UNO TRA I NEFASTI RISULTATI DEL
BERLUSCLONISMO
di
Maria Zegarelli
L’Italia cambia pelle, si riempie le rughe, tira su il sedere, si rifà le tette e ritocca il profilo.
E più la crisi si fa nera, più si butta nell’estetica.
Meglio apparire che essere in tempo di veline e di incarichi istituzionali distribuiti anche secondo criteri che non sono sempre e strettamente basati sul curriculum.
D’altra parte Noemi insegna.
«Devo decidere che fare da grande, la velina, ma potrei anche pensare a un seggio in Parla
mento».
Frase non testuale ma il senso è esattamente quello.
Con buona pace del femminismo che fu e di quello che ne resta, sondaggi e qualche approfondimento dimostrano che i modelli di riferimento, delle girls - ma anche dei boys - stanno cambiando.
L’età di coloro che si avvicinano alla chirurgia estetica sta scendendo sensibilmente, tanto che molto spesso i medici ricevono in studio ragazzine di 14 e 15 anni, accompagnate da mamma e papà, che vogliono passare da una modesta seconda misura di reggiseno ad una molto più accattivante quarta.
Il fenomeno non è ancora così diffuso, ma sta prendendo piede, tanto che il Ministero della Salute ha nominato una commissione di esperti che ha il compito di istituire un registro nazionale (ma ce ne saranno anche di regionali) per la tracciabilità dei dati tecnici dell’operazione e fisici della paziente.
Intanto si è già posto un limite: vietato rifare il seno alle minorenni,
«a meno non abbiano seri problemi come l’asimmetria mammaria», spiega il professor Roy De Vita, membro della Commissione nonché uno dei più affermati chirurghi estetici italiani.
Leggete qui:
il 49% delle donne tra i 16 e i 45 anni ritiene che un seno prosperoso aumenta l’autostima e il 33% sarebbe pronta a sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica per rimodellarlo.
Fondamentale la pelle per il 40% delle donne, mentre il 34% ammette di ricorrere a filler o botulino.
I dati, frutto di sondaggio Swg effettuato su un campione di 500 donne, rivelano anche che soltanto 6 donne su dieci si rivolgerebbero ad un medico specializzato.
Negli ultimi tre anni in Italia gli interventi sono passati da poco più di 200mila a oltre 265mila, segno della necessità per una fetta sempre maggiore di popolazione di adeguare il proprio corpo ai modelli mediatici imposti.
Secondo Francesco D’Andrea, della Società italiana di Chirurgia Plastica, la crescente richiesta da parte degli adolescenti è molto legata «alla diffusione sui media dei messaggi semplificati sugli interventi», oltre che dall’esempio che molto spesso hanno in casa.
Se mamma o papà si ritoccano, perché io no?
Non fa una piega.
Non fosse per il fatto - come spiega il professor Carlo Gasperoni, che opera a Roma nella esclusiva clinica «Quisisana» e a Lugano - che
«la ghiandola mammaria prima dei 18 a
nni non si sviluppa completamente».
Gasperoni racconta che ogni tanto arriva la email, con tanto di dichiarazione dello psicoanalista allegata, di un genitore che lo prega di intervenire sul seno della propria figlia,
«poco più che quattordicenne, perché vive con profondo disagio il seno piccolo.
Ogni volta consiglio a questi genitori di cambiare analista perché a quell’età non si sottopone una ragazzina a un intervento del genere».
L‘età media si abbassa, la platea si amplia e il mercato si adegua, anche attirando veri e propri improvvisatori.
C’è addirittura chi lavora in sinergia con finanziarie dove indirizzare pazienti con il conto corrente inad
eguato.
«È vero, risulta anche a me questo collegamento tra medici e finanziarie.
Non lo ritengo un modo serio di lavorare- dice Gasperoni .
Per quanto mi riguarda non affronto questi argomenti con i miei pazienti, ma a volte ho fatto anche interventi gratis quando mi rendevo conto che erano davvero necessari».
Secondo un’indagine effettuata dall’Isap (associazione internazionale di Chirurgia estetica) tra oltre 20mila chirurghi di 84 paesi, Italia compresa, restano i divi i modelli di riferimento dei giovani.
E se il seno di Pamela Anderson è sceso nelle quotazioni, le labbra di Angelina Jolie vanno fortissime, seguite da quelle leggermente più sottili di Julia Roberts e Jennifer Aniston.
La foto con l’addome di Giselle Bundchen resta un must, bene anche quello di Shakira.
Non ci crederete ma le gambe della sessantenne Tina Turner restano un riferimento inossidabile.
I maschi giovani e meno giovani guardano all’addome e al naso di Brad Pitt, seguito subito dopo da George Clooney.
Anche nel comparto «occhi e labbra» Pitt la fa da leone, come per il suo fondoschiena. In Italia ci si rivolge molto più modestamente alle veline: così in tante vorrebbero essere Ilary Blasi e avere il sedere di Elisabetta Canalis.
I maschi aspirano allo sguardo di Alessandro Preziosi e al corpo di Walter Nudo.
«I modelli di riferimento dei giovani sono quelli che arrivano dal mondo che ci circonda - dice Roy De Vita -.
In edicola ogni settimana non c’è una rivista, da Panorama in giù, che non abbia un articolo sulla chirurgia estetica.
Sta prendendo piede l’idea che questo sia diventato un bisogno.
Quando ho iniziato, tanti anni fa, la mia paziente tipo era over 50 e non bella.
Oggi è una 30enne bella».
E capita sempre più spesso che i produttori di reality o di film mandino le prescelte dal chirurgo dopo averle scritturate per adeguarle ai canoni riconosciuti di bellezza.
Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, lo definisce un segno dei tempi:
«Siamo in pieno berlusco-velinismo, frutto di anni di reality» piombati in casa degli italiani con Mediaset prima e con la Rai poi.
Poi, ci sono le madri:
«Vediamo sempre più spesso mamme che vestono come lolite, che si rispecchiano nelle bambine e anziché mettere un freno a questa smania dell’apparire la alimentano - dice Oliverio Ferraris -.
Qualche anno fa si vendevano i grembiulini con su scritto “velina”: sparivano nei supermercati nel giro di poche ore.
Il messaggio che sta passando è che è meglio sexy che intelligenti.
In brevissimo tempo sono stati capovolti tutta una serie dei valori del femminismo, con la conseguenza che i giovani fanno sempre più fatica ad accettarsi per quello che sono: se non sei perfetto, uomo o donna, non funzioni».
Una Italia che vive tra i fumi maleodoranti di una illusione lanciata da un megalomane senza ritegni civili e morali.
L’Italia dei santi, dei poeti e dei navigatori è rimasta nei vecchi libri lasciati marcire in una cantina buia, rinchiusi in un baule rimasto chiuso da circa un secolo.
Chi vale ancora in molti campi vola all’estero e vincono anche i Nobel, i pochi che rimangono, oramai molto avanti negli anni, vengono derisi da volgari personaggi degni della gogna.
Un mio caro amico, un grande uomo, ha della sua vita fatto il seguente curriculum.
“Nato sotto Mussolini, vissuto sotto Andreotti, morirò sotto Berlusconi”.
Non è certo un bel vivere !
Chi è ancora a tempo veda di cambiar rotta, impegnandosi a farla cambiare.
L’Italia oggi, in Europa è ultima in tutto; ma è prima nel debito pubblico, nel calo del PIL, nell’intolleranza multietnica, ecc….ecc…ecc..
La crisi, colpa della sinistra che semina panico !
Lui invece
Nessun commento:
Posta un commento