venerdì, agosto 31, 2007

I plagiati - VI^ parte


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
PARTE SESTA
Il reato di plagio non esiste più ma vogliamo una norma equipollente che, pur non contrastando con i nostri principi costituzionali, riesca finalmente a tutelare le vittime da parte di abili manipolatori delle menti.
Questo era grossomodo il grido di allarme e di protesta che si sollevava da ogni parte del nostro Paese.

Le petizioni che giungevano ai partiti politici ed ai loro parlamentari nonchè le lettere che pervenivano ai quotidiani a distribuzione nazionale erano molte in quanto, dopo quasi 25 anni, oggi 28, una norma che prevedesse e punisse questo insieme di azioni delittuose mancava ancora nonostante il proliferare dei casi.
Di queste petizioni riporterò qui, una per tutte, quella che a mio parere era la più significativa; quella avanzata dal
COMITATO FAMILIARI VITTIME delle SETTE
in quanto racchiude in sé, salvo insignificanti divergenze, tutte le altre inviate per lo più da persone oramai giunte al limite dell'esasperazione; comunque gli slogans che più di ogni mia parola mettevano a nudo un grave effettivo problema che affliggeva e affligge tuttora tutte le società moderne portandolo, in maniera alquanto sollecitatoria, all'attenzione di chi è deputato a porvi eventualmente, se ne fosse stato capace, a porvi rimedio.
“ Il plagio o manipolazione mentale è un reato gravissimo perpetrato nei confronti di una persona, fino a causarne la destrutturazione della personalità e la destabilizzazione mentale, il prodotto di tale pratica delittuosa è la schiavitù totale, fisica e psichica”.
In setta non si entra , si è travolti da un movimento le cui strutture manipolatrici sono state accuratamente preparate”.
Centinaia di migliaia di cittadini italiani sono, nella propria nazione, ostaggi nelle mani delle sette; che stato democratico è quello che non tutela e non difende l'integrità mentale dei propri cittadini ?.
Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ebbe a quantificare in 500.000 circa le famiglie coinvolte, e spesso travolte, direttamente od indirettamente, da questo fenomeno creato in Italia da circa 900 gruppi settari attraverso il metodo della manipolazione mentale su persone per lo più soggette alle più svariate forme depressive.
Non eravamo ai livelli degli USA ma, ciononostante, questo problema aveva tutte le caratteristiche proprie del c.d. “allarme sociale” al punto che era oramai ineludibile la necessità di legiferare in proposito.
In realtà non era un problema di poco conto poiché alcune azioni delittuose rientranti in questa tipologia criminosa sono del tutto impalpabili, comunque di difficilissima percezione concreta da parte dei magistrati inquirenti che, poi, in un eventuale processo, hanno l'onere di portare prove concrete circa la consumazione del reato: in particolare il nesso causale tra azione ed evento.
Come vedremo, non tutti saranno però d'accordo sulla riedizione di una nuova norma che punisse il “plagio”, sia pure sotto il nome di “manipolazione mentale”; ma, prima d'andare avanti su questa strada c'era da porsi la domanda se, rispetto alla vecchia rubricazione, con la nuova ora proposta fosse cambiato qualcosa sia da un punto di vista formale che sostanziale.
Formalmente avrebbe dovuto collocare la nuova norma nel Codice penale non più sotto la Sez. I – Dei delitti contro la personalità individuale - del Cap. III° bensì nella sua Sez. III^- Dei delitti contro la libertà morale -, subito dopo l'art. 613 ( Stato di incapacità procurato mediante violenza); alla violenza sulla persona in quanto entità fisica si andava quindi aggiungendo con una nuova normativa quella sullo stato psichico della vittima, sul suo modo di comportarsi non più autonomo.
A dire il vero a me sembrava allora e sembra ancora che la manipolazione mentale ed il plagio siano due diversi momenti legati però tra di loro per essere l'uno la causa e l'altro l'effetto della stessa azione criminosa messa in atto dall'agente per ottenere l'assoggettamento della volontà altrui alla propria.
Un vero e proprio guazzabuglio tecnico in quanto sembra proprio che si stia ricadendo negli stessi errori di prima.
Le proposte legislative
Tre senatori del centrodestra, Francesco Bosi (UDC), Renato Meduri (AN) M. Elisabetta Casellati (FI), ebbero a presentare altrettante proposte di quella che sarebbe dovuto essere la previsione della nuova norma che, una volta entrata in vigore, avrebbe fornito alle Forze dell'Ordine nonché alla magistratura inquirente l'arma giudiziaria che consentiva di perseguire gli autori di queste fattispecie delittuose.
I tre progetti vennero poi in sede di Commissione Giustizia del Senato unificati cosicchè in data 04 marzo 2004 venne licenziato il seguente
art. 613 bis (Manipolazione mentale)
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in stato di suggestione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione è punito con la reclusione da due a sei anni.
Se il fatto è commesso nell'ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano, ovvero se il colpevole ha agito al fine di commettere un reato , le pene di cui al primo comma sono aumentate da un terzo alla metà “.
A voler giudicare, de iure condendo, una siffatta connotazione del reato de quo viene difficile dare ad essa una piena condivisione atteso che, al riguardo, sorge più di qualche dubbio sia sulla descrizione dell'azione esecutiva che sulla possibilità di dimostrare il nesso causale tra azione ed evento; a mio sommesso avviso si ripropongono in questa nuova formulazione le stesse perplessità che ebbe a suscitare l'art. 603 C.P.
Ma altre incongruenze appaiono ictu oculi:
la suggestione, a quanto si legge, dovrebbe essere “continuativa.....e limitare grandemente” sono termini oltremodo vaghi che, all'atto pratico, sono difficili da determinare con precisione non essendovi mezzi tecnici che soccorrerebbero i giudici che così dovrebbero ricorrere ad una proprio valutazione soggettiva e non oggettiva, in contrasto con la tassatività della norma penale;
nel secondo comma viene imprudentemente usato il termine “colpevole” invece di quello più tecnicamente esatto di “responsabile” del reato scrittogli; l'art. 27 comma 2 della nostra Costituzione afferma che
“ l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”.
Ma, questa norma, passata alla Commissione Giustizia della Camera, non è dato di sapere quale fine abbia fatto; uno stop, ad oggi, di tre anni veramente inspiegabile ?
Intanto nella prossima VII^ parte vedremo quali furono le reazioni alla riedizione di questa norma penale nonché come hanno affrontato e risolto questa problematica la legislazione spagnola, francese, belga e statunitense.
Infine nella VIII^ ed ultima parte tenterò di illustrare le mie considerazioni finali.
Ma, prima dell'ultima parte, l'VII^ e prima ancora delle mie conclusioni, mi piacerebbe conoscere dei pareri di alcuni visitatori del blog; non è necessario essere dei giuristi, non lo sono neanche quegli onorevoli dalla cui mente è stata partorita la norma dell'art. 613 bis, ma quello che conta è il parere dei cittadini di ogni censo ed attività, indipendentemente dalla loro età.
Il compito del legislatore sarà poi quello di assecondare, fin dove possibile, le richieste e farle proprie.
La legge si impartisce
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
ma è essenziale che quelle stesse leggi rappresentino prima di ogni altra cosa anche il suo volere e non di una sola parte, di qualche lobby, o di qualche società più o meno segreta.
segue

giovedì, agosto 30, 2007

I sonetti di Belli - 1

I Sonetti
di
GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI
Nato nell'anno 1791 a Roma dove morì nel 1863; poeta e fondatore della
Accademia Tiberina iniziò a scrivere poesie di stile arcadico per passare poi nel periodo andante dal 1830 al 1849 a quelle scritte in romanesco il cui dialetto, tra il serio ed il burlesco, appare alquanto appropriato per questi suoi sonetti critici nei confronti del governo pontificio che, peraltro, sosteneva.
Era per così dire la voce del popolo romano amante della città ma con una amara visione delle sue condizioni sociali.
I suoi “SONETTI”, come potrete constatare, sono un insieme di ironia, spesso sarcastica, e di dolore per la situazione in cui versava Roma in quei tempi.
Un seguace delle pasquinate ?
Vedete voi, anche se più che poesie quelle erano degli stornelli non cantati ma solo scritti e messi ai piedi della statua del Pasquino.
Vedete voi.
Ecco un primo sonetto scritto il 12 settembre 1835, esattamente un secolo prima della mia nascita
intitolato
L'UBBIDIENZA
Nò, veh, cristiani, nun è vero mica
che pe ubbidì ce vò tanta pazienza.
E' un gran riposo a l'omo l'ubbidienza:
e pe questo in ner mondo è cusì antica.
Ma sentite, ch'Iddio ve benedica,
che bella verità: er Zovrano pensa,
e er zùddito esiguisce; e in conzeguenza
ognuno fa pè sè mezza fatica.
E a chi de noi sarìa venuto in testa
de pagà la dativa raddoppiata
si er Papa nun penzava puro questa?
Un essempio e finisco. Ar teatrino
chi la sostiè la parte più sudata ?
Dite, er burattinaro o er burattino ?
Cento anni dopo, per una serie di circostanze, anche oggi ci poniamo tutti o quasi la stessa domanda !

mercoledì, agosto 29, 2007

Differenze tra i popoli


OGNI NAZIONE HA IL POPOLO CHE SI MERITA
ha affermato un politico dissertando sulla evasione in massa delle tasse
ma, secondo me, sono le molte
DIFFERENZE INTELLETTUALI
esistenti tra Paese e Paese quelle che determinano i loro comportamenti.
Per esempio:
quando un tedesco non sa una cosa... LA IMPARA,
quando un americano non sa una cosa... PAGA PER SAPERLA,
quando un inglese non sa una cosa... CI SCOMMETTE SOPRA,
quando un francese non sa una cosa... FA FINTA DI SAPERLA,
quando un greco non sa una cosa... TI SFIDA A CHI HA RAGIONE,
quando un irlandese non sa una cosa... CI BEVE SOPRA,
quando uno svizzero non sa una cosa... CI STUDIA SOPRA,
quando un italiano non sa una cosa... LA INSEGNA !!!
ossia, per me
Il tedesco, un secchione testardo;
l'americano, uno spendaccione inguaribile, anche a costo di far debiti;
l'inglese, uno scommettitore nato,
il francese, un presuntuoso imbevuto di “grandeur”,
il greco, non a caso le Olimpiadi sono nate in Grecia, sempre pronto ad ogni tipo di sfida;
l'irlandese, un tirchio beone,
lo svizzero, un precisino ad orologeria,
l'italiano, pensa di essere un super su tutto, in molti anche in ignoranza.

