venerdì, giugno 19, 2009

BULLO e PUPE

“L’UTILIZZATORE FINALE”

Interrogate tre ragazze, confermano di aver preso soldi

Il nuovo filone

La D’Addario ha consegnato i nastri e il video degli incontri con il premier.

Ci sono almeno tre ragazze che hanno confermato di aver preso soldi per partecipare alle feste a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa.

Due sono state interrogate dal pubblico ministero a Bari, l’altra a Roma.

Hanno raccontato i dettagli, tanto che una di loro ha chiesto e ottenuto il permesso di poter andare all’estero «per un po’» sostenendo di «temere per la mia sicurezza».

Anche Patrizia D’Addario è stata ascoltata per oltre cinque ore dal magistrato Pino Scelsi.
La candidata alle elezioni comunali con la lista

«La Puglia prima di tutto»,

che ha rivelato le due serate che avrebbe trascorso con il premier nella residenza capitolina, ha poi depositato le

registrazioni audio dei suoi in contri e un video dove lei stessa si sarebbe ripresa con un telefonino.

«L’ho fatto— ha fatto mettere a verbale— perché così nessuno potrà smentire che sono stata lì».
Tarantini e le squillo
A gestire le ragazze sarebbe stato Giampaolo Taranti­ni, l’imprenditore pugliese di 35 anni titolare insieme al fratello Claudio, 40 anni, di un’azienda — la Tecnohospital — che si occupa di tecnologie ospedaliere.

Per questo è stato iscritto nel registro degli indagati per induzione alla prostituzione e la scorsa settimana è stato interrogato alla presenza di un avvocato.

Sono gli stessi vertici del la Procura di Bari a confermare che «è in corso un’indagine su questo reato in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna», nata da al cune conversazioni telefoni che durante le quali lo stesso Tarantini avrebbe trattato con le ragazze le trasferte e i compensi.
Non sapeva l’imprenditore di essere finito sotto in­chiesta per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.

Secondo l’ipotesi della Guardia di Finanza la sua azienda avrebbe versato laute mazzette per ottenere appalti nel settore sanitario.

Un filone di questi accerta menti ha coinvolto tre mesi fa anche l’allora assessore regionale alla Sanità Alberto Tedesco, che per questo si è dimesso dall’incarico.

Parla va al telefono con le ragazze Tarantini, ma anche con le persone dell’entourage del premier.

E quando ha affrontato l’argomento soldi, sono scattate le verifiche.
Il patto con Patrizia

È proprio Tarantini il mediatore che avrebbe portato Patrizia D’Addario alle due feste con Berlusconi.

Le era stato presentato da un amico comune che si chiama Max e le disse di chiamarsi Giampi.

Di fronte al pubblico ministero la donna ha confermato che «per la prima serata l’accordo prevedeva un versamento di 2.000 euro, ma ne ho presi soltanto 1.000 perché non avevo accettato di rimanere.

La seconda volta — era la notte dell’elezione di Barack Obama — sono rimasta e dunque ho lasciato palazzo Grazioli la mattina successiva.

Quando sono arrivata in albergo la mia amica che aveva partecipato con me alla serata mi ha chiesto se avevo ricevuto la busta, ma io le ho risposto che non avevo ricevuto nulla.

Il mio obiettivo era ricevere un aiuto per portare avanti un progetto im­mobiliare e Berlusconi mi aveva assicurato che lo avrebbe fatto. Giampaolo mi disse che se lui aveva fatto una promessa, l’avrebbe rispettata ».

Il racconto della D’Addario sulle modalità degli incontri coincide con quello verbalizzato dalle altre tre ragazze. Tutte avrebbero specificato di essere state

«contattate da Giampaolo che ci chiedeva se eravamo disponibili a partire.

Talvolta accadeva poche ore prima e in quel caso i biglietti aerei erano prepagati».

Le verifiche della procura riguardano adesso gli spostamenti suc­cessivi.

Le testimoni avrebbero infatti riferito che le modalità concordate prevedevano che, una volta giun­te a Roma, loro arrivassero in taxi fino all’albergo indicato e da lì dovevano attendere l’autista di Giampaolo che le prelevava e le portava a palazzo Grazioli. «Poco prima dell’arrivo — ha sottolineato Patrizia —, ci facevano tirare su i finestrini che erano sempre oscurati.

Quando arrivavamo negli hotel ci veniva detto come dovevamo vestirci: abiti eleganti e poco trucco».
Registrazioni e video

La candidata alle comunali ha depositato nella segrete ria del pubblico ministero cinque o sei cassette audio e un video che la ritrae davanti a uno specchio e poi mostra una camera da letto. In un fotogramma c’è una cornice con una foto di Veronica Lario. Il magistrato dovrà adesso verificare l’attendibilità di questo materiale con una perizia che accerti se la voce incisa sul nastro è davvero quella del premier e se gli ambienti sono effettiva mente interni a Palazzo Gra­zioli.
La decisione di convocare le ragazze in Procura è stata presa dopo aver ascoltato le intercettazioni telefoniche di Tarantini. Dopo aver verbalizzato la loro versione, so no stati programmati nuovi interrogatori per le prossime settimane.

Nella lista del pubblico ministero ci sarebbero diversi nomi: altre giovani che sarebbero state contattate dall’imprenditore e persone che potrebbero aver avuto un ruolo in questa vicenda.

L’elenco comprende i collaboratori dello stesso Ta­rantini, ma anche i politici che avrebbero deciso di mettere la D’Addario in lista per le comunali.

Lei ha specificato che non le fu mai proposto di andare a Villa Certosa, in Sardegna,

«però Giampaolo mi disse che c’era la possibilità di andare in vacanza al l’estero, mi pare alle Bermuda ».

Altre si sarebbero invece accordate per partecipare a feste nella residenza presi­denziale di Porto Rotondo.

Fiorenza Sarzanini
corriere della sera 18 giugno 2009

"Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, il premier sarebbe l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile"

Avv. Niccolò Ghedini

detto "MAVALA'"

Oltre che avvocato è anche deputato ma non gli passa neanche dall'anticamera del cervello che un siffatto premier, anche se fosse effettivamente impunibile, da un punto di vista umano fa proprio schifo.

Bell'esempio che danno di sè entrambi.

E poi ci lamentiamo del bullismo dei giovani.

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