Se ben ricordate in data 27 ottobre 2008 avevo scritto e pubblicato su questo - e su un altro mio blog (Il dovere di comunicare – http://ildoveredicomunicare.myblog.it) - un post dal titolo
LE FROTTOLE
che poi, onde ravvivare la memoria di chi ha la pazienza di leggermi, ho riportato integralmente nel post scritto e pubblicato in data
18 02 2009
avente come titolo
L’AVV. MILLS CONDANNATO PER CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI
Il giorno successivo, cioè ieri, tal Marco, non meglio identificatosi non se per vergogna o per paura di non so che cosa, scrive un suo commento non nell’ultimo post dell’altro ieri – più completo del precedente in quanto c’era di già la condanna di uno dei due imputati – ma in quello dell’ottobre 2008.
Questo è il commento:
“mi spiace ma sei sulla cattiva strada. MILLS HA DATO 4 VERSIONI DIVERSE E QUELLA SU BERLUSCINI L'HA RESA DOPO DIECI ( DIECI!!!!) ORE DI INTERROGATORIO DI DIPIETRISTICA MEMORIA( O MEGLIO DA INQUISIZIONE). Ha denunciato intimidazioni in inghilterra e , l'inghilterra GLI HA CREDUTO! ora come mai il suo paese gli crede e tu no? ovvio! non c'e berlsuconi! SIETE ALLA FRUTTA CON TUTTI QUESTI TENTATIVI DI SCREDITARE L'AVVERSARIO PER VIA GIUDIZIARIA. SONO 15 ANNI CHE TENTATE MA SENZA SUCCESSO. forse perchè il problema non è berlsuconi... MAVOI!!!!
Scritto da : MARCO 19/02/2009
Io, solitamente, non parlo né corrispondo con interlocutori che si trincerano dietro l’anonimato perché, almeno sino ad oggi, nonostante la “focosa” passione dell’attuale premier, o meglio la sua necessità di comprimerla, c’è ancora un briciolo di libertà di espressione sancito dall’art. 21 della Costituzione.
Per la qual cosa ognuno di noi ha, almeno dovrebbe avere ma non per colpa mia e di altri che la pensano come me se non ce l’ha, la libertà di propagandare ed esprimere le proprie idee sia verbalmente che per iscritto.
Questa è democrazia.
Altrettanto schiettamente dico che mi sembra alquanto strano come si possa commentare un post scritto quasi quattro mesi addietro e non quello del tutto simile, anzi più “forte”, scritto poche ore prima.
Da come il Marco in parola scrive pare che sia stato diretto testimone, con tanto di cronometro in mano e con tanto di orecchie ben aperte dell’interrogatorio patito dal povero avvocato londinese, definito inquisitorio; il processo penale italiano dopo la riforma del codice di procedura penale è di carattere inquisitorio per cui sin qui nulla di male.
Però quel termine mal posto parrebbe voler far apparire quell’interrogatorio, è una mia intuizione e null’altro, come avvenuto sotto “tortura”; o sbaglio ?
Mi piacerebbe sapere chi gli avrebbe riferito queste circostanze, se ci sia qualcuno ben informato che le ha riferite, ovvero dove l’abbia lette.
Ma, trattandosi sempre delle stesse parole trite e ritrite, ripetute migliaia e migliaia di volte, senza cambiare nemmeno una virgola, viene facile arguire che sono le solite “grida” lanciate da colui che ha un suo preciso interesse personale a lanciarle ed a farle ripete in maniera ossessiva da coloro che ci stanno, per dovere di squadra, a divulgarle in ogni dove ed in ogni occasione.
Come i pappagalli che ripetono sempre ciò che gli insegnano i loro padroni.
Ripetono tutti le stesse parole, le stesse mosse, come lo scodinzolare negativo della testa quando parlano gli altri; si proprio come quei cani di plastica che si usava un tempo mettere dietro il lunotto posteriore delle autovetture che muovevano allo stesso modo il capo ad ogni movimento del veicolo.
Ma stavolta, Marco, voglio deluderla perché l’inchiesta e le relative prove sono state raccolte in Inghilterra, compresa quella lettera scoperta dalla polizia inglese nel computer del Mills diretta al proprio commercialista per giustificare la somma di 600.000 dollari che rimanevano sul suo conto corrente.
Gli interrogatori italiani furono necessari perché più volte, contraddicendosi, Mills tentava di cambiare le carte in tavola.
