UN CERTO MESSERE
DOUBLE FACE
In Italia condona tutto agli evasori, all'estero Berlusconi fa la lotta (a parole) ai paradisi fiscali.
“Nel corso del G8 dell'Aquila abbiamo anche portato avanti il lavoro sui paradisi fiscali, giurisdizioni poco o per nulla cooperative nello scambio di informazioni.
A Pittsburgh si potrà andare oltre nel combattere l'evasione fiscale internazionale, che danneggia le finanze pubbliche e il senso di equità dei cittadini».
È quanto scrive il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una lettera inviata al presidente Usa Barack Obama in vista del G20 che si è ieri aperto a Pittsburgh.
Il premier italiano dispensa anche consigli in materia economica, sostenendo che per battere la crisi ci vuole fiducia.
«Ormai questo Governo è affetto da schizofrenia finanziaria:
mentre in sede Onu condanna senza appello i paradisi fiscali, in Italia concede un'amnistia a chi si è arricchito alle spalle dei cittadini onesti proprio grazie a quei paradisi fiscali.
La settimana prossima a Montecitorio si voterà per l'introduzione dello scudo fiscale esteso a reati come il falso in bilancio: in quell'occasione il ministro Tremonti dovrà spiegare senza ambiguità quale sia la sua linea di contrasto all'evasione».
È quanto afferma, in una nota, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.
Dopo la P2 adesso è il turno della Co2.
I tetti sulla assegnazione di quote di Co2 all'Italia "non sono rinegoziabili".
Così la Ue ha stoppato Berlusconi che aveva chiesto di rivedere i tetti, sostenendo che nella misura imposta dalla UE avrebbero danneggiato le nostre industrie.
La notizia dello stop è stata data dalla portavoce della commisione Ue, Barbara Hellfrich, e anche questo particolare non farà piacere al premier italiano che aveva intimato ai portavoce di Bruxelles di tacere, per non danneggiare l'immagine dell'Italia.
"I tetti sono stati definiti e adottati dalla commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea e non sono rinegoziabili",
ha detto la portavoce, affermando di essere a conoscenza - attraverso la stampa - della lettera del premier con la quale l'Italia segnala l'intenzione di modificare i vincoli impostagli dalla Ue.
Il piano nazionale di assegnazione delle emissioni di anidride carbonica dell'Italia per il periodo 2008-2012 è stato approvato da Bruxelles il 15 maggio del 2007.
La valutazione degli esperti della Commissione Ue, dopo mesi di negoziato, si è conclusa con un parere favorevole anche se condizionato ad alcune modifiche, in particolare alla riduzione del quantitativo totale di quote di emissione proposto.
L'assegnazione annua autorizzata di quote di emissione è pari a 195,8 milioni di tonnellate di CO2, il 6,3% in meno di quanto proposto dal governo italiano, che aveva chiesto di potere attribuire all'industria 209 milioni di tonnellate.
La legislazione europea fissa in un periodo di due mesi i tempi per un eventuale ricorso.
''E' imbarazzante il tentativo di Berlusconi di rinegoziare sotto banco le quote di Co2 assegnate all'Italia:
il presidente del Consiglio italiano non vuole ancora accettare che in Europa ci sono le leggi'',
commenta Sandro Gozi, capogruppo del Pd nella commissione Politiche dell'Unione europea di Montecitorio.
Gozi si dice ''stupefatto dalla notizia, giunta proprio il giorno dopo in cui all'Onu lo stesso Berlusconi ha invocato, dopo Obama, le responsabilità di tutti gli Stati per il futuro del mondo.
Ora c'è solo da chiedersi - conclude - se accetterà la precisazione della portavoce della commissione Ue, Barbara Hellfrich, oppure se chiederà le sue dimissioni''.
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