Il falso ed il vero

LE ILLUSIONI OTTICHE

Sto oramai concludendo la storia del reato di plagio, dei suoi due processi che ebbero una eco anche a livello internazionale, della sentenza della Corte Costituzionale che cancellò dal nostro ordinamento giuridico l'art. 603 C.P. che lo prevedeva e puniva - in quanto ritenuto contrario al principio costituzionale della tassatività della norma penale relativamente alla descrizione della condotta dell'agente -, delle istanze da parte di alcune associazioni per un suo ripristino attraverso una nuova norma, delle tre proposte di legge, riunite successivamente in una, dello stop avuto dalla proposta che avrebbe dovuto introdurre nel codice penale, con l'art. 613 bis, il reato di
“manipolazione mentale” .
Ogni uomo nel corso della sua quotidianità vive non solo di eventi reali ma anche di illusioni che possono essere sia delle speranze di poter raggiungere certi traguardi ovvero di possedere beni per lui difficilmente acquisibili.
Ma esiste anche un'illusione ottica, fenomeno della fata Morgana a parte, che consiste nel vedere cose che nella realtà non esistono.


Alle volte una farfalla che si avvicina ad una pianticella di fiori può determinare, come potrete osservare, che l'occhio umano veda, sia pure per pochi istanti, un viso di donna.
Una falsa realtà scambiata per verità.
Su questo stesso principio si basa il lavoro di coloro che intendono fregare il prossimo; chi ci casca si accorge poi troppo tardi dell'inganno che peserà su di lui per almeno cinque lunghi anni.
La visione ingannevole sparisce quasi subito ed ancor prima se ci si stropiccia gli occhi; la parola ingannevole, purtroppo, ha una enorme facilità di penetrare subito nella mente di molti e può essere invece cancellata solo uscendo dall'innaturale torpore che pervade la persona destinataria dell'inganno. L'unico mezzo è quello di far ritornare la propria mente a ragionare: solamente così si può riaccendere il lume dell'intelletto spento dalle menzogne.

martedì, agosto 28, 2007

I plagiati - V^ parte


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
PARTE V^
Il post sentenza e l'inizio della vacatio legis per i casi di condizionamento mentale evidenziatisi successivamente alla cancellazione del delitto di plagio.
Va da sé che la Corte Costituzionale, in virtù delle funzioni attribuitele in via esclusiva, con la sua sentenza altro non fece che eliminare una norma penale contrastante, come molte altre già eliminate, con i nostri principi costituzionali. Ciò nonostante qualche uomo politico di oggi, affetto da cretinismo giuridico e politico, continui ad affermare che in una riforma generale delle nostri Istituzioni si debba togliere alla Consulta il potere di legiferare (sic !).
Per costui non fa differenza alcuna tra chi legifera, spesso male, e la Consulta - così anche diversamente chiamata dal nome del palazzo ove risiede - la quale è stata creata per affidarle il duplice ruolo di guardiana della nostra Carta costituzionale e di controllo sull'esatta rispondenza di ogni legge emananda alle norme che costituiscono il nostro patrimonio giuridico nonché su quelle già in vigore prima della sua effettiva istituzione.
Contento lui, ma il grave è che alcune parti d'Italia credono in maggioranza alle cretinate che dice: tra lui, poveretto, e la Costituzione esiste oramai un solco invalicabile sotto tutti i sensi.
La circostanza incontestabile è comunque quella che la Corte Costituzionale ha si eliminato una norma oltre che inutile incostituzionale ma, peraltro non era il suo compito, non ha eliminato i casi effettivi di condizionamento mentale che dopo la sua sentenza, sono incominciati a proliferare.
Era, quindi, compito del Parlamento affidare ad una nuova disciplina legislativa la possibilità di poter perseguire penalmente e punire coloro che si rendevano autori di questa tipologia di eventi.
Veggenti, pseudo-guaritori, maghi, cartomanti e ciarlatani a parte che da tempo immemorabile vivono alle spalle di persone dal profilo psicologico assai labile, credulone o malate che, dopo aver percorso inutilmente tutte le vie sanitarie “ufficiali”, prive oramai di ogni speranza di guarigione, si affidano al mondo dell'occulto o a chi crede possegga doti taumaturgiche.
I casi emersi furono centinaia e centinaia ma in questa sede accennerò al caso che più di ogni altro ebbe a suscitare, non solo in Italia, molto scalpore sia per la notorietà a livello mondiale di questa associazione che per la lunga e complessa vicenda giudiziaria iniziatasi presso il Tribunale di Milano nel 1982 e conclusasi solamente, dopo ben sei gradi di giudizio, il 05 ottobre 2000 con la sentenza definitiva della Corte d'Appello di Milano, alla fine dei primi tre gradi del giudizio cui fece seguito un duplice percorso di andata e ritorno tra Corte d'Appello - Corte di Cassazione e viceversa:
mi riferisco al caso
SCIENTOLOGY
che, registratasi in Italia come semplice associazione, per evitare guai di natura fiscale in cui era già incorsa in Francia, ebbe ad autonominarsi come
“CHIESA di SCIENTOLOGY”,
caso originato da una serie di denunce relativa ad mixer di forme di intimidazioni e minacce di mali futuri sino ad arrivare alla violenza fisica.
Occorre sapere che il Ministero dell'Interno, portato a conoscenza diretta ed indiretta delle numerose denunce presentate contro questa associazione ed altre singole persone per fatti intimidatori creò per le indagini del caso, a simiglianza di quanto fatto in quasi tutta l'Europa Occidentale, una struttura ad hoc : il Dipartimento di Pubblica Sicurezza su
“Sette religiose e nuovi movimenti magici”
il quale in data 29 aprile 1998 presentò alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati la sua prima relazione ordinata dal ministro pro tempore.
Da tale documento si apprese che questa organizzazione ebbe a sorgere nel 1954 a Los Angeles ed in Nuova Zelanda , a Auchland, ad opera di un ex scrittore di romanzi di fantascienza , tale Lafayette Ron Hubbard.
Il fine di questa “ formazione associativa", tramutata in una vera e propria istituzione religiosa in un secondo tempo per non sottostare ad imposizioni fiscali, era quello di diffondere e praticare sui propri adepti una dottrina secondo la quale la purificazione di ciascun individuo da ogni peccato e dalle proprie distorsioni mentali, atti a far compiere azione criminose od a divenire tossicodipendenti, poteva avvenire solamente attraverso un programma di condizionamento mentale.
Il reclutamento dei potenziali “clienti” avveniva attraverso alcuni operatori dal fare molto accattivante e chi avesse avuto la ventura di aderire a tale novello credo, reclamizzato con enfasi e col sorriso sulle labbra, dopo una prova iniziale assolutamente gratuita era costretto, per completare la “millantata” purificazione, a pagare cifre elevatissime così apparendo subito ai più il fine truffaldino di questa organizzazione pur reclamizzata da noti attori e cantanti americani quali, per esempio allora, Tom Cruise, John Travolta, Michael Jackson, il jazzista Check Corea ed altri ancora.
Questa associazione americana prese piede in Italia, a Milano, il 20 gennaio 1977 sotto la denominazione di
“ HUBBARD DIANETICS INSTITUTE – HDI”
ad opera di tali Segalia Raffaele, Ferrero Alberto e Ghio Tiziana allo scopo , a norma dell'art. 3 dello Statuto, di presentare e diffondere la scienza conosciuta come Dianetics” e da Milano in altri centri di ogni regione; da notare che molti tra i responsabili di questa specie di associazione avevano pesanti precedenti penali per reati contro il patrimonio.
Anche in Italia mutò veste per motivi fiscali passando da associazione in
“Chiesa di Scientology”
per meglio così rappresentare il suo fine prettamente religioso.
Ma non passò molto tempo che incominciarono a fioccare in tutta Italia le prime denunce ed esposti che, per competenza territoriale o per connessione oggettiva e soggettiva, vennero trasmesse alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano la quale ipotizzò e contestò i reati di truffa , esercizio abusivo della professione sanitaria, commercio di specialità medicinali non registrate, vari reati tributari e, dulcis in fundo, mancando oramai il reato di plagio, quello di circonvenzione di incapace di cui allo
art. 643 C.P.
“ Chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di un persona minore, ovvero abusando dello stato di infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per o per altro dannoso è punito.....”
e di estorsione di cui allo
art. 629
Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno è punito....”.
Infatti venne accertato in fase istruttoria che per convincere le persone più recalcitranti contattate per aderire come adepti di questa novella chiesa si ricorreva ad assillanti pressioni ed anche a mezzi intimidatori e, a coloro che avevano aderito ai “trattamenti” di pulizia della mente e volevano nel corso della “terapia” troncare ogni rapporto con questa organizzazione venivano praticate saune estenuanti al fine di indebolire ogni resistenza psichica, il tutto correlato dalla prospettazione di seri danni di natura fisica e mentale non più altrimenti guaribili.
I procedimenti penali radicatisi presso il Tribunale di Milano riguardarono oltre 70 personaggi , capi e manovalanza della sedicente confessione altrimenti qualificata anche come “religione della salute mentale” si conclusero in primo grado con qualche condanna per alcuni imputati mentre altri vennero assolti per la prescrizione dei reati contestati ed altri ancora, infine, assolti per la mancanza di una norma specifica che ricomprendesse come reato alcuni eventi che pur si rappresentavano come atti esecrabili da un punto di vista etico-morale.
“Non sempre quello che è moralmente illecito è anche penalmente rilevante”
venne evidenziato nella sentenza resa in data 02 luglio 1991.
Con brevi accenni riassumo gli svariati percorsi di questo processo di cui ogni grado si concludeva con sentenze con decisioni finali tra di loro opposte sino ad arrivare a quella conclusiva emessa dalla I^ Sezione della Corte d'Appello Penale di Milano in data 05 ottobre 2000, a distanza di più di 9 anni dalla prima, che assolveva tutti i rimanenti imputati per il reato più grave, quello dell'associazione per delinquere di cui all'art. 416 C.P.
Risultò evidente come la mancanza di una norma ad hoc avesse favorito quasi tutti gli imputati nonché il proliferare di sette religiose e di volgari profittatori.
Sotto la spinta di alcune associazioni qualcosa si mosse anche sul piano legislativo anche se ad oggi, e ne vedremo i motivi in una prossima parte, tutto è ancora fermo e rimasto sul piano normativo di difficile soluzione soprattutto perchè sono oggi presenti altre forme di manipolazione mentale che fanno capo ad una certa persona che dell'informazione ha un vero monopolio, ma non solo.
Siamo così giunti quasi al punto di arrivo di questa serie di post in cui ho molto parzialmente riportato il mio studio sul reato di plagio e sui tentativi di ripristinarlo sia pure in una forma diversa dall'oramai scomparso art. 603 C.P. che si vorrebbe riproporre, appunto, in altra veste e contenuto;
parlo delle 3 proposte di legge, poi assemblate in una sola, aventi come fine la introduzione nel nostro
Codice Penale dello
art. 613 bis
rubricato come
“Manipolazione mentale”.
segue

