domenica, marzo 30, 2008

Il nostro BEL PAESE - 3

Il nostro
“BEL PAESE” 3
(parte terza)
così come previsto dal
PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA
della
PROPAGANDA 2
meglio nota come
P2

Allorché alcuni giornalisti chiesero a
LICIO GELLI
un parere in ordine al programma che Silvio Berlusconi aveva preparato e divulgato al momento della sua prima candidatura a Palazzo Chigi,
il “venerabile” di questa loggia massonica rispose candidamente:
“l’ha copiato in gran parte dal mio piano”.
Vediamo, sua pure per sommi capi, quale fosse la sua articolazione di modo che ciascuno possa verificare quali di questi punti sia stato applicato - o quanto meno tentato di applicare senza tuttavia riuscirci - dal leader dell’allora Forza Italia, una volta tradotto in legge, nella vita della nostra Repubblica.
Si tenga conto che l’elaborazione di questo Piano della P2 viene fatto risalire attorno al 1976.
1- i partiti politici da “coltivare e contattare”: PSI, PRI,DC e PLI; Alleanza Nazionale era da tenere sotto osservazione per verificare quali tra i politici di quel partito potesse essere utile alla causa della Rinascita democratica del paese;
2- la stampa attraverso l’acquisizione editoriale attraverso alcuni giornalisti di assoluta fede dei seguenti quotidiani: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Il Mattino, Giornale di Sicilia; per i periodici L’Europeo, L’Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente e Famiglia Cristiana.
3- i Sindacati sia confederali che autonomi attraverso la loro scissione in caso di disaccordi onde riportarli nell’alveo di una libera associazione dei lavoratori;
4- il Governo da ristrutturare nella sua organizzazione con a capo di ogni ministero persone di qualità;
5- la magistratura da ricondurre attraverso una diversa organizzazione generale alla funzione di garante delle leggi;
6- il Parlamento la cui efficienza non poteva che essere subordinata al successo dell’operazione sui Partiti, Stampa e Sindacati.
Per l’attuazione dei primi tre punti venne ipotizzati un investimento dai 30 ai 40 miliardi di lire (valore del 1976) onde consentire ad “uomini di buona fede” e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.
Sistemata la premessa, i successivi obbiettivi sarebbero stati di facile “conquista”: ci si riferisce al Governo, Magistratura e Parlamento.
Per l’attuazione di questo Piano occorreva la nascita di un movimento- si parla di costituzione di un club di non più di 30- 40 unità – in cui si ritrovassero i migliori livelli di operatori imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati nonché “pochissimi e selezionati uomini politici”.
Ai politici l’attuazione del Piano e tutti gli altri con funzioni di garanti sulla bontà delle operazioni in fieri.
Raccomandata è l’istituzione di un collegamento valido con la massoneria internazionale.
Segue la scelta degli uomini politici ed i modelli operativi da istituire
CONTINUA

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