Duemiladieci battute
di
Francesca Fornario
A causa dell’arretratezza della Costituzione Repubblicana, si è verificato il drammatico evento che Niccolò Ghedini andava profetizzando dai tempi della sua tesi di laurea, dal titolo
«Al Capone: salvacondotti e tutela della privacy».
Un evento che, ammoniva Ghedini, avrà conseguenze più tragiche della crisi del capitalismo:
la crisi del bicameralismo.
Berlusconi sperava di nasconderla agli occhi del Paese ostentando ottimismo, ma ormai i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti: due camere sono troppo poche.
Non bastano ad approvare tutte le leggi ad personam che servono al premier per non essere condannato.
Con il Legittimo impedimento alla Camera e il Processo breve al Senato, una delegazione di parlamentari del Pdl è stata costretta ad occupare la Buvette di Montecitorio per discutere la sospensione dei processi e il bagno delle donne di Palazzo Madama per esaminare la legge sull’inappellabilità.
Mesi fa Berlusconi aveva esposto il problema ad un agente immobiliare:
serve un Parlamento pluricamerale.
Del resto, nella villa di Arcore, ci sono 147 camere, in ognuna delle quali c’è un avvocato che scrive una legge ad personam.
La crisi del Bicameralismo costringe la maggioranza a rinviare la discussione sulle riforme che interessano al Paese, perché non si sa dove discuterle.
Restano in attesa i cassintegrati della Fiat, in favore dei quali Berlusconi vorrebbe rilanciare la produzione di due nuove auto ecologiche:
la Fiat alimentata a Pdl, con le sospensioni ai processi, sei retromarce per rimangiarsi gli annunci elettorali e l'air bag ad personam:
si apre solo se alla guida c’è Berlusconi.
E la Fiat Pd: senza volante.
Un problema di spazio affligge anche il direttore del Tg1: l’edizione delle venti è troppo breve per ospitare tutte le sue teorie revisioniste.
La nuova rubrica di Minzolini, «La terra è piatta», occupa quasi tutto il tg, obbligando il direttore a dedicare pochi secondi alle notizie che interessano al Paese:
«Haiti: terremoto fa migliaia di vittime. Dedichiamogli una via».
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