lunedì, agosto 27, 2007

I plagiati - IV^ parte


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
PARTE IV^
I processi incardinati a seguito della contestazione del reato di plagio nel corso dei 50 anni della sua vigenza sono stati molto rari e, comunque, gli imputati vennero assolti con declaratoria dell'insussistenza del fatto e/o perchè il fatto non integrava il reato per il quale l'accusa aveva ritenuto di dover procedere penalmente.
Solamente due processi fecero all'epoca scalpore più per la personalità dei rispettivi imputati che per i fatti in sé, sebbene nel primo processo i giudicanti ebbero nei confronti dell'accusato considerazioni infamanti che, da un lato, costituirono un ruolo determinante nella motivazione della sentenza di condanna e. in un secondo momento, la prova dell'arbitrarietà con cui venne interpretata questa norma giuridica da parte dei giudici della Corte d'Assise di Roma tanto da indurre la Consulta a dichiararla come in contrasto con la nostra legge costituzionale
.
Il perchè di così pochi processi in mezzo secolo di vigenza pur in presenza di moltissimi casi di succubi di veri e propri lavaggi del cervello l'ho già anticipato ma qui ribadisco come la descrizione dell'azione che avrebbe dovuto integrare il reato di plagio era talmente vaga che la dottrina e la stessa giurisprudenza definirono l'articolo 603 C.P. come una fattispecie meramente teorica di un reato ipotetico: fumo negli occhi e niente di più!
IL PRIMO PROCESSO
venne celebrato nel 1968 presso la Corte d'Assise di Roma e si concluse con una pesante condanna nei confronti dell'imputato, tale Aldo Braibanti, nonostante la pena venisse poi ridotta dalla Corte d'Assise d'Appello nel 1969, ancor diminuita poi con l'applicazione di un condono per gli ex partigiani; il caso venne chiuso definitivamente con la sentenza del 30 settembre 1971 della Corte di Cassazione che confermava la decisione assunta in secondo grado.
IL SECONDO PROCESSO
venne celebrato nel 1978 presso il Tribunale di Roma a danno di un sacerdote cattolico e si concluse con l'archiviazione degli atti a seguito della già ricordata sentenza della Corte Costituzionale del 1981.
Il processo al diavolo
Aldo Braibanti, chi era costui e quali le circostanze di fatto che determinarono il processo contro di lui ?
Laureato in filosofia teoretica, poeta, artista, esperto ceramista, mirmecologo, autore di testi per il teatro e di programmi radiofonici, regista di cinema sperimentale; un ingegno multiforme ma, per molti di quei tempi, aveva alcuni difetti:
1- sin dall'età di 16 anni si era dichiarato antifascista;
2- ancora studente liceale si era iscritto al movimento – allora clandestino - “Giustizia e Libertà” e nel 1943 al Partito Comunista;
3- era ritenuto, e forse lo era, un omosessuale, un
DIVERSO.
Per la sua attività antifascista venne, durante il ventennio fascista, catturato e segregato per due anni presso la fiorentina “Villa Triste” - via Bolognese 67 – occupata al piano terra dalla famigerata 92^ legione della milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale ed al piano superiore dalle SS - dove venne sottoposto ad ogni sorta di sevizie.
Uno dei tanti luoghi definiti oggi di “villeggiatura” da un personaggio della nostra politica nonostante che sulla facciata di questo immobile spicchi una lapide che ricorda ai passanti i suoi tristi trascorsi:
“ Non più Villa Triste se in queste mura spiriti innocenti e fraterni animati sol di coscienza in faccia a spie, torturatori, carnefici, vollero per riscattare vergogna, per restituire dignità, per non rivelare il compagno, languire, soffrire, morire per non tradire”.
Eppure anche di questi tempi c'è ancora qualcuno che inneggia e ricorda quel periodo come uno dei migliori che l'Italia abbia mai avuto e che il nostro DUCE di allora fu uno dei più grandi uomini politici europei !
Figuriamoci allora cosa sia stato per costoro Hitler !
Ma, tornando al Braibanti, ecco la trappola per toglierselo dai piedi.
Nel 1964, all'età di 35 anni, venne denunciato da tale Ippolito Sanfratello con l'accusa di aver “plagiato” il di lui figlio Giovanni che, a quel che sembra, aveva deciso di abbandonare la famiglia per andare a vivere a Roma presso l'abitazione del Braibanti in quanto intenzionato a dedicarsi alla pittura.
In pendenza dell'istruttoria svolta dal PM dr. Lojacono avvenne un'irruzione in casa Braibanti da parte del padre che, con l'aiuto dell'altro figlio Agostino – seguace del vescovo scissionista Lefebre – riuscì a “rapire” Giovanni ed a farlo rinchiudere in un manicomio.
Il processo in Corte d'Assise venne celebrato il 14 luglio – giorno in Francia dedicato alla festa nazionale inneggiante alla Libertà – e concluso con una sentenza di condanna del Braibanti a 9 anni di reclusione, ridotti a 7 per aver usufruito del condono di 2 anni per essere stato un partigiano; pena ridotta poi dalla Corte d'Assise d' Appello da 9 a 4, ridotti quindi a 2 dal condono di cui sopra.
La Corte di Cassazione ebbe a confermare in toto la sentenza di secondo grado, ponendo così la parola fine a questa poco chiara vicenda giudiziaria la cui sentenza base di primo grado appare dalle sue stesse motivazione frutto di pesanti pregiudizi nei confronti dei “diversi”, in questa occasione degli omosessuali veri o presunti tali.
In tale sentenza il Braibanti venne definito come
“ diabolico, raffinato seduttore di spiriti, affetto da omosessualità intellettuale”.
In contemporanea, tutta la stampa che raccontò le varie fasi del processo, definì, all'unisono, il fatto materiale configurante secondo i cronisti di cronaca nera il reato di “plagio” come
la storia più squallida che sia mai stata trattata in un'aula di giustizia”.
Molti intellettuali , tra i quali Moravia, Zavattini, Pasolini, Bellocchio, Elsa Morante, Dacia Maraini ed in parte anche Umberto Eco parlarono di un processo confezionato contro l'omosessualità e non contro la persona dell'imputato.
Alla fine di questa sua fase giudiziaria dell'uomo Braibanti, scontata la pena nella sua interezza, restò solamente l'ombra, un uomo distrutto che viveva nella più completa indigenza e, solamente dopo lungo tempo, gli vennero riconosciuti i benefici economici previsti dalla Legge Bacchelli.
Vi sarete già resi conto di come sia bastato poco o nulla per trasformare il reato di plagio, consistente nella sottomissione di un individuo attraverso una forza fisica, in violenza morale determinante sottomissione psichica.
Ciò attraverso la formulazione irrituale, per il nostro ordinamento giuridico di natura penale, di una norma talmente vaga sino al punto da consentire una sua interpretazione del tutto personalistica sia da parte del PM dr. Jacono che dal Collegio giudicante presieduto dal dr. Orlando Falco; saranno in seguito le stesse motivazioni offerte dai giudici di primo grado a costituire la solida base della dichiarazione di incostituzionalità della norma in parola.
Pregiudizi ? Eccome, pur di condannare il Braibanti e per salvaguardare i pregiudizi di gran parte della stampa e di molti cittadini nonché i dettami della Chiesa contro l'omosessualità i giudici sono ricorsi a dei veri e propri salti mortali, cancellando d'un sol colpo un uniforme diverso orientamento giurisprudenziale e dottrinale.
Affermare in pompa magna che per la consumazione del reato de quo
“....non è richiesta una padronanza fisica sulla persona ma un dominio psichico al quale può eventualmente accompagnarsi , ma non necessariamente , una signoria in senso materiale e corporale...”
vuole proprio significare il travolgere lo spirito della pur vaga norma nata per punire l'azione del plagiante come sostanzialmente fisica attraverso l'esercizio sul plagiato di attività corporali e fisiche.
Il processo all'acqua santa
L'imputato è questa volta un sacerdote cattolico, autore di molti libri pubblicati dalla EMI – Edizioni Missionarie Cattoliche – il quale venne accusato da parte di due madri, tali Maria Pallante e Cerocchi Luisa, d'aver plagiato i loro rispettivi figli.
Accusa gravissima specie per l'alta figura carismatica del destinatario di questa infamante denuncia; a differenza del caso precedente non ritengo di dover far cenno, pur conoscendolo, al nome dell'accusato in quanto il procedimento penale si risolse ben presto nel nulla per la cancellazione dal nostro Codice Penale di questo discusso reato.
Essendo le sentenze di incostituzionalità di una qualsiasi norma giuridica pronunciate dalla Consulta efficaci ex tunc e non ex nunc, cioè sin dalla data della loro entrata in vigore e non dalla data successiva alla sentenza della Corte Costituzionale, nella mancanza in questo caso di una decisione passata in giudicato, il presunto plagio da parte del sacerdote, ammesso e non concesso che ci fosse stato, non era più punibile per mancanza di una norma di legge che lo prevedesse come reato perseguibile, tanto in virtù dell'art. 25 della Carta Costituzionale.
E' doveroso sottolineare come i PM, a fronte di simili accuse, hanno sempre usato, come è giusto che sia, procedere come estrema cautela ed in questo caso il Pubblico Ministero del Tribunale di Roma, titolare di questa inchiesta, visto il precedente processo contro Braibanti e le motivazioni che portarono al pronunciamento di una sentenza di condanna, ebbe la felice intuizione che qualcosa non quadrava e con ordinanza del 02 novembre 1978, rimise alla Corte Costituzionale la valutazione sulla legittimità di questo reato in rapporto:
all'art. 25 comma 2 della Costituzione “perchè la norma era priva del requisito della tipicità che, coerentemente al principio della riserva assoluta di legge in materia penale, richiede una puntuale corrispondenza fra fattispecie astratta e fattispecie reale”;
all'art. 21 comma 1 della Costituzione nella parte in cui la sua portata “ecceda la funzione di tutela dell'integrità psichica di fronte alle aggressioni che possono verificarsi”.
In parole povere viene eccepita, per la formulazione astratta della norma impugnata, la possibilità di sue false ed arbitrarie interpretazioni – come accaduto per il caso Braibanti - ed il PM si chiede anche:
quali siano le azioni idonee per ottenere la piena sudditanza di una persona capace di intendere e di volere: violenza fisica o psichica ?;
come fornire una prova, nella realtà impossibile, sull'esistenza di un nesso causale tra l'azione del presunto plagiante e “ la sottoposizione al proprio potere” e la riduzione “ in totale stato di soggezione ” in mancanza di strumenti adatti;
e che dire l'altrettanta impossibile prova per stabilire le capacità psichiche del plagiante il quale, per riuscire nel suo intento, avrebbe dovuto possedere doti quasi ultraterrene il cui accertamento non poteva né allora né oggi ricavarsi da alcuna perizia in quanto la sua forma mentis era del tutto indipendente da una qualsivoglia causa patologica.La Consulta accoglierà in toto l'eccezione di incostituzionalità avanzata nei confronti dell'art. 603 C.P. e lo cancellerà, dichiarandolo anticostituzionale, dal nostro ordinamento giuridico, così sollevando, more solito, ampi consensi ma anche molti dissensi.
E così, valutato il tutto, viene difficile non considerare quanto accaduto al povero Braibanti alla stregua di una congiura, pur non concordata tra le parti interessate, contro i
DIVERSI ?
Giustizia venne così fatta perchè ad errare furono i primi giudici, non i secondi, ed il tutto per il merito di un PM alquanto preparato ed attento.
Pensate che in mancanza di questa sentenza sarebbero considerati ancor oggi come colpevoli di un “plagio” anche coloro che applicano le terapie della ZEN, introdotte tra il 1600 ed il 1700 dal monaco zen Hakuin Ekaku Zenji, le quali, attraverso tecniche mentali-energetico-spirituali o tramite tecniche di manipolazione corporea ottenevano ed ottengono tuttora sul paziente, sia pure a scopo terapeutico, quel “vuoto mentale” costituente la base indispensabile per guarirlo da patologie ansioso-depressive.
La gramigna in Italia è dura da estirpare anche a causa di una certa favorevole campagna pubblicitaria per cui non c'è da stupirsi se dopo 30 anni, nel 2004, un nostro ministro, col suo sorrisetto sfottente, si presenta a Bruxelles nella sua qualità di commissario “in pectore” per sottoporsi, prima dell'investitura ufficiale, all'esame della Commissione europea dalla quale ci viene rimandato indietro in tutta fretta, essendo stato clamorosamente bocciato per il solo fatto, considerato in Europa molto grave, d'aver espresso gli stessi sentimenti ispiratori della sentenza di condanna del Braibanti.
Un capitolo a parte è, ma della stesso stampo integralista, l'attuale campagna destrorsa contro i Dico sui quali mi sono espresso nella serie dei post dedicati al tema del “PAPA RE”.
segue