La prova principe della corruttela c’era ed era immodificabile perché scritta nonostante tutti i tentavi di cancellarla dal pc.
La storia e tutti i suoi risvolti, meglio di me, le ha scritte Marco Travaglio che difficilmente mette nero su bianco senza averne acquisito prima prove inoppugnabili.
Le legga e ne tragga le conseguenze prima di ritornare a straparlare nascondendosi dietro la cortina dell’anonimato.
Mills giudicato, Berlusconi condannato
Per saperne di più e non vivere nell'ignoranza
di Marco Travaglio
"Oggi avrei dovuto parlare ancora di Alitalia, ma ne parleremo già Giovedì ad Annozero, quando ripartiremo, su RaiDue, e avremo modo di rifletterci. Oggi vorrei parlare di una questione che lega Israele all'Italia. Forse perché ho sentito dire, in coda a qualche telegiornale, che si è dimesso il Primo Ministro Olmert, come aveva promesso.
Olmert era sotto indagine per, dicono i giornali, corruzione. In realtà in Israele il reato di finanziamento illecito e corruzione è lo stesso quindi lui è accusato di avere dei preso dei soldi senza registrarli nei bilanci della sua campagna elettorale.
E' stato accusato dopo essere diventato Premier di Israele in seguito all'ictus che ha colpito il precedente Premier Ariel Sharon. Non è stato ancora rinviato a giudizio, cioè non è stato ancora formalmente incriminato, è già stato interrogato tre volte e ogni è volta si è precipitato dai magistrati.
Alla fine ha deciso che in quella situazione non poteva più restare presidente del Consiglio dello Stato di Israele, ha annunciato le sue dimissione e adesso, puntualmente, le ha date e verrà sostituito dal suo ministro donna Tzipi Livni.
Perchè parlo di Olmert? Perchè quest'estate è accaduta una cosa inversa in Italia: come al solito, da noi, a situazioni simili conseguono risultati dissimili anzi opposti.
Berlusconi, imputato - lui si rinviato a giudizio, già in fase avanzata nel dibattimento di primo grado per corruzione giudiziaria di un testimone, l'inglese David Mills -, indagato per avere comprato o tentato di comprare dei senatori del centrosinistra un anno fa.
Imputato con richiesta di rinvio a giudizio per avere comprato i servigi di un dirigente della RAI cioè dell'azienda concorrente, che sarebbe anche pagata da noi, rispetto alla sua a sua volta rinviato a giudizio in un altro processo per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita - il processo dei diritti Mediaset, quello in cui gli si contesta di avere gonfiato a dismisura il prezzo reale di decine e decine di film comprati in America, non direttamente dalle sue aziende ma fatte acquistare da società occulte del comparto Offshore della Fininvest che se le passavano l'una con l'altra e ogni volta che il film passava da una società occulta all'altra aumentava il prezzo.
Alla fine questa panna montata del surplus rispetto al prezzo reale finiva, secondo l'accusa, nelle tasche del Cavaliere e dei suoi familiari.
Bene, un signore in queste condizioni - due processi in corso al Tribunale e due udienze preliminari in corso tra Napoli e Roma per non parlare di tutto il pregresso cioè delle sei prescrizioni, delle due assoluzioni in base alla depenalizzazione del reato di falso in bilancio fatto da lui... lasciamo perdere... un signore in quelle condizioni ha deciso anche lui che non era opportuno che un Presidente del Consiglio avesse delle indagini e dei processi in corso.
Solo che invece di andarsene lui, ha cancellato i processi in corso con il Lodo Alfano.
In Israele non hanno avuto la stessa idea, ad Olmert non è venuto in mente di fare un Lodo Olmert per abolire le indagini a suo carico: ha pensato bene che un Premier indagato se ne dovesse andare lui.
E' andato in televisione, ha fatto un discorso, si è rivolto agli elettori del suo partito, ha detto: "Io sono innocente, intendo dimostrarlo davanti ai giudici, ma voglio dimostrarlo senza lo scudo del mio incarico pubblico, perchè potrebbe intimidire i giudici".
Anzi ha concluso con queste parole: "Sono orgoglioso di avere guidato un Paese democratico nel quale la Polizia e la magistratura indagano liberamente sul capo del governo senza alcun condizionamento."
