IL SETTEMBRE NERO
in cui scoppiò la
SECONDA GUERRA MONDIALE
seconda parte
2 settembre 1939
Mentre ripropone la convocazione di una conferenza internazionale per far rientrare il conflitto, conferenza che dovrebbe riunirsi il 5 settembre, l’Italia dichiara la propria non-belligeranza.
Il governo tedesco dichiara che rispetterà l’integrità territoriale della Norvegia purché questa non sia minacciata o violata da paesi terzi.
In Polonia intanto la « guerra lampo » (Blitzkrieg) dei tedeschi procede a gonfie vele:
le quattro « battaglie di confine » (Slesia-Slovacchia, Czestochowa, Pomerania, Prussia Orientale) sono altrettante travolgenti vittorie tedesche.
Le forze provenienti dalla Germania si congiungono con quelle uscite dalla Prussia Orientale.
La 10a armata del Gruppo Rundstedt raggiunge il fiume Warta:
in 36 ore è penetrata per 80 km in territorio polacco.
Da sud le truppe del gen. List minacciano già Cracovia.
La Luftwaffe conquista il dominio del cielo: ha distrutto al suolo gran parte degli aerei polacchi, bombarda i comandi e le strade provocando l’imbottigliamento delle retrovie nemiche.
Febbrili contatti si succedono per tutta la giornata fra Parigi e Londra: la decisione di tener fede agli impegni con la Polonia è ferma, ma governi e stati maggiori non sono d’accordo sulla data e le modalità dell’intervento.
Ore 22,30, a Londra: parlamentari e ministri si recano dal premier Chamberlain per sollecitare una presa di posizione dura e decisa.
E infatti viene inviato un telegramma all’ambasciatore inglese a Berlino, sir Neville Henderson, in cui si danno disposizioni circa l’ultimatum da consegnare al governo tedesco.
SEGUE
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