domenica, agosto 26, 2007

I plagiati - III^ parte


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
PARTE TERZA
Gli italiani non cambieranno mai.......
Il tempo vola ma alcuni pregiudizi italici non muoiono mai, anzi peggiorano ancor più sino a raggiungere picchi oramai allarmanti da un punto di vista sociale, per l'effetto di una continua propaganda nei confronti di chiunque la pensi diversamente all'attuale padrone delle comunicazioni, definiti a volte con termini irripetibili ovvero come nemici dell'Italia, poiché costui è proprio convinto di essere solamente lui ad identificarsi in essa o, meglio, l'Italia tutta in lui.
I suoi oppositori sono i “diversi”, ma non solo, perchè in questa per lui sottospecie di esseri umani vengono oramai ricomprese, da gran parte dei suoi “sudditi” - termine da me riferito alla loro sudditanza psicologica nei confronti del capo e dei suoi aiutanti di campo -, anche le persone “diversamente abili”.
Qualche anno fa nella città in cui risiedo anagraficamente, ma di fatto oramai solo per la metà di ogni anno, mi trovavo in una panetteria e stavo attendendo il mio turno per essere servito; accanto a me vi era una signora con bambino sui tre anni.
Ad un certo punto fece il suo ingresso un'altra signora che teneva per mano un bambino di cinque anni, colpito dal morbo di Down, il quale, appena mi vide, si avvicinò a me per abbracciarmi.
Lo conoscevo da tempo in quanto, per una certa carica che i miei concittadini avevano voluto che ricoprissi per un decennio, avevo avuto modo di avere spesso dei contatti con una associazione, il GUPIH ( Genitori Uniti per l'Integrazione degli Handikappati), ai quali l'Amministrazione comunale aveva gratuitamente concesso l'utilizzo di una sede, con annessa una piccola palestra, biblioteca e giochi appositamente studiati per agevolare una possibile riabilitazione per alcuni, che ogni settimana andavo a visitare per constatare se tutto andasse per il verso giusto.
Bambini colpiti da sorte avversa ma che hanno uno spontaneo e immenso affetto nei confronti di chi si dimostra loro amico.
Il bambino “normale”, spinto anche lui da uno slancio di affetto, si staccò dalla madre e, avvicinandosi a quello “diverso”, distese la propria mano e l'accarezzò; apriti cielo, la madre lo prese per un braccio e, strattonandolo con forza, lo portò via, fuori dall'esercizio commerciale tra l'indifferenza quasi generale.
Il povero Alfredino, entrando nel negozio, non aveva commesso alcunchè di sconveniente né era un lebbroso, ma aveva solo un imperdonabile difetto, per lui e per i suoi genitori sciagurato, affibbiatogli da altri ben in salute ma peggiori di lui, quello di essere un bambino down! Paura di cosa , che l'Italia perdesse la “purità della razza” così come si conviene ai nostalgici dei tempi che, fortunatamente, furono?
Orientamenti culturali incomprensibili non solo da condannare a parole ma da combattere su tutti i fronti.
Pensavo al dolore della madre di Alfredino, moglie di un operaio, che conduceva una vita modesta ma onorata sotto tutti i punti di vista; mi recai a casa loro assieme al sindaco, che avevo informato dell'accaduto, per tentare di cancellare dai loro cuori, pieni di affetto per quell'unico figlio, i postumi della ferita che li aveva colpiti anche nel profondo dell'animo; una ferita profonda ma bastò quel pur piccolo e modesto segnale di solidarietà per ridare loro la fiducia verso il prossimo.
Quell'episodio mi convinse definitivamente che ogni essere umano, nascendo, ha in sé il seme dell'amore e della bontà verso il prossimo; la società nel suo insieme deve contribuire a far crescere ed arricchire questo nobile sentimento e non farlo inaridire con l'intento di farlo poi sparire del tutto.
I condizionamenti negativi provenienti dalla stessa famiglia in cui il nuovo seme è nato, dall'educazione scolastica impartita da alcuni docenti a loro volta condizionati sin dall'infanzia, dalle frequentazioni pseudo-amicali ed, infine, da una gran parte della stessa società in cui viviamo, dissociatasi da quella definita giustamente come “civile” sono molteplici ma non sono questi, né altri, i motivi per cui ci deve arrendere.
Convenni sin d'allora che la persona diversa non era l'Alfredino ma quella madre che, con un atto di disprezzo, ebbe ad allontanare con mossa improvvisa e violenta il proprio bimbo dalla persona che stava accarezzando.
Pensate a questo episodio, raffrontatelo con altri sia pure di diversa natura, e valutate il grado generale di moralità e civiltà in cui oggi è stato fatto precipitare il nostro Paese in quanto a solidarietà verso il nostro prossimo, il cui concetto etico prescinde dal colore della pelle, dal censo, dalla religione praticata, poichè al centro della vita terrena c'è solamente l'essere umano che, come ci insegna la nostra religione, è stato creato ad immagine e somiglianza da una entità divina che viene chiamata nel mondo con vari nomi ma che per noi cristiani è Gesù Cristo.
C'è da meditare seriamente perchè in molti non si accorgono nemmeno di percorrere una china che conduce nel profondo di un baratro senza ritorno.
Riporto qui una notizia lanciata dall'ANSA il 24 agosto scorso relativa ad un commento sulla situazione italiana di Michael Moor:
L'ultima volta che sono venuto in Italia, 18 anni fa,accendendo la televisione: ho pensato:che bello che ci sia una Tv con programmi e dibattiti interessanti.
Poi l'ho accesa ieri sera....che cazzo è successo qui ? Mi sembrava di stare negli Stati Uniti di oggi.
STATE ATTENTI PERCHE' SE ALLA GENTE INVECE DI INFORMAZIONE SI DA' SOLO BLA BLA BLA, IL CERVELLO DIVENTA UNA PAPPETTA”.
Il mio studio sul reato di
PLAGIO
oramai dichiarato incostituzionale pur avendolo programmato dal tempo in cui furono presentati alcuni progetti di legge per la sua reintroduzione sia pure, come vedremo, con altra formulazione incominciai a scriverlo nell'ottobre 2004, dopo aver incontrato casualmente una mia collega di studi universitari che, resa edotta della mia intenzione, mi invogliò a scriverlo subito, cosa che feci dedicandolo ad una persona a me cara la quale, peraltro, insegnando diritto negli istituti superiori, potesse a sua volta fornire ai suoi giovani studenti una serie di notizie su questa importante tematica perchè, a fronte di eventi o notizie
potessero cominciare a ragionare con la propria testa e non sotto interessati influssi esterni condizionanti.
Con questa premessa verrà più facile l'interpretazione della storia che leggerete su questa serie di post.
La domanda che anch'io mi ero posto all'inizio dello studio sulle vicende relative a questo reato era il perchè un Guardasigilli, componente non certo di secondaria importanza in seno ad una qualsiasi compagine governativa, tanto più in un governo d'impronta dittatoriale, avesse ritenuto di inserirlo come fattispecie da punire penalmente nel suo codice, essendo di una evidenza solare come in quel periodo, nel corso del quale se non si accettava il condizionamento mentale del regime si avevano come risultato, nel migliore dei casi, da soli o congiuntamente confino purghe, bastonate, perdita del lavoro salvo che non ci si iscrivesse immediatamente al partito unico, il PNF; più condizionamento di così si muore, come in effetti questa macabra sorte ebbe a toccare a più di un oppositore, non solo a Giacomo Matteotti, deputato del Partito Socialista.
Siamo nel 1930.
Mi diedi subito questa spiegazione; il dominio assoluto su tutto non aveva mezzi termini, non esisteva alcuna sorta di scappatoia, per cui il regime era tranquillo nella sua egemonia politico-culturale tanto da non ritenere possibile il coinvolgimento di uno dei loro; l'arrogante onnipotenza di chi comandava con il fucile in mano dava però come scontata la possibilità che fossero gli oppositori a sobillare la popolazione alla rivolta : il reato venne introdotto per usarlo eventualmente, in mancanza di altri metodi più sbrigativi e senza appello, con la finalità di punire l'opposizione con lunghe detenzioni.
Nel corso di questo mio studio trovai conferma di questa mia ipotesi in quella dottrina di pensiero che indica come il fattore principale che determina l’introduzione o meno di alcune norme penali o la loro modificazione in alcuni periodi storici a democrazia limitata sia esclusivamente l’imput proveniente dalla classe politica dominante sulla base di precisi scopi non sempre diretti alla salvaguardia dell’intera collettività; in parole povere, dal clima politico o meglio dall’indirizzo dato da chi governa un Paese sottoposto a regime dittatoriale.
Ma, caduto il fascismo e ristabilita nel nostro Paese la democrazia, non ci si chiese subito, ma solo dopo alcuni anni e solamente in occasione del secondo dei due unici processi celebrati contro imputati per questo reato, se la norma in questione rispondesse ai dettati della nostra Costituzione.
Il dubbio che occorreva risolvere definitivamente atteneva alla possibilità o meno di indicare e quindi di provare e poi “misurare” con assoluta certezza e precisione quale fosse il potenziale della forza posseduta dall'agente necessaria per essere in grado di condizionare in via assoluta un altro individuo nel suo potere di autodeterminazione, sì da renderlo simile ad un robot che asseconda in tutto e per tutto la volontà di chi lo manovra.
Di questo reato, la cui etimologia secondo alcuni studiosi discende dal greco “plaga” - riva del mare -, si hanno tracce sin da tempi antichi ma si riferiva allora ai rapimenti di donne e bambini ad opera di pirati: un fisico atto violento facilmente provabile.
Il nostro diritto ha fatto propri molti istituti giuridici provenienti dal quello romano che, pur con le necessarie integrazioni delle norme per renderli operanti ed attuali rispetto ai cambiamenti intervenuti nella nostra società, sono ancor oggi in vigore; il reato di “plagio” derivò dalla “lex Fabia de plagiariis” - III^ secolo a.C. - che puniva chi nascondesse dolosamente un uomo libero od un liberto al fine di trattenerlo in stato di soggezione o lo incatenasse ovvero lo vendesse o lo donasse ad altri come schiavo.
E' singolare come, col tempo, da questo delitto prefigurante una violenza fisica sia passati a quella morale condizionante la mente di un individuo ed anche al c.d. plagio letterario.
Da delitto contro la proprietà di esseri umani si è passati a quello contro la libertà individuale ed a quella intellettuale.
Esamineremo la prossima volta i due procedimenti penali il cui svolgimento, assieme alle loro diverse conclusioni, spiegherà il perchè della mia affermazione di cui al sottotitolo.
Anticipo sin d'ora che questi due procedimenti con i quali vennero giudicati i presunti autori del reato di plagio sono stati da me definiti come i
“ i processi al diavolo ed all'acqua santa”
che ebbero due diverse conclusioni.

