giovedì, marzo 27, 2008

La villa romana del Tellaro - Noto

gli articoli di Cetty Amenta
dal sito
www.cettyamenta.com
La villa romana del Tellaro, da ieri pomeriggio ha aperto i battenti
La sede naturale dei mosaici risalenti al IV secolo dopo Cristo da ieri pomeriggio ha aperto i battenti.
La città ha accolto con felice incredulità la notizia, attesa da oltre quarant’anni. La storia dei mosaici in questi anni è stata costellata di battaglie appassionate da parte dei cittadini che ne esigevano il rientro a Noto.
“Sono felice di avere potuto finalmente partecipare all’inaugurazione della villa romana - dichiara Salvatore Bufalino, presidente del Comitato permanente di azione civica per lo sviluppo di Noto che dalla mtà degli anni 80 si è battuto per riportare i mosaici nella villa- .
Dopo tanti anni di lotte fatte insieme a Pino Iuvara, Libero D’Agata ed altri, finalmente vedo coronare un sogno.
Il mondo della cultura e dell’arte si arricchisce di un tesoro inestimabile e potrà finalmente ammirare i nostri mosaici rimasti nascosti per tanti anni nei depositi della soprintendenza”.
Il comitato di azione civica a cui confluirono cittadini e politici di ogni estrazione, intellettuali e presidenti di associazioni, ha avuto il merito di avere sensibilizzato l’opinione pubblica sull’importanza di riavere i mosaici.
Esso cominciò a fare sentire la sua voce quando si sparse la voce che i mosaici già restaurati potessero essere esposti al museo Paolo Orsi di Siracusa.
“La nostra battaglia è riuscita a fugare il pericolo ed a farci assicurare che essi sarebbero tornati nella villa romana, non appena fosse stata ultimata”.
Grande la soddisfazione di Pino Iuvara:
“Il risultato raggiunto è della gente di Noto alla quale va il merito di avere rafforzato le azioni promosse dal comitato, impegnato in tantissime iniziative”.
Iuvara ricorda l'eclatante azione di protesta che culminò nell’invio di 10 mila cartoline raffiguranti i mosaici e la villa romana già indirizzati alla presidenza della regione, all'assessorato regionale ed alla soprintendenza, quando nonostante lo stanziamento regionale di 200 milioni per un primo intervento di sistemazione della villa, anch’esso frutto di forti azioni, non si muoveva foglia. “Le cartoline furono stampate dal Comitato e distribuite ai cittadini che le affrancarono e spedirono, dando vita al più grande "bombardamento" pacifico a cui Noto abbia mai partecipato.
Negli ultimi anni- prosegue Iuvara- è stata meritoria anche l’azione del club Unesco che si è fortemente impegnato nella causa per il ritorno dei mosaici.
La loro fruizione è un altro tassello che conferma come nel nostro territorio ci sia posto soltanto per uno sviluppo sostenibile e per un turismo di qualità.
Sicuramente l’apertura della villa romana attirerà un turismo non invasivo ma attento alle problematiche del territorio”.
Non mancano tuttavia le perplessità legate alla capacità di trasformare l’apertura della villa romana in un volano per l’economia e per il turismo:
“E’ importante che adesso gli enti preposti diano la giusta visibilità all’evento.
Sarebbe un vero peccato sprecare una risorsa preziosissima in termini di sviluppo economico, occupazionale e turistico.
La villa del casale
dovrebbe insegnarci qualcosa!”
Noto, marzo 2008


