.
Paradossalmente, il denaro, che non è mai facile ottenere dai ricchi (adesso peraltro in piena crisi economica) non costituisce l'ostacolo più grosso.
Il tempo è il fattore più critico perché l'opinione pubblica dei Paesi ricchi esige di veder cessare subito l'immigrazione, mentre un'economia autosufficiente non si crea in un batter d'occhio, soprattutto dove manca tutto, a cominciare dall'acqua.
Ma la pretesa di fermare l'onda con le armi è una pura illusione.
O si uccidono tutti, o l'onda arriverà sulle tue coste.
Si ha voglia a sparare: chi sta morendo tenterà sempre di evitare una fine certa.
E' inevitabile, perché anche la più esile speranza è infinitamente più concreta di una morte sicura e imminente.
Ma non c'è solo l'impazienza da contrastare, altri pesanti ostacoli si oppongono all'avvio della politica di contenimento in loco di disperati.
Ci sono:
a) gli interessi delle multinazionali, a cui il caos che regna in molti Paesi (dell'Africa soprattutto) consente di fare affari d'oro al costo di qualche mancia miliardaria ai satrapi che, di volta in volta, riescono a strappare il dominio sul Paese straziato, ma ricco di materie prime.
b) la persistenza del mito ipocrita dell'indipendenza degli Stati sovrani, finalmente liberi dal colonialismo.
Questi potenti ostacoli impediscono un'azione diretta dell'ONU per spazzare le bande criminali che straziano le popolazioni e impediscono la nascita Stati veri e ordinati e l'avvio di un'economia sana e autosufficiente.
In tale contesto, i soldi, se anche ci fossero, non basterebbero mai perché si tradurrebbero in armi per bande in guerra tra loro e neppure sfiorerebbero la popolazione. Come è successo sinora.
Occorre, allora, avere l'onestà intellettuale di riconoscere che molti cosiddetti Stati non sono ancora in grado di autogovernarsi, vale a dire di impostare una politica economica per il Paese e allestire strutture amministrative idonee a gestire l'evoluzione politica ed economica del Paese.
Si dovrebbe avere l'onestà intellettuale di dire che oggi questa è la realtà e allora, per il bene loro, l'ONU dovrebbe "Adottare" quei Paesi che oggi sono più indietro nel processo di autogoverno e dovrebbe gestire il loro processo di crescita fornendo strutture civili che introducano formazione, sanità, conoscenze scientifiche e li aiutino a creare proprie strutture amministrative in pochi decenni.
Subito occorrerebbero pochi soldati ONU per difendere le proprie strutture e la popolazione dai tentativi di riconquista e di ricreare il caos, che all'inizio ci sarebbero.
E occorrerebbero, invece, molti docenti, medici, economisti, esperti di agraria e di zootecnia, provenienti da tutti i Pesi più progrediti - e non da uno solo - per non far risorgere posizioni dominanti e tentazioni di dominio coloniale.
E con quei funzionari, fare arrivare i primi investimenti.
Tutto ciò, sotto periodico, rigoroso controllo di apposite commissioni ONU che riferiscano annualmente all'Assemblea Generale su ciò che è stato fatto e su ogni dollaro, o Euro speso ( e anche Yuan – cinese - e Rublo, ecc, investito, perché tutti i paesi economicamente evoluti dovrebbero partecipare allo sforzo, compresi i Paesi islamici).
Occorreranno dei decenni, ma prima, molto prima, si ridurrebbe il flusso di disperati, perché non è solo la fame che oggi li fa fuggire.
Presto (in ottica storica) la marea si placherà.
E alla fine si assisterà persino a qualche ritorno in patria.
All'inizio questa politica costerebbe più di qualche raffica di mitragliatrice e del mantenimento di una flotta in mare a far da cane da guardia contro i barconi, ma poi restituirà con gli interessi col formarsi di un'economia locale.
Perché i Paesi beneficiati cominceranno a consumare i beni che producono chi ieri li ha soccorsi.
Dunque, anche a voler esser cinici…. potrebbe esser conveniente che l'Italia si spendesse in questa direzione, anziché sporcarsi le mani per respingere dei morituri verso la loro sorte crudele e ingiusta.
Senza peraltro riuscire a tenerli lontani.
Renzo Modiano, nato a Roma, vive a Milano da molti anni.
Giornalista e dirigente, ha lavorato alla Olivetti nel campo delle Risorse Umane ed è stato direttore del Personale del gruppo Mondadori. Attualmente svolge attività di consulenza e di docenza.
Ha pubblicato: La Risorsa Umana, Sperling & Kupfer, 1993 e i romanzi: Ipotesi di giustizia nel Principato di A, Mondadori, 1991; L’inganno degli Dei, Marietti 1999; La disattenzione, Marietti 2002. Quest’ultimo libro, che ha già vinto nel 1996, all’opera inedita, il premio Dino del Bo,è stato finalista al premio "Ultima frontiera" Città di Volterra nel 2004.
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Non credo occorrano commenti su quanto scritto da Renzo Modiano.
Viene indicata una via che, sia pur lunga e “costosa”, a lungo andare produrrà nei vari luoghi da cui fuggono dei benefici non solo nei riguardi delle locali popolazioni.
Ne avrebbero un ritorno anche le nazioni scese in campo per impiantare le basi per lo sviluppo economico dei paesi oggi anche in guerra per sopravvivere l’uno a danno dell’altro suo simile.
Credo che questa sia l’unica maniera per far cessare gli attuali esodi di massa che stanno raggiungendo dimensioni bibliche.
E questo è un dato di fatto.
Le scelte concepite dal nostro governo, per meglio dire da Berlusconi che oggi ne rivendica la paternità per contrastare l’ascesa della Lega proprio in prossimità delle elezioni europee, non risolveranno nulla.
Questi esodi continueranno senza che se ne possa intravedere la fine se non si riuscirà a risolvere veramente i problemi a livello locale.
Occorrerà pur cominciare ma con i nostri attuali governanti che mirano a tutelare solamente le loro tasche e null’altro c’è poco da sperare.
Intano sono riusciti a sollevare contro di noi tutte le Istituzioni a partire dall’ONU per arrivare alla UE.
Che figura !
E come potrebbe essere altrimenti, avendo il premier posto al Ministero dell’Interno un pregiudicato per un reato consumato nei confronti delle Forze dell’Ordine che oggi dipendono proprio da lui !
Ma l’avete visto quando parla alla TV ?
Guardatelo bene negli occhi che, nonostante gli occhiali, sembrano iniettati di sangue.
Una bella coppia lui ed il premier !
In gara perenne per dimostrare al popolo italiano chi dei due è il più…feroce !
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