venerdì, agosto 24, 2007

Spigolature d'agosto


SPIGOLATURE d'AGOSTO
riflessioni tra il serio ed il faceto


Avevo scritto prima della ultima tornata di elezioni amministrative che tutti i leaders del centrodestra erano certi della caduta dell'attuale governo in quanto da loro clamorosamente battuto con tanti voti di distacco nella consultazione elettorale relativa all'elezione del Consiglio comunale di
Rota Imagna,
nota cittadina della bergamasca all’ombra, senza allusione alcuna, del Resegone.
Ma non fu così.
Però è vero che il governo Prodi sta attraversando un periodo alquanto tumultuoso poiché la sua navigazione è spesso ad alto rischio a causa dello scorretto comportamento di alcuni timonieri i quali, dall'oggi al domani, danno dei colpi al timone sì da far deviare il prefissato percorso.
DEVIAZIONI PERICOLOSE
osserva con ragione qualcuno dopo l'ultima sortita di un sottosegretario che, colto evidentemente da un colpo di calore, punta il timone, alla insaputa del comandante della nave, in direzione del passaggio della tassazione delle rendite dall'attuale 12,5 % al 20%.
Anche se si tratta di un passaggio prima o poi “obbligato”, in quanto inserito nel programma elettorale dell'Unione e già inserito nella finanziaria 2007 ma poi abbandonato proprio per l'inopportuno momento congiunturale dell'economia nostra e mondiale.
L'attuale tassazione al 12, 5% è il più basso in Europa, dato questo non contestabile, ma fa specie il masochismo di questo nostro governante proprio per la data da lui scelta nel dare questo annuncio, mentre sarebbe stato più opportuno renderlo di dominio pubblico in altri periodi, per esempio dopo aver abbassato alcune tasse nonché l'ICI, quest'ultima per le prime case di metratura inferiore ai 100 mq.
Ma oggi stiamo vivendo due momenti che avrebbero dovuto consigliare una certa prudenza in materia:
1- il momento affannoso delle Borse e di tutti i mercati finanziari a causa del tifone americano relativo ai mutui concessi alle famiglie che, piene di debiti, non riescono più ad onorarne le rate;
2- l'annunciato sciopero fiscale da parte dell'opposizione che, pur illegale, sta avendo eco favorevole verso gran parte di noi.
Ma, per me, è più di un auto goal , addirittura un inno all'ignoranza perchè
la tassa in parola viene pagata sulle plusvalenze e non sulle dilaganti perdite registrate di questi tempi su quasi tutti i titoli.
UNA GRANDIOSA BISCHERATA CHE NEANCHE TREMONTI SAREBBE STATO CAPACE DI METTERE IN SCENA !
Anche se costui dovrebbe fornire qualche spiegazione a tutti gli italiani, ed in particolare a quelli che si sono fatti abbindolare dai suoi inviti a passare da inquilini a proprietari della propria abitazione, facendo così lievitare a dismisura per l'effetto dell'aumento della domanda, non solo, come da legge economica universale, il prezzo delle abitazioni ma anche quello degli affitti. Coloro che si sono convinti a comprare casa, sia pure con enormi sacrifici, si trovano oggi in difficoltà a pagare alla loro scadenza i ratei a causa del rialzo degli interessi dei mutui con tasso d'interessi variabile, accesi per queste operazioni di compravendita.
Mentre dietro l'angolo l'italiota leader maximus attende, sia pure con impazienza, la caduta dei suoi avversari, e non potendo più scimmiottare il suo caro amico BUSH, caduto in disgrazia anche nei suoi USA, nè il suo allievo Sarkozy per averlo quest'ultimo tradito col chiedere al nostro ex ministro Bassanini del PCI di aiutarlo a rimettere ordine nella Pubblica Amministrazione francese, si è limitato a scopiazzare, non si sa ancora sino a che punto, quello che sarà il prossimo nostro Partito Democratico.
Ma con un difettuccio di base.
Mentre il leader del PD sarà indicato da elezioni primarie nel prossimo settembre, a capo del novello PDL, vi sarà qualcuno che si nominerà “jure proprio”.
E così il Berluska ha adesso due partiti: l'ultimo avente il motto
melius abundare quam deficere.
Ci si chiede adesso: ma la Michela Vittoria Brambilla,

chiamata all'interno di Forza Italia col soprannome di “pescivendola” ,in quanto commercia in salmoni e pesci simili, che fine farà dopo il corteggiamento avuto ?
Nell’acquario di Arcore assieme all’altro delfino FINI ?
Ovvero verrà affondata nel nuovo
PDL
ovverossia nel
PARTITO DELLE LOBBY ?
Un mistero che si scioglierà a breve termine, non appena prenderà forma e sostanza il nostro Partito Democratico.
Ma nel frattempo c'è un non celato fermento in casa azzurra; i vari Bondi, Cicchitto e gli altri luogotenenti hanno una fifa matta di essere licenziati in tronco: ben gli starebbe così proverebbero cosa significhi essere dei precari usa e getta, come i tovagliolini di carta, anche se almeno questi una certa utilità, nella loro pur breve vita, l'hanno avuta mentre i primi, beh, ....ma perchè farmi scrivere ad ogni costo frasi irripetibili ?

giovedì, agosto 23, 2007

L'interpretazione degli eventi


L'INTERPRETAZIONE DEGLI EVENTI
Se seguiamo in TV le trasmissioni “Rassegna Stampa”, che ogni canale ci propina giornalmente, è facile osservare come gli articoli su uno stesso evento siano riportati con tagli diversi a seconda della collocazione politica del quotidiano ed anche i commenti che danno i lettori delle varie notizie siano anch'essi diversificati in quanto riflettono sempre la
VOCE DEL PADRONE
sia esso il proprietario od il maggiore azionista
Questo per noi umani ma gli animali come interpretano ciò che li riguarda ?
Hanno le stesse reazioni e gli identici sentimenti ?
Parrebbe di no; una siffatta tesi viene dimostrata in maniera divertente, per i pescecani, dall'autore della seguente vignetta:

Ma molti sostengono che in Italia vi sono da sempre, ma soprattutto di questi tempi, molti personaggi - pescecane che si nutrono delle disgrazie altrui.
E' una sacrosanta verità, anche se poi, degli illusi li definiscono come dei novelli re Mida.
Mi auguro che facciano la stessa fine di questo mitologico re che stava per morire di fame in quanto tutto quello che toccava si trasformava in oro che è notoriamente un metallo prezioso ma non commestibile ; accortosi che stava morendo di inedia chiese a Dioniso, cui in un primo tempo aveva chiesto quel dono, di salvarlo, di farlo ritornare “normale”.
Venne accontentato ma dietro l'angolo gli si presentò un altro castigo perchè
Apollo, per non essere stato nominato da Mida quale vincitore di una tenzone canora con Pan, gli fece spuntare due belle orecchie d'asino.
Questa la mitologia, ma oggi ?
Le orecchie d'asino sono spuntate “motu proprio”, senza alcun aiuto di potenze divine, a molti personaggi che stanno dedicano la loro vita a scalare montagne di soldi.
“Ma - come cantava Mina - ce n'è uno...”, che continua ad accumulare oro a tutto spiano; ma che stia attento perchè in circolazione non c'è alcun novello Dionisio pronto a salvarlo.
Pare che il nostro uomo sia oramai in piena crisi di fame e, per combattere questa forma anomala di anoressia, originata dall'opulenza, abbia cominciato a mangiare dell'oro alcune scaglie, così come si usa fare con il formaggio grana, non sapendo che, così come confidatomi dal noto tricologo Cesare Ragazzi, questa specie di dieta d'urto ha una precisa controindicazione: la totale perdita dei capelli e dei baffi che, buon per lui, non li ha mai avuti forse per distinguersi da altri personaggi dell'ovest e dell'est che hanno caratterizzato in negativo gran parte degli anni del ventesimo secolo.
A buon intenditor poche parole.

mercoledì, agosto 22, 2007

I plagiati - II^ parte


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
PARTE SECONDA
Prima di addentrarmi nell'oggetto principale di questo argomento
desidero qui ricordare, a titolo d'informazione per i molti che non
hanno avuto modo di apprenderlo e per rinfrescare le labili memorie
di chi in passato ne ha viste, come me, di cotte e di crude, qualche notizia.
La circostanza che l'Italia, dopo il ventennio fascista ed una guerra disastrosa finita per noi in maniera ignominiosa, per volontà del suo
popolo divenne una Repubblica democratica andò di traverso a
qualcuno che incominciò subito a tramare nell'ombra per ribaltare il verdetto popolare conseguente al Referendum istituzionale.
Anche di recente, sia pure per altre vicende sfociate in inchieste
giudiziarie, si è parlato molto dei nostri “Servizi Segreti” e, scambiandoci tra amici dei pareri in proposito, qualcuno ha ricordato alcune riflessioni fatte in generale su di loro da noto ed importante magistrato, il dr. Giovanni Tamburrino, divenuto un esperto in materia per motivi professionali.
“Le deviazioni dei servizi segreti non sono un fenomeno accidentale ma
nascono contemporaneamente alle polizie segrete. La potenza di una polizia fa
sì che,da strumento in mano al Principe per perseguire gli scopi di sicurezza del regime, essa si trasformi in potere separato che persegue i propri scopi di sicurezza o, quanto meno, interpreta a suo modo la sicurezza necessaria al regime”.

