PROCESSO IN GRADO D’APPELLO
nei confronti
di
MARCELLO DELL’UTRI
SENATORE DELLA REPUBBLICA
(condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa).
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«Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza».
E’ l’inizio della requisitoria del PG che entra subito, senza tentennamenti, nel vivo della suo atto d’accusa a sostegno della condanna inflitta in primo grado al senatore Marcello dell'Utri (Pdl).
Ieri, davanti alla seconda sezione della Corte di appello di Palermo, Gatto ha affrontato subito il tema dello
«stalliere di Arcore».
«Ma davvero - si è chiesto il Pg - non fu possibile trovare in Brianza persone capaci di sovrintendere alla tenuta di Arcore?
Davvero dall'estremo nord ci si dovette spostare a Palermo per trovare una persona che non conosceva la zona e le coltivazioni brianzole?
In realtà - ha proseguito Gatto - non solo Mangano di cavalli e di coltivazioni non sapeva nulla: ma se guardiamo i suoi numerosissimi precedenti penali, gli interessi che coltivava erano di tutt'altra natura rispetto a quelli agricoli».
In realtà, sostiene coerentemente il PG,
“Mangano era il simbolo vivente della tutela da parte di Cosa Nostra a Silvio Berlusconi”.
L’accusa prosegue rievocando in aula i rapporti che intercorrevano tra Dell’Utri e Cinà, confermati dalle testimonianze di molti collaboratori di giustizia e dalle intercettazioni telefoniche.
Tali rapporti risalivano ai tempi della squadra di calcio di Dell’Utri, la Bacigalupo, in cui giocava anche il figlio del mafioso Cinà.
Tramite quest’ultimo Dell’Utri conobbe Mangano e lo presentò a Berlusconi.
Nella primavera del 1975 avviene, sempre secondo la requisitoria del PG, l’incontro in Milano tra Stefano Bontade , reggente della famiglia di Santa Maria del Gesù, gli uomini d’onore Mimmo Teresi e Nino Grado da un lato e dall’altro Dell’Utri e Berlusconi.
Incontro questo comprovato da precise testimonianze rese dal pentito Francesco Di Carlo, credibilissimo secondo l’accusa.
Un ulteriore incontro sarebbe avvenuto presso il risporante”Le colline Postoiesi” tra Grado e Calderone, ai quali si aggiunsero in un secondo momento Dell’Utri e Mangano e quest’ultimo in quella occasione parlò del primo come il suo capo.
Dell’Utri poi ebbe a presenziare alle nozze del boss Jimmy Fauci .
Dato quanto sopra appaiono del tutto non credibili le giustificazioni addotte dal senatore in primo grado.
Soggiunge Gatto come l’insieme di questi episodi sono conformi allo stile proprio dei mafiosi.
E poi in aula smentisce la sua vicinanza alle cosche e la sua estraneità ai fatti contestatigli mentre fuori difende a tutto spiano Mangano.
La seconda parte della requisitoria avverrà il 9 ottobre prossimo.
Si parlerà del
“pizzo delle antenne”
Cioè del versamento da parte di Mediaset a Cosa Nostra per la messa in posa dei ripetitori nell’area palermitana .
Dell'Utri non era presente in aula.
Ad ascoltare l'atto d'accusa del pg ci sono i difensori dell'imputato, gli avvocati Nino Mormino, Giuseppe Di Peri e Pietro Federico.
segue
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