martedì, marzo 04, 2008

Rassegna stampa


RASSEGNA STAMPA
che
ad evitare equivoci dividero' in stampa credibile e non credibile

oggi 04 marzo 2008
il piatto piange, come si dice in gergo pokeristico, allorche' qualcuno dimentica
di mettere nel piattino i cip d'apertura di sua spettanza
abbiamo
a sinistra per chi legge la stampa credibile ed a destra quella......valutatela voi !

LE PATACCHE DI VELTRONI
a firma di Stefano Zurlo
Veltroni ha candidato il simbolo dell'Italia che lavora.
Si chiama Franca Biondelli, ma non mette piede in corsia dal 2002.

La Biondelli e' la prima a sinistra, per chi guarda, al centro si trova l'immagine
di Antonio Boccuzzi - operaio della Thyssenkrupp - ed a destra quella già vista (vedasi blog Caffe' Sicilia 2) di Loredana Ilardi, impiegata in un Call - Center palermitano.
La Biondelli, sull'Unità del 03 marzo u.s. viene indicata- sotto la sua foto- come
"impiegata Asl" ma nel contesto dell'articolo è giustamente definita come
" SINDACALISTA".
Per fare chiarezza.
La Biondelli, facente parte del personale paramedico presso l’Ospedale di Borgomanero (Asl 13 piemontese) ha l'incarico di ausiliaria ma
da parecchi anni, dal 2002, e' stata nominata dalla CISL quale rappresentante sindacale a livello provinciale.
Il Rizzo lo sa, ma preferisce scriverlo quasi controvoglia, usando un tono alquanto improprio e squallido: “…sfruttando la legge 300”,
come se si trattasse di una di quelle vecchie maitresse delle “case chiuse”.
La Legge 300, guarda caso, è una delle tante leggi odiate dalla famiglia del suo capoccia tanto che, in combutta con tale Antonio D’Amato, presidente di Confindustria nel periodo – 2000- 2004, tentarono sin dal 2001 di manometterne quanto meno l’art. 18 per poter licenziare a proprio piacimento i lavoratori.
Il sig. Rizzo indica anonimamente la legge 300 senza ulteriori specificazioni ben sapendo che i gonzi che leggono il quotidiano su cui scrive non riescono a distinguere i sogni dalla realtà; non ha avuto infatti il pudore di chiamarla con il suo bel titolo ma solamente con un numero, come si fa con i reclusi.

E la legge 300 altro non è che lo
STATUTO DEI LAVORATORI
il testo giuridico dove sono contenuti le
“Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.
Abbiamo compreso da tempo come nel gergo della destra la parola
LIBERTA’
venga usata sempre a sproposito, sia accostandola ad una fantomatica casa che ad un inesistente popolo.
Il popolo è formato da una massa e non da appartenenti a lobby e corporazioni.
Fatevelo entrare nella zucca che usufruire dei vantaggi previsti da una legge in favore dell’attività sindacale a livello provinciale o nazionale è un sacrosanto diritto di ogni lavoratore e questo non è uno
SFRUTTARE
un qualcosa che in Italia mettono in atto quotidianamente ben altri , coloro che si rimpinzano sulla pelle dei lavoratori, dei pensionati, datori di lavoro che se ne infischiano delle orme antinfortunistiche e che sfruttano il lavoro, in nero, coloro che vorrebbero sparare sugli extracomunitari di giorno ma che poi li sfruttano nottetempo impiegandoli con lavori malpagati ed in nero per evadere tasse e contributi.
Sarebbe bene che qualcuno si rileggesse gli artt. del Titolo III° della Legge 300 e che ci rifletta un po’ sopra.
E’ una coincidenza che il manager del c.d. –impropriamente- PdL abbia intenzione di candidare il succitato D’Amato e ci si ripropone di lanciare un nuovo attacco a tutta la Legge 300 ?
Solamente la verità dei fatti e non le vostre “patacche” – la candidatura di Moggi con l’UDC è un’altra notizia che non trova per ora alcun alcun serio riscontro, ma sono fatti vostri, una battaglia tra ex alleati che hanno per ben cinque anni devastato l’Italia- possono contribuire a che il voto di ognuno sia effettivamente libero.
Ma vedo che, prima ancora di eventuali brogli da voi millantati in passato ma rivelatisi inesistenti- così si è pronunciata la Commissione parlamentare sulle Elezioni presieduta dal vostro Scajola- avete già iniziato la campagna degli imbrogli che sta proseguendo attraverso ogni forma di
comunicazione.

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