di
Maria Novella Oppo
Che digitale c’è stasera
Grandi servizi nei tg e nei programmi contenitore per illustrare l’arrivo del digitale terrestre in nuove zone d’Italia.
Finché la cosa riguardava la Sardegna, nessuno si è scomodato troppo a informare, visto che l’isola è sempre considerata marginale.
Al punto che, certe volte, viene dimenticata perfino dalle previsioni del tempo.
E figurarsi dai giornalisti appaltati al capo supremo, i quali si sono ben guardati dall’illustrare i risultati elettorali delle europee, che dimostrano come siano bastati pochi mesi di Cappellacci per far capire ai sardi che cosa voglia Berlusconi dalla loro terra:
una sorta di zona franca opportunamente isolata, dove allestire un allegro lupanare per sé e altri ricchi e potenti (o magari impotenti).
E per il resto, che le fabbriche chiudano, i giovani siano costretti di nuovo a emigrare e le servitù militari ed economiche crescano, a Berlusconi non può interessare di meno.
Mentre, per tornare al digitale, ora saranno spese e rotture di scatole continentali.
DIETRO FRONT !
INDIETRO MARCHE
A passo del gambero
Le entrate tributarie continuano a calare: sempre secondo via Nazionale si sono attestate, nel primo trimestre 2009, a 81,016 miliardi, ovvero circa 4 miliardi in meno rispetto agli 85,075 dei primi tre mesi del 2008. La diminuzione percentuale è del 4,8%.
La conseguenza di questo fenomeno è il lievitare del debito pubblico: uno dei tanti records del governo Berlusconi.
Mentre nel mese di marzo cala nei comuni – da 48,183 passa a 47,282 miliardi - nelle Province – da 9,219 miliardi a 8,867, nelle Regioni – sale di poco passando da 43,026 miliardi a 43,068 quello statale passa da 1.707,410 miliardi a 1.741,275.
Almeno il Governo Berlusconi può orgogliosamente vantarsi di andare avanti in qualcosa.
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