Vi chiederete a questo punto il perché abbia ritenuto di pubblicare sul mio blog questo articolo.
Presto detto.
Una gran massa di italiani segue le mode che altri tentano di imporci, sbandierando l’esistenza all’estero di paradisi terrestri che, in realtà, alla resa dei conti, risultano poi dei luoghi comunissimi come ce n’è a centinaia e centinaia in tutta Italia.
Molti miei amici e conoscenti si sono lasciati trascinare dalle offerte degli operatori turistici, sperimentano viaggi in luoghi esotici, per poi pentirsene amaramente al ritorno.
Il più spiritoso di tutti alla fine del suo racconto mi ha detto:
“Senti, non è andato bene quasi nulla ma siamo sollevati perché oramai pensavamo anche al peggio,l’assalto dei pirati alla barcaccia – altro che traghetto- che ci portava in giro di qua e di là”.
Non si conosce il bello dell’Italia, rileviamo solamente le nostre brutture, ma si corre all’estero senza avere precise garanzie di come andrà a finire.
Per questo prendo lo spunto dall’articolo che ho riportato in apertura di questo post, copiandolo integralmente dal sito della giornalista, che viene seguito da tutti i netini sparsi in tutta Italia e nel mondo (USA,CANADA, AUSTRALIA nonché in quasi tutte le nazioni europee), per tentare di far capire che anche nel nostro tartassato Paese abbiamo tanto di cui sentirci fieri; in Sicilia, in particolare, relativamente al patrimonio ambientale ancora incontaminato, di quello culturale ed artistico, dello storico legato a tempi a noi lontanissimi, a molti secoli addietro.
Noto e la Valle che porta il suo nome, come ho già detto in un altro mio post, sono stati dichiarati dall’UNESCO come un
PATRIMONIO dell’UMANITA’
e
LEGA AMBIENTE
già da alcuni anni ha attribuito al suo mare ed alle sue molte e spaziosissime spiagge
il riconoscimento più alto:
quello delle
5 vele.
Territorio difeso tenacemente dai tentativi di aggressioni da parte di politici senza scrupoli – vedasi la giunta regionale Cuffaro con la concessione alla PANTHER OIL americana di procedere alle trivellazioni per la ricerca di gas naturali e petrolio.
Ma la reazione è stata veemente da parte degli abitanti, e non solo, di questo prestigioso lembo di terra piena di meraviglie artistiche che non hanno eguali in alcuna altra parte della terra: credetemi, non è un’esagerazione.
Attorno agli anni ’70 laboriosi scavi portarono alla luce le vestigia di una villa che occupava uno spazio di circa 6.000mq. la cui costruzione venne fatta risalire da alcuni studiosi attorno al 300 dopo Cristo.
Ogni stanza era pavimentata con dei mosaici rappresentanti scene mitologiche, di caccia e di danzatrici.
Parrebbe che questa villa di stile romano sia stata distrutta interamente perché divorata da un incendio; le conseguenti ceneri, seppellendo i mosaici, contribuirono alla loro conservazione in uno stato decente.
Ma quello che non era stata capace la natura venne realizzato dall’uomo che, costruendo nel 1700 lì vicino una fattoria, riuscì a danneggiare i mosaici seppellendoli sotto una coltre di pietre e di terra di notevole spessore.
Alcuni scavi archeologici praticati in anni recenti- 1971- riportarono alla luce i mosaici in parola che furono subito portati in alcuni laboratori di restauro.
Oggi i mosaici, per le lotte dei personaggi e delle istituzioni di cui all’articolo della Prof.ssa Amenta, hanno trovato la loro giusta e naturale collocazione: nella
Villa romana del Tellaro.
Questa in sintesi la storia.
Prima di chiudere questa prima parte – nella seconda cercherò di postare le immagini di alcuni pezzi di questi mosaici – per chi non ne fosse a conoscenza preciso che:
- la villa prende Il nome dal fiume Tellaro che scorre nel territorio di Noto, vicino a questa villa romana;
- quella del Casale, invece, citata alla fine dell’articolo, presumo che sia la villa romana che si trova in Piazza Armerina (EN)- altra stupenda città - anch’essa munita di preziosi mosaici tanto da autodefinirsi la
CITTA’ dei MOSAICI
oltre che del
PALIO dei NORMANNI.
segue

Nessun commento: