RENATO, RENATO, RENATO
così carino così educato
TUONA:
FUORI DA CASA DOPO I 18 ANNI !
Brunetta vuole fare un legge perché tanto possa avvenire !!
Un bel ministro che con questa sua idea sconfina nel mondo
della fantasia più deleteria perché frutto di idee alquanto balzane,
per non dir di peggio !”
per non dir di peggio !”
Che sia il principio di una malattia propria di una certa età, l’arteriosclerosi .
Ma lui non ha ancora compiuto 60 anni, come può essere ?
Beh, ogni regola ha le sue eccezioni !
L’uso del cervello solamente per la creazione di fantasticherie
contribuisce a corroderlo così da indurlo a scatenare,
anche d’improvviso, idee balzane e provocatorie.
contribuisce a corroderlo così da indurlo a scatenare,
anche d’improvviso, idee balzane e provocatorie.
Mi auguro che qualcuno capirà in che mani siamo caduti e comportarsi in futuro di conseguenza.
Anche il ministro dell'efficienza nella pubblica amministrazione, Renato Brunetta è stato un bamboccione: lo rivela lui stesso nella consueta intervista a Rtl ricordando di essere «arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto». Beh, e con ciò ? Fannullone era ed ora se la prende con i suoi fannulloni. Ma se il letto se lo governano loro stessi ? Fa lo stesso ! Ed ora, arriva a proporre la sua idea di una legge che «obblighi i figli ad uscire di casa a 18 anni». «Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre che la mattina mi rifaceva il letto. Di questo mi sono vergognato», ha detto, commentando la condanna di un padre costretto da un giudice a pagare gli alimenti ad una figlia trentaduenne ancora fuori corso all'università. Più in generale, i bamboccioni «sono le vittime di un sistema e organizzazione sociale di cui devono fare il “mea culpa” i genitori. Ho condiviso Padoa-Schioppa quando ha stigmatizzato questa figura che mancava però di analisi: i bamboccioni ci sono perchè si danno garanzie solo ai padri, perchè le università funzionano in un certo modo, perchè i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi sui figli. La colpa insomma è dei padri che - ha continuato il ministro - hanno costruito questa società». Ma Brunetta lancia la sua proposta: «Obbligherei per legge i figli ad uscire di casa a 18 anni». Calderoli: no alla proposta di Brunetta. «Sono stato il primo, ieri, a schierarmi contro i cosiddetti bamboccioni ma l'amico Brunetta, con la proposta di una legge per far uscire i giovani dalla famiglia al raggiungimento dei 18 anni, mi sembra l'abbia fatta fuori dal vaso». Lo afferma Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. «Questa proposta rappresenterebbe, infatti, un'ingerenza inaccettabile nella vita delle famiglie, dei singoli e delle loro decisioni - aggiunge Calderoli – La regola che deve valere per tutti è quella dei principi dettati dal buon senso: occorre che si tenga conto delle esigenze e condizioni di ogni singolo caso, cosa che non si è fatta, evidentemente, nella sentenza del Tribunale di Bergamo relativa al mantenimento della studentessa 32enne fuori corso». «Quello che conta per i nostri giovani, è favorirne la crescita, la maturazione, la formazione e l'ingresso nel mondo del lavoro in questo senso lo Stato può essere determinante, ma deve impedire che del farsi mantenere se faccia una professione. Tutto questo non deve necessariamente coincidere con il raggiungimento della maggiore età». La nuova proposta: dal prossimo mese tutti gli italiani avranno un account di posta elettronica certificata: lo ha annunciato Brunetta, dai microfoni di Rtl. La prossima settimana, ha infatti spiegato il Ministro, «verrà scelto il provider» di posta elettronica e poi sarà possibile dotare gli italiani di e-mail in grado di dialogare con la pubblica amministrazione. Il Ministro, a questo proposito, non ha mancato di 'bacchettare quegli ordini professionali che hanno tardato ad organizzare le Pec e, tra questi, l'Ordine dei giornalisti. «Tutti gli ordini, anche quello dei giornalisti, si dovevano organizzare entro novembre: quando lo dico in occasione delle interviste i vostri colleghi spalancano gli occhi. Evidentemente l'ordine è un po’” addormentato» racconta Brunetta secondo il quale «se anche gli ordini non rispettano la legge non va bene. Ma - conclude - anche questa è l'Italia..». Un consiglio amichevole al ministro de quo; sottoporsi ogni tre mesi, a salvaguardia della sua sanità mentale, ad un controllo psichiatrico ! Indichi il ministro quanti troveranno casa e da lavorare appena finito il cursus scolastico superiore. Si impegna lui a garantire uno stipendio statale in attesa che l’ex bamboccione riesca ad avere il soldo da un’impresa pubblica o privata ? Ma, a proposito, ho letto da qualche parte che il sig. Prof. Renato Brunetta è diventato un prof. universitario grazie ad una “sanatoria” che ebbe a stabilizzare i posti dei ricercatori precari. Si proprio il Brunetta che oggi si muove per gli altri in senso inverso, dando loro via libera verso un destino incerto da “cani sciolti”. |
Lo si è appreso da un intervento dell'On. Bachelet alla Camera,
del 15/10/2008:
"fermare simili stabilizzazioni implica una catastrofe,
e il Ministro Brunetta
dovrebbe saperlo perché egli è diventato
professore associato
con i concorsi del 1981 detti anche
«grande sanatoria»
con i quali tutti quelli che, a vario titolo, erano precari
nelle università,
sono stati, con un concorso riservato,
accettati come professori."
Queste le esatte parole dell’on- Bachelet !
Evviva la coerenza!
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