Questo
preambolo si è reso necessario in quanto, a seguito di una inchiesta condotta nel 1967 dal settimanale L'Espresso, venne diffusa la notizia secondo
la quale nel 1964 stava per essere attuato materialmente il c.d.
“PIANO SOLO”
atto ad impedire il primo esperimento di un governo di centro-sinistra ritenuto all'epoca come necessario per l'attuazione di profonde riforme nel nostro Paese.
Il Piano venne denominato “SOLO” perchè, secondo il suo ideatore, doveva essere attuato solamente da militari di un'arma, prevedeva l'arresto e la deportazione di uomini di sinistra e di sindacalisti.
Il Piano non scattò perchè non fu necessario attuarlo in quanto, al primo
“ rumore di sciabole”, il tentativo di un primo “compromesso storico” venne accantonato.
La sciabola che dirigeva e comandava era quella del gen. Giovanni Di Lorenzo, già capo del SIFAR, il Servizio Segreto delle Forze Armate, dal 1955 al 1962.
Chi ricorda o conosce quanto avvenne nella notte tra il 7 ed 8 dicembre 1970 ?
Un vero e proprio tentativo di golpe passato alla storia come il
“GOLPE BORGHESE” ,
dal nome del suo sponsor, il principe Junio Valerio Borghese
ex comandante della X Mas, coadiuvato in ciò da un generale a riposo dell'Aeronautica, Giuseppe Casero e dal maggiore della Polizia Salvatore Pecorella.
Lo scopo del golpe, una vera e propria insurrezione armata, è di elementare intuizione; la presa del comando militare e politico.
Ma a seguito di una telefonata fatta al Borghese da un generale, il cui nome
non è mai venuto alla luce neanche nel corso dell'inchiesta giudiziaria, fece sì
che il piano si bloccasse dopo che alcuni gruppi di militanti dell'estrema
destra si erano già radunati nel quartiere Montesacro, nella sede di
Avanguardia nazionale, presso l'Università, una colonna di Forestali alle porte di Roma ed alcuni neofascisti nell'armeria del Ministero dell'Interno.
Ma oggi abbiamo altri mezzi più sofisticati per andare al potere senza colpo ferire, primo fra tutti quelli della comunicazione di massa.
GUTTA CAVAT LAPIDEM
affermavano con cognizione di causa i latini e, questo detto, è oggi la base
di ogni tipo di propaganda, specie quella politica.
Il padrone dei media da un lato rimbambisce le teste con programmi ad alto grado di stupidità e volgarità mentre dall'altro insinua giorno dopo giorno il suo volere e potere.
Fatti un nemico e se non lo hai ancora createlo e sparagli contro in continuazione, gli hanno consigliato; ecco fatto:
i comunisti.
Capire poi i punti deboli degli italiani su cui insistere è facile anche per chi è
al di fuori di ogni mischia politica; ecco fatto:
le tasse e le imposte
le quali oggettivamente parlando sono tante e salate.
Eccoci plagiati da cima a fondo e caricati al punto giusto per assecondare
un golpe moderno.
Ma ecco, finalmente, il punto di partenza.
Il reato di plagio così com'era previsto e punito dal codice penale,
il codice Rocco entrato in vigore nel corso del ventennio nero.
Art. 603 (Plagio)
“ Chiunque sottopone una persona al proprio potere , in modo da ridurlo i totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni”.
La Corte Costituzionale con sentenza del 9 aprile 1981, n. 96 ha dichiarato incostituzionale l'intero articolo.
Ritengo che l'affrontare l'esame delle motivazioni poste a base di questa pronuncia siano interessanti anche per coloro che non sono addentro nel
campo giuridico; dopo tanti anni ci aiutano ancora a comprendere alcune faccende dei nostri giorni.
Posso sin d'ora anticipare che l'espulsione di questo articolo dal nostro ordinamento giuridico non è avvenuto perchè non esistevano in concreto casi simili ma per un suo difetto sostanziale:
la formulazione alquanto vaga o meglio ancora per quella eccessiva genericità nella descrizione dell'azione costitutiva del reato contrastante con il principio della tassatività fattispecie così come conclamato dal primo capoverso
dell'art. 25 delle Carta costituzionale.
Un invito al legislatore per colmare una vacatio legis per questo tipo di reato
che si andava presentando per il futuro ?
Da allora, dopo circa vent'anni qualcosa si è mosso attraverso la presentazione di tre proposte di legge da parte di tre parlamentari appartenenti alla
coalizione di centrodestra ma poi, come vedremo, il tutto si è fermato:
perchè ?
E qui che casca l'asino.
La paura di causare problemi giudiziari a qualcuno che ne ha di già troppi?
Non posso dire sin sopra i capelli perchè per lui vanno e vengono a seconda della moda del giorno.
Probabilmente si, ma a più di uno, ivi comprese alcune istituzioni religiose.
SEGUE

martedì, agosto 21, 2007

I plagiati


L'ESEMPIO DELLO STRUZZO
e la sua conseguenza sull'uomo:
lo
STRUZZONISMO
perdonatemi questo termine da me inventato su due piedi per il nuovo post
PARTE PRIMA



Secondo voi esiste qualche differenza tra queste due immagini ?











Apparentemente no, ma nella sostanza si:
lo struzzo che cova, in presenza di un qualche pericolo, allunga il collo e mette la testa sotto la sabbia in modo da proteggere le uova depositate: una necessità per difendere delle vite future;
l'uomo, invece, per ignavia o per paura ovvero ancora per mera convenienza, fa finta di non vedere, lasciando così che tutto il mondo evolva secondo il volere dei potentati, fregandosene altamente delle future generazioni: non tutti fortunatamente, ma certamente gran parte di noi.
Ma, come suol dirsi, a fronte di simili atteggiamenti, il nascondere anche da parte umana la testa sotto la sabbia arreca sempre non indifferenti danni anche a chi ha fatto buon viso alla ben accettata cattiva sorte per gli altri ma, alla fine del dramma, anche per lui, per i suoi figli, per i suoi nipoti e pronipoti.
Vi sembra il mio un giudizio catastrofico o, al limite, un tantino pessimistico ?
Se dobbiamo rifarci al passato la storia con i suoi cicli ricorrenti ci ha tramandato tanti esempi che dovrebbero allertare i popoli allorchè appare sulla scena politica una figura che, come in Italia, si è autoproclamato il salvatore della patria, pur emergendo da una loggia massonica segreta, la P2 – acronimo di Propaganda 2 – un nome alquanto indicativo -, che, attraverso alcuni suoi adepti, aveva preparato un programma nel quale, pur chiamato
“Piano di rinascita democratica”,
la democrazia c'entrava come i cavoli a merenda, essendo chiaramente e decisamente il suo scopo tutto l'opposto: un palese tentativo di sovvertire l'ordine democratico sancito dalla nostra Costituzione.
Il nostro uomo nel 1988 , sceso in terra per miracol mostrare, in un processo per diffamazione da lui intentato contro alcuni giornalisti, per aver affermato sotto giuramento di non ricordare la data della sua iscrizione alla P2 che, comunque, risaliva a data di poco anteriore allo scandalo riportato nei vari articoli di stampa, venne condannato dalla Corte d'Appello di Venezia per falsa testimonianza ma una provvidenziale per lui amnistia, quella del 1989 lo salvò, avendo estinto il reato a lui addebitato.
A ben vedere un interessante segnale alquanto indicativo della sua personalità, che anticipava la carriera giudiziaria da lui e dai suoi accoliti definita sempre una “persecuzione” come se gli episodi oggetto dei vari processi non fossero mai avvenuti ed inventati dai giudici inquirenti; alcuni di tali eventi, siccome la responsabilità penale è personale, vennero materialmente consumati non da lui direttamente bensì da suoi dipendenti o, comunque, legati al suo soldo; ma, tanto per dire, i frutti delle corruttele accertate, come vedremo in seguito, per favorire le sue aziende – Mondadori, Mediolanum, Videotime e Tele Più - se li è pappati lui e non altri.
Ma le lezioni che ci provengono dalla storia, definita “maestra di vita”, vengono volutamente falsate con la contemporanea riabilitazione di forze che non appartenevano al c.d. “arco costituzionale” ; – l'episodio di via Rasella definito da Feltri sul suo Libero come un attentato è stato adesso riconosciuto definitivamente dalla Corte di Cassazione come un atto di guerra nei confronti degli invasori ed il direttore del quotidiano condannato a risarcire i danni al diffamato.
Ma ritornando ancor più indietro nel tempo non possiamo non rilevare come di esempi esecrabili ne abbiamo avuti tanti anche in Italia e non nel medio evo ma nel ventesimo secolo, uno su tutti il ventennio fascista.
In ogni regime, ho di già avuto modo di osservare in altra sede , il personaggio più importante per il dittatore di turno è sempre stato chi aveva in mano ogni tipo di comunicazione, cultura compresa.
Oggi, anche chi vuol essere indifferente sa che esiste un tizio, sul quale abbiamo più sopra anticipato qualcosa sulla sua carriera, che monopolizza l'informazione sia privata, per esserne proprietario o finanziatore, che pubblica, avendo collocato nei posti chiave della RAI.TV persone di sua incondizionata fiducia.
Più volte mi sono chiesto il motivo per cui in molti credono veramente la balla che quest'uomo sia il tanto decantato da Baget-Bozzo, e non solo da lui, novello Messia e che danno un credito incondizionato a tutto quello che l'uomo in parola sbraita ed urla, fandonie comprese ?
Per meglio farmi intendere voglio raccontarvi una storia, che trae origine da una disputa originata da un norma del codice penale, oggi non più in vigore perchè dichiarata dalla Consulta come contraria alla nostra Carta costituzionale, norma che dovrebbe dar da pensare a chi oggi fa finta di nulla, nonostante che gli inizi di una recente svolta politica, interrotta per fortuna con le ultime elezioni politiche, presentassero analogie col ventennio per antonomasia.

SEGUE

lunedì, agosto 20, 2007

Riecco la città e......


