martedì, febbraio 03, 2009

Elezioni europee


Europee: alla Camera caccia  alla firma per chiedere voto segreto

Iniziativa dei Radicali,la richiesta deve arrivare da 30 deputati

Roma, 3 feb. (Apcom) - E' partita a Montecitorio la caccia alla firme da raccogliere per avanzare la richiesta di voto segreto sulla legge elettorale per le Europee che l'Aula della Camera esaminerà a partire da questo pomeriggio dopo che Pd e Pdl hanno raggiunto l'intesa sull'inserimento dello sbarramento al 4% per accedere ai seggi del Parlamento europeo. Per ottenere il voto segreto è necessario che la richiesta sia sottoscritta da trenta deputati oppure arrivi dal presidente di un gruppo con almeno trenta componenti.

La 'caccia' parte dalla delegazione radicale del Pd (6 deputati) che contano di fare leva sui malumori suscitati dall'intesa raggiunta sulla riforma che non piace a tantissimi 'piccoli' partiti rimasti fuori dal Parlamento alle ultime elezioni politiche ma è osteggiata anche dentro al Palazzo: i più accaniti oppositori sono i deputati del Movimento per le Autonomie che hanno presentato una valanga di emendamenti al testo, hanno chiesto la diretta televisiva e sono pronti all'ostruzionismo (per cui tuttavia non ci sarà molto spazio visti i tempi contingentati). 

La pattuglia del partito di Raffaele Lombardo alla Camera conta otto deputati. 

Se firmassero tutti e otto per chiedere lo scrutinio segreto, insieme ai sei radicali, le sottoscrizioni salirebbero a 14: mancherebbero altre 16 firme a quota 30.

Nel caso la richiesta dovesse pervenire alla presidenza della Camera, Gianfranco Fini concederebbe il voto segreto così come stabilito dall'articolo 49 del Regolamento della Camera che stabilisce siano effettuate a scrutinio segreto le votazioni "sulle modifiche al Regolamento, sull'istituzione di Commissioni parlamentari di inchiesta, sulle leggi ordinarie relative agli organi costituzionali dello Stato (Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo, Corte costituzionale) e agli organi delle regioni, nonché sulle leggi elettorali".

Oggi si terrà l'Assemblea dei deputati del Pd e sarà quella la sede in cui i democratici si esprimeranno sulla riforma della legge elettorale per le europee che prevede il 4% di sbarramento mantenendo le preferenze. 

Ma la linea che il segretario, Walter Veltroni, ha ribadito nella riunione di ieri con i segretari regionali è quella di "andare avanti senza fermarsi rispettando l'intesa raggiunta con il centrodestra", anche perchè "c'è stato anche un percorso interno", dal vertice tra i dirigenti alla direzione in cui la decisione è stata discussa e presa.


Un mio personale parere è che per questo tipo di elezione lo sbarramento non abbia alcun senso se non quello di "fregare" qualcuno; anche nel caso in cui sia stato accettato dal PD per salvare le preferenze.

Tanto perchè anche nell'ipotesi in cui parte avversa avesse avuto la necessità di piazzare in questo Parlamento qualche indagato o, peggio ancora, qualche pregiudicato ce la farebbero comunque, non mancando loro il sistema per farli eleggere a tutti i costi.

Un conto è la governabilità del nostro Paese altro è la necessaria presenza di più voci  in seno a questo consesso nel quale i vari eletti si inseriscono in pochi gruppi parlamentari, tutti di elevata consistenza numerica.


  

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