E’ così intitolata una rubrica curata da Mario Pirani sul quotidiano la Repubblica.
Quella che qui di seguito vi propongo è stata pubblicata ieri.
Di solito uso scrivere un mio commento dopo lo scritto riportato ma oggi voglio fare un’eccezione perché desidero raccomandare nella lettura una particolare attenzione.
I fatti dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti ma oggi, milioni di italiani non osano e non vogliono alzare gli occhi per guardare faccia a faccia la realtà in quanto ritenuta più comoda aderire ai bandi del nostro ometto, un fanfarone che supera in questo campo, le fanfaronate o se volete chiamatele bugie, ogni precedente soggetto.
In Italia c’è poca, anzi è quasi nulla, la libertà d’informazione – non lo dice la sinistra italiana – ma tutto il mondo civile e democratico nonché, primo fra tutti l’organizzazione statunitense no profit
FREEDOM HOUSE
che nel rapporto
FREEDOM of thePRESS 2009
ha retrocesso l’Italia dallo stato di “paesi liberi” a quello di “parzialmente libero”.
Leggo e riporto da un quotidiano dell’ultra sinistra
IL SOLE “24”:
“Israele, Italia e Taiwan sono passati dallo status di "Paesi liberi" a quello di "Paesi parzialmente liberi", e questo peggioramento dimostra che «anche democrazie consolidate con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House.
In particolare, l'Italia è stata declassata in virtù
«di limitazioni imposte dalla legislazione, per l'aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato e di gruppi dell'estrema destra, e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media»…..
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Ma si dimentica di affermare che, limitazione a parte della libertà di stampa, in Italia sono liberi la quasi totalità degli altri giornali che direttamente od indirettamente fanno capo al padrone del vapore, divenuto a poco a poco prima un vaporetto ed oggi una carretta, tipo “migranti”.
Non solo fanno controinformazione ma addirittura tacciono volutamente su eventi di ogni tipo che potrebbero intaccare l’aureola del loro sponsor.
La loro informazione si limita a raccontare le gesta di Fanfaron d’Italy e inveire sguaiatamente contro l’opposizione ed i suoi rappresentanti.
Tocca adesso all’articolo di
MARIO PIRANI
L' Aquila: soldi pochi maledetti e non subito
Repubblica — 11 maggio 2009 pagina 27 sezione: COMMENTI
In un primo momento tutti plaudirono di fronte al comportamento del governo dopo il terremoto dell' Aquila.
La presenza reiterata del premier, l' operosità della Protezione civile, l' impegno generoso di tutte le forze impegnate, la rapidità nella installazione delle tendopoli assicurarono un successo non solo mediatico ma fattuale di Berlusconi.
Lo spostamento del G8 in Abruzzo ha coronato la sua capacità di applicare un vecchio slogan del Sessantotto:
"L' immaginazione al potere".
L' altro era:
"Una risata vi seppellirà"
ma se alla fine dovesse prevalere quest' ultimo si tratterebbe di una risata tragica e dobbiamo tutti sperare che questa ipotesi non si verifichi.
Peraltro qualche pericolo comincia a presentarsi.
Il decreto legge sulla ricostruzione
sta, infatti, suscitando allarme e proteste di vario genere da parte di molti terremotati e dei sindaci dei comuni devastati.
Le paure che stanno prendendo corpo sono molteplici.
Non sono certo in grado di appurare qui se siano o meno tutte motivate. Alcune, peraltro, mi appaiono da subito fondate.
Prima quella riguardante il sostegno totale o meno a chi è restato senza casa.
Orbene, in tutti i terremoti che hanno colpito l' Italia, i governi col conforto del Parlamento hanno stanziato fondi diretti e bastevoli per ricostruire o restaurare totalmente le abitazioni colpite dal sisma. Naturalmente non si trattava di rimborsi alla cieca ma parametrati alla tipologia delle case da ricostruire, con criteri di economia.
Per L' Aquila, almeno stando al decreto, non è così.
Non c' è nessuna garanzia sul recupero completo del costo di ricostruzione o riparazione, ma solo di un aiuto sotto voci molteplici, la più importante delle quali sarebbe il credito d' imposta sui versamenti al fisco che i terremotati dovrebbero effettuare nei prossimi decenni, fino al 2032.
Le altre voci riguarderebbe il finanziamento agevolato per eventuali mutui accesi dal danneggiato e, infine, se le prime due voci non bastassero, una quota residua accreditata a fondo perduto.
L' assieme, comunque, non dovrebbe superarei 150.000 euro per le case interamente distrutte e 75.000 per quelle da restaurare.
Non, quindi,
"pochi, maledetti e subito",
come tutti avevano capito dai primi annunci, ma
"pochissimi, maledetti, fra chissà quanto tempo e, in buona parte, di tasca propria".
Se così fosse si tratterebbe di una amara turlupinatura.
Comunque, l' uso preminente del contributo coperto dal credito di imposta sulle future cartelle dei redditi o prevede che i terremotati abbiano un consistente conto in banca o che ricorrano al mutuo agevolato con cui anticipare le spese per rifarsi la casa, ipotizzando, pur sempre, che tale credito trovi sempre capienza nell' imposta sui redditi del beneficiario.
Non è tutto: chi non ha reddito imponibile come recupera la detrazione? Allo stato delle cose, infatti, solo i dipendenti pubblici possono vantare un reddito sicuro ancorché modico, mentre molte categorie non saranno per anni in condizione di produrre redditi in attivo: basta pensare agli operai restati senza lavoro con gli opifici distrutti, ai liberi professionisti, ai commerciati, agli artigiani che hanno perso studi, negozi, botteghe e clientela.
Perché recuperino introiti tali da godere del credito d' imposta ci vorranno tempi lunghi e incerti; ma anche ai dipendenti pubblici, con stipendi quasi sempre sui 1500 euro, non basterà una vita per recuperare, attraverso imposte ridotte, la spesa affrontata per rifarsi la casa.
Questo è solo il primo capitolo delle angosce dei terremotati.
Vedremo questa settimana se governo e Camere faranno qualcosa per attenuarle.
La vaga assicurazione di Berlusconi di dare qualche soldo in più a chi non ce la facesse con gli sgravi promessi non tranquillizza nessuno.
MARIO PIRANI
Cioè a dire: guarda come ti raggiro il popolo terremotato !
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