LA FINE delle FERIE
Per chi se l' è potute permettere, diversamente da coloro che non si sono mossi dalle città, il ritorno al lavoro ed al solito tran tran quotidiano del “ fai tutto di corsa che il tempo stinge” produce, all'inizio, un vero e proprio trauma; poi piano piano e con dosaggio da contagocce ci si abitua nuovamente e si rientra in tutto e per tutto nei ranghi, ridiventando tali e quali dei robot, alla stregua degli automi, di coloro che ogni mossa che compiono è frutto non di un ragionato pensiero bensì di una prassi consolidata nella nostra mente nel corso dei svariati precedenti anni.
Movimenti sempre uguali, avendo oramai ridotto quello che era un tempo il vero senso della vita in una catena di montaggio o, a seconda dei casi, di smontaggio; anche sui mezzi pubblici ci si scontra, per i violenti scossoni causati dal solito conducente che in ritardo sull'orario stabilito dall'azienda municipale tenta di recuperare il tempo perduto a causa dell'intenso traffico, sempre con le stesse persone di cui oramai, pur non parlando con loro, ne conosciamo anche i difetti che, poi, a ben vedere, sono divenuti anche nostri o per spirito di colleganza ovvero per esserci fatti coinvolgere in una sorta di delirio universale.
Ritornano in città i robots è l'urlo dei residenti visi pallidi per una estate passata all'ombra degli alberi dei parchi vicini ad una fontana o, in mancanza, di una fontanella, rara reliquia del tempo che fu.
Anche queste sono le medesime riflessioni che ripetiamo con noiosa monotonia di anno in anno, sempre le stesse, compresa la punteggiatura, più o meno azzeccate, più o meno divertenti.
Ma oggi posso proporvi alcune riflessioni altrui che condivido, non per piaggeria ma sinceramente, che ampliano l'orizzonte delle nostre solite recriminazioni.
Le ritengo azzeccatissime in quanto con assoluta precisione prevedono quello che ci toccherà purtroppo subire da oggi in avanti, sino alle prossime ferie.
Divertenti, inoltre, al punto giusto come si conviene a chi ha ideato e continua a coltivare questo sito a me amico, pur da pochissimo tempo.
Un terreno fecondo da cui spuntano dei singolari arbusti: gli alberi della satira e dell'ilarità
Anche la loro vignetta che rappresenta, tutto sommato, un momento di fuga dalla realtà da parte di un povero travet.
L'invito che faccio: cliccatelo anche voi questo sito !
In fondo è proprio vero che
IL RISO FA BUON SANGUE
o sbaglio ?
E poi le risate sono anche qui gratis.

"Non se ne poteva più di trastullarci al mare o ai monti in un dolce e ozioso
Bene amici,
finalmente le ferie sono finite!far niente.
Domani 20 agosto riapriranno le grandi fabbriche e ricomincerà il solito
tran tran quotidiano.
I nostri figli ricominceranno a portarci a casa pagelle in formato "Scala
Mercalli" e cercheranno di convincerci che più il voto è basso meno danni fa.
I postini porteranno a casa le amate bollette, religiosamente aumentate a
causa dell'avido settembre.
Anche i Vigili Urbani vi cercheranno per recapitarvi le multe per divieto di
sosta collezionate in villeggiatura e ... nel caso non abbiate portato con
voi la macchina fotografica, provvederanno loro a colmare la vostra
negligente mancanza inviandovi una preziosissima foto del valore di svariate
decine di euro.
Finalmente le nostre amate mogli ricominceranno a mangiare e cucinare
qualcosa di diverso da yogurt e insalatone, diventeranno di nuovo belle,
floride e avvicinabili :-) in attesa del terribile mese di giugno quando
torneranno vegetariane pur di rientrare nel costume di vostra figlia.
Le Tv pubbliche e private hanno in serbo per tutti noi il solito paniere di
programmi rintronacervelli.
Potremo rivedere "L'isola dei litigiosi" o l'adorato ubiquo Vespone, felice
che anche quest'estate qualcuno ha massacrato la famiglia dandogli materiale
per altre decine di puntate e plastichini.
A Natale potremo rivederlo come sempre in ogni angolo del mondo televisivo
mentre presenta l'ultima fatica dei suoi portaborse: "Il librone di Natale"
sponsorizzato con i soldi del canone pubblico e reclamizzato a tutte le ore.
Lo vedrete alla mattina presto con i nei ancora assonnati, a mezzogiorno con
il grembiule di Nonna Papera (ospite della Clerici) e a Mezzanotte da
Marzullo.
Ma, la trasmissione TV più succulenta di tutte sarà il TG della sera che ci
proporrà quotidianamente il "reality show" più gramo e triste di tutti:
"IL GRANDE FARDELLO", un reality in cui politici, industriali, militari e
preti di ogni credo saranno impegnati ad appesantire il fardello da far
portare al popolo somaro che prima o poi li prenderà a calci.
Vedremo grassi, obesi e sudaticci miliardari che mai hanno sudato per
guadagnarsi il pane che inizieranno a pontificare e chiedere ai
"MILLEEUROALMESE" ulteriori, dovuti e responsabili sacrifici per il
benessere dell'economia e della nazione.
Bene cari amici,
non ci resta che augurare a tutti voi buon anno e buon lavoro
Tubal e Sibilla ".



domenica, agosto 19, 2007

La giustizia in Italia

AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA
Sesta ed ultima parte

Alla fine di questa lunga disamina siamo arrivati al caso che più di ogni altro ha scosso l'opinione pubblica e che continua ad avere ancora strascichi polemici anche di natura politica.
Mi riferisco all'omicidio avvenuto in San Remo lo scorso 10 agosto a danno della povera Maria Antonietta Multari per mano di tal Luca Delfino.
Indipendentemente dal gravissimo luttuoso evento, portato a compimento dal suo autore con notevole efferatezza, sono questi due precedenti episodi che hanno contribuito notevolmente a scatenare oltre misura le polemiche.
1- il Luca Delfino, al momento dell'omicidio di cui sopra era in stato di libertà pur essendo indagato – in un secondo tempo e non come scritto da qualcuno da subito - per un precedente analogo delitto, perpetrato nella notte tra il 28 ed il 29 aprile 2006 in uno di carrugi di Genova, un vero e proprio labirinto di vicoli, dove è notoriamente pericoloso addentrarsi nottetempo, a danno di Luciana Biggi, sua ex fidanzata;
2- il PM che non ritenne, pur nell'insieme di un quadro indiziario ricostruito dalla polizia che portava in maniera plausibile, ma non con assoluta certezza, a ritenere il Delfino come l'autore del delitto, di mantenere la misura cautelare dell'arresto per la mancanza di almeno una prova anche indiretta – per
esempio tracce del sangue della vittima sui suoi indumenti dati alla madre per essere lavati – che convalidasse l'accusa in maniera inattaccabile nella fase dibattimentale del giudizio, era il dr. Enrico Zucca.

Un magistrato molto abile e noto sia per aver concluso, tra le tante le indagini da lui dirette, anche quella del 1998 nei confronti del tristemente famoso serial killer Daniele Bilancia, condannato poi con ben 13 ergastoli per altrettanti omicidi, che per aver iscritto da poco tempo nel registro degli indagati l'allora capo della Polizia Gianni De Gennaro - per concorso in falsa testimonianza - e richiesto il rinvio a giudizio di quanti ebbero un ruolo direttivo, tra i quali anche qualche operatore genovese, ed esecutivo nell'irruzione notturna presso la scuola Diaz in occasione del G8 di Genova.
E' da ricordare che in quei periodo una parte dello stato maggiore di AN si era collocato nella stanza dei comandi operativi presso, se non erro, il Comando dell'Arma dei Carabinieri, non certo per assistere in maniera neutrale allo svolgimenti delle manifestazioni e delle manovre di contrasto messe in atto dai funzionari a ciò addetti.
Da qui il livore di alcuni politici di destra e dell'attuale capo della Squadra Mobile genovese verso il PM Zucca ?
Contrasti tra PM e Polizia giudiziaria che, per la verità, escluso il dr. Sanfilippo che oggi spara ad alzo zero contro il dr. Zucca, hanno sempre lavorato di buona lena fianco a fianco ?
Vecchi rancori tra pezzi dello Stato ?
Mi auguro di no e che si tratti solo di due modi diversi di valutare le cose come è probabilmente giusto che sia tra un magistrato ed un poliziotto i quali valutano gli elementi delle inchieste da due angolazioni diverse, specialmente allorchè si tratti di decidere sulla libertà di un individuo; tanto più che è poi il PM a difendere la tesi accusatoria, supportandola non solo con indizi ma con prove chiare e decisive nel corso del processo.
Per finire credo che sia indispensabile dare un commento generale con un invito che oggi pare irricevibile da parte dei destinatari vista l'incomunicabilità esistente tra i due attuali schieramenti politici: per loro il punto principale posto quotidianamente all'ordine del giorno è da un lato il tentare di governare nonostante alcuni alleati recalcitranti e dall'altro il tentativo di far cadere al più presto possibile, ricorrendo ad ogni mezzo, il governo per ridarlo in mano all'uomo più ricco, più inquisito, più prescritto – per leggi fatte a sua misura e meno male che senza scarpe pare un nanerottolo – d'Italia che ha oramai le mani su tutto quanto riguarda il nostro potenziale economico nazionale. Nel nostro Paese abbiamo una caterva di leggi, anche quelle “vergogna” da cancellare al più presto possibile; altre molte buone ma che non si riesce a farle rispettare per mancanza dei dovuti controlli ed altre, moltissime, fatte con i piedi, come la “porcata” dell'ultima legge elettorale che sembra, col passar del tempo, l'esatto opposto della sora Camilla, una specie – per motivi di rima – di sora Camila che tutti non la vogliono e nessuno ha la capacità, spesso anche numerica purtroppo, di sostituirla con altra più aderente alla nostra strana situazione politica.
Di alcune, necessarie ed al tempo stesso importanti, non v'è traccia nel nostro ordinamento giuridico mentre altre si possono definire alquanto imperfette e lacunose: una vera pacchia per gli avvocati specie in materia penale dove la norma deve essere la più oggettiva possibile e formulata in maniera particolareggiata nella descrizione della condotta che si ritiene di punire.
Per esempio non riesco a spiegarmi come mai nel punire i conducenti colti in flagrante stato di ebbrezza o sotto l'influenza di sostanze stupefacenti che hanno causato un incidente con conseguenze mortali non sia stato fatto esplicito riferimento agli artt. 92 (Ubriachezza volontaria o colposa ovvero preordinata) e 93 (Fatto commesso sotto l'azione di sostanze stupefacenti) al fine di definire in ogni caso obbligatorio l'immediato arresto cautelare dell'autore ed il ritiro della patente di guida quanto meno sino al momento in cui sarà pronunciata la sentenza di primo grado dei giudici di merito che decideranno a loro volta anche su questa pena accessoria.
In tale attesa il responsabile avrà tempo e modo di riflettere sul proprio operato ed adoperarsi attivamente per una sua definita sobrietà.
Tra la miriade di leggi non ne abbiamo una, dico una, che preveda e punisca in maniera ineccepibile, ogni tipologia di reati strettamente connessi ad uno dei fenomeni oramai dilaganti in Italia, all'interno della stessa istituzione della famiglia, nelle scuole, nelle fabbriche e negli uffici e, soprattutto, in pubblico ed
in ogni dove; mi riferisco a quel fenomeno meglio noto sotto il nome di
STALKING
nel cui termine viene ricompreso ogni tipo di violenza, fisica e morale, che va dalle molestie semplici a delle vere e proprie persecuzioni che spesso sfociano in reati molto più gravi sino ad arrivare all'omicidio proprio per la non sana personalità del loro autore, lo
STALKER
ossia il molestatore assillante ed ossessivo.
Questo fenomeno inizia sin dalla giovane età
e si protrae poi nel tempo sino ad arrivare ad un punto di non ritorno con atti gravissimi quali devono essere intesi quelli volti a mettere e mantenere la donna in uno stato di plagio e di servitù sia dal lato fisico che mentale