Queste parole andrebbero scolpite a caratteri cubitali aurei su Palazzo Chigi, Palazzo Madama, Montecitorio e anche al Quirinale dove sappiamo che il lodo Alfano è stato firmato in fretta e furia dal nostro Capo dello Stato che, curiosamente, è anche il garante supremo della Costituzione e che però, evidentemente, quel giorno lì era un po' meno garante dell'articolo 3, visto che l'articolo 3 stabilisce che tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge senza distinzioni nemmeno di condizioni sociali e personali.
E il Lodo Alfano stabilisce che ci sono quattro persone che proprio per le loro condizioni personali e sociali sono invece non più soggetti alla legge comune e alla legge penale.
Due situazioni simili, sebbene quella di Olmert fosse per un reato molto più lieve, fosse un'inchiesta nata dopo che lui era diventato Presidente del Consiglio e fosse comunque in un Paese tutt'ora in guerra, che rischia da un momento all'altro un attacco dall'Iran o da qualche altro dei numerosi nemici che ha tutt'intorno ed è impegnato in un processo di pace con i palestinesi che forse potrebbe anche arrivare ad una buona conclusione.
Avrebbe avuto tutti gli alibi per dire "Io rimango" in attesa di vedere come va il processo invece Olmert se n'è andato e in Italia se n'è andato il processo.
A questo punto ci hanno detto che Berlusconi è libero da distrazioni, non ha più impegni anche se lui non aveva nessun impegno nemmeno prima perchè non ha mai messo piede in Tribunale in questi due processi. Finalmente penserà agli italiani.
Non pare che sia così. Il Lodo separa le sue sorti da quelle dei suoi coimputati, il processo ai coimputati va avanti, per quanto riguarda lui viene congelato in attesa che il Tribunale faccia eccezione di incostituzionalità davanti alla Corte e la Corte risponda se il Lodo è non è costituzionale.
Dovesse non esserlo, come pare non sia, Berlusconi tornerebbe imputato ma davanti ad altri giudici rispetto a quelli che lo stanno giudicando adesso proprio perchè si presume che gli altri, nel frattempo, siano andati avanti nel giudicare i coimputati quindi, sia che li abbiano ritenuti colpevoli sia innocenti si saranno già pronunciati sui fatti e indirettamente su di lui, divenendo così incompatibili a giudicare lui.
Quindi lui i giudici che lo stavano giudicando fino a luglio, quando è passato il Lodo, non li vedrà più in faccia, ne arriveranno degli altri. E allora? Allora dovrebbe stare tranquillo.
Dovrebbe pensare ai problemi del Paese. Quello che ci era stato raccontato. In realtà non è così.
Non è così perchè, abbiamo letto venti giorni fa, che i suoi avvocati hanno reiterato in Cassazione al ricusazione contro la presidente del Tribunale che lo sta giudicando nel processo Mills, Nicoletta Gandus. Uno dice, ma che gli frega a lui di Nicoletta Gandus se ormai potrà giudicare soltanto David Mills, il suo coimputato nel processo Berlusconi-Mills?
Lui non la vedrà più e se mai tornerà imputato in quel processo il Presidente sarà un altro... e allora perchè ricusa un giudice che non può più giudicare lui?
Perchè si occupa di un processo nel quale lui non c'è più? La risposta è molto semplice: gli imputati sono due, la corruzione si fa in due, uno paga l'altro prende, uno compra e l'altro vende.
Cosa avrebbe venduto Mills a Berlusconi in cambio di 600.000 dollari, secondo la procura di Milano e secondo il GIP che ha rinviato a giudizio entrambi? Ha venduto due testimonianze
Chiamato nel '97-'98 dal Tribunale di Milano a testimoniare nei processi sulla Fininvest, tangenti alla guardia di finanza, fondi neri All Iberian, Mills, che era il consulente estero del gruppo, quello che ha creato le società offshore, sarebbe andato lì e avrebbe detto un quarto, un quinto, un decimo, un centesimo di quello che sapeva.
Chi lo dice, le toghe rosse? No, lo dice Mills in una lettera che ha scritto nel 2004 al suo commercialista inglese, Bob Drennan. Gli ha detto: "Il modo in cui avevo reso la mia testimonianza - non ho mentito ma ho superato curve pericolose - tenne Mr. B. fuori dai guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".
Ha giurato di dire "tutta la verità, nient'altro che la verità, lo giuro", dopodiché ha detto pochissimo perchè se avesse detto tutto, scrive lui al suo commercialista, l'avrebbe cacciato in un mare di guai.
"Alla fine del 1999 mi fu detto - cioè l'anno dopo le testimonianze reticenti o false - che avrei ricevuto dei soldi a titolo di prestito a lungo termine - che lui peraltro non ha mai restituito - o di regalo 600.000 dollari".
