giovedì, settembre 24, 2009

Una filastrocca d'altri tempi

UNA FILASTROCCA

di

RICCARDO TORTI

Fumettista romano

Rovistando tra vecchi fogli sparsi un po’ ovunque m’è capitata tra le mani questa filastrocca cui l’autore non ha dato alcun titolo.

Scusandomi con lui ne darò uno io e, dall’alto dei miei 74 anni, non posso che definirla come

RIMENBRANZE SEMIVECCHIE

OGGI

ANACRONISTICHE

Noi che la penitenza era “'dire, fare, baciare, lettera,

testamento ' .

Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo

'Parco della Vittoria e Viale dei Giardini' .

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando

il piede cresceva.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la

bici era il più figo .

Noi che il Ciao si accendeva pedalando .

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era

l'amico in casa.

Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita , e poi la

bella , e poi la bella della bella .

Noi che giocavamo a nomi , cose, animali, città . .

(e la città con la D era sempre Domodossola ) .

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire

l' album della Panini .

Noi che avevamo il “nascondiglio segreto con il passaggio

Segreto” .

Noi che ci divertivamo anche facendo

“Strega comanda colori” .

Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri , e ci

toccava riavvolgere il nastro con la bic .

Noi che al cine usciva un cartone animato ogni dieci anni e

vedevi sempre gli stessi tre o quattro (di Walt Disney) .

Noi che sentivamo i 45 giri nel mangiadischi e adesso se ne

vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede

cos'è.

Noi che le barzellette erano Pierino , il fantasma formaggino

o un francese, un tedesco e un italiano .

Noi che ci emozionavamo per un bacio su una guancia .

Noi che si andava in cabina a telefonare .

Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la

foto .

Noi che andavamo a letto dopo il carosello.

Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il

mercurio - cromo, e più era rosso più eri figo .

Noi che la Barbie aveva le gambe rigide

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo

sempre sorridenti .

Noi che quando a scuola c'era l' ora di ginnastica partivamo

da casa in tuta .

Noi che a scuola ci andavamo da soli e tornavamo da soli .

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone , la mamma

te ne dava 2.

Noi che se a scuola la maestra t i metteva una nota sul

diario, a casa era il terrore .

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca , mica su

Google .

Noi che il “disastro di Cernobyl”' vuol dire che non

potevamo bere il latte alla mattina .

Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio .

Noi che se andavi in strada non era così pericoloso .

Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perché c'era

Happy Days.

Noi che il primo novembre era 'Tutti i santi', mica

Halloween.

Noi che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi

il segnale di interruzione delle trasmissioni con quel

rumore fastidioso .

Noi che abbiamo avuto le tute lucide che facevano troppo

figo .

Noi che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo

solo i chicchi di zucchero sopra la glassa.

Noi che all'oratorio le caramelle costavano 50 lire . .

Noi che si suonava la pianola Bontempi . .

Noi che la Ferrari era Alboreto , la McLaren Prost , la

Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet e la Benetton

Nannini e la Tyrrel a 6 ruote ! ! ! ! !

Noi che guardavamo allucinati il futuro con Spazio 1999

Base Lunare Alpha.

Noi che i l Twix si chiamava Raider e faceva competizione al

Mars.

Noi che nei mercatini dell' antiquariato troviamo i

giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda!

Te lo ricordi ? " e poi sentiamo un nodo in gola.

Noi che le mamme mica ci hanno visti con l' ecografia.

NOI CHE SIAMO ANCORA QUI E CERTE COSE LE ABBIAMO

DIMENTICATE E SORRIDIAMO QUANDO CE LE RICORDIAMO.

QUESTA

è

LA NOSTRA STORIA

da

NON DIMENTICARE MAI

E

DA RACCONTARE AI NOSTRI FIGLI ED AI NOSTRI NIPOTI

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good