sabato, marzo 22, 2008

Il riciclaggio degli onorevoli rifiuti

CICLA E RICICLA
ovvero
la bella la vita
di alcuni parassiti della vita pubblica
I FREGOLI e le FREGOLE
di
alcuni parlamentari che non vogliono rimanere degli ex a vita, nonostante le cospicue pensioni a loro riconosciute.
In tempi elettorali fanno a gara per non perdere un seggio ottenuto con altri schieramenti politici.
Ognuno di loro ha dato motivo di scandali ma la faccia tosta è tale che, invece di andarsi a nascondere, si vendono al miglior offerente che, nella specie, è sempre il centro attuale (UDC) e la Destra (PDL & Soci).
L’unico che fa eccezione è don Clemente Mastella perché non l’ha voluto nessuno: ed è tutto dire perché l’altro Giuda ,
DINI


ha trovato momentaneo "asilo politico" ritornando all’ovile trasformatosi da anni, però, nella tana del lupo; un rifugio poco raccomandabile per una pecora: non vi pare ?.
Qui di seguito troverete un brillante articolo sulle mutazioni elettorali.
Val la pena di leggerlo e tenerlo a mente al momento opportuno.

" Gli impresentabili: candidati senza vergogna "
di
Massimo Franchi
Le corna di Barbato
Transfughi, trasformisti.
Tutti in lista senza alcuna vergogna.
La destra e l'Udc parlano di etica, ma poi quando si tratta di candidare gli impresentabili nessun problema.
In Campania il Movimento per l'Autonomia (MPA) che fa capo a Raffaele Lombardo, indicato dal Pdl come presidente della Regione Sicilia, candida al Senato l'ex capogruppo dell'Udeur Tommaso Barbato.
Per chi se ne fosse dimenticato si tratta di quell'oscuro figuro che nel giorno della caduta del governo Prodi diede spettacolo sputando contro il collega Nuccio Cusumano, reo di votare in sintonia con il mandato elettorale avuto per l'Unione.
Immortale rimane la foto che riproduciamo con Barbato che dà del cornuto a Cusamano,

trasformando il Senato della Repubblica nel mercato delle vacche.
Le candidature di quei senatori che più di altri si sono resi colpevoli di comportamenti indegni del Senato della Repubblica
«il primo esempio di promessa non mantenuta prima del voto».
Ironizza Walter Veltroni che da Udine, riferendosi ai senatori del centrodestra e dell'Udeur che alla caduta del governo Prodi avevano inneggiato in modo non consono ad un Parlamento, commenta così:
«conosco molte promesse non mantenute dopo il voto, ma questo è un caso di promessa non mantenuta prima del voto».
Dal palco infatti il leader del Partito Democratico aveva citato un'agenzia, che riportava le parole pronunciate da Berlusconi durante un "Porta a porta" in cui aveva dichiarato che il Pdl non avrebbe mai candidato quegli esponenti politici.
Per non farsi mancare niente, Lombardo davanti a Barbato in Sicilia schiera una cariatide politica come l'ex ministro degli Interni
(negli anni ottanta per la Democrazia Cristiana)
Enzo Scotti.
Come promesso anche Pier Ferdinando Casini non si sottrae a candidare Totò Cuffaro.
Come annunciato all'indomani delle sue dimissioni da presidente della Regione, dopo che i cannoli usati per festeggiare la condanna di primo grado a cinque anni nel processo per mafia sono finiti indigesti, Cuffaro è sicuro del posto nella Camera Alta: non farà rimpiangere la mancata candidatura di Cesare Previti.
Il salto verso il Pdl lo ha fatto anche l'ex sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi: la bella Daniela Melchiorre, compresa nella pattuglia di transfughi guidata da Lamberto Dini, accolto a braccia aperte come figliol prodigo da Berlusconi&company.
Una candidatura che fa andare su tutte le furie anche i sindacati di polizia penitenziaria.
«Se queste sono le persone nuove e affidabili che la destra propone, c'è da preoccuparsi su come gli attuali partiti politici intendano interpretare le Riforme in futuro»,
commenta il "salto" della Melchiorre il segretario generale dell'Organizzazione sindacale autonoma di Polizia Penitenziaria (Osapp), Leo Beneduci.
«Ci chiediamo - afferma Beneduci - quale esempio di coerenza e serietà possa offrire al proprio elettore, e al Paese, un rappresentante politico, che non ha saputo dimostrare i meriti di una qualsiasi azione di governo, e che fino all'ultimo, aspetta di licenziarsi da quell'esperienza che, invece, il proprio partito giudica ormai superata».
Secondo l' Osapp
«la realtà supera la fantasia quando al silenzio delle carceri, va ad aggiungersi il nulla di chi vuole riciclarsi nel panorama politico moderno, e agli occhi di quegli elettori che votano per un preciso schieramento politico-elettorale».
Come dargli torto?

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