Perchè lo scrive al suo commercialista? Perchè lui quei soldi non li poteva giustificare. Mr. B. gli fa avere tramite un manager, Bernasconi, che oggi è morto, 600.000 dollari in Svizzera, di nascosto, in nero, extrabilancio, fuori busta. Lui come fa a dichiararli al fisco? Dovrebbe dire perchè li ha avuti, dovrebbe dire "Sono un testimone comprato".
Questa è il corrispettivo della mia testimonianza reticente. Dovrebbe confessare dei reati.
Quindi cosa fa? Non li dichiara al fisco e li dichiara al suo commercialista perchè teme che nelle indagini sui diritti Mediaset quando gli vanno a perquisire l'ufficio i magistrati scoprano tracce di questi fondi neri.
Il bello è quello che succede dopo: capita, a volte, che un evasore fiscale confessi di aver evaso il fisco al suo commercialista. In Italia il commercialista gli spiega come fare a nascondere il tutto, in Inghilterra il commercialista denuncia il cliente David Mills al fisco e le carte arrivano alla procura di Milano.
Tipico anche in Italia, immaginate un commercialista che denuncia il suo cliente! Immediatamente perderebbe tutta la clientela.
Invece il commercialista Bob Drennan viene sentito dalla procura di Milano e dice "certo, ci parve tutto molto strano! A che titolo Mills riceveva soldi da Berlusconi? Era per caso il suo figlio adottivo?". E aggiunge ancora Drennan: "In quella dichiarazione c'era un collegamento sufficiente che mi indusse a credere che io avessi il dovere di riportare la questione a Clyde Merclue, funzionario del Serious Frode Office, cioè l'ufficio antifrode fiscale di Sua Maestà britannica, per lasciargli decidere se il collegamento tra il denaro e quelle testimonianze reticenti esistesse".
Anche Becker, socio di studio di Drennan, conferma: "Lessi la lettera di Mills, Drennan mi chiese quale fosse la mia reazione e io gliela dissi. Concludemmo che non c'era altra scelta che riportarne integralmente i contenuti all'antifrode".
Così nasce il processo Mills, e perchè Berlusconi è così preoccupato anche se nel processo non c'è più? Perchè c'è rimasto Mills.
Quello che nell'ipotesi d'accusa ha preso i soldi da lui. Cosa possono fare i giudici con una prova del genere? Carta canta, c'è la prova scritta ufficiale, sequestrata dai magistrati di Milano con la firma di David Mills al suo commercialista.
E poi, c'è il verbale in cui Mills, chiamato dalla procura di Milano quando gli mettono sotto il naso la lettera, cade dalle nuvole perchè mai più avrebbe pensato che quella sua lettera sarebbe finita nelle mani dei magistrati di Milano ed è costretto a confessare "Si quella lettera l'ho scritta io".
Naturalmente, quando si viene a sapere che ha parlato ed è stata trovata la lettera, ritorna alla chetichella alla procura di Milano e tenta penosamente di ritrattare dicendo "no, ma quelli non erano soldi di Berlusconi".
Addirittura si inventano che ha tirato in ballo Berlusconi per coprire delle operazioni poco chiare di un altro suo cliente, un certo Attanasio di Napoli che era stato addirittura già in galera.
Figuratevi se l'avvocato Mills, marito di un ministro di Tony Blair, per coprire un certo Attanasio fa il nome del capo del governo italiano! Se mai dovrebbe essere il contrario, che uno per coprire il presidente del Consiglio italiano fa il nome di un certo Attanasio, ma è totalmente irragionevole il contrario!
Quindi pensate come hanno impapocchiato la linea difensiva nel tentativo di salvarsi. Perchè? Perchè sono terrorizzati, poichè la prova non è frutto di un teorema o di una elucubrazione delle toghe rosse, ma ci sono i documenti, le confessioni.
L'imputato Mills ha confessato davanti ai pubblici ministeri di Milano. Poi naturalmente se non confessa anche in aula, in base alla nostra legge demenziale, quello che ha detto ai PM non vale, ma vale quello che ha scritto al suo commercialista.
Voglio dire: c'è la sua firma con scritto "Ho ricevuto 600.000 dollari in cambio delle mie testimonianze nelle quali superavo tornanti pericolosi per salvare Mr. B.".
