Quando Berlusconi piangeva per i migranti morti
Fonte You Tube
Lacrime da caimano.
Era il 30 marzo 1997 e Berlusconi esordiva così in un'intervista parlando dei migranti:
"Vorrei che tutti gli italiani avessero avuto l'incontro che ho avuto io con questa gente che ha perso tre figli, che ha perso la moglie, che sperava di venir qui a trovare un paese libero e democratico in cui poter lavorare, in cui potersi affermare... ecco queste son cose che noi non possiamo permettere che succedano più nel nostro paese...".
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che del nanotto vi squarcerà il velame.
Adesso è diventato un
Cainano
Un mix tra Caino ed il nanerottolo che è nonostante i calzari sopraelevati nei tacchi.
Le sue rotelle cerebellari da tempo girano in senso contrario e contromano come si conviene a certi esseri umani che di umano non hanno più nulla.
Ma credo che anche allora, nel 1997, la pensasse come oggi solo che come in tutte le commedie voleva dar ad intendere d’avere un’anima santificata da Baget Bozzo che, seppur sospeso a divinis, l’aveva battezzato come “unto del Signore”.
Più che un unto si è andato dimostrando nella sua vita come un untore.
Ha appestato mezza Italia con il suo dire, più che per il fare, ammettendo e disdicendo quello che aveva affermato pochi minuti prima.
Italia a rotoli anche a livello morale ed umanitario così come fortemente voluto da lui e dai suoi amici leghisti.
Molti connazionali che lavorano all’estero si vergognano a parlare per non farsi riconoscere come italiani.
Il fu Bel Paese è divenuto bersaglio di critiche aspre ed alle volte anche feroci ad immagine e somiglianza del nano padano.
E va, la vita va,
con sé ci porta e ci promette l’avvenir.
Una maschia gioventù
con padana volontà
combatterà.
Verrà quel che verrà
che la gran madre degli eroi ci chiamerà
per Berlusconi, per Bossi e per gli dei
a noi !
Ti darem
gloria e impero in tutti i mar.
Eia, eia, alalà !
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