per poi terminare l'opera con punizioni corporali di ogni tipo sino al suo omicidio.
Ho una paura però poichè
lo stalker è stato classificato dagli psicologi come un vero e proprio maniaco che fonda il suo operato sulla coazione insistente sulla vittima presa di mira verso la quale nutre peraltro anche simpatia; viene diviso in 5 categorie :
1- il risentito, uno tra i più pericolosi, perchè spinto da un desiderio di rivalsa;
2- il bisognoso d'affetto da parte di uno o di una che ritiene di avere caratteristiche eguali alla sua perseguitata in tema di amicizia od affetto;
3- il corteggiatore incompetente il quale ricorre inconsciamente ad atteggiamenti controproducenti che, invece di avvicinare la vittima, la allontanano da lui;
4 - il respinto un ex , il più pericoloso di tutti – in questa specie è collocabile la figura del Luca Delfino – che pur di riavere sotto il proprio dominio la sua preda è capace di tutto sino ad arrivare all'omicidio: “o mia o di nessuno” è il chiodo fisso che sconvolge una mente forse già ammalata;
5. il predatore che può identificarsi nella figura del maniaco sessuale il quale, a questo scopo, mette sotto assedio le vittime, anche bambini, in quanto dalla loro paura trae anche uno smoderato senso di potere.
Detto ciò, la mia paura consiste nel fatto che i difensori dell'omicida chiederanno quasi sicuramente una perizia psichiatrica che se accolta, potrebbe portare ad una definizione del Delfino come totalmente incapace di intendere e di volere, anche con l'involontario supporto della precedente perizia su di lui effettuata per l'omicidio di Genova nei confronti della Biggi.
L'incapace di intendere e di volere, sulla base del combinato disposto degli artt. 85 e 88 C.P., è non punibile; ragion per cui verrà disposto l'internamento in uno dei nostri manicomi criminali per un determinato periodo che, una volta trascorso, se ritenuto “guarito” dal precedente stato di incapacità, determinerà il suo ritorno nella società come uomo libero.
F I N E

sabato, agosto 18, 2007

La giustizia in Italia

AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA

Quinta parte

Abbiamo visto, sia pure a grandi linee, il contenuto degli articoli regolamentanti gli istituti dell'arresto e del fermo giudiziario, tipici provvedimenti cautelativi che, in determinate circostanze di fatto e di tempo, rappresentano la deroga al principio generale dell'espiazione della pena detentiva a sentenza passata in giudicato.
Sappiamo anche che le convalide o meno degli arresti avvengono attraverso la decisione di un altro giudice, precisamente da quello per le indagini preliminari: dal GIP ovvero, in seconda istanza, dal Tribunale della Libertà.
Vediamo adesso se la reazione, quasi una ribellione azzarderei definirla, avuta da una parte dell'opinione pubblica al verificarsi di recenti fatti di sangue sia o meno giustificata al di là della pur giustificabile ondata emotiva che segue una serie concatenata nel tempo di episodi criminosi, di cui alcuni addebitabili ad una incomprensibile alto grado di incoscienza dei loro autori ovvero, relativamente agli omicidi non colposi, di efferatezza.

Incominciamo dagli incidenti stradali le cui conseguenze con morti e feriti anche gravi mi viene difficile, in alcuni casi, catalogarli tra i reati colposi.
Chiediamoci se, avendone l'occasione, affideremmo la nostra auto a queste persone sotto effetto dell'alcool o da sostanze stupefacenti:









ritengo di no.
Al di là del cordoglio che ho avuto verso tutte le vittime innocenti di questa mattanza, il caso che però ha attirato la mia attenzione da un punto di vista giuridico è quello verificatosi nei pressi di Pinerolo in data 15 luglio u.s. per fatto e colpa di un trentenne, tale Corrado Avaro – certamente non nel bere – a danno di una ragazza sedicenne, Claudia Muro.
L'esame degli atti processuali consentirebbe un giudizio fondato su elementi certi ma i resoconti, convergenti tra loro, pubblicati da molti quotidiani, tra virgolettati e commenti, sono di per sé tali che non è difficile farsi un'idea del contrasto creatosi tra i giudici inquirenti e quelli del Tribunale del Riesame di Torino.
All'automobilista, subito dopo il fatto, venne riscontrato attraverso l'esame all'etilometro un tasso alcolico superiore al minimo consentito dalla legge e, quindi, sottoposto ad arresto su istanza del PM che aveva elevato contro di lui l'imputazione di omicidio volontario.
La misura cautelare impugnata dai difensori dell'imputato è stata poi commutata in arresto domiciliare con la derubricazione del reato da volontario a colposo: dalla pena edittale per l'omicidio volontario stabilita nel massimo a 21 anni si è passati ai 5 anni di pena reclusiva previsti per l'omicidio colposo.
A mio parere entrambe le decisioni appaiono a prima vista alquanto criticabili anche se la posizione del PM sembrerebbe, sia pure con qualche aggiustamento, la più vicina allo spirito delle norme poste dallo Stato a tutela degli utenti della strada.
Perchè tanto severo il PM nella sua formulazione dell'accusa ?
L'Alvaro era già incorso in tre precedenti violazioni per guida in stato di ebbrezza e, come conseguenza dell'ultimo, gli era stata sospesa la patente di guida di tipo C per un periodo di due mesi e giorni 15 e proprio il 28 giugno u.s. gli era stata restituita con il parere favorevole della Commissione Provinciale che lo ritenne in condizioni psico-fisiche tali da poter ritornare, in quanto abile, alla guida.
Proprio per l'esistenza di questi precedenti il PM ebbe a ritenere di configurare nella specie il reato de quo come volontario anche se, in passato, pur guidando “sbronzo”, l'imputato non aveva mai causato incidenti.
E' proprio questo il punto sul quale si è basato il Tribunale della Libertà, commutando la detenzione in carcere, nel corso della quale l'Avaro era stato destinatario di pesanti minacce e compiuto su di sé atti autolesivi sì da dover essere sorvegliato a vista, in arresti domiciliari presso una comunità di Venaria (TO), gestita da un sacerdote.
Quello che però non mi convince è la motivazione assunta dai giudici di Torino, che vi riporto così come scritta in virgolettato da alcuni quotidiani: l'Avaro
“...riteneva di poter evitare qualsiasi investimento di pedoni grazie alla propria abilità, dato che le sue condizioni fisiche generali erano state recentemente valutate come compatibili con la conferma della patente addirittura
di categoria C..”
Una convinzione come un'altra ma forse era il caso di argomentare la decisione con maggiore prudenza in quanto, così affermando, parrebbe che il magistrato del Tribunale della Libertà abbia concesso all'imputato, legittimandola con la sua decisione, una incondizionata abilitazione alla guida, vita natural durante, anche in condizioni alterate dallo stato di ebbrezza.
Ma non poteva o no chiedersi da parte del giudice come la pregressa mancanza di investimenti di pedoni fosse per ipotesi dovuta più che all'abilità del conducente alla fortuna di non averne mai “intercettato” qualche passante ?
Su questo casi calano a pennello alcune decisioni della Corte di Cassazione pronunciate a iù riprese sin dagli anni '80 secondo le quali una ipotesi come quella in esame ricadrebbe nell'ambito dei delitti consumati con
“dolo indiretto od eventuale”
in quanto l'agente, pur non avendo di mira il fatto-reato ritiene di non desistere per la possibilità che esso si verifichi.
Un esperto automobilista, così come definito dal magistrato torinese, non può certo escludere, visto il reiterarsi di incidenti mortali causati da conducenti sotto l'effetto dell'alcool o di sostanze stupefacenti, che prima o poi anche lui poteva risultare protagonista di questi eventi tanto più che il fatto di condurre veicoli in quello stato costituisce di per sé un reato penalmente perseguibile.
Non mi è dato di sapere se il PM abbia presentato avverso la decisione di cui sopra un ricorso per Cassazione.
Questa particolare tipologia di episodi sta avendo tutt'oggi una lunga sequela di incidenti mortali e non, una vera e propria ecatombe per cui si è resa necessaria una nuova regolamentazione legislativa attraverso l'entrata in vigore con effetto immediato nella stessa data della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, a far tempo dallo scorso 4 agosto, del Decreto Legge – noto come decreto Bianchi dal nome del ministro proponente – del 03 08 07 n. 117.
In questo decreto trovano spazio sia misure innovative rispetto al vigente Codice della Strada – in tema di velocità, di guida senza patente o in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti e sostanze psicotrope, uso del cellulare, limitazioni (dal febbraio 2008) di velocità e di cilindrata per un periodo di tre anni per neopatentati, bambini su motocicli - che, soprattutto, un notevole inasprimento delle pene detentive e pecuniarie.
Ma tutto ciò, assieme all'aiuto della campagna di stampa e pubblicitaria attraverso i più disparati canali, non ha impedito il verificarsi di altri simili episodi delittuosi; è l'allarmante segnale, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che oramai siamo in presenza di una radicata tendenza a delinquere che va aumentando di giorno in giorno parallelamente allo spaccio delle droghe; moltissime persone, molti giovani purtroppo, hanno oramai perso il lume della ragione, avendo portato il loro cervello all'ammasso, in mano a dei veri e propri delinquenti che vendono solo morte fisica e mentale.
Appare evidente che occorre ripartire da zero per combattere questo fenomeno, assieme a quello del bullismo ed agli atti di violenza sulle donne, il c.d.
“stalking”
di cui avremo modo di parlare nella prossima ultima parte .
E' una questione di educazione che deve partire dalla famiglia con tanto di aiuti da parte delle istituzioni specificamente create per questo scopo.
Ma occorre personale all'altezza di questo gravoso e difficile compito; ho sentito da qualche parte un accenno al ricorso al TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio -; ma siamo matti ?
Questo intervento è destinato solamente per i casi improvvisi e del tutto eccezionali in quanto il ricovero avviene senza la volontà del soggetto da sottoporre al trattamento: tre giorni di ospedale e poi via di nuovo libero.
Sono eventi di estrema gravità che vanno una volta per tutti regolamentati seriamente ed altrettanto seriamente controllati da parte di strutture pubbliche perchè, altrimenti, non si fa altro che incrementare i profitti dei soliti profittatori che, in campo sanitario, sono moltissimi e quasi sempre inaffidabili.
segue