mercoledì, agosto 01, 2007

Era ora.....


PARLAMENTO RIPULITO
fuori il primo...finalmente un ex.
Ma gli altri dell'onorevole banda ?
Ieri ho avuto la costanza di seguire dall'inizio alla fine la seduta della Camera dei Deputati nel corso della quale si doveva decidere l'accoglimento o meno del parere della Giunta per le autorizzazioni a procedere che, a maggioranza, si era pronunciata favorevolmente perchè il caso di decadenza dell'ancora deputato
CESARE PREVITI,
in quanto colpito da sentenza di condanna definitiva con pena accessoria dell'interdizione perpetua dai Pubblici Uffici,
venisse discusso e votato dalla Camera.
Per chi non lo sapesse questa pena accessoria, fra le altre conseguenze facilmente intuibili, toglie al soggetto condannato l'elettorato attivo e passivo; in buona sostanza Previti non potrà più in vita sua nè votare né essere votato.
Fatta questa debita premessa passo a raccontarvi la farsa messa in atto da Forza Italia per bocca del capogruppo
on. Elio Vito e da altri colleghi di partito e di alcuni della destra.
Una celebrazione, un PREVITI santo subito, con tanto di incenso come se una condanna a 6 anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari (più un'altra di 1 anno e mezzo per una diversa storiella), sia da considerarsi un atto di eroismo, il frutto di una persecuzione giudiziaria (sic, così si è detto).
Ovviamente il beneficiario della corruttela era assente; mi sarebbe piaciuto molto ascoltare la sua orazione..... per la dipartita del caro amico, partendo dal racconto dell'ignobile scippo della Villa San Martino di Arcore, con annesso parco, biblioteca con 10.000 volumi ed una pinacoteca da sogno con un quadro di Annigoni, alla contessina Casati, pagato con 500 milioni in azioni di una società non quotata in borsa.
Previti era il tutore della contessina minorenne che, raggiunta la maggiore età – allora era fissata ad anni 21 – avendo deciso di andare in Brasile pretese soldi in contanti e le vennero rifilate solo 250milioni, un'elemosina perchè il nuovo padrone, fornendo in garanzia questa villa, ottenne da un istituto bancario un prestito di parecchi miliardi di vecchie lire, ma allora erano buone!
Ritornando alla seduta, i soliti azzeccagarbugli forzisti (Za la morte e la Pecorella smarrita), ideatori di svariate “leggi vergogna”, di cui qualcuna dichiarata contrastante con la nostra Carta costituzionale dalla Consulta, hanno avuto il coraggio di sostenere che non esiste alcuna legge che disponga come un loro deputato con a carico una sentenza definitiva, “tipo Previti”, debba o possa essere sloggiato dal comodissimo scranno parlamentare e starsene a casa sua ad oziare, senza poter così contribuire a distruggere la povera Italia.
Ve lo immaginate il Previti che non può votare in occasione di una qualsiasi elezione mentre lo può in Parlamento ?
Ma a parte ciò oltre alla legge c'è una dignità delle istituzioni da difendere e tenere un siffatto pregiudicato in aula sarebbe stato motivo di sollazzo da parte di tutte le nazioni dove il senso dello Stato non è certamente quello che sta dimostrando di avere nel corso di questi anni Forza Italia.
Il caso di specie attiene ad una causa di ineleggibilità non precedente all'elezione bensì sopravvenuta e, quindi, dopo l'ammissione in Parlamento.
La norma che in questa fattispecie ci soccorre esiste, eccome, è la stessa Costituzione che all'art. 66 afferma:
“ Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e della cause sopraggiunte di ineleggibiltà
e di incompatibilità”.
E' la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici a dar corpo all'ineleggibilità del soggetto in parola.
Poi il colpo di scena – ritengo preparato in anticipo come via di fuga dall'ignominia dell'espulsione: e voila, le dimissioni.
Atto nobile affermano Elio Vito e soci !
Non voglio aggiungere altro tanto è lampante, non certo per i finti tonti che simulano sordità e cecità su quanto ci tocca subire da costoro, quale sia il loro senso della nobiltà e dell'onore.
Loro, dall'alto della propria spudoratezza, fanno oramai parte di quell'Italia delle barzellette che escono dalle bocche sghignazzanti di tutto il mondo civile.

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