Cosa teme, dunque, Berlusconi? Anche se giudicano solo Mills, e metti condannano Mills, per esempio, cosa abbastanza probabile con questo materiale probatorio nelle mani dei giudici... non è che scrivono che Mills ha preso 600.000 dollari ma non scrivono chi glieli ha dati.
Nella sentenza ci sarà scritto, se fosse di condanna, "Mills ha preso 600.000 dollari in nero da Silvio Berlusconi che non possiamo più processare per il Lodo Alfano". Almeno finché non riusciremo a farlo dichiarare incostituzionale.
Quindi, per uno che se la tira sempre da innocente, vittima di persecuzione, e in più adesso ha pure il trip di diventare presidente della Repubblica... fa la differenza nella quale ci sia scritto che se quello i soldi li ha presi glieli ha dati lui e che quindi è colpevole anche lui.
Questo è quello che temono, per cui non vogliono che si arrivi a sentenza, non vogliono che la sentenza la scriva la Gandus. Vorrebbero ricusarla affinché il processo riparta da capo e arrivi alla prescrizione in modo da poter poi raccontare agli italiani che erano tutti innocenti, mentre in realtà la prescrizione significa che sei colpevole ma l'hai fatta franca per ragioni di tempo.
Allora, continua, Berlusconi, a ricusare la giudice Gandus anche se lei non c'entra più con lui e non giudicherà mai più lui. Lo fa per Mills, cioè per se stesso.
Ma non solo: l'altro giorno dopo la pausa estiva si è ripreso il processo Mills, era fissato da luglio l'appuntamento. Ma all'improvviso gli avvocati di Berlusconi che sono tutti parlamentari, Ghedini, Longo e Pecorella che viene tenuto in stand by perchè lo devono mandare a fare il giudice costituzionale.
Al posto di Vaccarella dovrebbe arrivare Pecorella, così il presepe è completo.
Mandano avanti gli altri due a fare il lavoro sporco, Ghedini e Longo, ed entrambi sono in Parlamento, uno alla Camera e l'altro al Senato.
Il venerdì, perchè l'udienza era fissata per venerdì scorso, di solito il Parlamento non lavora e non vota, soprattutto, quindi non c'è l'impedimento parlamentare degli avvocati.
Per quello era stata fissata di venerdì, perchè il venerdì gli avvocati in parlamento sono liberi. Invece vengono convocate le commissioni giustizia di Camera e Senato proprio quel venerdì lì.
Uno dice: ci sarà un'emergenza. Assolutamente no. Chi deve parlare? L'avvocato Ghedini! Ha chiesto di parlare su una legge fatta da lui, dal ministro Alfano che com'è noto è un suo prestanome.
E infatti c'è una deputata del PD, Paola Concia, la quale dice: "La seduta è iniziata alle 11.05 ed è finita alle 11.45". Hanno lavorato quaranta minuti di niente.
La presidente, Giulia Bongiorno, non c'era perchè impegnata in un processo e c'è andata, segno evidente che se manca la presidente può mancare anche un membro normale come Ghedini che tra l'altro pare che non vada quasi mai, in commissione.
Quel giorno, invece, c'è andato e ha chiesto la parola per poter dimostrare, ovviamente, che era impegnato in Parlamento. Se non avesse parlato non gli avrebbero fatto buono l'impedimento parlamentare.
Cos'ha fatto? Si è messo a parlare degli emendamenti che lui stesso aveva presentato a una legge fatta dal suo stesso governo e probabilmente ispirata da lui: quella sulle intercettazioni.
Cioè, per fare degli emendamenti a una legge ad personam per Berlusconi riescono a bloccare il processo dove Berlusconi non c'è più perchè loro hanno fatto un'altra legge ad personam, il lodo Alfano, ma continuano a bloccarlo come se Berlusconi ci fosse!
Praticamente, per Ghedini e Longo, il Lodo Alfano non vale, vale solo per i giudici! I giudici non possono giudicare Berlusconi, ma Ghedini e Longo possono continuare a mettergli i bastoni fra le ruote anche se il loro cliente non c'è più!
E' un Lodo che si allarga e si restringe. Si inventano appuntamenti parlamentari per far saltare un processo che non li riguarda più.
E il bello qual è? Che i giornali, invece di sottolineare lo scandalo, la vergogna - tenete presente che un comportamento del genere in Inghilterra o negli Stati Uniti porterebbe all'immediato arresto degli avvocati per ostruzione alla giustizia e oltraggio alla Corte - si sono concentrati sul gossip.
Perchè al posto degli avvocati che non c'erano, dato che l'udienza si è tenuta lo stesso almeno per rinviarla hanno dovuto tenerla... qual è il gossip? "Chiara: io per un giorno avvocato di Berlusconi". Abbiamo finalmente una bella ragazza da buttare sui giornali in modo da parlare di lei per non parlare del perchè questa ragazza di ventotto anni fa l'avvocato di Berlusconi con tutti gli avvocati e con quello che li paga.
Questa ragazza fa l'avvocato di Berlusconi perchè gli avvocati di Berlusconi sono in Parlamento a far finta di avere degli impegni decisivi mentre ci ha detto l'onorevole Concia che non si è fatto niente, che non si è fatto per lo stesso Ghedini nessuno avrebbe convocato quella commissione.
Andiamo sul gossip. "Chiara, due ore da avvocato di Berlusconi", "Chiara emozionata", Chiara che fa le dichiarazioni, Chiara che viene fotografata.
Il giorno dopo Berlusconi, beffa delle beffe ci prende proprio per il culo: "Caso Mills, il premier attacca: Assurdo essere trattato così". "Ci sono giudici che fanno lotta politica, mi hanno addirittura nominato un avvocato d'ufficio come se non avessi gli avvocati miei",
Ma gli avvocati tuoi abbiamo visto che cosa fanno.
Gli avvocati Ghedini e Longo hanno già annunciato che anche nella prossima convocazione, che sarà addirittura di sabato proprio per essere certi che il Parlamento è chiuso a doppia mandata, non ci saranno lo stesso.
Non ci saranno lo stesso perchè Ghedini deve fare un altro processo da un'altra parte, guarda caso quel sabato mattina lì. E l'avvocato Longo, potrebbe sostituirlo. No, ha un convegno.
Addirittura il convegno dovrebbe venire prima dell'obbligo di andare a rispondere alle convocazioni dei giudici.
Naturalmente, non è che Ghedini e Longo sono soli al mondo nei loro studi, hanno dei collaboratori, altri avvocati che lavorano per loro. Potrebbero mandarci loro anche perchè per Berlusconi non c'è più niente da fare in quel processo, solo da prendere atto che lui non c'è più e presentare la questione di costituzionalità, ma quella la fanno i giudici.
E loro non possono più intervenire perchè Berlusconi non è più imputato in quel processo. Quindi semplicemente mandare uno per fare atto di presenza.
Bene, nell'ultima udienza hanno mandato uno che non era abilitato perchè non era ancora avvocato per poter difendere un imputato, quindi sono stati sostituiti dall'avvocato d'ufficio. E chi le racconta queste schifezze? Chi racconta questo scandalo infinito di un processo che non può andare avanti nemmeno per Mills perchè Berlusconi ha paura che condannino almeno Mills?
Chi lo racconta dello scandalo di una legge fatta apposta per Berlusconi per bloccare un processo che lui continua a bloccare anche una volta che n'è uscito?
Chi lo racconta lo scandalo di un Parlamento che viene convocato e sconvocato a seconda delle udienze e dei processi a Mills e non più a Berlusconi?
Chi lo racconta lo scandalo di un Premier che mente spudoratamente davanti alla giustizia e davanti al popolo italiano?
Avete trovato traccia, a parte il gossip della giovane e carina avvocatessa, in questi giorni in televisione?
Mi pare che non abbiamo saputo niente, come non abbiamo saputo niente dell'Alitalia, anzi il TG1 continua a leccare i piedi, per non dire altro, alla cordata governativa, addirittura convocando le comandanti crumire per parlare contro i loro stessi sindacati e a favore del governo.
E' un'informazione di regime a 360° e naturalmente l'antidoto è lo stesso: passare parola!
FINE
anzi no, mancano per finire le
FRASI CELEBRI
“Allora fatemi capire – ha scritto un mio collega giornalista americano – viene condannato per corruzione il coimputato del primo ministro ma si dimette il capo dell’opposizione”.
19 febbraio 2009
Alexander Stille
dalla “Striscia Rossa” de L’Unità del 20 febbraio 2009
Alexander Stille (New York, 1957)
è un giornalista e scrittore statunitense, autore di diversi articoli e libri, incentrati principalmente su soggetti della politica e della società italiana, e in particolare su temi di mafia.
Collabora con diversi giornali statunitensi -in particolare The New Yorker e il The New York Times- ed è corrispondente per alcuni giornali italiani, fra cui il Corriere della Sera.
da Wikipedia.
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